Quella notte...

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  1. neliel
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    Questa è la prima volta che pubblico qualcosa scritto da me o che qualcuno che non sia una delle mie migliori amiche legge!
    Spero vi piaccia e ditemi cosa ne pensate, soprattutto criticate a volontà!xD Le critiche fanno migliorare! ;) L'ho pubblicato anche su un altro forum! La storia è divisa in più parti che non hanno un numero preciso dato che scrivo un po' ogni giorno o quando capita!xD
    Detto ciò, buona lettura! :3

    Parte 1.

    "NOOOO, LASCIATEMIII!AAAH...NO, NON VOGLIO! VI PREG...AAAH..." Arata era con le lacrime agli occhi e in preda al terrore più grande che avesse mai provato in vita sua. Non uno, ma ben tre ragazzi cercavano si spogliarlo e violentarlo. Si dimenava ma niente, i corpi muscolosi di quei individui erano troppo forti per il suo gracile corpo. Sentiva mille dita strappargli i vestiti e costringerlo ad abbassarsi, spostarsi con le gambe, non urlare... Ormai era spacciato e lui lo sapeva. Così rinunciò, lasciò il suo corpo in mano ai suoi violentatori, privo di azioni, come una marionetta. Forse fu la paura, il ribrezzo, il dolore o chissà cos'altro quello che fece perdere i sensi ad Arata. Ma quelle bestie che lo montavano continuavano senza pietà. Uno lo prendeva da dietro con colpi veloci e secchi, un altro era sotto Arata a masturbarlo e l'ultimo davanti a lui con il suo membro nella bocca della vittima. Continuarono così per ore e ore, tempo che Arata non percepiva dato che era incosciente.
    La mattina seguente Arata si risvegliò stordito, con forti dolori ovunque, soprattutto al culo, e con un amaro sapore in bocca. Ancora non rimembrava bene l'accaduto della notte precedente. Dopo che si alzò e camminò dolorante per il parco qualcosa gli tornò alla mente. Si ricordò che la sera precedente era al parco su una panchina a riordinarsi le idee dopo che la sua ragazza lo aveva appena lasciato. Era immerso nei suoi pensieri e non si era accorto che ormai era buio e il parco era deserto. Svegliatosi da quei pensieri, cominciò a dirigersi fuori dal parco attraversando una piccola stradina, quando sentì qualcuno prenderlo da dietro e trascinarlo nel boschetto vicino. E lì cominciò a strillare a squarciagola finché non gli misero le dita in bocca per farlo tacere. Lui supplicava di lasciarlo, ma quelle tre figure sconosciute non lo volevano mollare, era la loro preda. Da lì ebbe un vuoto. Un vuoto che seppe colmare e immaginare con i dolori che trasmetteva il suo corpo. Cominciò a piangere e a trascinarsi lentamente verso casa. Appena vi arrivò si spogliò e buttò via gli indumenti sporchi di sperma e andò a farsi una doccia. Mentre l'acqua scendeva sul suo corpo sentì qualcosa di caldo uscire dal suo ano e scivolare giù per le gambe. Sapeva cos'era, ma non voleva guardare. Ne era schifato. Allora non poté trattenere le lacrime e pianse ancora, ancora e ancora, anche se non serviva a niente. Ormai era stato violentato.
    Due settimane dopo, alle 8:20 di mattina, la campanella del liceo annunciava l'inizio di un nuovo anno scolastico. Tra la folla davanti al cancello c'erano certi che erano entusiasti, altri volevano ancora le vacanze, ma solo uno si distingueva perché non pensava a nessuna di queste cose: Arata. Con la sua nuova uniforme guardava il vuoto, pensando ancora a quella notte. E in quel momento maledisse il giorno in cui aveva deciso di andare a vivere da solo in un piccolo appartamento in un'altra città. Sperava di trovare pace e serenità lontano dai suoi genitori, invece lì aveva trovato solo orrore. Con lo sguardo ancora perso nel nulla, si diresse alla sua nuova classe. Sedendosi al banco sentì un brivido attraversargli la schiena e si destò improvvisamente, chiedendosi cos'era quella sensazione. Si guardò intorno ma niente, solo tanti ragazzi e ragazze che parlavano e scherzavano. Poi lo sguardo gli cadde fuori dalla porta dell'aula. Appoggiato alla finestra c'era un bellissimo ragazzo biondo con la carnagione un po' scura e gli occhi color verde smeraldo che era circondato dalle ragazze. Quel biondino però non aveva nessun interesse per loro, ma guardava Arata. Quando se ne accorse rimase fermo, i muscoli rigidi. Lui lo guardava dritto negli occhi, sfoggiando un sorrisetto malizioso al quale Arata non contraccambiò e tolse lo sguardo. Perché lo stava guardando? Perché quel sorriso? Queste domande attraversavano la mente di Arata. Nel frattempo intorno a lui si erano avvicinate un gruppetto di ragazze che lo guardavano con imbarazzo e desiderio. Non c'era da stupirsi dato che Arata non era brutto, affatto! Aveva una corporatura media, con spalle piuttosto larghe, magro, muscoloso un po' qua e là, aveva occhi intriganti color marrone chiaro e capelli scuri, pettinati in una piccola cresta. Questo era Arata, un normale liceale di 17 anni.
    Quando il professore entrò chiamò Arata alla cattedra per presentarsi, poi iniziò a parlare del nuovo anno scolastico. Arata però non era affatto attento e, seduto vicino alla finestra, guardava fuori. La sua classe era al secondo piano. Dalla sua posizione poteva vedere più o meno tutte le altre classi, dove c'era chi ascoltava il professore, chi giocava con il cellulare, chi parlava. E fu mentre osservava tutto ciò che li vide per la prima volta: i tre rappresentanti d'istituto. A informarlo che erano loro fu il suo compagno di banco Rihito. Tra il trio Arata vide anche il biondino di prima. Certo che erano davvero belli! E lo dimostrava il fatto che al loro passaggio tutte le ragazze guardavano fuori per vederli in tutto il loro splendore. Beh, che c'era da dire? Il più alto dei tre era moro, occhi marroni scuri, piccoli e sexy, muscoloso, con un'uniforme che aderiva perfettamente al suo corpo e lasciava intravedere tutte quelle colline ben modellate; il secondo era il biondino di cui si rese conto che anch'esso non era niente male in fatto di fisico; e infine l'ultimo, con gli occhiali, alto e snello e con i capelli un po' lunghi. Insieme rappresentavano il sogno di ogni ragazza. Arata però non ci badò molto e guardò altrove.
    Suonò la campanella dell'intervallo. Arata voleva visitare un po' la scuola quindi uscì dalla classe con il panino in mano e andò in giro. "Sembra una buona scuola, mi piace" pensò. Ad un tratto sentì il bisogno di andare al bagno quindi mangiò in fretta il panino e andò al bagno più vicino. Lo raggiunse dopo poco. Entrando notò che non c'era nessuno, quindi fece con calma. Appena ebbe finito però, sentì dei strani rumori. Non sapeva cosa fossero, quindi restò in ascolto per un po'. Poi capì. Erano gemiti. Qualcuno stava facendo sesso. Fece per uscire quando un urlo lo fermò. "Zitto! Vuoi che ci senta qualcuno?" disse un vocione. "Aaah...no... Però ti prego...ahh...continua...aah..." rispose un'altra voce maschile. Arata era innoridito. Era davvero possibile? C'erano due ragazzi che lo facevano nei bagni? "Disgustoso..." pensò e lentamente uscì.
     
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19 replies since 24/6/2013, 19:46   190 views
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