Il mio vicino Totoro

Hayao Miyazaki

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  1. Lee-chan
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    Il mio vicino Totoro

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    Titolo: Il mio vicino Totoro
    Regia: Hayao Miyazaki
    Genere: Animazione
    Durata: 86 min.

    Trama:
    La storia è ambientata nell'hinterland della Tokyo degli anni cinquanta. Le sorelline Satsuki e Mei (la prima di 11 anni e la seconda di 4) si stanno trasferendo col padre da lì a Matsu no Gô, villaggio di campagna. Il trasferimento serve per andare a vivere più vicini alla loro mamma che è ricoverata in ospedale. Inizia così il loro viaggio alla scoperta di un mondo nuovo, ma soprattutto alla scoperta della natura.
    Il loro primo incontro è coi makkurokurosuke (nel libro definiti "susuwatari"), spiritelli della fuliggine che occupano le vecchie case abbandonate e che solo i bambini possono vedere (gli stessi spiritelli poi ripresi ne La città incantata).
    In seguito Mei, esplorando la sua nuova casa e seguendo delle tracce di ghiande, s'imbatte in due spiritelli, uno piccolissimo dal pelo bianco e uno più grande e azzurro: seguendoli fin dentro il grande albero di canfora che domina sulla zona, incontra Totoro, uno spirito buono dall'aspetto un po' pittoresco: un incrocio tra una talpa, un orso e un procione. È un personaggio che Mei ha già visto in un libro di fiabe, un troll, in giapponese tororu, ma Mei avendo solo quattro anni ne storpia il nome in totoro.
    All'inizio suo padre e sua sorella sono increduli, ma quando non riescono a ritrovarlo non si stupiscono: il padre spiega che è il custode della foresta, e vederlo è un privilegio che non può essere concesso sempre. Una sera, le due bambine vanno incontro al padre alla fermata dell'autobus, sotto la pioggia, e incontrano Totoro, che aspetta un autobus molto speciale, il Gattobus (Nekobus), un autobus peloso con muso di gatto e 12 zampe che si muove a grande velocità superando qualunque ostacolo, assecondato dagli alberi che si scostano al suo passaggio, visibile solo a pochi. Nell'attesa, Satsuki offre un ombrello a Totoro, che le regala dei semi da piantare nel giardino della casa.
    Totoro infatti è uno spirito della natura, colui che porta il vento, la pioggia, la crescita, la maturazione. Una notte passa a far spuntare i germogli degli alberi, e poi volando come il vento fa fare un viaggio alle due bambine.
    Un giorno però Mei, arrabbiata perché la madre non può ancora tornare a casa e preoccupata per le sue condizioni a causa di un preoccupante telegramma inviato dall'ospedale in assenza del padre, decide di andare da lei per darle una spiga di granturco raccolta nel giardino della Nonnina. Ma è troppo piccola per affrontare il viaggio sino all'ospedale da sola e quindi si perde. Disperata, Satsuki si rivolge a Totoro che chiama il Gattobus, il quale la porta in un attimo dalla sorella ed infine la madre.


    Fonte: QUI

    I diritti per l'adattamento italiano sono stati acquisiti dalla Lucky Red, che ha già distribuito diversi film prodotti dallo Studio Ghibli. Il film uscirà il 18 settembre 2009 nelle sale italiane, 21 anni dopo la distribuzione giapponese.
     
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  2. paura&delirio
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    io lo vidi in giapponeseeeee *___*
    è stracarino!!! ^^
    e soprattutto è un must dell'animazione giapponese!!! ^^
     
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  3. gherta
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    Proprio oggi stavo rileggendo "Amrita" di Banana Yoshimoto(bellissimo), in cui c'è scritto che è considerato il secondo film più importante in Giappone, dopo "I sette samurai" di Kurosawa.
    Come dargli torto :)
     
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    Quello che adoro di più in questo film, è il rapporto tra figli e genitori. Quando Mei dice di aver visto Totoro, non viene sgridata per aver detto quella che gli adulti occidentali avrebbero considerato una fesseria, viene invece assecondata. Questo dettaglio mi colpì molto.
     
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3 replies since 13/9/2009, 17:58   84 views
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