Vibrazioni di un cuore

"originale"

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    Grazie mille *-* detto da te è un onore.

    12. Maschera


    Piansi per chissà quanto tempo lasciandomi trasportare dai ricordi. All'improvviso la porta dell'aula si aprì. Sobbalzai, non volevo che qualcuno mi vedesse in questo stato. Mi voltai velocemente dal lato opposto all'entrata dell'aula e in un baleno asciugai le lacrime che bagnavano il mio viso. Mi rivoltai per vedere chi fosse entrato. Spalancai gli occhi, "tra tutte le persone che potevano entrare in quel momento, proprio lui doveva essere!?". Era Derek!Si avvicinò al piano e con un gesto mi indicò di spostarmi. Voleva sedersi anche lui sullo sgabello. Mi spostai sull'estremità sinistra del sedile per fargli spazio. Dopo essersi seduto accanto a me, iniziò a guardarmi. Che strano ragazzo, questa mattina quando avevo cercato di salutarlo mi aveva ignorata e ora era qui come se niente fosse.
    - Cos'è, quando ti saluto mi ignori e ora invece...!? - brontolai aggrottando le sopracciglia e chiudendo gli occhi in segno di stizza.
    - Questa mattina eri troppo concentrata a dar appuntamento al tuo principe azzurro, non volevo disturbarti - mi rispose con una smorfia in segno di sfida.
    - Cosaaa? - "Come diavolo ha fatto a sentire la nostra conversazione? Ma, ma ...cos'è un alieno?"
    - Anche se fosse, ti infastidisce? - gli risposi con la sua stessa aria di sfida. Cominciò a guardarmi in modo strano e il sorrisetto provocatorio di poco prima scomparve dal suo volto.
    - Cos'hai? - mi chiese continuandomi a guardare negli occhi.
    In quel preciso istante un brivido mi percorse la schiena. Mi sentivo come se fossi stata trafitta da mille spilli. Aveva capito che in me qualcosa non andava, che ero strana e che probabilmente avevo pianto. Rimasi impalata a fissarlo, scioccata. "Ero sempre riuscita a nascondere bene i miei sentimenti e le mie preoccupazioni a chiunque. Persino mio padre non sapeva cosa provassi. Da quando mia madre sen'era andata, avevo chiuso il mio cuore in una prigione di cristallo, era nascosto a tutti. A volte riuscivo a celare così bene i miei sentimenti che pensavo di non essere del tutto me stessa con gli altri, credevo di indossare involontariamente una maschera, tenendo chiunque distante da me." Le lacrime iniziarono a scendere nuovamente dai miei occhi. Istintivamente afferrai Derek per il braccio sinistro e lo tirai verso di me. Volevo nascondere il mio volto ricoperto dalle lacrime e liberarmi di questo peso continuando a piangere sul suo petto. Le mie mani,chiuse a pugni stringevano forte la sua camicia. Non so per quale ragione, forse perché non sapeva cosa dirmi o forse perché voleva consolarmi, ma le sue braccia si allargarono facendomi spazio. Iniziò ad abbracciarmi e a stringermi forte a sé.
    "Perché proprio lui era riuscito a capire cosa provavo? Perché mi sentivo così fragile,vulnerabile davanti a lui? Perché solo con lui riuscivo ad essere me stessa e ad esprimere senza volerlo ciò che provavo?" Queste erano le domande che occupavano la mia mentre mentre lo abbracciavo. Restammo abbracciati per un pò di tempo. Il tempo necessario per accorgermi di quanto stessi bene tra le sue braccia, di quanto il calore del suo corpo, della sua vicinanza, mi infondesse forza. "Certo era bellissimo, arrogante, rompiscatole ...ma anche dolce quando voleva". Ci staccammo dall'abbraccio solo quando smisi di piangere, fu allora che ancora una volta mi guardò negli occhi. Con la mano destra sul mio viso ,mi asciugò le lacrime. Restammo immobili e in silenzio per alcuni minuti a fissarci, poi di colpo la porta dell'aula si riaprì. Di scatto mi allontanai da lui, era la professoressa di musica che mi aveva fatto lezione quella mattina. Incuriosita nel vederci li chiese: - Signorina Collins, ma che ci fa ancora qui?-
    - Mi scusi signorina, ce ne andiamo subito. Dopo la lezione sono rimasta in aula per provare una canzone con il pianoforte - gli risposi e la professoressa non ebbe niente da ridire.
    Sia io che Derek ci alzammo e ci dirigemmo verso l'uscita dell'aula.
    - Buon giorno - la salutai prima di richiudere la porta.

    Continua ...
     
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    Ma che dolceeee!!! brava finalmente hai postato un nuovo capitolo!!!! Bellissimo!!!! :dolce:
     
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    Hasu
    Grazie ^^ si ultimamente ho pochissimo tempo, quindi vado a rilento -.-
    Posto un'altro capitolo fresco di giornata XD

    13. Sensazioni


    Usciti dall'aula per un istante quasi interminabile, rimanemmo l'uno di fronte all'altra senza dire una parola. Mi guardavo i piedi cercando con tutte le mie forze di dire qualcosa di intelligente, anche se ancora non riuscivo a collegare la mia testa al cervello.
    Quando finalmente alzai il capo per guardarlo, le uniche parole che uscirono dalla mia bocca furono:
    - G..grazie per prima - non mi veniva niente di più sensato da dirgli.
    Derek rimase impassibile per alcuni secondi, poi portandosi la mano destra dietro la nuca disse :
    - Figurati fontana di Trevi, guarda la mia camicia! - ammiccò col suo solito sorrisetto provocatorio che mi mandava in bestia. In effetti la sua camicia era tutta bagnata delle mie lacrime e anche leggermente macchiata dal mio trucco.
    In quel momento avrei voluto strozzarlo, per me era già stato difficile affrontare la situazione di prima mostrando i miei sentimenti, doveva proprio anche punzecchiarmi? Ecco che puntualmente ritornava ad essere il solito sbruffone che conoscevo. Volevo prenderlo a pugni per l'imbarazzo che stavo provando e infatti come per volerlo picchiare portai con velocità il mio pugno chiuso verso il suo petto. All'istante Derek mi fermò afferrandomi per il polso, rivolgendomi quello sguardo profondo che ormai conoscevo perfettamente, quello sguardo in cui mi perdevo facilmente, quello sguardo in cui tutta la sua arroganza spariva completamente. Il suono improvviso della campanella mi riportò sulla terra. La sua mano stringeva ancora il mio polso, quando notai qualcosa di famigliare. Sul suo polso c'era l'elastico dei miei capelli, proprio quello che mi aveva tolto quella volta nel cortile della scuola. Non potevo sbagliarmi!
    - Ma, ma...questo!- biascicai afferrandogli il polso con cui mi teneva ferma con la mano che mi era rimasta libera.
    - Questo è il mio elastico?! perchè lo hai ancora tu?- affermai guardandolo in faccia e soprattutto perchè lo hai al polso? pensai tenendomelo per mè. Ero abbastanza imbarazzata , che significava? Lui non battè ciglio, tranquillo,quasi divertito mi rispose:
    - Ha il profumo di vaniglia! -
    Lì probabilmente il mio viso si contorse in una smorfia al quanto buffa, ero basita.
    Ha il profumo di vaniglia? Ma cos'è un'ossessione?
    Derek guardandomi in faccia scoppiò a ridere, non riusciva a trattenersi. Ero diventata così buffa? Non lo avevo mai visto in quello stato, di solito aveva quell'aria da duro!
    I miei occhi si spalancarono increduli per quello che stavano vedendo. Assurdo!
    - Oh noooo, è tardii. Devo correre a casa o non farò mai in tempo per andare a comprare la chitarra oggi. Ciao ci vediamo- salutai velocemente Derek per iniziare ad affrettarmi a tornare a casa. Non ebbi nemmeno il tempo di iniziare a correre che Derek alle mie spalle mi afferò per il polso.
    - Ti accompagno con la moto se vuoi, con la metro non farai mai in tempo. -
    Rimasi al quanto sorpresa per la sua proposta ma accettai.
    - Ok va bene, grazie -
    Raggiungemmo il cortile e nel parcheggio arrivammo alla sua moto. Era bellissima, una moto rossa laccata, si addiceva al suo stile.
    - Sei mai andata su una moto?- mi chiese con aria spavalda. Che avesse intuito che non ero mai salita su una moto prima d'ora? Probabile!
    - No è la prima volta - gli dissi con aria abbastanza preoccupata.
    - C'è una prima volta per tutto no? Salta su- disse dopo essersi seduto.
    Bene, fantastico, avevo messo anche la gonna stamattina!
    Mi sedetti sul sedile posteriore.
    - Dove abiti? -
    - Quasi vicino al centro ti indico io la strada- risposi.
    - Ok...tieniti forte -
    Nell'udire quelle parole riuscii a intravedere quel suo sorrisetto provocatorio.
    Che tipo!
    Mi aggrappai alla sua camicia per non cadere.
    - Ti consiglio di abbracciarmi se vuoi rimanere sulla moto- sidivertiva a stuzzicarmi.
    Abbracciare? Perchè mai dovrei....abb
    La moto iniziava a camminare o meglio correre, così iniziai a stringere Derek per paura di cadere.
    A mala pena riuscivo a non cadere mentre camminavo, non osavo immaginare cosa sarebbe successo in moto se non mi fossi aggrappata a Derek.
    Camminavamo lungo la strada e il vento mi scompigliava i capelli rendendoli liberi . Che sensazione fantastica.
    - Allora com'è?- chiese Derek.
    - Fantastico, mi dà una sensazione di libertà incredibile.
    Era fantastico davvero insolito, provavo una strana sensazione liberatoria e allo stesso tempo stare così vicina a Derek non mi pesava affatto!
    In poco tempo arrivammo davanti a casa mia. Quando scesi dalla moto mi tremavano le gambe. Avevo i capelli tutti scompigliati dal vento, velocemente cercai di sistemarli.
    Derek fece una smorfia, probabilmente perchè il mio tentativo di dargli ordine era stato vano.
    - Così è quì che abiti ? - mi chiese.
    - Si esatto, ancora per poco, mio padre mi ha dato il permesso di venire al campus - affermai. In effetti non vedevo l'ora di trasferirmi così avrei detto addio all'esasperante metropolitana. Un pò di indipendenza in più certo non mi dispiaceva, non che mio padre fosse invadente, ma avevo bisogno del mio spazio.
    - Grazie mille per il passaggio, ora vado a prepararmi per andare a comprare la chitarra. - esclamai.
    - Oh dimenticavo che hai un appuntamento con il tuo principino! - affermò Derek con tono di disapprovazione. Non sò perchè ma mi sembrò al quanto irritato.
    - Si è offerto di accompagnarmi solo perchè Mary, la mia migliore amica non poteva accompagnarmi in quanto doveva lavorare. Io ho bisogno della chitarra così...- risposi.
    Ma perchè mi stavo giustificando? A lui cosa interessava se uscivo con un ragazzo?
    - Si certo, come no- interruppe i miei pensieri. Riaccese la moto e in un baleno si allontanò da me.
    - Che tipo strano!-
    Mi affrettai ad entrare in casa.

    Continua...
     
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    Rieccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii XD !!!!! Voglio il continuo!!! ^^ Davvero molto bello!!
    Ps. Se vuoi leggi la mia Fan Fiction mi piacerebbe avere una tua opinione XD
     
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    Hasu
    Grazie ^^ la continuerò il prima possibile =)
    Certamente ;) appena ho un attimo vado a leggere ^^
     
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    14. Appuntamento



    Aprii la porta di casa e vidi papà in salotto intento a leggere un giornale sul divano.
    - Ciao papà - lo salutai.
    - Ciao Jen - papà si schiarii la voce - chi era il ragazzo di prima...con la moto?E' un tuo amico? -
    Non sò perchè ma la conversazione si faceva pesante, aveva tutta l'aria di un interrogatorio! Allora faceva finta di leggere il giornale...probabilmente ci avrà visti dalla finestra.
    Avevo troppo poco tempo per spiegarli tutto, dovevo andare all'appuntamento con Josh così mi limitai a dirgli che era un ragazzo che frequentava i miei stessi corsi e che mi aveva dato un passaggio perchè altrimenti avrei fatto tardi per andare a comprare la chitarra.
    - Scusa papà ora devo andare a prepararmi o farò tardi -
    - Ok tesoro. Ah stasera cena pure senza di me, probabilmente tarderò. In forno c'è un pò di lasagna riscaldala ok? -
    - Certo papà - incredibile, ai suoi occhi nonostante la mia età ero ancora una bambina.
    Salii le scale per dirigermi in camera mia. Guardai la sveglia sul comodino, avevo ancora un'oretta abbondante per prepararmi, così mi feci una doccia al volo e in un baleno mi vestii. Un paio di jeans , una maglietta nera e un filo di trucco. La mia borsa e i soldi per la chitarra, ero pronta per uscire. Scesi le scale e uscii di casa. Iniziai ad incamminarmi verso il centro dove ci eravamo dati appuntamento.
    Appuntamento? Dovevamo solo incontrarci per comprare una chitarra no? Perchè però iniziavo ad agitarmi?Assurdo!
    Arrivai in centro quando finalmente da lontano scorsi la figura di Josh seduto ad aspettarmi vicino alla fontana. Aveva una camicia bianca leggermente sbottonata e dei jeans. I suoi capelli erano ordinatissimi, probabilmente aveva usato il gel.
    Cavoli è tutto in tiro! Che abbia frainteso il senso di questo incontro? Accidenti però, è bello da togliere il fiato
    Continuai a camminare verso di lui con un groppo alla gola fino a quando si accorse di me. Vedendomi si alzò di scatto e mi si avvicinò.
    - Ciao Jen - avvicinò la sua guancia alla mia baciandomi per salutarmi. Cavoli, come mio solito, quando ero nervosa non riuscivo a spiccicare mezza parola, probabilmente ero anche arrossita. Sentivo il calore sulle mie guance.
    - Ciao Josh, è molto che aspetti? - l'unica cosa sensata che seppi dire in quel momento.
    - No, no per niente - mi rispose lui con un sorriso dolcissimo.
    - Allora andiamo! Quanta gente che c'è - esclamai guardandomi intorno.
    - Si ci sono i saldi, i negozi sono pieni - aggiunse Josh.
    - Ci conviene iniziare a cercare allora - gli dissi sorridente.
    - Certo, in che negozio andiamo?Hai un'idea? - mi chiese Josh.
    Ci pensai un attimo e pensai a quel grande centro commerciale che disponeva di diversi piani compreso quello per la musica. Lì sicuramente avrei trovato la mia chitarra.
    - Andiamo al grande centro commerciale quì vicino, nel reparto musicale di sicuro troveremo la chitarra che fà per me -
    - Ok, perfetto -
    Ci incamminammo per il centro commerciale, parlando del più e del meno, delle lezioni e del tipo di chitarra da acquistare. Anche il centro commerciale era stracolmo di gente che entrava e usciva.
    - Josh ci toccherà prendere l'ascensore anche se c'è tanta gente e probabilmente ci sentiremo come sardine in scatola. Il reparto musicale è all'ultimo piano. -
    - Ok non fa niente, forza!- disse posando il suo braccio destro sulla mia spalla per proteggermi da eventuali gomitate che avrei potuto ricevere in ascensore. Che ragazzo dolce e premuroso !Entrammo in ascensore, eravamo davvero tanti. Qualcuno cercava di trovare un pò di spazio, cercando di spostarsi, il che peggiorava la situazione.
    - Vieni quì - Josh mi fece girare verso di lui stringendomi con un braccio per la vita, quasi ad abbracciarmi. Eravamo vicinissimi, stretti in un angolo dell'ascensore. Mi tremavano le gambe per la sua vicinanza, non potevo nemmeno alzare la testa per guardarlo. Forse era anche meglio non provarci, mi sarei ritrovata probabilmente troppo vicina alle sue labbra. Sentivo il suo respiro su di me. Nervosa,imbarazzata per la sua vicinanza mi limitai a fissargli il colletto della camicia. Josh aveva un profumo buonissimo, dolce direi,proprio come lui, mi faceva girare la testa.
    - A che piano siamo? - chiesi impaziente, volevo scendere, volevo ritornare a respirare e sopratutto volevo liberarmi da questo abbraccio che mi rendeva irrequieta.
    - Al settimo piano, manca poco - rispose Josh con aria serena, soddisfatta direi dal tono di voce. Cosa avrei dato per vedere la sua espressione in quel momento.
    Non so perchè ma avevo l'impressione che fare altri tre piani non gli sarebbero dispiaciuti affatto.
    Finalmente udii il rumore delle porte dell'ascensore che si aprivano. L'ascensore iniziò a svuotarsi ma Josh sembrava non voler mollare la presa.
    - Josh ora puoi lasciarmi, siamo arrivati -
    - Ah si scusami - Finalmente si staccò da me e riuscii a guardarlo in faccia. Sembrava un bambino a cui avevano tolto le caramelle.
    Lo trovai buffo ma molto dolce, mi faceva tenerezza.
    Uscimmo dall'ascensore.
    - Finalmente quasi non respiravo li dentro- esclamai prendendo fiato.
    - Io respiravo benissimo - aggiunse Josh portandosi la mano destra dietro la nuca.
    - Andiamo a comprare questa chitarra allora prima che finiscano - dissi indicando l'entrata del reparto di musica.

    Continua...
     
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    Arigatou!!! Per quanto adori Josh...io voglio Derek!!! *-*
     
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    15. Appuntamento pt.2


    Finalmente entrammo nel reparto di musica. Era davvero ben fornito, avevamo fatto bene a venire qui.
    - Guarda Josh, quanti strumenti! C'è tutto l'occorrente - ero estasiata, amavo la musica e ogni suo particolare.
    - Si Jen, abbiamo fatto bene a scegliere il centro commerciale. Cerchiamo la chitarra che fa per te.-
    Josh istintivamente mi prese per mano e iniziò a trascinarmi verso lo scaffale con le chitarre. Ero imbarazzatissima, sembravamo proprio una coppia di fidanzati. Qualcuno ci guardava con insistenza, in particolare le ragazze.
    Chissà, magari si chiedevano che ci facesse una come me con un dio greco come lui. A pensarci bene era una domanda a cui non sapevo rispondere nemmeno io. In quel momento presa dai miei pensieri non mi resi nemmeno conto che Josh mi stesse parlando, ero troppo concentrata su di lui, sul suo magnifico volto, non riuscivo a non smettere di guardarlo e a farmi domande. Non ricevendo da me delle risposte, si voltò per guardarmi, i nostri occhi si incontrarono e per alcuni secondi non riuscimmo a guardare altrove. Quando sia io che lui ritornammo lucidi, l'imbarazzo prese il sopravvento su entrambi e fu proprio in quel momento che Josh lasciò la mia mano.
    - Scusami, non me ne ero accorto - era rosso in volto proprio come probabilmente lo ero io visto che mi aveva scoperto a fissarlo.
    Quando la nostra attenzione tornò alle chitarre,trovai subito quella adatta. Una bellissima chitarra acustica.
    - Eccola Josh, prendo questa quì - indicai la chitarra di fronte a me.
    - Perfetto, vorresti anche la custodia? -
    - Si, si. Mi sarà molto utile per portarla in giro - risposi.
    - Ecco è questa - l'aveva trovata in due secondi.
    Dopo circa un ora di fila alla cassa eravamo finalmente usciti dal reparto. Il lato negativo era che ci ritoccava prendere l'ascensore per uscire dal centro commerciale.
    - Jen, dai a me la chitarra, la porto io - gentile e premuroso come sempre Josh!
    - Grazie Josh - gli porsi la chitarra dedicandogli un sorriso che esprimeva tutta la mia riconoscenza e questo non solo perché mi portava la chitarra, ma perché con me era sempre stato gentile. Mentre aspettavamo che l'ascensore arrivasse al nostro piano, dietro di noi si era già formata una folla di persone con pacchi e pacchetti di varie dimensioni intente a prendere come noi l'ascensore.
    Quando finalmente le porte si aprirono, si scatenò l'inferno. Tutti volevano assolutamente entrare nell'ascensore per evitare di doverne aspettare un altro , così tra una spinta e l'altra io finii nell'angolo sinistro in fondo all'ascensore, con la faccia rivolta verso la parete. Persi di vista Josh e per via del poco spazio non potevo nemmeno voltarmi per vedere dove fosse finito. Ero circondata, eravamo tutti appiccicati, l'uno addosso all'altro. Odio queste situazioni, voglio scendere al più presto!
    Avevo le mani appoggiate alla parete dell'ascensore, pronta ad evitare che qualcuno spingendomi mi facesse spiaccicare sulla parete. Sospirai!Quanta fatica per una chitarra! Continuano a muoversi ma non possono stare fermi!? Oltre al già poco spazio esistente, qualcuno si era del tutto appoggiato a me. Con un groppo in gola, mi accorsi che era una figura maschile, doveva esserlo per forza visto che mi era così vicino che sarebbe stato impossibile non capirlo! Qui si andava ben oltre alla scusa del poco spazio, mi si era del tutto appiccicato e non riuscivo nemmeno a guardalo in faccia.
    Da dietro alle mie spalle vidi sbucare una mano che quasi fulmineamente si posò sulla mia mano sinistra. Non avevo dubbi, era la mano di un ragazzo. Le sue dita si incrociarono con le mie contro la parete dell'ascensore. Che diamine sta facendo? Altri due minuti e mi metto a gridare come un ossennata! Parola mia. La sua carnagione era bronzea, la sua mano grande e forte copriva la mia. L'agitazione si fece spazio in me. Iniziai a tranquillizzarmi solo quando conobbi qualcosa di familiare, il mio elastico per capelli attorno al suo polso. Non posso sbagliarmi, è proprio il mio elastico e poi nemmeno queste mani possono ingannarmi. Non può che trattarsi di ...
    - Derek? - dissi quasi sussurrando.
    - Ma brava! - rispose quasi sghignazzando alle mie spalle.
    - Mi fa piacere vedere che ti diverti razza d..di. Qualche giorno mi farai venire un attacco di cuore - esclamai leggermente stufata dei suoi giochetti.
    - Ah ah, stanne certa! Sei troppo prevedibile Jen. - rideva di gusto.
    - Bà questa poi - Che diavolo voleva dire? Non capirò mai questo tipo. Stranamente però mi sento sollevata, per fortuna è lui e non qualche estraneo pervertito dietro di me.
    - Non credevo che conoscessi così bene le mie mani - disse divertito e col suo solito tono punzecchiante.
    - M...ma che dici? Ti ho riconosciuto per via dell'elastico al polso, stupido! - Ci risiamo, aveva il potere di farmi cambiare umore, di farmi scendere all'inferno e allo stesso tempo farmi salire in paradiso. Ero troppo vulnerabile con lui, faceva di me quel che voleva. Perchè questo non succede quando sono con Josh?
    - Stupido? - Le dita della sua mano si fecero spazio tra le mie stringendomi. Non potevo voltarmi ma lo sentivo chiaramente più vicino a me, sentivo il suo respiro sui miei capelli, proprio dietro al mio orecchio. Li stava annusando come al solito.
    - C..che stai facendo? Finiscila - riuscii ad oppormi o per lo meno ci provai.
    - Perché hai paura che il tuo amichetto ci veda? - Amichetto? Si riferisce a Josh? Evvero oggi gli avevo detto che sarei uscita con Josh per andare a comprare la chitarra!
    - C..certo che no! - Sentii le porte dell'ascensore aprirsi mentre le persone nella cabina iniziarono a spostarsi con molta fretta per uscire. In quel momento Derek che ancora mi stringeva la mano, mi fece girare verso di lui tenendomi con l'altra mano ,ferma per la vita. Eravamo molto vicini, i nostri visi a poca distanza l'uno dall'altro, i suoi occhi magnetici nei miei. Quando l'ascensore si svuotò quasi del tutto Derek mi lasciò libera ed in quel momento sentii Josh che mi chiamava.
    - Jen, andiamo! - velocemente si avvicinò a me e mi afferrò per il polso trascinandomi fuori dall'ascensore quando ero ancora di fronte a Derek. Non ebbi nemmeno il tempo di salutarlo! I due si scambiarono un'occhiataccia da mettere i brividi.Josh odia Derek per quel che mi è sembrato di capire. Che avranno questi due per odiarsi tanto?
    Josh continuava a trascinarmi.
    - Josh fermati siamo fuori, ma che hai? - mi aveva trascinato sino all'uscita del centro commerciale.
    La sua mano lasciò il mio polso.
    - N...niente! Che rapporto hai con quel tipo? - si riferiva a Derek ovviamente.
    - Lo conosco da poco, siamo am... - mi bloccai mentre pronunciavo la parola amici.Già cosa siamo? Amici? No di certo! Mi resi conto in realtà che non conoscevo Derek affatto.

    Non sapevo nulla di lui e della sua famiglia, non sapevo da dove venisse, insomma non sapevo niente della sua vita.
    Di lui conoscevo ben poco, era strafottente, arrogante, presuntuoso, si divertiva a stuzzicarmi e a mettermi in imbarazzo ma infondo sotto la sua corazza da duro ero sicura ci fosse un animo gentile. Me lo aveva dimostrato in fondo quel giorno nella sala di musica. Conoscevo i suoi occhi, le sue mani e i suoi sorrisi. Di una cosa ero certa, Derek era entrato prepotentemente nella mia vita e difficilmente ne sarebbe uscito. Volevo provare a capirlo meglio.


    Ovviamente non dissi questo a Josh.
    - Siete? - aggiunse Josh sempre più incuriosito del mio silenzio.
    - Siamo solo conoscenti! - affermai con decisione e guardandolo dritto negli occhi.
    Josh tirò un sospiro di sollievo dopo aver sentito la mia risposta.
    Non riuscivo ad immaginare cosa voleva che gli rispondessi!
    - Andiamo, ti accompagno a casa! -
    - Ok - Josh si era offerto di accompagnarmi a casa. Il pomeriggio era volato in fretta, erano già quasi le nove.

    Continua...
     
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    Yeeeeeeeeeeeeeeeee Derek continua così sei troppo figo!!! ^^ Poverino Josh però!!! XD
    Brava continua!!! :sgobba:
     
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    ahah grazie ;) mi fà davvero piacere che tu legga la mia storia ;)
     
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    Grazie a te!!! :dolce:
     
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  13. Marm8a
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    Ho appena finito di leggerla....intrigante...aspetto il seguito... ;)
     
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    Grazie mille ^^aggiornerò il più presto possibile.
     
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    16. Ritorno a casa


    Lungo tutto il tragitto per ritornare a casa, Josh disse poche parole. Lo vedevo abbastanza pensieroso.
    Che stesse pensando alla scena di prima in ascensore tra me e Derek?
    Arrivammo davanti alla porta di casa.
    - Allora è qui che abiti? - finalmente ritornò a parlarmi.
    - Direi di si. Vuoi entrare un attimo? - per ringraziarlo della sua gentilezza avrei dovuto offrirgli almeno qualcosa da bere.
    - Si, certo. - non esitò a rispondermi.
    Presi la chiave di casa ed aprii.
    - Papà sono tornata! - silenzio tombale. Cavoli mi ero dimenticata del tutto che papà mi aveva avvertita che probabilmente avrebbe tardato, mi aveva anche detto di non aspettarlo per cena.
    - Sembra che non ci sia - dissi rivolgendomi a Josh. Non potevo di certo dirgli che sapevo che non ci sarebbe stato e lo avevo invitato ad entrare. La mia imbranataggine non aveva un limite? Evidentemente no!
    - Entra pure Josh, accomodati in salotto, io porto la chitarra in camera mia e torno subito -
    - Ok - Josh si accomodò in salotto e io portai di corsa in camera la chitarra.
    Ok e ora? Che faccio?
    Ritornai al volo in salotto dove Josh mi aspettava.
    - Ti va qualcosa da bere Josh? -
    - Si grazie -
    - Ok vediamo cosa c'è - mi avvicinai al frigo in cerca di qualcosa da bere. Che strana sensazione, alle mie spalle sentivo gli occhi di Josh puntati su di me.
    - Cavoli, papà non aveva fatto la spesa - in frigo non c'era niente che potessi offrirgli.
    Idea! - Josh ti va della cioccolata calda? - speravo proprio che mi dicesse di si, non sapevo cosa altro dargli da bere.
    - Si benissimo, adoro la cioccolata. -
    - Anche io la adoro. Faccio in un attimo. - Tirai fuori due tazze dalla credenza, un pentolino e iniziai a preparare la cioccolata calda.
    Non mi accorsi di nulla, il calore e il profumo della cioccolata mi avevano resa pensierosa. Ero entrata in una specie di mondo parallelo tutto mio.
    - Hai bisogno di una mano? - la voce di Josh all'improvviso dietro di me mi fece sobbalzare. Per poco non mi buttavo il pentolino con la cioccolata addosso.
    - N...no grazie Josh, è quasi pronta, siediti arrivo subito - che spavento. Cercai di nascondere la mia tensione con un sorriso.
    Pronta la cioccolata, la versai nelle tazze e con un vassoio mi avvicinai al divano. Appoggiai il vassoio sul tavolino davanti al divano, presi una tazza e la offrii a Josh.
    - Grazie - mi sorrise col suo volto angelico.
    Mi sedetti accanto a lui sul divano, voltandomi però verso di lui in modo da poter chiacchierare senza che mi venisse il torcicollo.
    Presi l'altra tazza e iniziai a bere la mia cioccolata.
    - Buonissima - disse dopo averne assaggiata un po.
    - Si, non c'è niente di meglio della cioccolata calda - aggiunsi. Era l'ideale dopo una giornata stressante per recuperare le energie.
    Chiacchierammo abbastanza a lungo bevendo la nostra cioccolata.
    - Buonissima , grazie Jen - posò la tazza sul vassoio con estrema delicatezza dopo aver finito la cioccolata.
    - Di niente figurati! - risposi stingendo ancora la mia tazza tra le mani. Bevvi un altro sorso di cioccolata quando, abbassando le braccia per portare la tazza quasi ad appoggiarla sulle mie gambe, vidi Josh avvicinarsi a me lentamente, con estrema grazia, proprio come un leopardo intento a cacciare la sua preda. Bellissimo ed elegante nei suoi movimenti. Ormai ci dividevano pochi centimetri, iniziò a guardarmi profondamente negli occhi. I suoi occhi azzurri erano profondi come il mare. Iniziai ad innervosirmi come al mio solito, quando i suoi occhi dai miei si spostarono a fissare le mie labbra. Pochi istanti per me interminabili.
    - Hai un po...- si interruppe mentre alzando la mano destra e avvicinandola al mio volto la posò sulla mia guancia. Fui colpita da mille sensazioni diverse nel sentire il tocco della sua mano sulla mia guancia. Con il pollice mi sfiorò delicatamente le labbra. Ero paralizzata, non riuscivo a muovermi e tanto meno a dire qualcosa.
    - di cioccolata - terminò la frase iniziata qualche secondo prima.
    Allora era per questo? O mamma che imbarazzo, mi sono sporcata di cioccolata proprio come una bambina. Vorrei sprofondare.
    Sentivo il fuoco sulle mie guance e avevo paura che potesse accorgersene visto che la sua mano era ancora sul mio viso.
    Si fermò a guardarmi insistentemente nonostante avesse già ripulito il mio viso dalla cioccolata.
    I suoi occhi si fecero più profondi, più penetranti mentre lentamente avvicinava il suo viso al mio senza fermarsi, senza nessuna esitazione.
    Sta p...per baciarmi? C..cosa faccio? Il mio cervello era andato in conflitto per tutte le domande che mi trapassavano la mente. Non sapevo cosa fare. Avrei dovuto respingerlo o lasciare che mi baciasse? Volevo che mi baciasse oppure no? Chi avrebbe voluto che Josh non la baciasse? Chi poteva essere quella pazzoide da rifiutarlo?
    - Jen, ho visto... - La voce si interruppe. Josh si staccò da me e prontamente si allontanò ma ormai era tardi, mio padre aveva visto tutta la scena. Se ne stava li all'entrata del salotto con gli occhi strabuzzati e la bocca aperta. La tazza di cioccolato che avevo in mano cadde per terra come per dire : Cavoli colti sul fatto! Abbassai lo sguardo e dopo una manciata di secondi rialzai gli occhi guardando imbarazzatissima Josh. Nemmeno lui se la passava bene, imbarazzato forse più di me.
    Fantastico, avrebbe mai avuto fine questa giornata?
    - Ciao papà - ruppi il silenzio, - lui è Josh, un mio amico. Oggi mi ha accompagnata a comprare la chitarra - aggiunsi.
    Alla parola "amico" a papà sfuggi una smorfia, una distorsione naturale delle labbra che mi fece intendere ciò che pensava in realtà di lui. Era evidente che non ci aveva creduto affatto.
    Josh si alzò dal divano e si avvicinò a mio padre. Che coraggio! Gli porse la mano ed educatamente si presentò. Dopo essersi presentato come si deve, si voltò verso di me e mi salutò.
    - Jen io vado si è fatto tardi, ci vediamo domani a scuola, buona notte - gli feci un cenno con la mano per salutarlo. Poveretto doveva essere proprio in imbarazzo per filarsela a gambe in quel modo! Josh se ne andò e a pensare che mi sarebbe toccato affrontare l'interrogatorio di papà avrei tanto voluto andarmene anche io.

    Continua...
     
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