Quella notte...

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  1. neliel
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    Grazie per aver aspettato tanto!xD Purtroppo ho scritto solo questo pezzettino....ç_ç

    Parte 3.

    Da quel giorno Arata cambiò radicalmente. Se prima trovava qualche ragazza carina, adesso per lui non c'era più alcun interesse. A volte capitava che ragazze più audaci lo toccassero, però lui non sentiva alcuna eccitazione come una volta, nulla. In cambio cercava tra i ragazzi uno che potesse avere le caratteristiche di colui che l'aveva convertito all'omosessualità. Purtroppo era un po' difficile dato che la maggior parte dei ragazzi avevano un bel fisico allenato e piuttosto robusto. Comunque non per questo non provava attrazione per loro. Dopo quella volta in spogliatoio gli si era aperto un nuovo mondo. Si era reso conto che anche i corpi maschili non erano niente male. Eppure era strano per lui. "Cosa mi è successo? Come mai sono cambiato così tanto?" La risposta non la trovava nemmeno lui. Forse era difficile da spiegare, oppure semplicemente non c'era una risposta, aveva cambiato gusti e basta.
    Nella sua ricerca si era reso conto che nella scuola c'erano molti ragazzi belli, forse un po' troppo fanatici e narcisisti, ma pur sempre affascinanti. Tra questi non potevano mancare i tre rappresentanti. Non li vedeva molto spesso, ma quelle poche volte rimaneva stupito da tanta bellezza e charme. Quando li vedeva a volte i loro sguardi si incrociavano, anche se per pochi secondi. E ogni volta guardarli gli faceva venire quello strano brivido sulla schiena.
    Un mese passò da quell'avventura nello spogliatoio ma Arata non ebbe più contatti con nessuno. Passava i giorni a studiare, uscire con Rihito e gli amici e a lavorare part-time in un supermercato.
    Una sera, prima di staccare da lavoro, entrò Akira, il rappresentante biondino. Arata ne rimase un po' stupito, ma non rimase alla cassa per incontrarlo. Si cambiò, salutò i colleghi e uscì. Fuori vi era Akira, con un lecca-lecca in bocca e lo sguardo fisso al cielo stellato. Arata vi passò vicino senza dirgli niente o guardarlo. In fondo non vi era motivo, lo vedeva ogni giorno e quasi si era stancato della sua presenza. Però una cosa lo infastidiva.
    "Perché il biondino mi sta inseguendo?" si chiese.
    In effetti Akira era a pochi passi da lui e procedeva verso la sua stessa strada.
    Arata, dopo un po', cominciò ad avere paura. Non sapeva perché, ma averlo dietro a sé lo metteva a disagio. Si fermò improvvisamente e aspettò la prossima mossa di Akira.
    Dopo poco si sentì un respiro caldo all'orecchio.
    "Hey, cosa hai intenzione di fare qui fermo, Arata Takashi?"
    Arata irrigidì e spalancò gli occhi. "Sa il mio nome? Cosa vuole da me quel tizio?"
    "C-che vuoi?" chiese Arata riprendendosi e girandosi di scatto verso Akira con sguardo di sfida.
    "Hoho, calmati tigre, pensavo ti fosse successo qualcosa!" disse lui con una risatina.
    "Non ho niente. E tu come fai a sapere il mio nome?"
    "Beh, è normale, sono il rappresentante, devo sapere i nomi degli studenti, soprattutto quelli che mi interessano..." si avvicinò a lui e gli alzò il mento con un dito.
    "Non toccarmi!" Arata indietreggiò.
    "Che ragazzo fedele... Allora è vero..." si mise a ridere.
    "C... Cosa... Cosa è vero?"
    "Come fa a piacerti un ragazzo così? Spero almeno abbia misure soddisfacenti!" disse scoppiando a ridere.
    "Ma di cosa diamine stai parlando?" Arata stava cominciando ad arrabbiarsi per quel comportamento così sfacciato.
    "Di te e il tuo ragazzo, di chi altro? Wow, oltre ad avere gusti schifosi sei pure scemo!"
    "Ma come ti permetti? E chi cazzo sarebbe il mio ragazzo? Mi stai prendendo in giro?" Arata era pronto a tirargli un pugno se avesse continuato.
    "Di te e quel Rihito Nashiwa! Siete molto attaccati l'uno all'altro, non vi staccate mai. Siete molto intimi..."
    "... Io e Rihito siamo solo migliori amici, niente di più... E poi che importa a te? Manco mi conosci!"
    "Oh, invece si..."
    Akira si avvicinò e prese le labbra di Arata, catturandole in un bacio. Arata sentì un dolce gusto di fragola invadere la sua bocca. Rimase a gustarsi quel sapore, poi quando si riprese e si rese conto della situazione graffiò il braccio che gli stava tenendo la faccia. Akira lanciò un piccolo grido di dolore, ma prima di lasciarlo gli morse un labbro.
    "Brutto bastardo!" urlò Arata strofinandosi le labbra quando si liberò dalla sua presa.
    "Esagerato! Dillo che ti è piaciuto! Si vede anche dal tuo amico là sotto... Vuoi che lo aiuti a calmarsi?" chiese con sguardo lussurioso.
    "Cazzo no! E poi questo... Non è niente..." disse Arata prima di correre via imbarazzato.
    "Neanche mi saluti? Che maleducato!"
    "Fottiti bastardo!" fu il saluto suo saluto, il quale si voltò a guardare quel maiale che lo aveva baciato.
    L'ultima cosa che sentì fu una risata fragorosa del rappresentante, la stessa con la quale si svegliò.
    "Quel maniaco mi ha seguito anche nei miei sogni!" pensò mentre si preparava per andare a scuola.
    Per tutto il viaggio verso scuola rimase con broncio e un leggero velo di imbarazzo sulle guance. Non voleva neanche incontrare lo sguardo di quel tizio, altrimenti lo avrebbe preso a botte.
    Appena dopo la campanella della pausa entrò nell'aula un ragazzo che cercava Arata.
    "Takashi, devi andare nella sala dei rappresentanti."
    "... Va bene, vado subito." rispose Arata un po' preoccupato.
    "Arata, che hai combinato?" chiese Rihito.
    "Assolutamente niente! Adesso vado."
    Mentre si avviava verso la sala pensava a tutto quello che aveva fatto dall'inizio della scuola ed era sicuro di non aver fatto nulla nulla di male.
    Quando fu davanti alla porta sentì delle urla provenire dall'altra parte. La porta si aprì improvvisamente e Arata fu spinto e cadde.
    "Bastardo, mi tradisci con quello? Adesso ti faccio vedere io!" un ragazzo gridava contro un altro che teneva per il braccio e trascinava fuori dalla sala.
    "Sosuke mi fai male, lasciami!" il ragazzo cercava di liberarsi dalla presa.
    Arata rimase a guardare la scena e mentre ascoltava si rese conto di aver già sentito quelle voci.
    "Queste voci... Non saranno... I ragazzi che facevano sesso nel bagno il primo giorno di scuola!"
    Quando i due finalmente andarono via, Arata si alzò e bussò alla porta, anche se questa era aperta.
    Con sua grande sorpresa si ritrovò davanti Akira che aveva la camicia della divisa sbottonata e i pantaloni aperti.
    Arata lo guardò disgustato. "Chissà cosa ha combinato per far incazzare così tanto quello..."
    "Oh, Arata, sei qui finalmente!" esclamò contento Akira mentre si sistemava i vestiti.
    "Perché mi hai chiamato?" chiese Arata infastidito.
    "Beh, all'inizio era per spassarmela un po' con te, ma ci ha già pensato un altro."
    "... Mi fai schifo... Me ne vado"
    Non fece in tempo ad aprire la porta che Akira lo fermò.
    "Non vuoi rimanere a divertirti un po' con me?" gli sussurrò.
     
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19 replies since 24/6/2013, 19:46   190 views
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