Adrymor

Fanfic ispirata all'opera "Ai no Kusabi" Rating: Arancio

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  1. DebyL
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    Come da descrizione per scrivere questa storia mi sono ispirata al Cuneo dell'Amore, non per i personaggi ne per la trama, tranne alcuni spunti, ma più che altro per l'ambientazione. Non siamo su Amoi ma su Adrymor che è comunque un pianeta altamente figo ehm... tecnologico comandato da degli umanoidi (come Iason) altertanto fighi pardon aitanti XD
    Che dire... credo nulla di più no? Vi auguro buona lettura!

    Adrymor

    1° Mese

    Capitolo 1



    Era impossibile che ce la facesse! Maledetto lui e la sua pigrizia! Sua madre glielo diceva sempre "chi ha tempo non aspetti tempo!" ed ora lui rischiava seriamente di rimanere su quel pianeta per i prossimi quattro mesi! Le gambe accelerarono e lui pensò che se non gli fosse venuto in infarto adesso avrebbe campato cent'anni. Percorse un corridoio lunghissimo di quello strano materiale con la trasparenza del vetro e la resistenza dell'acciaio, e con il quale avevano costruito buona parte della città; vista dall'alto sembrava un'enorme lampadina. Corse ancora e quando ormai pensò di non avere più forze giunse sulla piattaforma di decollo: guardò attentamente le navi in partenza, la sua era blu con le strisce gialle e quando la vide gli cadde il mondo addosso... stava decollando! In un ultimo, disperato sforzo corse al centro della pista sbracciandosi come un dannato ma dentro di lui sapeva benissimo che era tutto inutile. La nave partì con tutti all'interno tranne lui, la vide alzarsi, virare, puntare verso il cielo e poi accendere gli iper-propulsori per uscire dall'atmosfera.

    Stremato si lasciò cadere in ginocchio, ansimante e fradicio di sudore. Non poteva crederci... prima che si accorgessero della sua assenza sarebbero due mesi e ne avrebbero impiegati altri due per tornare a prenderlo. Era un incubo! Ed ora come farò? Non so dove andare. Pensò sull'orlo del panico, un leggero tocco però lo distrasse e di scatto voltò la testa: un addetto ai decolli gli gridò di spostarsi trascinandolo per un braccio sotto la tettoia accanto all'ingresso.

    “Se cercavi il suicidio hai scelto un bel posto! Ma che diavolo facevi la?” gli chiese a metà tra l'arrabbiato e lo sconvolto.

    “La nave blu che è appena partita mi ha dimenticato qui!” gridò lui.

    “Dimenticato? Che stai dicendo ragazzo? Non ho tempo per stare a sentire i tuoi deliri, torna dentro, fatti un caffè e schiarisciti le idee!” lo disse duramente e sempre in malo modo lo spinse verso la porta dal quale era uscito poco prima, fece come ordinato e tornò nel corridoio, sedendosi su una panchina accanto ad una macchinetta di caffè automatica. Si appoggiò allo schienale chiudendo gli occhi; qual'era la migliore cosa da fare? Soldi contanti ne aveva... ma non per mesi interi. Avrebbe dovuto cercare un hotel o qualcosa del genere. Ma dove? Non conosceva la città così bene! E mettersi a girarla per trovare un alloggio ci avrebbe impiegato di più. Guardò il cielo nella vana speranza che avessero fatto marcia indietro ma dopo lunghi minuti passati a fissare il vuoto sentì una lacrima bagnargli il viso, si sarebbe dovuto arrangiare e resistere quattro mesi interi.

    “Piangere non ti aiuterà.” una voce calma e profonda lo fece sobbalzare, scorse la figura davanti a lui, indossava degli stivali alti fino al ginocchio, una tuta nera attillata, sulla vita portava una cintura di metallo alla quale era attaccata una fodera contenente una pistola laser, sopra la tuta indossava un gilet bianco aperto che si infilava nella cintura e sbucava sotto formano una serie di grinze, sulle spalle era fissato un mantello nero lungo fino ai piedi che copriva anche parte del collo con una larga scollatura a cono. Il viso roseo, serio e inumano era adorno di capelli sottili di un caldo color marrone, due splendidi occhi azzurri lo fissavano glaciali. Era bellissimo... ma dannato. Lui insieme ad altre sei persone comandavano il pianeta, era a capo di praticamente tutto e tutti lo temevano.

    “Grazie, lo sapevo già.” rispose lui passando una manica sul viso “Cosa ci fa qui?” era meglio evitare il silenzio, magari parlando si sarebbe depresso di meno.

    “Normale amministrazione, ma non ti riguarda. Tu piuttosto cosa fai qui?” fece qualche passo verso la panchina fermandosi a poco più di un metro da essa. Da vicino sembrava ancora più alto.

    “Sono partiti senza di me.” ammise non riuscendo a guardarlo negli occhi, per un attimo si era alleggerito ma ora il pensiero di quello che lo aspettava tornò a bruciare.

    “Com'è possibile?” chiese leggermente stupito, sapeva che gli esseri umani erano creature fallimentari ma non pensava che potessero commettere un errore così grosso! Il giovane davanti a lui però aveva davvero l'aria di un abbandonato. Non che fosse un suo problema ma purtroppo la sua condizione era di 'disperso' e le leggi della città prevedevano un sostentamento per le persone smarrite, anche da parte dei Governatori. “Seguimi.” ordinò.

    Lui sgranò gli occhi osservandolo procedere verso un'ascensore laterale, gli aveva detto di seguirlo... ma perché? Forse lo voleva aiutare, chiamando magari qualcuno sulla terra! Ma certo! Dopotutto era una questione che dovevano risolvere, nessuno l'avrebbe mai lasciato solo al suo destino che, certamente, l'avrebbe portato a morire di fame. Si alzò dalla panchina con rinnovato vigore. Cosa aveva da perdere? Nulla. Corse dietro a quell'uomo affascinante e pericoloso, col rischio di rimanerne imbrigliato.

    ***

     
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    ciao, letto il primo cap e devo dire che mi dispiace che non ci sia un proseguo..... ho controllato anche su efp ma niente...
    spero che tu decida di proseguire
     
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1 replies since 28/9/2013, 16:36   15 views
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