Quella notte...

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  1. neliel
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    Ahahahhahahahahahahaha ecco qui, capa!xD E ti ringrazio ancora!!*-*

    Parte 2

    Arata girovagò ancora un pò in giro, poi ritornò in classe. L'intervallo finì. Appena tutti si misero seduti, la porta dell'aula si aprì. Arata era già pronto ad alzarsi e salutare il nuovo professore quando sentì il levarsi delle urla delle ragazze: in classe erano entrati i rappresentanti. Questi erano lì per dare il benvenuto a tutti, come ogni anno. Il rappresentante con gli occhiali era in piedi, il biondino appoggiato sulla cattedra e l'ultimo seduto sulla sedia. Parlavano, ma Arata non ascoltava perché non gli interessava. Poi risentì quel brivido, intensificato. Si riguardò in giro e poi li vide: i rappresentanti lo stavano guardando. Lui rimase immobile come una statua mentre il respiro diventava affannoso. "Perché mi stanno fissando? Si sono accorti che non stavo seguendo e sono arrabbia..." si blocco quando vide sui loro volti un sorriso. Non un sorriso rassicurante o felice, ma un sorriso provocante, eccitato. A quei sorrisi le ragazze urlarono per l'emozione, ma né Arata né i tre ragazzi ci fecero caso. Sembrava come se il tempo si fosse fermato e loro continuavano a guardarsi. Dopo un po' Arata tolse lo sguardo. Non sapeva il perché, ma aveva paura. Appena si voltò i rappresentanti uscirono dalla classe. "Perché sta succedendo tutto a me?" si chiese tra sé e sé.
    Le ore scolastiche terminarono e al suono della campanella una mandria di persone si diresse verso l'uscita della scuola. Arata aspettò, non voleva finire ucciso sotto i piedi di qualcuno. Arrivò a casa dopo circa 20 minuti. Poteva arrivarci anche prima, ma aveva fatto il giro completo invece di attraversare il parco. Lì non entrava più, aveva troppa paura. Appena arrivato si preparò un misero pranzo e poi si mise a guardare la tv. La sua attenzione fu rapita da un drama dove due ragazzi si baciavano. Con una smorfia cambiò canale e in quel preciso momento si ricordò di quello che aveva subito e di quello che aveva sentito in bagno. "Che schifo... Quale goduria si prova a prenderlo nel culo o metterlo dentro un ragazzo? Non riesco proprio a capire..." pensò Arata perplesso. Ben presto avrebbe trovato risposta alla sua domanda.

    Il giovedì alla seconda ora c'era ed. fisica. Arata la adorava dato che era amante di ogni tipo di sport. E adesso aveva finalmente due intere ore per scatenarsi. Al suono della campanella lui e Rihito seguirono la mandria di ragazzi allo spogliatoio. Durante il percorso Arata vide un'altra classe uscire con loro, ma non conosceva nessuno. Agli spogliatoi si riconoscevano subito i ragazzi più grandi. Erano quelli con i corpi perfetti, muscolosi, sodi. A volte per vederli le ragazze si intrufolavano nello spogliatoio e facevano delle foto che subito giravano da cellulare a cellulare e in meno di un'ora tutte le ragazze della scuola avevano quelle foto. Però ormai tutti ci avevano fatto l'abitudine.
    Insieme ai più grandi uscirono anche i compagni di Arata, che però fu l'unico a restare lì dato che non trovava più i suoi pantaloncini. Da 10 minuti girava con solo i suoi boxer neri preferiti indosso. "Dove diamine sono? Sono sicurissimo di averli presi e messi nell..." La luce si spense all'improvviso e Arata restò immobile nel buio più totale. "C'è qualcuno?" chiese con voce tremolante, manco a farla apposta. Aspettò qualche secondo e non ricevendo risposta entrò nel panico. "Qualcuno di quei imbecilli mi starà facendo uno scherzo?" Cercò lentamente di andare verso l'interruttore e quando fu più o meno vicino ad esso toccò qualcosa di morbido che si muoveva velocemente. Tastò quella cosa. "Ma questo è il battito di un cuore... Chi sarà?" E prima di poter parlare fu preso in braccio, alzato e baciato. I suoi occhi erano sgranati mentre la sua bocca era occupata da un'altra lingua, che si intrecciava con la sua. Con le mani cercava di sfuggire alla morsa di quelle braccia potenti che quasi lo stritolavano, ma non ci riusciva. Allora lo graffiò e sentì un piccolo lamento da parte di quel individuo. Però non lo mollò. Provò anche a mordergli la lingua, ma quel baciatore esperto non si lasciò mordere. Intanto una sua mano toccava il petto di Arata, soffermandosi sui capezzoli che stuzzicava dolcemente. Quei tocchi fecero gemere Arata. Quando si accorse di provare piacere, si stupì di se stesso "Non è possibile! No, non posso aver gemuto per il tocco di un maschio!" e mentre ci pensava sentì una risatina soddisfatta di quel individuo. Preso dalla rabbia per quel gesto di presa in giro, Arata con un movimento veloce sfuggì dalle braccia e dalla lingua del ragazzo, ma scivolò e cadde sopra la banchina che si trovava in mezzo allo spogliatoio. "ACCIDENTI!" Urlò lui. Subito dopo sentì il suo aggressore sopra di lui, che cercava di prendergli le mani per bloccarlo. Ci riuscì subito. Teneva entrambe le mani di Arata con una sola mano, mentre con l'altra cercava il suo membro. "NO, NON FARLO! LASCIAMI!" Urlò Arata ma fu subito azzittito con un bacio passionale. Non era un bacio violento, ma dolce, che sembrava fatto con amore. Quel gesto calmò Arata, anche se di poco. "Hmm... Che bella sensazione..." pensò. Intanto il ragazzo sopra di lui iniziò a massaggiargli lentamente il membro che cominciava ad indurirsi. "...Mmm...nmm" Arata non voleva. Ma il ragazzo continuò senza fare caso a lui. Dopo alcuni minuti il ragazzo si sollevò da Arata e prese qualcosa, poi tornò sopra di lui. Aprì con il pollice la sua bocca e gli infilò dentro un pezzo di stoffa per non farlo gridare. Arata continuava a muoversi per sfuggirgli, quindi prese una corda per legarlo. Gli legò le mani. Dopo cominciò a dargli dei bacetti sul petto, sull'addome, sul ventre... Fino ad arrivare al suo membro ormai eretto. Iniziò a leccare il pezzo di stoffa che lo divideva dalla carne succulenta di Arata. Arata non riuscì a non gemere. Quella sensazione era bellissima. Neanche la sua ex era mai riuscita ad eccitarlo così. "Aah... Mmh...aaaaah" Era l'unica cosa che si sentiva in quello spogliatoio. Poi lo sconosciuto abbassò lentamente i boxer di Arata e cominciò a leccargli il membro. Intanto gli massaggiava i testicoli. La sua lingua percorreva tutta la lunghezza del membro, si soffermava sulla punta e dava piccoli e delicati morsetti alla cappella. Arata era estasiato e voleva che quella lingua continuasse all'infinito. Ormai non gli interessava più nient'altro, né che fosse violentato, né che il violentatore fosse un ragazzo. Lo desiderava, lo voleva più di ogni altra cosa. Dopo alcuni minuti Arata venì copiosamente nella bocca del ragazzo. Questo ingoiò tutto il nettare della passione che la sua preda aveva da offrirgli. Dopo un altro bacio cominciò a stuzzicare il suo ano. Quel piccolo forellino sembrava già aver accolto la virilità maschile, infatti con un solo dito cominciò a dilatarsi lentamente, risucchiandolo completamente. Arata era davvero estasiato da quel dito, ancor di più quando sentì entrare il secondo. Si dimenava ancora sotto il corpo del ragazzo, ma questa volta non per fuggire, ma perché le sensazioni che provava erano troppo intense. Così intense da travolgerlo completamente, inebriando la sua mente. Purtroppo quel momento durò ben poco, qualcuno si stava avvicinando allo spogliatoio. Il misterioso ragazzo a malincuore si fermò e prima di scappare via slegò Arata. "Aspetta! Aspetta... Ti prego, dimmi chi sei..." La risposta del ragazzo fu una carezza e un bacio rapido. Poi nulla, non sentì più il calore di quel corpo che fino a poco fa lo avvolgeva. Sentì solo una porta aprirsi e chiudersi. Allora la luce si riaccese improvvisamente, infastidendo gli occhi di Arata.
    "Oh, Arata! Che ci fai ancora qui? Sei ancora in cerca dei tuoi pantaloncini? Secondo me qualche tua fan te li ha rubati! Ahahahah" disse Rihito entrando
    "... Eh? Come?... Ah Rihito! Scusa che hai detto? ... Ahah sai, forse penso che sia come dici tu!" rispose Arata ancora immerso nei suoi pensieri mentre il suo corpo non riusciva a dimenticare il tocco di quel ragazzo.
    Con una scusa banale Arata non fece ed. fisica. Per la prima volta nella sua vita scolastica era rimasto fuori dal campo da calcio, ad osservare gli altri giocare. Il fatto è che proprio non gli andava. Non si sentiva in grado di giocare con tutti i pensieri che aveva per la testa. Il suo sguardo era fisso sul campo, la sua mente su quello che gli era successo. "Sto diventando gay? Forse si, forse no... Ma quale altra spiegazione ci può essere? Non posso mentire a me stesso, sarei proprio stupido allora! Mi è piaciuto davvero tanto, non lo posso negare... Quei baci, quei tocchi, quella lingua, quelle dita... Mi hanno dato un piacere mai provato in vita mia, un piacere che pensavo non avrei mai provato. Così intenso, così travolgente... Lo voglio riprovare, voglio ancora quel ragazzo... E lo voglio del tutto. Voglio sentirlo dentro di me. Ahaha ma cosa sto dicendo? Sto impazzendo davvero..." Arata avampò pensando quelle cose e nascose il suo viso rosso tra le mani. Forse fu allora che Arata scoprì una verità che mai avrebbe immaginato: gli stavano cominciando a piacere i ragazzi.
     
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19 replies since 24/6/2013, 19:46   190 views
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