A queen in the library

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    A queen in the library




    Parla di Cecil ed Aaron, il primo è una drag queen il secondo invece è il proprietario di una libredia.

    I due si incontrano, si fraintendono, si tengono a distanza, ma l'amore è più forte di tutto.







    Spero vi piaccia, per il momento inserirò il primo capitolo fatemi sapere cosa ne pensate
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    A queen in the library



    CAPITOLO 1

    Un'altra settimana terribile stava arrivando, finalmente, al termine, Cecil si ritrovò a guardare fuori dalla finestra della classe di letteratura, i suoi pensieri erano alle prove che avrebbe dovuto sostenere quel pomeriggio. La campanella suonò e una voce roca risuonò nella classe <ragazzi buon fine settimana a tutti>, mentre tutti si dirigevano fuori dalla porta, Cecil passò con sguardo perso nel vuoto e una mano si posò sul suo braccio, si voltò un po' sorpreso. <signor Ross dovrei parlarle del suo tema> il professore fece una pausa, aspettando che gli altri studenti fossero usciti. Rapito dagli occhi del suo studente, scosse la testa e proseguì con il discorso, <se non vuole farsi bocciare in lettere, le consiglio di fare una relazione sulla letteratura del '800, l'aspetto tra una settimana e che sia fatto come si deve, intesi?> Cecil aprì la, bellissima, bocca per rispondere, ma lo sguardo del professore non ammetteva repliche, perciò non lo fece, la richiuse per poi far segno di aver capito, si liberò il braccio e si precipitò fuori dall'aula. Nel corridoio della scuola, una massa disordinata di studenti si dirigeva verso le scale dell'uscita, Cecil guardò l'orologio e notò che aveva ancora molto tempo per andare alle prove, con la sua solita grazia scese le scale attirando lo sguardo ammirato delle ragazze e anche di qualche ragazzo, i suoi occhi color ghiaccio erano rivolti come sempre verso l'orizzonte, come se aspettasse qualcuno, mentre usciva dalla scuola e si dirigeva verso l'appartamento dove da un paio d'anni viveva solo.
    Fuori dal cancello dell'istituto, estrasse l'ipad e si mise le cuffie, cercò una canzone e dopo poco la trovò, (era Save me dei Rival Sons) cominciò a camminare a lato della strada pensando al compito che il professore gli aveva assegnato "come se non avessi già un sacco di cose da fare e ora come diavolo faccio?", fintanto che ci pensava, la sua attenzione fu attirata da un volantino, che diceva: "Ti serve una mano per andare avanti? Vieni alla libreria Impara a Sognare, qui troverai tutto ciò che vorrai", l'annuncio riportava indirizzo e orari di apertura, osservando bene non era nemmeno tanto lontano dal luogo delle prove, corse a casa a cambiarsi.
    Dopo una ventina di minuti, Cecil entrò nel suo appartamento, la prima cosa che fece fu liberare i lunghi capelli corvino dalla treccia dirigendosi in bagno, cominciò a spogliarsi e accese l'acqua. Aspettando che fosse abbastanza calda, si mise a guardare il suo riflesso allo specchio, ammirando il suo corpo, si passò un dito sulle labbra, distrattamente, e discese sul collo per poi continuare sul petto, ma si fermò quando si accorse che il desiderio stava per emergere dal profondo, quindi si buttò sotto la doccia per rilassarsi. L'acqua scendeva lungo le linee del suo corpo disegnando piccoli rivoli sulle sue gambe dove i capelli si erano attaccati alla sua pelle bianca, provocando un contrasto irresistibile, dopo una decina di minuti il ragazzo usci dal bagno con l'asciugamano in vita, prese una bottiglietta di yogurt liquido dal mini frigo, lo aprì e bevve tutto il contenuto di un fiato. Successivamente si diresse all'armadio e ne tirò fuori il completo che avrebbe messo per le prove e una tuta che non lo faceva risaltare per nulla, ma necessaria per nascondere il costume di scena, perché anche se ridotto sotto i suoi soliti abiti si sarebbe notato. Con attenzione si mise i pantaloncini a vita bassa di pelle nera, con una mini coda attaccata dietro, e un corpetto con gli strass che lo facevano brillare come il cielo notturno. Provò a ballare e il risultato gli piacque molto, i suoi occhi si posarono sulla sveglia riflessa nello specchio, "oh dio si è fatto tardi!", di fretta infilò la tuta, prese una borsa e con accuratezza ci mise dentro gli stivali di pelle e un completo carino da mettersi dopo le prove, si infilò le scarpe da corsa e usci di casa.

    CAPITOLO 2

    Aaron scese in libreria già distrutto, la sera precedente aveva fatto baldoria, si buttò sul uno dei divanetti e si mise a guardare la gente passare dalla vetrata dipinta da lui e suo nonno, anni prima. Stava per prendere nuovamente sonno quando, una persona attirò la sua attenzione, questa si avvicinò alla vetrata per guardare dentro, lui prese il primo libro e fece finta di leggerlo, quando la ragazza entrò nella libreria, non credeva hai suoi occhi, la ragazza era molto carina, da mozzare il fiato.
    Cecil si guardò attorno cercando il proprietario, ed incrociando lo sguardo di Aaron seduto sui divanetti, gli si avvicinò per chiedere informazioni, <scusi sa dirmi come raggiungere il Rainbow?> sorrise vedendo l'espressione di quell'uomo, che a detta sua doveva avere circa la sua età. Aaron si alzò in piedi pensando "ma che ci andrà a fare una ragazza in quel posto pieno di travestiti?", si avvicinò non riuscendo a trattenere uno sbadiglio <scusami> disse prima di rispondere <per il Rainbow devi andare avanti per questa strada e prendere la prima strada a sinistra e lo trovi alla tua destra>. Cecil vedendolo avvicinarsi provò una strana sensazione e quando gli si era messo di fronte, senza volere aveva trattenuto il fiato, cercando di arrestare le emozioni che stavano emergendo, inchinò leggermente la testa <grazie mille per l'informazione, se non le dispiace potrei domandarle un'altra cosa?> alzò il viso ed incontrò gli occhi color caramello del suo interlocutore, un'altra vampata di calore si fece sentire e vedere, <si chiedimi pure quello che vuoi, per una bella ragazza come te faccio di tutto> le parole uscirono senza nemmeno pensarci e Aaron rimase colpito da se stesso, non era consono a lui provarci con le ragazzine, nel momento in qui sentì pronunciare la frase la testa di Cecil formulò un'affermazione che lo fece sorridere, "vuoi vedere che non si è accorto che sono un uomo" e disse, reggendo il gioco <questa è la libreria Impara a sognare, giusto? Fino a che ora tiene aperto?> e sorrise ammiccante. Con un sorriso brillante, per ricambiare, Miller si mise a sistemare i libri sparsi sul tavolino li vicino <di solito chiudo alle 20, ti serviva qualcosa in particolare?> la bocca del diciottenne si spalancò dalla verità che aveva appena appreso. Fece un passo indietro e scrutò da capo a piedi il bellissimo proprietario della libreria "che bel pezzo di proprietario" pensò, <veramente dovrei fare una relazione per la scuola sulla letteratura del '800, però ora ho un appuntamento potrei passare più tardi a prendere qualche libro sull'argomento?> fece una pausa e sfoderando il suo sguardo più dolce, continuò <se non vi reca troppo disturbo mi potreste consigliare voi qualcosa, io e la letteratura non andiamo per niente d'accordo>. Tutto contento per il suo risultato Cecil dentro di se stava gongolando, la sua felicità aumentò quando il braccio di Aaron gli cinse le spalle per condurlo verso il bancone, con voce suadente e penetrante il libraio pronunciò proprio quello che il diciottenne voleva sentire <certo mia dolce fanciulla ti aspetto con qualche libro pronto sull'argomento>. Cecil guardò l'orologio e liberandosi dal braccio si allontanò da Miller <cavolo sono in ritardo Adam mi sgriderà di nuovo, grazie per l'aiuto ci si vede> ed uscì dal negozio felice, con passo svelto si diresse verso il Rainbow, lo sguardo di Aaron sempre puntato addosso, il quale disse tra se e se "ma se conosceva già il posto perché me lo ha chiesto? E si può sapere come mai ho iniziato a provaci? Non mi riconosco" e altre domande si affollarono nella sua testa.
    Allontanatosi dalla libreria Cecil sentiva le spalle ardergli, come se una lingua di fuoco gli avesse ustionato la pelle, dopo solo pochi passi dall'angolo, si vide arrivare incontrò Kian con aria preoccupata che lo abbracciò, sotto lo sguardo stupefatto di Aaron, che era rimasto sulla soglia per guardare quella splendida ragazza. Con voce troppo alta, secondo Cecil, l'amico preoccupato per il ritardo <oh cara dove eri finita? Ero così in ansia> fece una pausa per guardare dietro le spalle del ragazzo e vide Aaron Miller sulla porta della sua libreria che osservava con attenzione la scena, anche Cecil si voltò a sbirciare, visto che sul volto del amico si era dipinto un sorrisetto malefico. Con la mano affusolata, il diciottenne, accarezzò la guancia dell'amico che capì immediatamente le sue intenzioni e lo strinse in un altro abbraccio, <poi mi spieghi che succede> gli sussurrò la frase all'orecchio, ma dalla visuale di Aaron sembrò un bacio appassionato, con un senso di vuoto, quest'ultimo, distolse lo sguardo e rientrò. Guardando dietro le spalle di Cecil, Kian sorrise <è andato dentro, mi sembrava molto seccato> ed entrambi i ragazzi si misero a ridacchiare piano camminando verso il Rainbow. <kian hai trovato la nostra scatenata Cat?> la voce di Adam investì il ragazzo mentre entrava, allora lui si spostò di lato per far vedere la persona dietro di lui, con un grande sorriso Cecil fece un inchino <scusate, ero in libreria per un compito che il prof di letteratura mi ha assegnato> le guance divennero un po' rosse al pensiero del braccio di Aaron sulle spalle, Kian intervenne scherzoso <come no Cecil! Ho visto come ti stava fissando Miller mentre uscivi> e gli saltò al collo mentre un sonoro “uuh” aleggiava nella sala delle prove. Adam si avvicinò <cecil non ci stavi provando con Miller vero? Lui non sopporta le persone come noi, dovresti stare attento> disse molto preoccupato, ma con una carezza e uno sguardo dolce Cecil placò le sue paure <adam non devi preoccuparti, non sono io che ci ho provato con lui ma lui con me!> un silenzio cadde attorno al ragazzo, il quale proseguì <mi ha scambiato per una ragazza ed io non ho fatto altro che assecondarlo> tutto il gruppo dello show si mise a ridere, Cecil e Kian si prepararono per iniziare le prove.

     
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    Davvero molto belli questi due capitoli! :qVi4nd4: Soprattutto mi piace l'idea che hai avuto per i due protagonisti: Aaron un libraio e Cecil una drag queen!! Poi Cecil mi sembra così dolce... Non velo l'ora di leggere il seguito <3
     
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    Penso di postarne 2 a settimana :)
     
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    Ottima idea :)
     
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    CAPITOLO 3

    Erano passate ore da quando, quella affascinante ragazza, aveva lasciato la libreria ed Aaron si sentiva diverso, come se di colpo si fosse reso conto che qualcosa gli mancava, iniziò a girare tra gli scaffali e distrattamente si mise a cercare libri sulla letteratura del '800. Stava prendendo 'Storia della letteratura americana di Brooks Van Wyck' quando, sentì la porta della libreria aprirsi, per l'ennesima volta, e con meraviglia, si ritrovò a sperare, nuovamente, che fosse la ragazza dai cappelli neri, ma le sue speranze si dissiparono quando vide uno dei suoi amici arrivare <ciao Aaron!> lo salutò, il viso di Aaron mostrava la delusione, <ciao Jhon, che ci fai qui?> chiese, anche se la risposta era ovvia, stiracchiandosi scherzoso l'amico si guardò attorno e non vedendo nessuno propose di chiudere prima ed iniziare il fine settimana anticipatamente, <e dai Aaron! Non c'è nessuno qui e poi ci sono già due belle donne che ci aspettano al bar qui difronte> rimase incredulo alle parole che stava sentendo uscire dalla bocca del amico <non posso chiudere prima> e mentre pronunciava quella risposta l'immagine della ragazza gli passò nella mente, Jhon gli prese gli avambracci e lo scosse più volte <ti senti bene amico? Non hai mai avuto problemi a chiudere prima, cosa mi tieni nascosto?> con una risata si liberò <se mi scuoti così di certo non mi sentirò bene> fece una pausa poi con un'alzata di spalle proseguì <una cliente mi ha chiesto dei libri, dovrebbe arrivare a momenti> e sbirciò l'orologio sul muro il quale segnava le sette e mezzo di sera.
    Al Rainbow le prove erano terminate da poco, Cecil si stava spogliando dagli abiti di scena quando nel camerino una testa bionda sbucò dalla porta socchiusa <tesoro ti va di venire a mangiare con me al nuovo ristorante brasiliano dove lavora Gabriel?> la voce eccitata di Kian continuò entrando nella stanza <così passiamo dalla libreria>, mentre Cecil si infilava i jeans attillati rispose <certo Kian non vedo l'ora di vedere che faccia farà ora che, vestito così, non sembro proprio una donna> ed entrambi risero, ma Kian aveva un'altra idea <e se invece, ti spacci per ragazza ancora, fino a farlo impazzire?> quella soluzione fece arrossire il diciottenne, al pensiero di essere ancora toccato da Aaron, <ma Kian come faccio vestito così si vede che non sono una ragazza> l'amico lo fece sedere e gli sistemò i capelli in modo tale che gli coprisse la parte anteriore del busto, in un effetto vedo non vedo. Intanto Cecil si stava allacciando un gilet femminile che aveva preso dai costumi di scena <tesoro stai un incanto! Sembri proprio una ragazza e se non fossi gay e già impegnato ci proverei con te!> disse guardando Cecil, che gli fece un inchino di ringraziamento. Uscirono dal locale a braccetto, in pochi minuti si trovarono davanti alla porta dalla libreria "Impara a sognare", si guardarono negli occhi ed annuirono per dare inizio all'operazione "fai impazzire Aaron Miller" e sorrisero.

    CAPITOLO 4

    Impegnato in una discussione con l'amico Jhon, Aaron non si rese conto che la campanella della porta aveva suonato, però quando alzò gli occhi la vide, la ragazza dai capelli corvino, era finalmente tornata. Stava per salutarla quando si accorse che dietro di lei c'era li ragazzo che l'aveva baciata (questo credeva lui, non era per nulla vicino alla realtà), con sguardo accigliato <ciao ben tornata, ho trovato qualcosa che fa al caso tuo> indicò il bancone, Cecil si girò verso Kian <mi aspetti fuori per favore, faccio presto poi andiamo a mangiare da "El Brasil"> la frase fu seguita dall'occhiolino, Kian rispose prontamente <cecil non fare come al solito, lo sai che Gabriel ci ha prenotato per le otto> guardò l'orologio <e manca già un quarto>, si abbassò e gli diede un bacio sulla guancia, poi uscì sorridendo sotto gli sguardi scioccati dei due spettatori. Jhon passò a fissare "la ragazza", mentre si avvicinava, sussurrò <capisco perché non volevi chiudere amico!> e sferrò una lieve gomitata al fianco di Aaron che lo risvegliò dai suoi pensieri <vi lascio soli a parlare di libri> disse l'amico ammiccando <io vado al bar dalle altre>, così imboccò la porta, dando un ultima occhiata alla ragazza. Aaron con voce imbarazzata indicò fuori dalla porta <credevo che quel biondino fosse il tuo ragazzo Adam> si mise la mano tra i capelli color caramello, Cecil rispose all'affermazione <no, no Kian è come un fratello maggiore e poi ha già un ragazzo, Adam invece è il mio datore di lavoro barra coreografo ed è troppo vecchio, ed è impegnato da anni anche lui> il giovane vide il sollievo sulla faccia del altro e sfoggiò il sorriso più seducente che possedeva, <cosa mi consiglia signor Miller?> disse stuzzicandolo appoggiandosi con i gomiti sul bancone e le mani a sorreggere il mento, ben delineato come tutto il suo corpo. Dall'esterno Kian si stupiva dell'abilità dell'amico 'Wao se la cava alla grande con la recita!', ma la realtà era un'altra, Cecil non stava affatto recitando ci stava provando sul serio, in fondo Aaron Miller era l'uomo che aspettava da sempre, era perfetto da qualsiasi punto di vesta e gli mandava in tilt tutti gli ormoni. Mentre Kian pensava che fosse una recita e Cecil fantasticava sul corpo del proprietario della libreria, Aaron fu colto dal desiderio di toccare il viso e le labbra della ragazza difronte a lui, che lo capì immediatamente e quindi si passò la lingua, lentamente, sulla parte superiore della bocca, lo sguardo di Aaron si accese di una luce di passione che rese Cecil molto felice.
    Il primo cominciò a parlare per rompere il silenzio, che si era formato <questi sono i libri che ti consiglio, sono interessanti. Se ti serve una mano, per altro non farti scrupoli e chiedimi pure> sorrise alla ragazza, la quale allungò una mano per toccare la sua <grazie mille sei un tesoro> esagerò un po' e quel contatto gli provocò un fuoco che dovette reprimere, mentre stava per ritrarre la mano Aaron gliela prese, uscì da dietro il bancone <non ci siamo ancora presentati> con la coda dell'occhio, guardò se il biondino non li stesse guardando <sei proprio una bella ragazza, io sono Aaron Miller> e si avvicinò per baciargli la guancia, questa cosa prese Cecil alla sprovvista che si staccò di un paio di passi guardando stupito Aaron, si mise la mano appena liberata sul punto dove la bocca del suo interlocutore si era appoggiata e rosso in viso cercò di rispondere <emm> prese un po' di fiato <io sono Cecil>, ma la risposta non soddisfava la curiosità di Aaron che insisté facendo un passo avanti <cecil come?>, notando l'amico indietreggiare con una mano sulla guancia, Kian entrò visibilmente preoccupato, pensando il peggio <scusaci ma si è fatto tardi> prese la mano dell'amico e i libri sul bancone e uscì a passo spedito senza dare al libraio la possibilità di spiaccicare nemmeno una sillaba. Aaron rimase per qualche momento immobile, poi chiuse la porta a chiave e triste si stese sul divanetto a pensare alla reazione di Cecil e del suo amico, dopo di che, si addormentò.

     
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    Mi piace molto questa storia!!!
     
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    CAPITOLO 5

    Kian lasciò la mano dell'amico solo quando furono arrivati al ristorante, una decina di minuti più tardi, <che cosa è successo? Sembri così sconvolto, Miller ti ha schiaffeggiato?> Cecil ancora con la mano sulla guancia arrossì violentemente e semplicemente disse <mi ha baciato>, sgranando gli occhi Kian rimase incredulo <no!> fece una pausa prendendolo tra le braccia <aspetta qui un momento, vado dentro a parlare con Gabriel e poi ti porto a casa, non mi sembri in grado di mangiare fuori questa sera>. Passarono solo due minuti, che a Cecil sembrarono un eternità, l'amico ricomparve con una sportiva in mano e i libri nell'altra <gabriel mi ha dato questo per la cena> scosse ciò che aveva in mano davanti il viso del giovane, il quale si risvegliò dallo shock. La serata trascorse tranquilla, come se non fosse successo nulla e progettando come sviluppare l'operazione contro Miller. Appena Kian se ne fu andato Cecil iniziò a pensare ad Aaron e a cosa sarebbe successo, quando la verità sarebbe salterà fuori, pensò alle varie reazioni, ma quella più plausibile era che il “suo” libraio gli urlasse di non farsi più vedere. In contemporanea Aaron riviveva la reazione di Cecil che lo aveva spiazzato, nel ripensare alla scena si svegliò con un senso di solitudine, che non aveva mai provato prima. Decise così di indagare sulla ragazza, ma un problema comparve subito, nel piano di Aaron, la ragazza gli aveva solo detto il nome, riflettendo si ricordò del Rainbow e che lei con molta probabilità lavorava là, decise di passare le sere successive nei paraggi del locale per poi seguirla fino a casa. Quella sera il Rainbow era chiuso e sulla porta un manifesto diceva che la riapertura era programmata per fine mese, Aaron allora abbandonò l'intento di aspettarla fuori dal locale e chiamò Jhon per andare da qualche parte a divertirsi, ma la sua testa rimase tra le nuvole e tornò a casa senza la solita compagnia femminile.
    Era passata una settimana da quando Cecil aveva preso i libri dalla libreria di Aaron, quando il cellulare squillò <ciao Dama cos'è successo?>, cercando di calmarsi Adam rispose, soffiandosi prima il naso, <il Rainbow si è allagato durante la notte> fece una pausa, <ho chiamato tutti per dare una mano sei libero?> con una voce tranquillizzante il giovane sorrise al telefono <non preoccuparti ho appena finito scuola vado a cambiarmi a casa e poi arrivo il prima possibile> chiuse il cellulare e corse a casa. Arrivato in tempo di record nel suo appartamento, Cecil aprì il frigo prese una barretta energetica e un succo di frutta, li infilò nella tracolla insieme hai libri da riportare all'Impara a sognare, si tolse l'uniforme di scuola, si mise una canottiera nera e un paio di pantaloncini, si infilò le cuffie del ipod, prese le chiavi dal tavolo e uscì nuovamente di casa.
    Da dentro la libreria non proveniva nessun rumore, allora Cecil si avvicinò alla cassetta per la restituzione e ci mise i libri, "per fortuna non c'è nessuno, altrimenti si accorgerebbe di chi sono veramente" pensò, si girò e andò verso il Rainbow, non si accorse, però, di un paio di occhi che lo stavano spiando dalla finestra del piano superiore. Arrivato al locale trovò Adam tra le braccia di Tiziano, che gli stava sussurrando dolci parole di conforto, vedendolo arrivare Adam gli andò incontro <oh Cecil! Ora che facciamo?> con una carezza sulla schiena, il diciottenne disse <dai Adam, non è la fine del mondo dobbiamo solo asciugare e sistemare la perdita> guardò Tiziano <sbaglio o tu Tizzy sei un idraulico?>, con un movimento della testa l'uomo muscoloso rispose <si, infatti, ho già sistemato il problema, ma Adam piange da questa mattina> scoppiarono a ridere tutti perfino Adam quando Cecil disse <allora il locale è allagato per via delle lacrime di Dama>, ancora nel pieno delle risate entrarono al Rainbow, per iniziare a sistemare l'allagamento, dentro c'erano quasi tutti.
    Passarono diverse ore, mentre stava aspettando il cellulare di Aaron continuava a vibrare, ma lui lasciò che le chiamate finissero in segreteria, che fu presto piena, il tempo sembrava non passare più, quindi cominciò a battere il piede sullo asfalto impaziente "ma cosa staranno facendo la dentro?" si continuava a domandare ed ecco, finalmente, la porta si aprì un ragazzo con una treccia color corvino ne uscì ridendo su una battuta proveniente dall'interno <ciao Cecil ci vediamo domani per le prove>, sorpreso Aaron iniziò a capire che la ragazza, la quale gli provocava strane voglie, in realtà era un ragazzo. Dopo aver chiuso la porta, Cecil, si accorse di essere fissato da occhi pieni di disprezzo, un brivido gli corse lungo la schiena e di riflesso alzò le braccia, mentre Aaron si avvicinava dicendo <mi hai preso in giro> il giovane indietreggiò, non era la prima volta che un altro uomo lo voleva picchiare, solo, perché si era confuso sulla sua identità. Cecil mise una mano sulla maniglia e con aria visibilmente impaurita replicò <scusa, ma sei tu che hai sbagliato> si girò per tornare dentro, ma con scatto felino Aaron bloccò la porta <e no ragazzino non te la svigni> gli prese un braccio e lo portò in un vicolo stretto, Aaron allungò la mano e afferrò il mento di Cecil, per guardarlo negli occhi, ma il ragazzo aveva troppa paura e cercò di liberarsi <lasciami andare> protestò, di risposta l'uomo strinse di più la mano <guardami!> gli ordinò <perché hai finto di essere una ragazza?> Cecil alzò gli occhi, azzurro ghiaccio, pieni di paura e quando incrociò quelli nocciola di Aaron, quest'ultimo provò un senso di tenerezza e lasciò la presa. I due erano uno di fronte all'altro in silenzio, poi il più giovane cominciò con voce tremante <non lo so> fece una pausa distogliendo lo sguardo <forse perché quando ti ho visto il mio cuore ha iniziato a battere forte e non mi era mai successo prima>. Cecil divenne rosso da capo a piedi, stupito dalla dichiarazione Aaron si avvicinò per abbracciarlo, ma l'altro si spostò e cercò di scappare, prendendogli il polso lo tirò comunque tra le sue braccia <non andartene>, il diciottenne riuscì a sgattaiolare via da quell'abbraccio improvviso e questa volta riuscì a correre lontano dall'uomo. Rimasto solo nel vicolo Aaron si mise a pensare a come Cecil avesse avuto paura di lui, si domandò se gli fosse successo qualcosa che lo rendeva così spaventato nei confronti di quelli che lo scambiavano per una ragazza, mentre ci rifletteva andò a casa sua, sopra la libreria.

    CAPITOLO 6

    Confuso, Cecil correva verso il suo appartamento, sulla strada andò a sbattere contro Al, un altro ballerino <cat dove vai così di corsa?> cercando di mantenere l'equilibrio, quando lo riconobbe Cecil gli buttò le braccia al collo e scoppiò a piangere, tra i singhiozzi Al riconobbe solo poche parole: Miller, scoperto e uomo. Con affetto Al gli accarezzò la testa corvina <cecil vieni da me, così mi spieghi tutto per bene> il ragazzo annuì e senza staccarsi tornarono indietro, perché la casa di Al era proprio di fronte alla libreria. Contemporaneamente alla coppia Aaron stava entrando dalla porta della libreria e vide Cecil abbracciato a un altro che piangeva, la rabbia dentro di lui raggiunse il limite ed entrò sbattendo la porta, il suo pensiero fu "Perché Al Smith sta abbracciando Cecil?", poi rifletté sui suoi pensiero e cadde in depressione, cercando di auto convincersi “io non sono gay! Ma allora perché mi da tanto fastidio vederlo tra le braccia di un altro?" scosse la testa e confuso dai suoi sentimenti chiamò la cugina Susanne <ciao, sono io, devo chiederti un consiglio, sei libera?> dall'altra parte gli rispose una voce sarcastica <il più grande donnaiolo che conosco vuole un consiglio da me, quale onore!> fece una pausa <ci sto, dimmi dove e quando>, Aaron non ci pensò due volte <da me il prima possibile è urgente> disse spiando dalla finestra la casa di Smith, poi riagganciò ed aspettò l'arrivo della cugina. Anche Cecil, come Aaron, stava guardando dalla finestra e si accorse di lui, un sorriso comparve sul viso rigato di lacrime, proprio in quel momento Al lo abbracciò <che guardi Cecil?>, Aaron si ritrasse, <niente stavo pensando> mentì all'amico, Al però vide un ombra che si allontanava dalla finestra e un po' di tristezza lo pervase. <cecil ti piace così tanto Miller?> colpito dal tono dell'amico si voltò e incrociò lo sguardo del primo, <al, piace anche a te?> con una risatina gli rispose <ma fammi il piacere!>. Al ponderò l'idea di confessare o no quello che provava, poi si decise vedendo gli occhi ghiaccio su di lui <io odio Miller, perché lui ha attirato tutta la tua attenzione>, Cecil non capiva cosa intendesse e il suo volto lo esprimeva benissimo, così Al se lo tirò al petto e inclinando la testa appoggiò le labbra su quelle del ragazzo, che rimase sorpreso. La scena fu vista da Aaron attraverso la finestra, che per la rabbia distrusse la bottiglia di birra, il sangue iniziò ad uscire, proprio in quel momento arrivò Susanne, senza badare al taglio Aaron andò ad aprire e la fece accomodare. Susanne si accorse subito del taglio e gli prese la mano, lo portò vicino alla finestra <resta qui!> andò a prendere la cassetta del pronto soccorso, lei conosceva bene quella casa, per tutte le volte che c'era stata. Tornata con l'occorrente cominciò a pulire la ferita <che cos'è successo alla tua mano?> Aaron non la guardava in faccia, allora lei premette sulla mano <ahi! Fai piano> ora si fissavano negli occhi e senza dire nulla Susanne capì cosa avesse il cugino <non ci posso credere> esordì <ti sei innamorato, chi...> lui la bloccò subito <no non mi sono innamorato, non può essere> la donna, finito di medicarlo, lo abbracciò <che bello! Finalmente!> stizzito Aaron protestava <non è vero> la allontanò, poi guardò fuori dalla finestra e lo vide. Cecil con sguardo tristissimo si allontanò <hai ragione Al, Aaron non mi accetterà mai> e riprese a piangere tra le braccia del ragazzo, anche Susanne scrutò fuori per vedere cosa potesse aver reso il cugino cupo in pochi secondi, ciò che vide la lasciò di stucco <ma Smith è gay che ci fa con una ragazza tra le braccia?> i suoi occhi si spostarono su Aaron <spiegami tutto, di me ti puoi fidare>. Passando un paio di minuti a riflettere da dove partire, poi iniziò a raccontare di come, anche lui, aveva confuso Cecil per una ragazza, di come aveva scoperto la verità e di come il giovane avesse avuto paura, in fine, le disse che quando aveva visto Smith baciare Cecil aveva rotto la bottiglia per la rabbia, <questo è tutto, non capisco cosa mi sta succedendo> Susanne, che aveva continuato ad ascoltare in silenzio, disse <pensaci bene Aaron, ti è mai successa una cosa simile con una delle tue svariate donne?> portandosi la mano fasciata al mento riflette <no mai! Perché me l'hai chiesto?> con aria di resa, la cugina sospirò <ti sei mai innamorato veramente di quelle con cui sei stato?> Aaron rispose negativamente anche a questa domanda, allora lei gli appoggiò la mano sulla spalla <l'amore è cieco come la fortuna, non si può decidere di chi ci innamoriamo> gli sorrise <e tu, mio caro, ti sei innamorato di questo Cecil, anche se è un ragazzo>, prendendosi la testa tra le mani Aaron non poteva credere alle parole di sua cugina.
    Nella casa di Al, intanto, Cecil dopo alcuni minuti iniziò a calmarsi, quindi Al provò a parlargli di nuovo dei suoi sentimenti <cecil> cercando gli occhi del ragazzo <tu mi piaci molto> una pausa, proseguì senza pensarci troppo, <posso prendere il posto di Miller nel tuo cuore?> la domanda spiazzò Cecil, il quale non rispose subito, ma il desiderio di Al era visibile, allora gli si avvicinò <ti voglio bene, ma non credo che tu possa riuscirci> Al abbassò la testa in segno di rassegnazione, Cecil lo abbracciò <se ti permettessi di provarci la nostra amicizia ne risentirebbe, lo capisci> poi si allontanò dicendo <è meglio che me ne torni a casa e...scusami se non posso ricambiarti> ed uscì dalla porta, Al rimase a guardare dall'ingresso, maledicendosi per aver confessato quello che provava. Uscendo Cecil guardò, distrattamente, verso la finestra, vide Aaron con la testa tra le mani ed una di esse con una benda, ma decise che non avrebbe dovuto preoccuparsi, perché c'era quella donna con lui e proprio lei lo vide <cugino quel ragazzo è uscito dalla casa di Smith> a quelle parole Aaron si destò dal labirinto dei suoi pensieri, <sai dove abita?> chiese Susanne, l'uomo scosse la testa, sorridendo lei gli propose <vuoi che lo scopra io per te?> senza pensarci dalla bocca di Aaron uscì una semplice sillaba <si>. Susanne uscì di corsa e seguì cautamente Cecil, per circa cinque chilometri, appena lo vide entrare in un palazzo di sette piani, mandò un messaggio al cugino, che si stava scolando l'ennesima birra, con scritto "la tua queen è appena entrata in un edificio sull'incrocio di Jass street e Madiro square che faccio? Controllo il numero dell'appartamento?" la risposta di Aaron non si fece attendere "no Susanne, grazie per l'aiuto", inviato il messaggio cominciò a pensare a come fare per andare da Cecil, senza fargli paura, pensa che ti ripensa la lampadina gli si accese, batté il pugno fasciato nella mano aperta ed annuì.

     
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    CAPITOLO 7

    Passarono i giorni e arrivò velocemente il giorno dello spettacolo, Cecil si stava preparando per lo show della sera, mentre Aaron vestito da fattorino e con un grosso mazzo di rose bianche entrò nel palazzo e chiese al portiere a che piano stava un certo Cecil, sperava che ci fosse solo lui, perché il cognome non lo conosceva, con sollievo fu così! Il portiere era restio <il signor Ross ha lasciato detto di non disturbarlo fino a domani, lasci pure qui i fiori che poi glieli passerò quando ritorna> Aaron, che voleva vedere il ragazzo protestò <mi è stato ordinato di consegnare i fiori al signor Cecil in persona>, appena finì la frase le porte dell'ascensore si aprirono, entrambi gli uomini si girarono, ed ecco comparire Cecil Ross con una tuta nera almeno una taglia di più ed un borsone. Vedendolo arrivare il portiere lo fermò <signor Ross questa persona dovrebbe consegnarvi dei fiori da parte di...> guardò il fattorino, che gli rispose continuando a guardare Cecil <sono da parte mia per te> e gli passò il mazzo di rose, il giovane rimase senza parole nell'incrociare quegli occhi nocciola, da cucciolo pentito. Il cuore iniziò a battere all'impazzata nel petto di Cecil, per nascondere il viso in fiamme spinse il mazzo di rose verso Aaron <da te non voglio nulla, scusami ma devo andare> e corse fuori per andare al lavoro, i due uomini si guardarono. Con rinnovato desiderio Aaron salutò il portiere, in quale disse <lui è al settimo piano all'interno 4>, l'uomo sorrise e aggiunse <buona fortuna> Aaron ringraziò e lo salutò nuovamente. Uscito prese la moto e raggiunse il locale in cinque minuti, aspettò Cecil per diverso tempo e nel frattempo mandò un messaggio alla cugina "so in quale appartamento abita, ma non mi vuole vedere. Cosa faccio? Aiutami", Susanne gli rispose con un papiro di consigli, ma a lui sembravano inutili, tranne uno che diceva semplicemente "dichiarati". Dopo una decina di minuti Aaron vide arrivare, il responsabile del suo caos emozionale, ma non era solo, con Cecil cerano Kian e un altro ragazzo, quando i tre ragazzi lo videro si fermarono e d'istinto i due amici formarono un muro di protezione, <scusa> esordì Aaron, cercando di ignorare i due ragazzi <volevo solo che tu accettassi queste> porse le rose in avanti, i tre giovani non si fidavano molto, ma poi Cecil si fece largo e li prese <ora vattene> l'uomo scosse la testa <ho un favore da chiederti> Cecil dubbioso, lo guardò inclinando la testa di lato, con voce emozionata <vorrei che domani venissi in libreria dopo la chiusura, così posso offrirti una cena, per scusarmi> tutti rimasero a bocca aperta, poi una voce quasi sussurrata gli rispose <ok, allora alla libreria per le otto> a queste parole un grande sorriso comparve sul viso di Aaron che senza pensarci abbracciò il ragazzo, che gli stava di fronte con le rose e se ne andò tra le facce stupefatte dei tre ballerini.
    Appena Aaron ebbe girato l'angolo Kian e Sem si avvicinarono a Cecil, increduli <wao!> dissero in coro, il ragazzo sospirò <andiamo c'è lo spettacolo>, aprì la porta ed entrò seguito dai due ancora più perplessi, perché sapevano cosa l'amico provava per Miller e la sua reazione non era normale. Nel camerino, intanto, Adam li stava aspettando e quando vide Cecil entrare con un enorme mazzo di rose non si trattenne dal curiosare <che belle rose! Hai un ammiratore Cat?> i suoi amici risposero per lui <più che un ammiratore! Miller si è innamorato del nostro Cecil>, anche Adam come i due rimase incredulo <non ci credo!>, Kian aggiunse <gli ha chiesto un appuntamento> Cecil si voltò verso l'amico chiacchierone <non è un appuntamento! È solo una cena per farsi perdonare> si fermò un secondo <lui ha già una donna, capito!> fece un'altra pausa <dama potresti mettere in un vaso queste, che devo prepararmi> detto ciò diede i fiori al datore di lavoro e iniziò a cambiarsi, ignorando i commenti di tutti. Sia durante che dopo lo spettacolo e perfino tutta la giornata precedente alla cena, Cecil si domandava come avesse fatto Aaron a scoprire dove abitasse, decise per ciò che quella sera glielo avrebbe chiesto.

    CAPITOLO 8

    Nel frattempo Aaron passò la giornata a sistemare tutta la casa e a cercare qualcosa di gustoso da preparare. Mancava ancora mezzora alle otto ed entrambi si stavano vestendo, Cecil optò per un abbigliamento molto classico: jeans e maglietta, Aaron, invece, cercò nell'armadio come una donna, ma non trovò nulla di decente che potesse far colpo sul ragazzo, allora si mise dei jeans e una canottiera blue scuro, che gli faceva risaltare i muscoli delle braccia. Alle otto precise suonò il campanello della libreria, Aaron scese le scale interne ed andò ad aprire la porta a Cecil, rimasero entrambi affascinati l'uno dall'altro. Aaron commentò la stampa sulla maglietta del giovane <fantastica quella maglia! I Rival Sons sono uno dei miei gruppi preferiti> entrando Cecil gli rispose stupefatto <anche uno dei miei> Aaron sorrise all'affermazione <una cosa in comune>, l'altro non riusciva ancora a connettere bene i pensieri e quando incrociò gli occhi del suo ospite arrossì <prego da questa parte> indicò Aaron <abito qui sopra> salì i primi scalini e senza voltarsi disse <spero ti piaccia la lonza in crosta con le patate>, Cecil gli guardava la schiena e alla frase rispose con un mugugnio di assenso. Arrivati in cima alla scalinata, oltrepassarono una porta di legno massiccio e un profumo delizioso investì entrambi, a Cecil fuggì un commento <sarà fantastico mangiarlo> subito cercò di correggersi <no...ehm...volevo dire che la lonza sarà deliziosa>, Aaron si mise a ridere e gli mise la mano destra sulla testa, Cecil, però, si ritrasse ricordando di aver visto quella mano fasciata, gliela prese, con stupore dell'uomo, <cosa hai fatto alla mano, l'avevo vista fasciata quando sono uscito da casa di Al> quando alzò il viso e vide l'espressione sbalordita di Aaron, il ragazzo si accorse di aver appena detto una cosa che non avrebbe dovuto rivelargli, abbassò il viso in fiamme e lasciò la mano, allora l'altro se la guardò e disse <è stata colpa del bacio che Smith ti ha dato> un tonfo al cuore fece alzare la testa a Cecil, che con gli occhi spalancati, stava per dire qualcosa, ma fu bloccato <non mi interessa, per ora mi interessa che tu sia a cena con me> e un altro sorriso splendente comparve sul volto di Aaron. La lonza fu mangiata in totale silenzio, nessuno dei due voleva riprendere il discorso precedente, ma ad un certo punto la calma sembrò insopportabile, perciò Aaron provò a farsi avanti <vorrei chiederti una cosa, posso?> Cecil, con la bocca piena fece di si con il capo, allora con un altro sorriso l'uomo proseguì <quanti anni hai? Se posso saperlo> il giovane stava mandando giù l'ultima patata del piatto,<ne farò 19 ad agosto> si pulì la bocca con il tovagliolo e ripeté la stessa domanda all'altro <e tu quanti anni hai?>, Aaron tossì per nascondere l'imbarazzo <sono molto più vecchio di te> <davvero?non sembra che tu sia tanto più vecchio di me, allora quanti ne hai?> indagò, Cecil, sorseggiando un bicchiere di acqua, la risposta arrivò dopo un paio di secondi di silenzio <oggi ne faccio 28> Cecil tossì, quasi soffocandosi per la notizia, d'istinto Aaron si alzò e gli si mise di lato e con piccole pacche sulla schiena cercò di fargli riprendere fiato <cavolo non pensavo che la mia età potesse fare questo effetto> risero entrambi. Cecil si riprese <non è per la tua età, ma per il fatto che oggi è il tuo compleanno>, Aaron si diresse verso il frigo, cambiando argomento <è l'ora della torta portata da mia cugina questa mattina> ta-dà, su una mano teneva una cheese cake alle fragole, l'ospite si leccò le labbra, senza pensare all'effetto che ciò avrebbe provocato all'altro, che rimase a fissarlo con la voglia di baciarlo, <vedo che mia cugina ci ha azzeccato con la torta> le parole destarono il giovane che si era perso in una fantasia molto piccante su Aaron e la torta <perché dici che ci ha azzeccato?>, l'uomo scosse la testa, gli mise davanti la mini cheese cake e Cecil con aria interrogativa lo guardò <ma è il tuo di compleanno non il mio, perché mi hai dato la tua torta?> la risposta fu preceduta da un'alzata di spalle <facile! Io sono allergico alle fragole> si infilò nuovamente nel frigo e tirò fuori un'altra mini cheese cake, questa al cioccolato e un po' più grande della prima <in compenso amo il cioccolato> sorrise <e la mia adorata cuginetta lo sa!>, Aaron tornò a sedersi, difronte a Cecil, con gli occhi pieni di allegria si fiondò sul dolce, proprio come fanno i bambini, l'intera scena fece ridere Cecil, il quale non aveva idea che l'uomo avesse anche un lato infantile, <che c'è?> disse Aaron alzando la testa dal piatto vuoto, <sembri un bambino che riceve un dolcetto ad halloween> la frase fece ridere anche lui.
    Dopo la cena Cecil cercò di ricordare qual era il suo scopo principale, chiedere come avesse trovato casa sua, <aaron, posso chiamarti così vero?> con piacere molto evidente Aaron fece cenno di si, così il giovane continuò con il discorso <aaron come hai fatto a scoprire dove abito?> scherzando, l'altro gli rispose <ho assunto un investigatore privato per spiarti> e si mise a ridere, Cecil con naturalezza si allungò e gli diede una sberla sul braccio, <dai piantala di scherzare! Dimmi la verità> <è stata mia cugina a proporsi di seguirti, io non c'entro quasi niente> la perplessità della risposta di Aaron si sentì tutta nella domanda seguente <come quasi?>, l'interlocutore alzò le spalle <le ho detto che poteva farlo, ecco la mia colpa> <ho un'altra domanda per te> continuò il diciottenne, contento dal contatto della mano del ragazzo, Aaron rimase in silenzio in attesa, la quale non durò tanto <perché i fiori e l'invito a cena?> <ehm..> l'uomo si passò la mano tra i capelli, tagliati cortissimi per l'occasione dalla cugina, distogliendo lo sguardo, poi come se avesse trovato la scusa giusta <per farmi perdonare l'azione di quando ho capito che in realtà eri un ragazzo> sperò che la risposa potesse calmare la curiosità del giovane, che guardò l'ora distatamene <cavolo sono già le dieci, domani ho scuola> si alzò <grazie per la cena Aaron ma devo proprio scappare>, Aaron gli si mise di fronte, sbarrandogli la strada <aspetta, ti accompagno io fino a casa> andò a prendere due caschi, ne porse uno a Cecil che lo accettò di buon grado, non era molto sicuro per lui girare da solo di notte. Scesero le scale per andare in libreria ed uscirono dal retro, Aaron salì per primo sul suo chopper, nero con finiture in bronzo, Cecil, invece, la stava ammirando <wao dove l'hai comprata?> fece mentre saltava dietro l'altro <l'ho fatta io con l'aiuto del nonno> accese la moto <reggiti che questa bimba è birichina>. Cecil si attaccò, stretto stretto, alla vita di Aaron <non stringermi così forte andrò piano> arrossendo <scusa ma non sono mai andato in moto>, la mano di Aaron si allungò indietro e accarezzò il fianco del ragazzo <fidati di me, ora partiamo> e partì, ma in pochi minuti furono arrivati a destinazione.
    Anche se aveva potuto stargli vicino solo per poco tempo, questo bastò ad Aaron per rimaner eccitato dal contatto del ragazzo. Appena sceso dalla moto Cecil fu bloccato dal motociclista <cecil posso rivederti ancora? Magari per fare un giro in moto o per cenare> dentro di se Cecil stava gongolando di felicità, ma cercò di non farlo vedere <se a te non dispiace farti vedere con uno come me>, Aaron scese dalla moto, appoggiò il casco appena tolto sul sedile del chopper e se lo tirò al petto abbracciandolo, gli sussurrò all'orecchio con voce rauca, piena di sentimento <non mi importa perché mi piace la tua compagnia e anche...> non terminò la frase, perché il ragazzo si staccò dicendo <si,si ho capito saremmo grandi amici d'ora in poi> quando guardò il viso di Aaron, Cecil non ci vede il sorriso che aveva avuto per tutta la sera, ma al suo posto una bocca stretta e due occhi tristi, l'unica cosa che sembrò inalterata era la voce <si grandi amici>, gli diede le spalle per rimettersi il casco e salì di nuovo in sella e gli sfuggì un'affermazione molto ironica <fantastico!>. Cecil allungò la mano per toccarlo, però qualcosa lo fermò, porse il casco al motociclista <tieni grazie per il passaggio>, Aaron ringraziò di essersi infilato in casco, così l'altro non poteva vederlo bene in faccia <tienilo pure tanto non faccio mai salire nessuno sulla mia bimba> <grazie di nuovo Aaron, buonanotte> detto ciò Cecil si accostò alla moto e baciò il casco in corrispondenza della guancia di Aaron, si girò ed entrò nel palazzo con un peso sul cuore, come se avesse appena perso la possibilità di essere felice.

     
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    Grazie per i nuovi capitoli!!!
     
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    CAPITOLO 9

    Erano passati due settimane dalla cena e Cecil aveva iniziato a frequentare assiduamente, la libreria "Impara a Sognare". Aaron dal canto suo, era sempre felice di vederlo entrare, entrambi però, non indifferenti alla presenza l'uno dell'altro, cercavano di non mostrare i propri sentimenti. A volte per Cecil era veramente difficile nasconderli, soprattutto quando Aaron si avvicinava a lui per chiedere qualcosa o sfiorava il braccio per sbaglio, il cuore di tutti e due batteva all'impazzata.
    Era un pomeriggio soleggiato e una brezza soffiava fresca sul viso di Cecil, che stava andando alle prove quando tre uomini, di stazza molto superiore alla sua, gli bloccarono la strada. Il diciottenne ne riconobbe uno, era Jhon l'amico di Aaron, <ecco il finocchio che ci prova con il nostro amico> disse rivolto agli altri due uomini, i quali risero quando Cecil cadde sotto il pugno di Jhon. Guardandosi attorno, per constatare che non ci fossero stati testimoni, Maximo allungò il braccio sul ragazzo spaventato e prendendolo dal colletto della tuta si diressero tutti e quattro in una traversa più appartata, tra risate e battute di scherno i tre omofobi picchiarono il minuto ragazzo. Fortunatamente, Tiziano e Adam erano sulla strada per il Rainbow e notarono il piccolo corpo sotto i piedi dei tre uomini robusti. I due si avvicinarono per poter salvare quel poveretto, nel farlo sentirono la voce di uno dei tre uomini schernire il corpo a terra <sei uno sporco finocchio! Gente come te merita solo di morire>, a quella frase Tiziano non resistette e si fece avanti <ehi voi tre che state facendo?> nel trovarsi scoperti i tre corsero via lasciando il ragazzo sullo asfalto privo di sensi. Adam con cautela girò il ragazzo e con orrore lo riconobbe e con lacrime agli occhi si volse verso l'amato <caro è Cecil>, Tiziano lo prese in braccio e facendo attenzione andarono di corsa al pronto soccorso. Nel frattempo Aaron stava pulendo la vetrata, dall'esterno, della libreria quando vide passare Cecil, tra le braccia di un uomo possente, con un occhio nero, le bellissime labbra tumefatte e del sangue che gli colava da un lato della testa, preoccupato fermò Adam <che è successo?> l'uomo rispose di fretta liberandosi dalla mano del primo <è stato picchiato da tre energumeni>, dallo shock Aaron non riuscì a muoversi fino all'arrivo di Jhon, qualche minuto dopo. Notando il viso pallido di Aaron l'amico gli si parò davanti <ciao amico>, attirata così l'attenzione proseguì, vantandosi di quello che aveva fatto <amico non ti devi più preoccupare che quel finocchio venga alla tua libreria, io e gli altri lo abbiamo sistemato per le feste> a quelle parole il volto di Aaron passò da uno stato di shock a uno di ira funesta in breve tempo, <siete stati voi a picchiarlo in quel modo?> sbarrando gli occhi Jhon indagò <come fai a sapere come era ridotto?> <l'ho visto passare un minuto fa' con il suo datore di lavoro> rispose con voce seccata e irritata, poi l'uomo prese l'ex amico e lo portò dietro alla libreria e con furia proseguì <come hai potuto solo pensare che quel povero ragazzo avesse bisogno di un trattamento come quello?>, senza dar peso all'ira di Miller, Jhon sorrise gaio <dai amico, lo sai che lo meritava, quel finocchio ti stava sempre in torno> si fermò perché un senso di paura si stava insinuando dentro di lui, percependo un'aurea d'ira provenire da Aaron. Uno sguardo omicida lo squadrò, deglutendo proseguì <chi sa cos'altro faceva pensando a te quello schifoso!>. Le parole che uscirono dalla bocca di Miller suonarono fredde, come la morte alle orecchie di Jhon <non posso permettermi di restare amico di una persona come te> fece una pausa per aumentare l'effetto della frase successiva <da ora in poi se solo ti avvicinerai a Cecil o a me, ti farò passare un bruttissimo quarto d'ora> per fargli capire esattamente cosa intendeva Aaron sferrò un gancio sotto il mento dell'ex amico, che cadde a terra per il pugno <questo è solo un assaggio di ciò che potrei farti! È una promessa di Furia> detto ciò aprì la porta e se la chiuse dietro con un tonfo, lasciando Jhon spaventato e confuso. Un'oretta dopo, la rabbia di Aaron si trasformò in ansia e tristezza, decise allora di andare al Rainbow per parlare con Adam e sentire come stava Cecil. Tra lo stupore generale, Aaron si guardò intorno in cercò Adam, quando lo individuò, seduto ad un tavolo in lacrime, si preoccupò ancora di più <scusa sei Adam giusto?> annuì senza alzare gli occhi, sull'uomo che gli aveva fatto la domanda e questo allora proseguì in tono inquieto <come sta Cecil?> alla domanda Adam fu quasi svegliato dal suo stato comatoso e guardò quegli occhi da cucciolo, sorpreso gli rivolse la parola <e a te che importa?>, cercando di non far trasparire nulla di ciò che provava, Aaron, distolse lo sguardo <mi importa molto> un mormorio arrivò dai ballerini, che si zittirono sotto lo sguardo dell'uomo <come mi ricorda sempre Cecil, noi siamo amici> ma in quella frase, la voce gli tremò al ricordo del rifiuto di 2 settimane prima. Adam, che dal canto suo, non riusciva a resistere alla tenerezza emanata dall'uomo, smise di piangere, si soffiò il naso e con un cenno di sorriso gli mise la mano sulla spalla <ok vieni con me, passiamo a prendere delle cose a casa di Cecil e poi andiamo da lui> con un sorriso appena accennato Aaron gli strinse la mano <grazie grazie, allora io ti precedo con la moto a casa di Cecil> prima che il suo interlocutore aggiungesse altro lui uscì dal locale, con gli sguardi stupiti fissati su di lui.
    Era passata un'ora da quando Aaron era uscito dal Rainbow, il tragitto fu anche troppo corto e passò tutto il tempo seduto nella hall del palazzo, quando vide Adam arrivare alzò il braccio <ehi sono qui!> il nuovo arrivato fece segno verso l'ascensore <ma tu come facevi a sapere dove abita Cat?>, entrando in ascensore Aaron guardò Adam in modo interrogativo <cat sarebbe Cecil?> alla domanda aggiunse, pensando ad alta voce <gli si adduce molto>. Arrivati al settimo piano entrarono nell'appartamento 4, era la prima volta per entrambi e perciò rimasero sbalorditi dallo stile minimal dell'arredamento. Adam si era fatto dare una lista delle cose da prendere <miller tu vai nel bagno e prendi: spazzolino, dentifricio e spazzola, poi raggiungimi che mettiamo tutto nel borsone> con la testa fece segno positivo e si infilò nel bagno. Aaron rimase affascinato da quella stanza, che a suo parere rappresentava molto lo stile di Cecil, venne colpito subito dallo specchio gigante difronte alla doccia e si immaginò il ragazzo mentre si spogliava davanti ad esso, ma i suoi pensieri vennero interrotti da una voce proveniente dalla camera <quanto ci metti? Qui io ho quasi finito!>, in pochi secondi prese spazzolino, dentifricio, spazzola e raggiunse Adam <tieni cos'altro posso fare?> chiese Aaron mentre porgeva i tre oggetti.
    Lo sguardo dell'uomo fu attirato da una foto sul comodino, la quale ritraeva un Cecil più giovane con una donna che gli assomigliava tantissimo, senza rendersene conto la prese tra le mani e voltando la testa chiese <sai qualcosa della famiglia di Cecil?> Adam, che intanto stava chiudendo il borsone, lo fissò incredulo per la domanda, trattenne la curiosità <quando due anni fa venne da me, in cerca di lavoro, mi disse che era rimasto solo da poco> entrambi distolsero lo sguardo dalla foto. Aaron la mise giù e si accorse di un oggetto a lui familiare <meglio prendere anche questo> disse pensando ad alta voce <ma di chi è quello? Cecil non ha ne motorino ne moto> domandò Adam con perplessità, i suoi dubbi si dissiparono velocemente alla risposta dell'altro <è mio! Una sera, di un paio di settimane fa, ho portato a casa Cecil e gli ho lasciato il casco>, preso tutto quello che dovevano uscirono dall'appartamento per dirigersi all'ospedale.

    CAPITOLO 10

    <tiziano posso confidarti un segreto?> Cecil divenne tutto rosso e timidamente aggiunse <sai da quando sono stato a cena da lui, spero sempre che venga a prendermi all'uscita da scuola e che lui mi...> abbassò gli occhi stra imbarazzato, Tiziano sorrise e gli mise una mano sulla testa fasciata <con lui intendi Miller, vero? Non fare quella faccia stupita, lo sappiamo tutti che ti sei innamorato di lui> il ragazzo si coprì il volto con le mani, <se vuoi il mio parere devi semplicemente dirgli che ti piace> disse in tono paterno Tiziano, alzando la voce involontariamente Cecil affermò <non posso dirglielo altrimenti Aaron mi odierà ed io non voglio che succeda> ed in quel momento la porta si aprì, gli occhi di Aaron incrociarono quelli di Cecil, che ancora rosso in viso, rimase a bocca aperta. <ciao caro come sta il nostro adorato paziente?> Adam fece finta di non aver notato l'aria di imbarazzo che si era formata, prese semplicemente il suo amato per un braccio <dai dimmi che ti ha detto il dottore> ed uscirono entrambi, lasciando i due innamorati da soli.
    L'espressione di Aaron colpì molto Cecil, il quale riuscì a dire <come mai sei qui?> dopo aver diretto lo sguardo alle sue mani in grembo. <sono venuto per scusarmi per quello che ha fatto Jhon con gli altri due. Mi dispiace che sia successo, comunque ho detto loro di non provarci più, sempre se non vogliono finire male per mano mia> anche se la frase era stata pronunciata con in tono triste, il cuore di Cecil cominciò a battere all'impazzata e ciò lo costrinse a mettersi una mano sul petto per evitare che gli uscisse. Sempre senza guardare Aaron in faccia <aaron>, calò un silenzio imbarazzante, <scusa se ti sei preoccupato per me, ma...> non riusci a finire la frase <non c'è problema, lo dici spesso anche tu siamo amici, è normale aiutarsi, no? Comunque non vorrei che il tipo che ti piace, mi prendesse a pugni perché non ti ho difeso> fece un tentativo di sorridere, ma l'effetto fu disastroso, Cecil lo stava fissando con paura, cercò di mettere in piedi una domanda sensata <da quanto...cosa hai sentito?>, preso alla sprovvista Aaron si mise la mano tra i capelli, come sempre quando era imbarazzato, <no...cioè...non volevo ascoltare ma è capitato...siamo arrivati più o meno quando, il tizio che c'era qui ha detto " se vuoi il mio parere devi semplicemente dirgli che ti piace". Scusa non dovevo origliare, ma Adam mi ha tenuto attaccato alla porta, come se volesse che sentissi, mi dispiace tanto>, Cecil scosse la testa con forza per cancellare l'immagine di Aaron che lo rifiutava <però sai una cosa Cecil> si guardarono negli occhi <io non potrei mai odiarti! Ora vado> mise il casco su una sedia, attirando l'attenzione sull'oggetto <perché lo hai tu quel casco?> Aaron sorrise come sempre <l'ho preso dalla tua stanza, pensavo che quando ti avessero dimesso avrei potuto portarti a casa in moto> abbassò gli occhi e continuò arrossendo leggermente <sempre se non ti dia fastidio farti vedere con me dal ragazzo che ti piace> si schiarì la gola con un colpetto di tosse <ti ho lasciato qui anche il mio numero di telefono, spero di ricevere il tuo messaggio> accorgendosi di quello che aveva fatto si congedò velocemente <guarisci in fretta! Bye-bye>. Uscito dalla stanza, Aaron, trovò Tiziano che teneva teneramente tra le braccia Adam e gli stava sussurrando qualcosa, provò un senso di invidia perché lui non avrebbe potuto essere ricambiato, così uscì dall'ospedale sconsolato e pieno di domande su chi potesse essere l'amato di Cecil.
    Due ore e mezzo dopo, Susanne stava abbracciando il cugino depresso <dai latin lover non è da te buttarti giù così! Se vuoi posso restare qui un paio di giorni per farti compagnia> con voce strozzata Aaron gli si gettò contro <sei la migliore, cugina ci sei sempre quando servi> accarezzandogli la schiena gli sussurrò <infondo sei il mio piccolo tenero e adorabile cuginetto> e sorrise, con le amorevoli cure materne della cugina Aaron si era ripreso tanto da poter sorridere, anche se ancora con poco entusiasmo, ma tutto cambiò tre giorni dopo. Susanne e il cugino stavano facendo colazione quando il cellulare di Aaron lo avvisò di un messaggio, senza alimentare le sue speranze, lo lesse "Ciao sono Cecil...oggi verrò dimesso, credo per le 11! devo prima fare degli accertamenti" Susanne si stupì dal sorriso brillante che comparve sul viso del cugino e fece una delle sue frecciatine <scommetto che il messaggio è della queen> infischiandosene dell'affermazione della cugina <si è lui! Dice che uscirà per le undici più o meno> rivolse uno sguardo eloquente a Susanne con il quale la pregava di preparare un buon pranzetto da poter portare via, capendolo al volo lei si alzò, guardò l'orologio ed esclamò <è no caro! Ti insegno e lo prepari tu> e scoppiò a ridere alla faccia spaesata dell'uomo. <ehi ma te la cavi alla grande hai fornelli, mi sa che non devo insegnarti nulla!> osservò un'ora dopo <non dire cavolate Su, non sono così bravo, diciamo che me la cavicchio visto che vivo da solo> disse arrossendo leggermente, la cugina continuò a lodarlo quando lui le fece una strana richiesta <susanne mi insegni a fare le fragole di cioccolato?> sbalordita, sapendo dell'allergia del cugino <ma tu sei allergico alle fragole> <lo so, ma a Cecil piacciono molto, avresti dovuto vedere che faccia a fatto quando ha visto il chees cake alle fragole> <sicuro che stesse pregustando solo le fragole e non te?> imbarazzato dalla domanda, ci pensò su <bé forse> Aaron scosse la testa <no, dice che siamo amici e poi c'è già un altro nel suo cuore, non credo proprio che quella sera volesse me>.

     
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    CAPITOLO 11

    Gli esami di accertamento erano finiti più tardi del previsto e Cecil stava trepidando per l'attesa di vedere il suo amato Aaron, il quale lo stava aspettando fuori dall'ospedale con un bel pranzetto nel borsone della moto. Aaron stava attirando l'attenzione di parecchie ragazze che lo circondarono e che lo tempestavano di domande, quando vide uscire la persona dei suoi desideri, alzò il braccio attirando lo sguardo di Cecil <ehi Cecil sono qui!> come in un sogno, il diciottenne, gli andò incontro <ciao scusa, ma gli esami sono durati più del solito> <come più del solito?> chiese Aaron ignorando le ragazze che li stavano guardando, aggiunse con voce preoccupata <vuoi dirmi che non è la prima volta che finisci in ospedale per violenza personale?> con un sorriso timido Cecil si guardò attorno <possiamo parlare da un'altra parte? Qui è troppo affollato> accorgendosi finalmente dello stormo di ragazze radunate <si scusa ti porto a casa> mentre si infilava il casco Aaron sentì due ragazze parlare tra loro <secondo te è il suo fratellino? È così premuroso nei suoi confronti> si girò e rispose con un sorriso eloquente <non è il mio fratellino> poi accese la moto ed entrambi partirono verso casa di Cecil, lasciando le ragazze emozionate, dietro di loro.
    Aaron si fermò ad un semaforo rosso ed attirò l'attenzione del suo passeggero, il quale si irrigidì al contatto della mano sulla gamba, <visto che è già passato mezzogiorno ti andrebbe di pranzare insieme?> Cecil si avvicinò per rispondere <per me va bene, ma non credo di avere molto a casa!> sotto il casco un sorriso abbagliante si stampò sul volto del motociclista, così raggiante da poter illuminare l'intera città <non c'è problema ci penso io per il pranzo>. Arrivarono, in breve tempo, a casa di Cecil, il quale dopo essere entrato nella hall del palazzo si avvicinò al portiere <ciao Oland, mi dai le chiavi di casa> <ma certo signor Ross, questa volta siete stato dentro più del solito. Come sta ora?> sorridendo il diciottenne fece spallucce <tutto a posto, nessun problema> poi Cecil si voltò per indicare l'uomo dietro di lui <visto ora ho anche una splendida guardia del corpo> Oland e il giovane si misero a ridere guardando la faccia confusa di Aaron. Il giovane e la sua nuova guardia del corpo si avviarono all'ascensore senza dire nulla, fino a che non entrarono a casa, dove Aaron iniziò la sua indagine <ora mi spieghi..> fu interrotto dallo squillare del telefono, Cecil gli fece segno di aspettare <pronto, ciao Adam, si sono appena arrivato, non preoccuparti come se fossi mia madre dai> ci fu un momento di silenzio e il volto del diciottenne si contrasse in una smorfia d'ansia <no, non venite tutti, oggi vorrei stare un po' tranquillo vi verrò a trovare domani al Rainbow ok?> Cecil riagganciò e sospirò di sollievo. Rivolgendosi ad Aaron, che nel frattempo si era avvicinato preoccupato <volevano venire a trovarmi> si prese una ciocca di capelli tra le dita <ma oggi voglio stare solo con la mia guardia del corpo> e rise al rossore del viso di Aaron <vado a farmi una doccia, non ti spiace vero?> scuotendo la testa l'uomo si riprese dallo shock <no è casa tua prego, io intanto preparo qualcosa da mangiare>, dirigendosi verso il bagno Cecil si girò <poi ti spiego tutto> e proseguì verso la sua meta, togliendosi la maglia, ciò attirò l'attenzione di Aaron che non gli staccò gli occhi di dosso finché la porta non si chiuse. Non passarono nemmeno dieci minuti e Cecil riaprì la porta con addosso solo l'asciugamano, pensando che Aaron fosse ancora fuori per prendere il pranzo, il suo stupore nel vederlo sistemare tante leccornie sul tavolo gli si lesse in faccia, quando l'uomo sentì la porta aprirsi si voltò per chiedere al suo ospite <cecil dove sono le posate? Non riesc...> la sua bocca rimase aperta nel vederlo mezzo nudo. I loro occhi si incrociarono e l'aria si caricò di imbarazzo, lanciandosi in camera Cecil gli gridò <le posate sono nel primo cassetto a sinistra del fornello> e nei suoi pensieri il diciottenne iniziò a farsi un sacco di domande “che penserà ora? Cosa avrà capito?”. In cucina, intanto, Aaron era rimasto imbambolato ad immaginare come, un corpo così minuto e bianco potesse stare tra le sue braccia abbronzate e robuste, quei pensieri lo immersero in un turbine di emozioni che cercò di nascondere il meglio possibile, quando Cecil ritornò nella stanza. Uscendo con il viso un po' rosso per l'imbarazzo, il ragazzo si avvicinò al tavolo <wao! Chi ha preparato tutto questo, non sarà stata una delle tue ragazze> disse ironico, smorzando il sorriso di Aaron, che si fece serio <sono single e questo l'ho fatto tutto da solo, ora però vorrei sapere cos'è la storia che vai spesso in ospedale per violenza>. Afferrando una sedia Cecil si sedette facendo segno di accomodarsi anche all'ascoltatore <senti non devi preoccuparti così tanto, si è vero vengo pestato da uomini che si credono ingannati, un po' come hai creduto tu> si fermò a guardare la reazione dell'altro, <per questo avevi paura di me quel giorno, mi dispiace> si scusò Aaron con aria da cucciolo pentito, Cecil stava per aggiungere altro ma l'uomo proseguì <sarà meglio mangiare così poi vado e puoi stare tranquillo e rilassarti o magari chiedere al tizio che ti piace di passare per dichiararti> queste parole uscirono dalla sua bocca con un sapore amaro, però la risposta gli scaldò il cuore, <no resta Aaron, mi piace la tua compagnia e poi ora sei la mia guardia del corpo non puoi lasciarmi solo> disse il ragazzo un po' intimidito dall'aver scoperto i suoi sentimenti per l'uomo. I due pranzarono insieme cercando di conoscersi meglio l'un l'altro, <che scuola frequenti?> indagò curioso Aaron, <sono all'ultimo anno del liceo Leonardo da Vinci> sorrise Cecil all'uomo, <tu Aaron come passi le giornate, stai sempre in libreria o vai anche in giro?> l'uomo ci pensò su, da quando lo aveva conosciuto settimane prima, non era più uscito come prima e le sue giornate passano tra sistemare libri e pensare a Cecil e parlare di lui con la cugina, anche la notte era dedicata al ragazzo in modo un po' più spinto, ma non avrebbe mai potuto dire la verità, per ciò ponderò sulla risposta <nulla di che! Sto in libreria e nel giorno libero esco con Susanne, come mai sei interessato?> imbarazzato Cecil si prese una fragola al cioccolato e guardandola <una volta avevi detto che potevamo andare a fare un giro in moto> mangiò la fragola e continuò <visto che è quasi estate ed io ho quasi finito scuola potremmo andare a fare un pic-nic tutti insieme, sempre che ti vada bene> <con tutti cosa intendi?> domandò Aaron perplesso <pensavo di chiedere a Kian e Gabriel, Adam e Tiziano e ad Al, più noi due che ne pensi?> distogliendo lo sguardo, i pensieri dell'uomo tornarono indietro al bacio tra i due, ciò gli fece rispondere <siete tutte coppie non vorrei interferire tra te e Smith, immagino che vorrai dichiararti> Cecil cercò di ricomporsi dallo shock <ma cosa ti viene in mente Aaron? Non è Al che mi interessa!> la conversazione decadde lì, senza altri chiarimenti. Finito di pranzare il telefono di Aaron squillò, era Susanne <ehi ciao, che c'è?> un minuto di silenzio e la voce si Aaron si alzò <cosa? Quel bastardo, me la pacherà molto cara! Arrivo subito> si alzò arrabbiato <scusa Cecil, ma Jhon ha appena firmato la sua condanna a morte!> il ragazzo si spaventò vedendo l'ira nei suoi occhi. Aaron si calmò al contatto di Cecil, che con lo sguardo gli chiedeva cosa fosse successo, l'uomo spiegò cercando di farlo con calma <jhon ha distrutto la vetrata che io e mio nonno abbiamo fatto prima che lui morisse ed ha tentato di fare del male anche a Susanne> senza dire nulla, Cecil si infilò le scarpe e pronto per uscire <io vengo con te, Aaron!> l'uomo gli mise le mani sulle spalle <tu resti qui, devi riposare sei appena uscito dall'ospedale> liberandosi dalla presa prese il casco in una mano <sono sano come un pesce e voglio starti vicino in una situazione del genere> il giovane guardò l'uomo stupefatto, <e poi sento che è per colpa mia, se è successo> aggiunse Cecil prendendo la mano di Aaron ed uscirono di casa.

    CAPITOLO 12

    Pochi minuti e poterono vedere il disastro fatto da Jhon. La vetrata era stata ridotta in frantumi, sul muro c'erano graffiti omofobi, Susanne seduta su una poltrona che si disinfettava li labbro sanguinante. La rabbia di Aaron sarebbe esplosa in un istinto omicida se Cecil non fosse stati li a calmarlo, <aaron tranquillo non puoi arrabbiarti così c'è solo una cosa che puoi fare> disse Cecil guardando l'uomo con occhi compassionevoli, <e cosa posso fare? Io vorrei solo fargliela pagare per tutto> con la mano sul braccio di Aaron, il ragazzo continuò <devi andare dalla polizia e denunciarlo> Susanne si fece avanti abbracciò il cugino e con voce ancora abbastanza shockata disse <io posso fare da testimone e poi c'è anche quella> indicò la telecamera dietro i due ragazzi. Guardando il viso di Susanne, Aaron allungò la mano per accarezzarla <cosa ti ha fatto quel bastardo?> al pensiero gli occhi della donna divennero lucidi <stavo sistemando i libri dopo la chiusura, quando Jhon si è avvicinato con una spranga e con un paio di colpi ha sfondato la vetrata> riprese fiato mentre tutti e tre andarono a sedersi sull'unico divano senza i pezzi di vetro <quando lui e altri due uomini sono entrati si sono accorti di me e mi hanno colpito, poi devo aver perso i sensi perché non ricordo più nulla> continuò Susanne con voce un po' più sicura, Aaron la abbracciò di nuovo. Il libraio si alzò <vado a chiamare la polizia per la denuncia e a prendere la cassetta della telecamera, restate qui tutti e due, che entrambi dovete riposare adesso> il tono di voce non permetteva repliche. Con Aaron fuori dalla portata d'orecchio, Cecil restò in balia delle indagini della donna, che cominciò con il presentarsi <mi sarebbe piaciuto conoscerti in un momento più felice Cecil, sono Susanne la cugina di Aaron. Posso farti una domanda?> sorridendo imbarazzato il ragazzo acconsentì con un cenno della testa, con rinnovata gioia Susanne fece la sua domanda <cosa pensi di lui?> facendo segno verso il telefono, dove si trovava il cugino. Gli occhi del ragazzo si voltarono per fissarlo e la sua espressione si addolcì <bé è un bel uomo, non c'è da discutere su questo, è simpatico e gentile, ma> si interruppe, la donna non sembrò entusiasta della risposa <ma cosa? Se ti piace dovresti farti avanti> lo incitò, sperando che Aaron non li sentisse, <ma lui è etero, mi rifiuterebbe di sicuro> proprio in quel momento ritornò Aaron che confuso chiese <chi ti rifiuterebbe Cecil?> intervenne la cugina per salvare il ragazzo, che era rimasto senza parole, <no niente lascia stare, vai a prendere i guanti e la scopa che diamo una pulita> Aaron li guardò entrambi sospettoso, dopo di che fece spallucce <non si può pulire finché non vengono a vedere i poliziotti, che per la cronaca saranno qui tra pochi minuti> si guardò attorno e di nuovo la rabbia prese quasi il sopravvento, ma l'abbraccio di Susanne lo portò di nuovo in se.
    Susanne e Cecil andarono al piano di sopra, dopo che i poliziotti la ebbero ascoltata, la donna disse una cosa che a Cecil parve strana e senza senso <sai Cecil l'amore è cieco come la fortuna e a volte vanno a braccetto>, quando a loro si aggiunse anche Aaron, la donna lo salutò con un abbraccio <cugino caro vado a casa mi spiace, mi sento distrutta> ed uscì di casa, lasciando entrambi i ragazzi perplessi per due cose diverse. Rivolgendosi a Cecil <cosa ti ha detto Su? Sembri perplesso> preoccupato che la cugina avesse rivelato i suoi sentimenti per il ragazzo, Aaron era impaziente di sentire la risposta <prima mi ha chiesto se mi piacevi e poco fa ha detto “l'amore è cieco come la fortuna e a volte vanno a braccetto”> l'uomo rise per la prima volta, dopo tutto quello che era successo <è da Susanne dire queste frasi con nessun senso logico, ma ho imparato che nascondono sempre un consiglio> si fermò a guardare il volto di Cecil, il quale si voltò per non guardarlo negli occhi, mentre dalla bocca di Aaron usciva un'altra domanda <e cosa pensi di me?> con il volto rosso di imbarazzo, il giovane rispose molto vago, per non farsi scoprire <penso che sei gentile, simpatico e che> fece una pausa e continuò con la voce più bassa <sei attraente, molto> <oh davvero mi trovi attraente? Grazie le tue parole mi rendono felice> disse accarezzandogli i capelli. Aaron iniziò a prendere il necessario per pulire al piano inferiore, si voltò verso Cecil che intanto si era messo i guanti <il prossimo fine settimana sei libero?> scesero di sotto e iniziarono a pulire <sabato sono a scuola fino all'una, ma poi sono libero perché?> senza guardare il ragazzo, <vorresti venire alle terme con me?> con un sorriso, anche troppo entusiasta, il giovane accettò l'invito <ma ho scuola sabato mattina> <questo non è un problema! Posso passare a prenderti quando hai finito, ricordati solo di portarti un cambio> finirono di ripulire la libreria dai vetri e chiusero la finestra con del cartone. Terminato il duro lavoro Aaron sorrise ad un Cecil quasi sfinito <è meglio se ti porto a casa, sembri stanco> il ragazzo, che intanto si era seduto su una poltrona ricambiò il sorriso <non preoccuparti, mia guardia del corpo> si mise a ridere <invece di andare a casa ti va di portarmi a trovare i miei amici del Rainbow?> un po' meno felice, per la proposta Aaron uscì con Cecil verso il locale. I due attraversarono un vicolo stretto, che li costrinse a camminare molto vicini, le loro mani si sfiorarono entrambi arrossirono per il contatto, ma il vicolo era scuro e nessuno dei due poté vedere, bene, l'altro. Arrivati al locale entrarono dalla porta sul retro, varie voci venivano dalla sala, ma l'unica che Aaron non voleva sentire spiccò su tutte, <ma Dama così non è lo stesso, ci serve Cat> era Al, riluttante ad andare avanti Aaron si fermò <scusa Cecil, ma io non ce la faccio a venire vado a casa, così chiamo per farmi portare la vetrata nuova il prima possibile> <come mai questo cambiamento?> chiese il ragazzo, la sua risposta fu ovvia quando si sentì nuovamente la voce di Al, <non starai ancora pensando a quel bacio vero, Aaron?> lo sguardo dell'uomo vagò per il corridoio <scusami ancora, ora vado> si voltò per andarsene, quando d'impulso Cecil lo fermò <aspetta> Aaron sorpreso si girò <che c'è?> il ragazzo gli si avvicinò, si alzò sulle punte per raggiungere la guancia dell'uomo, ma perse un po l'equilibrio e finì per baciargli l'angolo della bocca, l'effetto di ciò fu un forte brivido di eccitazione sia per Cecil che per Aaron, quest'ultimo sorrise nel vedere il viso angosciato del primo, perciò gli accarezzò la testa dolcemente <grazie per il bacio> ed uscì lasciando Cecil confuso ed impaziente per il loro appuntamento.
    Cecil era ancora imbambolato nel corridoio a fissare la porta, quando Kian gli saltò sulla schiena facendolo sobbalzare per la sorpresa <ma chi...> si voltò e si trovò l'amico difronte <insomma, ricordati che sono appena uscito dall'ospedale!> l'amico lo portò dagli altri <ho trovato un gattino> esclamò tirandosi appresso Cecil, che miagolò e tutti si misero a ridere. La felicità degli amici non riuscì a togliere le parole di Aaron dalla mente del ragazzo, “forse gli piaccio” continuava a pensare, poi come un fulmine a ciel sereno Cecil ricordò le parole di Susanne, <se ti piace dovresti farti avanti> con una scusa molto plausibile si fece riportare a casa da Adam ed arrivato si buttò a letto rivivendo quel quasi bacio con Aaron.

     
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    Che bello... un bacio sfuggente!!! Ora aspetto anche io il sabato... sono troppo curiosa!!!
     
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  14. Tomoku
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    Che bella questa storia... ho letto i capitoli tutto d'un fiato, non vedo l'ora di leggere cosa accadrà... :859i.gif:
     
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    CAPITOLO 13

    La settimana passò, velocemente, e sabato mattina un 'bip-bip', alle 7:30, avvisò Cecil dell'arrivo di un SMS, il ragazzo si stava preparando ad uscire con il borsone e il casco, quando lesse il messaggio 'Buon giorno Cecil, come stai? Ricordati il casco', il ragazzo rispose al SMS mentre usciva di casa 'Buon giorno Aaron tutto bene, e tu? Ho tutto non preoccuparti ci vediamo dopo la scuola' inviato il messaggio si diresse felice verso la giornata di assemblea che lo attendeva. Nel frattempo, Aaron ancora a letto, si alzò e scese ad aspettare che la vetrata nuova fosse montata, ma la mattinata passò lenta comunque per entrambi. Con le farfalle nello stomaco, Aaron parcheggiò la moto davanti al cancello, ben venti minuti prima della fine delle lezioni, attirando l'attenzione di molte ragazze, che lo guardavano senza nessun ritegno dalle finestre delle aule. “Sono arrivato troppo presto, ma non resisto più voglio vederlo e magari ricevere un altro bacio da quelle labbra morbide” i pensieri di Aaron furono interrotti dalla campanella, finalmente lo avrebbe rivisto. Molte ragazze uscirono velocissime per vedere meglio il motociclista misterioso, anche Cecil era impaziente di incontrarlo, ma non lo diede a vedere ed uscì come al solito, con lo sguardo verso l'orizzonte. Aaron, invece, non fece nulla per nascondere la sua felicità, visto che non si era ancora tolto il casco e nessuno poteva vedergli il viso, quando scorse Cecil si tolse il casco e gli fece segno di venire verso di lui <ciao tutto bene?> prendendogli dalle mani il borsone, <si tutto ok> la scena sembrò così romantica, che le ragazze invidiarono Cecil. Aaron si mise il borsone a tracolla, salì sulla moto e porse la mano al ragazzo <vieni>, saliti entrambi si misero i caschi <sono pronto puoi andare> la partenza fu così rapida che gli sforzi, dello studente, di non attaccarsi al motociclista risultarono inutili e alla fine Cecil si trovò avvinghiato alla schiena di Aaron. Il viaggio fu lungo, le mani dello studente attorno alla vita provocarono un'eccitazione tale che costrinse Aaron ad accelerare, dal canto suo Cecil non si accorse dell'aumento di velocità, perché era immerso in sogni molto audaci su loro due insieme.
    Arrivati alle terme si misero in fila per prenotare le stanze, Aaron parlò per entrambi <buon giorno signorina, vorremmo due singole> la ragazza alla reception controllò sul computer alla ricerca di due stanze, ma non ne trovò nessuna disponibile, e dispiaciuta disse <signore mi spiace informarla che non ci sono più stanze singole disponibili, se vuole però ho una matrimoniale le può andare bene lo stesso?> dentro di sé, Aaron, era d'accordo, ciò nonostante si rivolse a Cecil <a te va bene se dormiamo insieme?> il ragazzo arrossì e con voce timida rispose affermativamente, l'uomo si rivolse verso la ragazza della reception, che li guardava in attesa di una risposta <ok ci dia la matrimoniale> allungò la mano per prendere la chiave della stanza <la stanza è al terzo piano la 302, buon soggiorno signori>. Prese le chiavi e i bagagli andarono nella stanza a sistemarsi, <vado a farmi una doccia> annunciò Aaron, che prese l'accappatoio e si infilò in bagno. L'immaginazione di Cecil cominciò a fantasticare, su Aaron nudo che lo avrebbe buttato sul letto dicendo di volerlo, nei suoi pensieri si infilò una voce <ehi Cecil> Aaron gli si avvicinò per vedere cosa poteva averlo fatto imbambolare. La reazione di Cecil fu quasi esagerata, perché cadde dal letto <non ti ho sentito, che spavento> la frase si spense in un sussurro, quando i suoi occhi videro il petto muscoloso e abbronzato di Aaron, dall'apertura dell'accappatoio. L'uomo girò attorno al letto e gli tese la mano per farlo rialzare <vieni ti aiuto> però usò troppa forza e i due si ritrovarono abbracciati, una sensazione di imbarazzo li pervase e si separarono subito arrossendo, <se vuoi andare il bagno ora è libero, io intanto sento Su>. Guardando di nascosto i pettorali dell'uomo, Cecil si diresse in bagno, desiderando di poter vedere ciò che c'era dietro all'accappatoio. <ciao cugina, ho seguito il tuo consiglio, ora però non so che fare, le uniche camere rimaste erano matrimoniali e questa sera dovremmo dormire insieme> silenzio, intanto Cecil uscì dal bagno ed ascoltò la conversazione <cosa?> il ragazzo si spaventò e per poco non perse l'asciugamano <ma sei impazzita Su? Non posso farlo! Non voglio che poi mi odi> Cecil si buttò sul letto e fece sobbalzare Aaron <ora devo andare Su ci vediamo quando torno> e chiuse il cellulare. Si voltò per vedere il ragazzo, che si era messo in ginocchio sul letto <scusa se ho interrotto la telefonata, ma cos'è che non puoi fare?> Aaron si passò la mano tra i cortissimi capelli caramello e distolse lo sguardo dalla figura minuta, in ginocchio di fianco a lui <ehm, hai sentito, non ti preoccupare è una cosa che riguarda noi> accorgendosi che aveva detto una cosa facilmente equivocabile, cambiò subito argomento. <che ti va di fare per prima?> l'uomo si allungò per prendere l'opuscolo sul comò nel lato di Cecil, ma questo movimento fece aprire un po' il lato inferiore dell'accappatoio lasciando scoperta la coscia abbronzata, la quale attirò l'attenzione del ragazzo, che per nascondere il desiderio parlò con voce bassa <non saprei>, nella sua testa la risposta era diversa “vorrei cominciare dalla tua bocca per poi scendere fin sotto la cintura”, continuò <potremmo farci i fanghi, un massaggio shjatsu e in fine una sauna> <bel programma Cecil> Aaron si alzò e prese un accappatoio per il ragazzo e glielo lanciò, <prendi metti questo> sistemandosi il suo chiese distrattamente a Cecil <come ti va?>, <è un po' largo per me> l'uomo non trattenne una gaia risata <dai piantala Aaron> disse il ragazzo dandogli una pacca sul petto, il contatto riaccese il desiderio di entrambi. <meglio andare> fece, avvicinandosi alla porta, il più vecchio. Il pomeriggio passo tranquillo, per i nervi sia di Cecil che di Aaron, tra massaggi, bagni di vapore e maschere energizzanti riuscirono a rilassarsi e anche a conoscersi di più. Cecil era felice di passare così tanto tempo con l'uomo che amava, durante la sauna rimasero soli di nuovo <aaron c'è qualcuno che ti piace?> un po' sorpreso l'uomo esitò “forse dovrei dire che è lui quello che mi piace” <si ci sarebbe, ma ho paura che non mi ricambi> si asciugò la fronte da una goccia di sudore, <e tu Cecil? Ti sei già dichiarato al tipo che ti piace?> l'uomo si avvicinò al ragazzo che si scansò <veramente no! Sono abbastanza confuso, perché ultimamente si comporta in modo strano> abbassò la testa, ma guardò Aaron, che per suo stupore lo prese tra le braccia <mi dispiace, poverino>, il giovane ricambiò l'abbraccio avvolgendo le braccia alla vita dell'uomo e qui appoggiò la testa sulla spalla, godendosi quel contatto così intimo, “che bella sensazione, se potessi restare così per sempre” pensarono entrambi. Involontariamente Aaron baciò i capelli di Cecil, il quale affondò la testa nell'incavo del collo dell'uomo per nascondere il rossore delle sue guance <non sarebbe meglio andare a cena?> disse dopo qualche minuto, i due si alzarono separandosi <che ti va di mangiare?> chiese Aaron aprendo la porta al ragazzo <è da tanto che non mangio una pizza, dici che la fanno?> <credo di si, appena andiamo in camera chiamo per sentire> camminarono affiancati verso la camera. Raggiuntala, Cecil si infilò in bagno a cambiarsi, Aaron bussò e aprì, senza aspettare l'invito ad entrare, <scusa Cecil come la vuoi la pizza?> chiudendo in tutta fretta l'accappatoio, disse <vorrei una prosciutto, wustel, salsiccia, pancetta e patate> sbalordito dalla risposta l'uomo infilò la testa nel bagno <cavolo!> esclamò, dove la metti tutta questa roba? Hai un corpo così minuto> imbarazzato dal commento Cecil fece spallucce <ho il metabolismo veloce e posso mangiare tanto senza ingrassare. Ora però potresti uscire? Devo vestirmi> <scusa, vado a ordinare> e chiuse la porta dietro di se. Seduto sul letto Aaron compose il numero del centralino dell'hotel <buona sera, sono il signor Miller della 302 vorrei cenare in camera se possibile> dall'altra parte una voce femminile gli rispose tranquillamente <per le ordinazioni deve parlare con il cameriere addetto alla cucina, faccia il 067> <grazie per la sua disponibilità> dopo i ringraziamenti l'uomo compose il numero datogli dalla reception <pronto, qui addetto alla cucina, cosa desidera?> la voce sembrò famigliare ad Aaron, che però non ci fece tanto caso <sono il signor Miller della 302, è possibile avere due pizze in camera?> ci fu un vociare in lontananza <scusi per l'attesa, il cuoco dice di si, come le vuole?> <allora una con prosciutto, wustel, salsiccia, pancetta e patate e l'altra...> in quel momento uscì, dal bagno, Cecil vestito in modo molto provocante <ehm...l'altra con spack, gorgonzola e ananas> Aaron riuscì a concludere l'ordine <sarò in camera appena saranno pronte> disse la voce e mise giù. L'uomo seduto sul letto si alzò <wao Cecil sei veramente carino vestito così! Hai intenzione di uscire stasera?> sedendosi su una sedia vicino alla finestra, il ragazzo cominciò a farsi la treccia <pensavo di andare in un locale che mi è stato consigliato da Dama, che dovrebbe essere qui vicino> guardando Aaron con sorriso di sfida <vorresti venire anche tu a conoscere il mio mondo?> certo che l'uomo non avrebbe mai accettato, Cecil aveva già avvertito un paio di suoi amici, ma con enorme sorpresa Aaron accettò <ok, sono curioso> e gli sorrise aggiungendo <l'hai detto tu una volta che sono come un bambino, non hai tutti i torti> si fermò a pensare e guardò l'abbigliamento di Cecil <però non so come vestirmi, quindi mi devi dare una mano> ancora shockato il ragazzo si riprese <che impressione vuoi dare alle persone dentro il locale?> il viso di Aaron diventò dubbioso <intendo dire vuoi assomigliare a uno di noi e quindi subire un possibile abbordaggio o vuoi essere un etero che accompagna un amico gay al bar?> <sicuramente non voglio abbordaggi, visto che nella mia testa c'è solo una persona, ma non voglio nemmeno sembrare fuori posto> <va bene> Cecil infilò le mani nel borsone e tirò fuori un paio di jeans e una maglietta, che però metteva molto in evidenza il corpo scolpito di Aaron, allora la rimise nel borsone e ne prese un'altra, ma l'uomo riprese quella appena messe dentro <perché questa no?> chiese incuriosito <perché penso che quella ti farebbe sembrare troppo figo!> accorgendosi di ciò che aveva detto, Cecil arrossì e Aaron sorrise <allora metto questa> e così chiuse il discorso.


    CAPITOLO 14

    Avevano finito di prepararsi entrambi quando qualcuno bussò alla porta <chi è?> <servizio in camera, ho portato l'ordinazione> “di nuovo quella voce familiare”, pensò Aaron, andò ad aprire, quando la porta si aprì entrambi gli uomini non poterono credere hai propri occhi, <chris? Sei proprio tu?> il cameriere sorrise di felicità <aaron!> e portò dentro il carrello con il cibo, i due si salutarono con un abbraccio fraterno <è dai tempi dell'università che non ci vediamo, dov'eri finito?> chiese Aaron all'amico, <sono andato all'estero per imparare altre lingue, tu invece cosa hai fatto in questi anni?> con voce triste gli rispose, <nulla di speciale, dopo l'università mio nonno ha voluto che gli dessi una mano in libreria e circa due anni fa se n'è andato lasciandomi tutto> scuotendo la testa come per cancellare la tristezza cambiò argomento <da quanto sei tornato?> <sono qui da un mese più o meno, ho trovato subito lavoro grazie al mio tesoro> Chris sorrise pensando all'amato. Incuriosito dall'affermazione del cameriere, Aaron gli fece il terzo grado <chi è lei? La conosco? Dove vi siete conosciuti?> la raffica di domande provocò l'ilarità dell'amico <aaron sei divertente come sempre! Ma devo confessare che Misaki l'ho conosciuto in Giappone tanti anni fa, poi il destino ci ha fatti incontrare qui e si è riaccesa la fiamma dell'amore> le parole uscirono dalla bocca di Chris con imbarazzo, perché ricordava che Aaron non aveva mai accettato le relazioni del genere. Con sorpresa dei presenti l'uomo sorrise <sono felice per te, immagino che il tuo ragazzo sia l'uomo più fortunato della terra ad averti!> con un colpo di tosse Cecil attirò l'attenzione di entrambi, che si voltarono <scusa, Chris questo è Cecil, siamo venuti insieme> l'uomo lo riconobbe <non ci credo! Tu sei Cat del Rainbow, vero?> prese le mani al ragazzo <io e Misaki siamo venuti a vederti, sai lui è un tuo grandissimo fan> con ciò prese un taccuino e una penna, li porse a Cecil <mi faresti l'autografo per lui? Sai oggi è il suo compleanno> con un sorriso imbarazzato il ragazzo mise la sua firma e una piccola dedica “Ad un grande fan di Cat”. Il cameriere contento di averli incontrati li invitò al locale Luna Blu a vedere lo spettacolo dell'amato, <certo amico! Ci vediamo dopo cena> rispose Aaron mentre lo accompagnava alla porta, si abbracciarono di nuovo e Chris a voce bassissima <ti sei innamorato di lui?> arrossendo l'altro si agitò <no, bé, forse, non so...> poi abbassò la testa in segno di resa <si mi piace molto> una pacca gli arrivò sulla spalla <non preoccuparti è normale sentirsi così confusi la prima volta!>.
    Quando il cameriere fu uscito Cecil mandò dei messaggi, agli amici per avvertire che non sarebbe uscito con loro ma sarebbe andato al Luna Blu con Aaron e un suo amico, poi entrambi si misero a cenare. Incuriosito dalla strana pizza dell'uomo il ragazzo ruppe il silenzio <che sapore ha?> <vuoi provare?> gli porse una fetta, che aveva appena morso, senza farselo ripetere due volte Cecil assaggiò il pezzo offertogli e commentò stupito <buona!> Aaron non riuscì a trattenere una risata che contagiò anche l'altro.
    Finita la pizza, scesero nella hall per aspettare Chris, il quale si stava mettendo in tiro per il suo amato, passò qualche minuto, e non vedendo arrivare l'amico, Aaron si stava leggermente agitando, quando Cecil lo chiamò <aaron!> sorpreso da sentire la voce del giovane, l'uomo si girò e si ritrovarono a guardarsi negli occhi, proprio allora alle loro spalle spuntò Chris <ehi piccioncini sono arrivato, andiamo?> arrossendo entrambi distolsero lo sguardo. Si avviarono, affiancati, i 2 uomini più grandi si misero a parlare dei vecchi tempi, mentre Cecil restava immerso nei suoi pensieri. "Chris ha detto che siamo piccioncini, io e Aaron? Diamo davvero quell'impressione? Però non mi dispiacerebbe essere baciato da lui e restare accoccolato tra le sue grandi braccia" il pensiero gli ricordò che quella sera avrebbero dormito nello stesso letto, il suo viso avvampò di vergogna, <cecil stai bene?> la domanda si insinuò tra i suoi pensieri e appena si riprese, trovò il volto di Aaron davanti al suo, prendendo un po' di spavento gli rispose titubante <s-si solo un pensiero> Chris prese l'occasione e scherzoso si fece avanti <per caso stavi pensando ad Aaron?> Cecil sgranò gli occhi dallo stupore, ma non rispose. A quella scena Aaron gli si avvicinò ancora di più, gli alzò il mento con la mano e gli sorrise <se stavi pensando a me ne sono felice> la frase shockò ancora di più il ragazzo, Chris scoppiò a ridere <dai latin lover basta flirtare, altrimenti arriveremmo tardi!> poi tutti e tre ricominciarono a camminare verso il Luna Blu.
    Il proprietario stava presentando Misaki quando i tre entrarono nel locale, <signori è arrivato il momento che tutti stavate aspettando> le luci si abbassarono, Chris fece segno di sedersi a un tavolo che era stato riservato per lui, intanto la musica partì bassa <ecco a voi i favolosi Japan's Angels> i fari puntarono ai lati della sala e tre ragazzi con ali colorate si lanciarono verso il palco. A un metro e mezzo d'altezza i Japan's Angels si liberarono delle ali e con un salto atterrarono elegantemente, cominciarono il loro numero, terminarono l'esibizione riprendendo il volo con le loro ali. Tutta la coreografia stupì molto Cecil, che rimase senza parole, Chris intanto sussurrò all'amico <allora dimmi, da quanto ti piace il piccolo gattino?> con una risatina imbarazzata <diciamo da quando l'ho conosciuto circa due mesi fa> Aaron si voltò verso l'interlocutore <si vede così tanto, Chris?> entrambi guardarono Cecil imbambolato dallo spettacolo, <amico, perfino un cieco se ne renderebbe conto e sembra anche che tu sia ricambiato> si mise la mano sul mento come per riflettere, poi Chris aggiunse <perché non ti sei dichiarato, in tutto questo tempo?> Aaron abbassò gli occhi <al mio compleanno l'ho invitato a cena, volevo dichiararmi ma, quando lo stavo per fare, lui ha messo in chiaro che saremmo stati solo amici> portando lo sguardo su Cecil <da allora ho cercato di nascondergli quello che provo, ma settimana scorsa ho scoperto che c'è già uno che gli piace> guardò l'amico <ti immagini lo shock che ho avuto> Chris gli mise una mano sulla spalla <sei veramente stupido!> e sorrise <non ti sei accorto di come ti guarda o di come reagisce appena sente il tuo nome?> <non mi sono accorta di nulla! Ma ora che me lo fai notare inizio a capire certe sue reazioni, sono un'idiota!> Aaron si coprì il viso e Chris si mise a ridere attirando l'attenzione di Cecil, il quale vedendo l'amato in quella posizione gli si mise di fronte, <cos'hai, non ti senti bene?> Aaron tolse le mani e i loro occhi si incrociarono, l'uomo arrossì all'affermazione dell'amico <te lo avevo detto!> volgendo uno sguardo interrogativo da uno all'altro stava per chiedere cosa era successo, ma Chris disse <sta arrivando Misaki, Cecil nasconditi dietro Aaron>.

     
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