"Braccas meas vescimini!" Non ero sicuro di cosa significasse in latino. Pensai fosse qualcosa tipo 'Mangiami le mutande! "
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Grigia e tetra è la città dei sogni infranti. Essa è avvolta da una fitta coltre di nebbia, Dove il fumo è aria, la cenere è sabbia. E il cemento è terra, sulla quale vivono gli spiriti erranti.
Gli alberi, un tempo rigogliosi, con rami lunghi come delle dita Vennero soppiantati da elementi artificiali, completamente privi di vita.
I corpi degli abitanti, rigidi come dei sassi, vagano inermi e solitari Tra le vie cariche di nostalgia, sulle quali un tempo erano passati condottieri e militari. La passività che porta l’apatia, però, li ha spinti in luoghi ben peggiori Dove la tristezza dell’animo, per sempre, li condanna a pene ben maggiori.
La città sta morendo, il cielo macchiato da nuvoloni carichi di pioggia Talmente acida da scioglier ogni cosa sulla quale si poggia. E gli uomini urlano, con tutto il fiato che hanno nei polmoni Richiamando l’attenzione di un Dio, che in qualche modo li perdoni.
Ma dall’alto tutto tace, nessun desiderio troverà mai una soluzione E così per quegli uomini, privi di sogni, non ci sarà più assoluzione.
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