Gravity~

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  1. cross;GAME
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    Per la gioia di chi aveva detto di voler leggere qualcos'altro di mio...questa è un'altra one-shot {penso che dobbiate arrendervi, scrivo praticamente solo queste X°} u_ù. Deprimente, lo so.

    Gravity~


    Non ti è mai successa una cosa simile? - sei in una stanza piena di gente, e la folla è così agitata che la tua visuale è completamente offuscata. Ma nonostante questo, il tuo sguardo è fisso sull'altro lato della camera. C'è qualcuno lì, e prima che tu possa osservare meglio, la folla sembra farsi più insistente, impedentoti completamente di prendere un esame più attento. Tutto quello che riesci a vedere è un flash, rosso. E questo flash rosso ti rimane impresso nella mente, nella parte posteriore delle palpebre, una cicatrice.
    Una macchia d'inchiostro indelebile, un'ombra permanente che ti seguirà per il resto della vita.
    E' facile rinnegare tutto questo come una coincidenza, un caso, ma JaeJoong non è mai stato il tipo da vedere le cose in questo modo. Era assolutamente convinto che ci sia qualche significato nascosto, o metaforico, nel modo in cui ha incontrato Changmin.

    Si incontrarono per la prima volta in ospedale.
    Jaejoong inserì le monete nell'apposita fessura della macchinetta del caffè, controllandole una ad una man mano che lo faceva. Gettò un'occhiata veloce all'elenco delle bevande disponibili. Il suo dito continuava a fluttuare sia sul pulsante della cioccolata calda, sia su quello del tè verde. Non riusciva a decidersi, e una volta realizzato il fatto che aveva appena buttato via dei soldi cominciò ad imprecare silenziosamente. Ma prima che potesse voltare i tacchi ed andarsene, qualcuno dietro lui premette il bottone della cioccolata calda. La macchinetta emise qualche suono strano, registrò la scelta, e pochi secondi dopo aveva già riempito il bicchiere.
    Jaejoong si girò, seccato. «Che diavolo-»
    La persona alle sue spalle sogghignò. «Sembrava che volessi la cioccolata,» disse. Tese la mano in avanti, in un silenzioso prego, prendi la tua tazza, e JaeJoong si rassegnò ad afferrare il bicchiere di plastica bianca, portandoselo più vicino al viso ed assaporando il profumo della bevanda.
    L'altro ragazzo fece altrettanto, ma premette il tasto del tè verde. In JaeJoong cominciò ad insinuarsi l'idea che l'avesse fatto apposta.
    «Kim JaeJoong, ginocchio,» si presentò rapidamente JaeJoong, indicando con rapidi gesti l'ingessatura sulla sua gamba.
    «Shim Changmin, cuore,» rispose Changmin prima di andarsene {doveva esserci qualche tipo di messaggio in codice nel loro incontro, riflettè JaeJoong due anni dopo, doveva esserci}.
    Non si incontrarono più nell'ospedale, dopo le presentazioni davanti alla macchinetta del caffè. Si rividerò però un mese e mezzo dopo, alla festa di compleanno di una delle sorelle di JaeJoong.
    JaeJoong indossava la sua maglietta rossa preferita, quella con in alto i tre bottoni, e stava attirando gli sguardi di gran parte della gente -uomini e donne- a causa del suo bell'aspetto. Lo faceva sentire terribilmente a suo agio, pieno di forza e perfettamente controllato, come se avesse l'abilità di cambiare la vita di qualsiasi altra persona.
    Incontrò un altro paio di occhi al lato opposto della camera, e piegò leggermente le labbra in un sorriso enigmatico che solitamente funzionava ogni volta. Gli occhi dell'altro ragazzo strabuzzarono per due secondi, il tempo necessario per far capire a JaeJoong chi è che stesse guardando.
    Finirono per baciarsi come teenager sul sedile posteriore della macchina di JaeJoong, dove si schiacciarono contro le portiere a vicenda, le labbra che si muovevano affamate le une sulle altre al ritmo della musica che proveniva dalla radio. La mano di Changmin riuscì a far stare JaeJoong divinamente, come non era stato per tutto l'arco di tempo passato in ospedale. Fece un po' male, ma creava dipendenza, ed era esilarante.
    La luna al di fuori della macchina era straordinariamente brillante e la sua luce illuminava i loro volti, bianchi ma arrossati dal piacere contemporaneamente. «Ah...» fu tutto ciò che JaeJoong riuscì a dire prima di raggiungere il culmine. Ma quando provò a restituire il favore, Changmin scosse il capo.
    JaeJoong non era il tipo da costringere le persone a fare ciò che esse non vogliono, così si limitò a sedersi accanto a Changmin in modo tale da riuscire a fargli sentire il proprio respiro nell'orecchio. Rimasero seduto nel silenzio della macchina di JaeJoong, mentre il party all'interno della casa proseguiva senza che nessuno si fosse accorto della loro assenza, ed in entrambi c'era la consapevolezza che quella non sarebbe stata l'ultima volta.

    A JaeJoong piaceva l'appartamento di Changmin. Era piccolo, ma accogliente, anche se abbastanza disordinato. In un modo o nell'altro, comunque, lo faceva sentire a casa. E, cosa più importante, profumava come Changmin. C'erano sempre libri e cd sparsi intorno, e al contrario di JaeJoong, Changmin non aveva coinquilini, cosa che rendeva la faccenda decisamente più comoda.
    Fecero l'amore sul divano, sul pavimento, sul tavolo da pranzo, su qualsiasi altra superficie che lo consentisse e contro ogni singolo muro.
    Una notte, JaeJoong sognò il suo matrimonio. Stava aspettando alla fine del corridoio, il cuore che batteva fortissimo nella gabbia toracica, un sorriso nervoso sul volto. Alla cerimonia non era presente nessun'altro eccetto lui. E Changmin. Changmin era seduto di fronte a lui, osservando ogni particolare come un semplice invitato avrebbe fatto, e sorridendo serenamente. JaeJoong continuava ad aspettare l'arrivo della sua metà, ma nessuno arrivava, e Changmin non faceva altro se non continuare a guardarlo. Andò avanti così per quella che sembrò un'eternità, ma nel bel mezzo di questo, il sogno cambiò, la scena si contorse e cambiò come un immagine in uno di quegli specchi deformanti dei Luna Park, e improvvisamente vide Changmin che tentava di strangolarlo, urlando «So che non mi ami!», mentre JaeJoong urlava in risposta ti amo, ti amo, ti amo.
    Ti amo.
    Quando si svegliò di soprassalto, scoprì che stava ripetendo continuamente quelle parole nel buio della stanza. La confessione svanì in contemporanea con l'arrivo del giorno, portata via dal vento e condotta in un posto troppo lontano per permettere a JaeJoong di riportarla indietro.
    In quel sogno cambiarono un po' di cose, perchè JaeJoong amava Changmin, e di sicuro non poteva rimanere com'era.

    JaeJoong non credeva nelle coincidenze, perchè secondo lui ogni cosa accadeva per un motivo specifico. JaeJoong non credeva negli oroscopi, o nel destino, o negli indovini, per quello. Sapeva che poteva cambiare il suo futuro. Sapeva che poteva camminare fino in cucina, afferrare il coltello e uccidere Changmin. Oppure, poteva afferrare il coltello e ammazzarsi da solo. Ma, ripensandoci, poteva semplicemente prendere il coltello e tagliare le cipolle per la zuppa.
    Il futuro era nelle sue mani, e non credeva nel destino- il destino te lo decidi da solo.
    «Non sai mai cosa potrebbe accaderti,» disse a Changmin una domenica sera, quando entrambi erano seduti sul divano guardando qualche drama e consumando la cena nel frattempo. «Nessuno può vedere niente in anticipo. Indovini, oroscopi e compagnia bella sono sono cazzate.»
    Changmin non rispose, e continuò a tenere gli occhi fissi sullo schermo del televisore, la cui luce dipingeva la stanza e i loro volti con colori allegri e vivaci, facendoli sembrare strane creature provenienti da un altro pianeta.
    «Io so che sto per morire,» disse Changmin dopo una pausa abbastanza lunga. La donna sullo schermo cominciò a piangere implorando il suo uomo di non lasciarla, e una lacrima solitaria cominciò a percorrerle la guancia. JaeJoong aveva solo voglia di ridere- a nessuno piaceva piangere.
    «Moriremo tutti prima o poi,» disse JaeJoong stringendo i denti e tirando scherzosamente un pugno sullo stomaco di Changmin. «Questo non c'entra, idiota.» Changmin rimise il braccio di JaeJoong al suo posto, ma non ricambiò lo scherzo.
    «Fra due anni,» continuò tranquillo. «Vivrò ancora per due anni, e poi morirò.» Sorrise tristemente a JaeJoong. «Tutto qui.» Lo sguardo serio di Changmin fu come un vero pugno per JaeJoong, che lo fece sentire perso.
    JaeJoong non credette ad una sola parola in un primo luogo {e non ci volle credere nemmeno due anni più tardi, mentre reggeva in mano un mazzo di fiori e Changmin era sepolto qualche metro più sotto}.
    «Non fare il cretino,» disse JaeJoong, baciando Changmin per levargli quagli assurdi pensieri dalla testa e quello sguardo terribile dagli occhi. Ma le mani di Changmin andarono a posarsi sulle sue spalle, respingendolo delicatamente ma facendolo comunque rabbrividire. Le dita di JaeJoong andarono istintivamente a posarsi sulla cerniera dei jeans di Changmin.
    «Vuoi?» domandò, respirando a pochi centimetri dalle labbra dell'altro. JaeJoong si sentì improvvisamente meglio, ora che erano in un territorio conosciuto- i loro corpi erano perfettamente disegnati nella sua mente, e sapeva perfettamente dove baciare, dove toccare- sicuramente preferiva quello che parlare di cose come la morte e le sciagure.
    Changmin annuì, e fecero l'amore mentre la donna sullo schermo continuava a piangere e ad implorare pietosamente. Quella notte, Changmin strinse JaeJoong più stretto del solito, e lo baciò con più passione, e JaeJoong si riufiutò categoricamente di pensare al motivo.

    «Non preoccuparti,» disse Changmin un anno e mezzo dopo. «T'innamorerai di nuovo.»
    «Zitto,» disse JaeJoong arrabbiato.
    «Mi dispiace,» rispose Changmin.
    «Zitto,» ripetè JaeJoong, imponendosi un controllo.
    «Ma è così,» sospirò Changmin. «Non possiamo cambiarlo. E' così.»
    JaeJoong gli tirò uno dei suoi soliti pugni, ma con più forza del solito, e cominciò a piangere istericamente {avrebbe ricordato quel momento per tutta la vita, anche quando Changmin l'avrebbe lasciato e lui sarebbe cresciuto con Yunho}.

    Il giorno prima che Changmin morisse, JaeJoong incontrò Yunho.
    «Mi fa piacere,» rispose Changmin con aria assente, quando JaeJoong cominciò a raccontargli di come l'aveva conosciuto a lavoro. «Sembra un bravo ragazzo.»
    Jaejoong ghignò. «Non sarai mica geloso?» Quando Changmin non rispose, JaeJoong si morse il labbro inferiore e afferrò il compagno per le spalle. «Non preoccuparti, sei tu l'unico che voglio.»
    Quella notte, non fecero l'amore. Changmin aveva detto che non se la sentiva, e che l'unica cosa che voleva fare era addormentarsi fra le braccia di JaeJoong.
    «La migliore sensazione, per sempre,» mormorò Changmin quasi del tutto addormentato, il capo poggiato sulla spalla di JaeJoong. «'notte, ti amo,» farfugliò.
    JaeJoong mormorò per approvare, e non potè fare a meno di pensare che avrebbero dovuto fare cose del genere più spesso.

    Ti amo.
    Questa era l'ultima cosa che Changmin aveva detto a JaeJoong, e quest'ultimo finalmente credette alle parole che più volte, nel corso dei due anni precedenti, gli aveva ribadito. Ricordò il modo in cui l'aveva detto, ricordò il modo in cui le dita di Changmin avevano accarezzato leggermente le sue guance, ricordò il modo in cui Changmin gli aveva sorriso, e realizzò che Changmin sapeva. Changmin, quando gli aveva detto che lo amava, sapeva che quella mattina sarebbe stata l'ultima volta.
    Jaejoong si chiese cosa significava tutto questo, se fosse stata una sorta di punizione innamorarsi di una persona che viveva la sua vita già vedendone la fine, che faceva il conto alla rovescia dei giorni che mancavano alla sua fine, che anticipava la sua stessa morte. Voleva odiare Changmin, odiare Changmin e la sua stupida, ridicola mania di prevedere tutto, ma Changmin se n'era andato mentre lui c'era ancora, e odiarlo non sarebbe servito a riportarlo indietro.
    Ci vediamo più tardi.
    Questa era l'ultima cosa che JaeJoong aveva detto a Changmin, quando i loro occhi si erano incontrati, senza mai perdersi mentre le porte dell'ascensore si chiudevano e la visuale diminuiva sempre di più. L'intensità dello sguardo di Changmin in quel momento si era impressa nella sua mente, sulla parte posteriore delle sue palpebre, una cicatrice.
    Una macchia d'inchiostro indelebile, un'ombra permanente che seguirà JaeJoong per il resto della sua vita.

    Il destino è come la gravità.
    puoi saltare su e giù per cercare di evitarlo,
    ma la Terra rientra ancora nel sistema solare,
    e il sistema solare continuerà ad esistere nella galassia,
    indipendentemente da ciò che può accaderti.

    Owari~

     
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  2. Lee-chan
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    Waaaaa....*aspettava con ansia un'altra tua Shot* ma...ma...ma è bellisshimaaaaa...*anche se triste* Però l'hai scritta così bene...^w^

    Bravissima cross;GAME, e ribadisco che scrivi davvero bene...U__U
     
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  3. nicorobin96
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    :commuoveh: bellissima, qualcuno mi passi fazzoletto * me lo passano* grazie, ehi ma ki è stato? O_O, cmq bellissima complimenti :x°D:
     
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    Mio level
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    Ajisai
    oh mamma è stupenda, nn riesco a smettere di piangere :cry: Complimenti è bellissima
     
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  5. raffapucca
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    Sei veramente bravissima, sono quasi in lacrime.
    Arigatou
     
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    Hasu
    l storia di leggetutto in un fiato... brava mi è piacuto molto....
     
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  7. nelith
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    com'è triste.... :lacrime: però è molto bella...complimenti!
     
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  8. stellaoscura96
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    triste, ma molto bella complimenti...
     
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7 replies since 24/6/2009, 22:03   237 views
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