Vibrazioni di un cuore

"originale"

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    Nda: Prima di iniziare ci terrei a sottolineare che non ho mai scritto una storia in vita mia XD spero di esserne capace e magari di poterla concludere.

    1. Un nuovo inizio


    "Un nuovo anno è iniziato e con lui anche la mia nuova vita....chissà quante novità mi aspettano, quanti altri cambiamenti ci saranno. Il tempo passa è inarrestabile. Si dice che siamo noi gli artefici del nostro destino ....ma io credo nel fato, credo che il nostro destino sia scritto e che ogni evento che ci coinvolge non è casuale. Così come una foglia che si posa sulle acque di un fiume ci lasciamo trascinare."


    Questi erano i pensieri che mi balenavano nella mente, peccato che in realtà si trattava di un sogno, visto che per l'ennesima volta non riuscivo ad essere puntuale.
    La sveglia era suonata da un pezzo e io ero ancora nel mondo dei sogni.
    - Ma quando imparerò una buona volta? -
    Il colmo, arrivare anche oggi in ritardo sarebbe stato assurdo. Non potevo permettermi questo lusso sopratutto perchè da oggi avrei frequentato finalmente la scuola che sognavo da tempo; la scuola che mi avrebbe permesso di seguire la mia ambizione, cantare.
    - Devo darmi una mossa, devo ancora prepararmiii - urlai.
    Pensare che sarei stata la nuova studentessa, l'estranea di turno mi rendeva nervosa. Non ero la ragazza tipica da mettersi al centro di attenzioni e discussioni. Per fortuna nella stessa scuola c'era la mia più cara amica Mary così non mi sarei sentita tanto sola.
    La scuola Saint Andrew era nei miei pensieri da una vita e ora finalmente potevo metterci piede.Ero elettrizzata. La Saint Andrew era un'accademia d'arte molto conosciuta e famosa, frequentata dai più bravi artisti.
    Infilai alla svelta la mia gonna blu e la prima camicetta bianca che mi capitò sotto mano.
    - Cavoli, solo io potevo creare tutto questo caos in meno di cinque minuti - la stanza era diventata un porcile.
    - Sistemerò tutto quando tornerò - pensai tra me e me. Mi legai i capelli con un elastico, infilai le scarpe e di corsa giù per le scale. Passai per la cucina prima di uscire e papà vedendomi di gran carriera mi chiamò.

    Continua...

    Edited by star1488 - 16/1/2012, 18:25
     
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    2. Papà


    - Jen, Jen - era la voce di papà che mi chiamava.
    - Dove vai così di corsa senza nemmeno fare colazione? - mi chiese.
    - Papà devo andare immediatamente a scuola o farò tardi, oggi è il mio primo giorno e non posso rischiare di farmi buttare fuori - gli risposi affannata dalla maratona di poco prima.
    Papà scoppiò in una fragorosa risata, - sono ancora le sette, hai un'ora di tempo, fà colazione con calma - disse.
    - Cosaaaa? Come le sette? Ma la mia sveglia... - mi interruppe senza nemmeno lasciarmi il tempo di terminare la frase!
    - La tua sveglia và benissimo, conoscendoti ieri l'ho spostata di un'ora così da assicurarmi che non avresti fatto tardi anche oggi - mi disse tutto soddisfatto della sua impresa.
    Rimasi allibita, era il solito...ci prendeva gusto a farmi dare di matto, ma gli volevo un mondo di bene. Si era sempre preso cura di me, sopratutto dopo la morte della mamma, che mi aveva sconvolto la vita. Papà era tutto ciò che di più prezioso avevo al mondo. Mi aveva sempre incoraggiata a seguire il mio sogno. Il suo lavoro lo impegnava molto e spesso era costretto a lasciarmi sola in casa, ma tutto ciò che faceva era anche per il mio bene.
    Feci colazione con un paio di tost e del latte, velocemente salutai papà per poi dirigermi a scuola.
    - Ciao papà, io vado, ci vediamo oggi -
    - Mi raccomando tesoro, in bocca al lupo - fu quello che mi disse, gli lanciai un sorriso e uscii di casa.

    Continua...

    Edited by star1488 - 20/7/2011, 14:52
     
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    3. Saint Andrew stò arrivando


    Eccomi finalmente davanti a quella scuola da me tanto desiderata, la scuola dove avrei potuto diventare qualcuno, la scuola che poteva cambiarmi, migliorarmi, dove avrei incontrato la mia migliore amica che era quì già da un anno. Era bellissima, proprio come Mary mel' aveva descritta, con un grandissimo giardino, verdi aiuole fiorite, alberi sparsi ovunque. Se l'esterno era così perfetto, l'interno non poteva essere da meno. Molti studenti occupavano il cortile aspettando l'inizio delle lezioni. Mi sentivo un pesce for d'acqua lì in mezzo. Non conoscevo nessuno. Questo era davvero il paradiso della musica, pensai guardando la maggior parte dei ragazzi con uno strumento musicale in mano. Non vedevo l'ora di iniziare anche io a frequentare i numerosi corsi che la scuola offriva. Volevo imparare, mettermi alla prova e veder concretizzare il mio desiderio .Non volevo perdermi nessuna opportunità che la scuola poteva concedermi, ballo, canto, recitazione...potevo fare tutto quello che non avevo mai nemmeno immaginato. Il sogno che mi aveva accompagnato fino ad oggi. Il sogno che anche mia madre avrebbe voluto si realizzasse. Cantare era tutto per me, sin da piccola non avevo fatto altro. Dove sarei arrivata? Sarei stata all'altezza degli altri studenti? Tante domande iniziarono a volteggiarmi per la mente mentre percorrevo il viale alberato della scuola per entravi. Mi sentivo gli occhi di tutti addosso, era logico ero nuova. La cosa mi innervosiva parecchio!
    - Ma perchè devo essere così timida? -farfugliai tra me e me. Ad un tratto mi accorsi di un ragazzo che in particolare mi fissava con insistenza. I nostri sguardi si incontrarono per un istante. Era appoggiato al tronco di un albero. Il suo sguardo mi rendeva più nervosa rispetto alle attenzioni , se così vogliamo chiamarle, degli altri studenti. Aveva uno sguardo glaciale che mi portò a pensare di avere qualcosa di strano sulla faccia, vista l'insistenza con cui i suoi occhi mi scrutavano. Imbarazzata al 101 % aumentai la velocità dei miei passi e senza nemmeno accorgermene mi ritrovai con la faccia per terra e la borsa in testa. Ero inciampata in un sassolino e mi ero distesa per terra come un salame. Tutti che già mi guardavano, si voltarono completamente verso di me.
    - Potevo fare una figuraccia peggio di questa? Non credo! -

    Continua...

    Edited by star1488 - 20/7/2011, 15:03
     
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    Grazie =)

    4. Figuraccia


    Che imbarazzo! In quel momento avrei voluto sprofondare. Mi guardai in torno , come potevo non farlo? Sentivo le risatine intorno a mè. Come biasimarli? Ero caduta come una pera cotta, inoltre fui curiosa di vedere se quel ragazzo mi stava ancora fissando, aimè era così. Ad un tratto davanti a mè si avvicinò qualcuno, alzai gli occhi, era un ragazzo che gentilmente mi porgeva la sua mano per aiutarmi ad alzarmi. "Che gentile" , pensai. Era davvero un ragazzo molto carino. Aveva dei corti capelli biondi e dei bellissimi occhi azzurri, un fisico snello...sembrava uno di quei modelli che vedevo sfilare a volte in tv. Aveva un sorriso gentile.
    - Tutto bene? Ti sei fatta male?- mi chiese.
    - N...no grazie mille, tutto bene, ci sono abituata. Io e il senso di equilibrio non andiamo molto d'accordo- balbettai...ero talmente a disagio.
    - Sei una nuova arrivata? Piacere di conoscerti io sono Josh - mi disse, rivolgendomi un sorriso da mozzare il fiato e con lui anche la sua mano per stringere l'ennesima volta la mia.
    Gli strinsi la mano a mia volta sorridendo - piacere mio, io sono Jennifer, Jen per gli amici. Da cosa hai dedotto che io sia una nuova arrivata?- questa volta sul mio viso comparve un sorriso al quanto distorto è innaturale, anche da sola sapevo la risposta alla mia stupida domanda. Ero lì da nemmeno dieci minuti ed avevo fatto tutto quel trambusto, come potevano non accorgersi di me?
    - Bè, non ti ho mai visto qui prima e inoltre non passi inosservata!- mi rispose facendomi un occhiolino! Per un attimo arrossii.
    - Ci vediamo presto Jen - mi disse facendomi un saluto con la mano prima di allontanarsi.
    Ricambiai il saluto e la mia attenzione fu nuovamente colpita da quel ragazzo che non faceva altro che guardarmi. Non si era spostato di un millimetro, aveva assistito a tutta la scena. Ci guardammo in faccia per un istante e questa volta sul suo viso comparve un...un sorriso?! Sembrava più un ghigno, era divertito! Ovviamente quel sorrisetto divertito era rivolto a me. Iniziai a chiedermi se era dovuto alla caduta di poco prima.
    - Accidenti! - mi accorsi di essere tutta in disordine a causa della caduta. Mi ero sporcata tutta e avevo foglioline secche tra i capelli.
    - Ecco perchè rideva! Accidenti, non era molto carino - iniziai a brontolare tra me e me. Rimasi sbigottita dal suo atteggiamento, probabilmente la mia faccia acquisì un'espressione buffa visto che non riusciva a smettere di ridacchiare . Forse era giunto il momento di alzare i tacchi e darmi una ripulita prima di entrare in aula, non potevo di certo presentarmi in questo modo ed inoltre non riuscivo più a sopportare il suo sguardo, mi sentivo sott'esame. Iniziai a incamminarmi per raggiungere la porta d'ingresso.

    Continua...

    Edited by star1488 - 20/7/2011, 15:17
     
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    5. Mary


    Raggiunta la porta d'ingresso, misi piede per la prima volta nella scuola. Non mi sbagliavo, anche l'interno era bellissimo. La scuola era molto ampia, luminosa, con molte aule, sala di recitazione, sale da ballo; non vedevo l'ora di esplorarla del tutto. Questa scuola mi era sembrata così lontana per tutto questo tempo e ora finalmente ero qui. Per un attimo i miei occhi si riempirono di lacrime e il mio cuore di mille emozioni contrastanti, malinconia mista a felicità. Stavo per far avverare non solo il mio sogno ma anche quello della mia amata mamma. Tornata alla realtà , dovevo cercare al più presto il bagno e darmi una sistemata. Camminando per il lungo corridoio, in fondo a destra trovai il bagno. All'interno ebbi una gradevole sorpresa, vidi finalmente la mia amica Mary intenta a sistemarsi la frangia davanti allo specchio. Era carina come al solito , sempre in ordine e attenta al suo aspetto. Aveva un taglio di capelli che le donava molto, un taglio sbarazzino che le si addiceva. I capelli calavano sulle spalle, non erano troppo corti ma nemmeno troppo lunghi. Erano castani, proprio come i suoi grandi occhi. Era passato molto tempo dall'ultima volta che eravamo uscite insieme, lei era sempre così impegnata sia con la scuola, sia con il lavoro.
    Lavorava in una gelateria nel tempo libero, per raccimolare qualche soldo e pagare le tasse della scuola. Come la capivo! Anche a mè prima o poi sarebbe toccato cercarmi un lavoro, non potevo lasciare papà a sgobbare sul suo lavoro per poter pagare anche la retta della mia scuola.
    - Maryyyy - la raggiunsi per abbracciarla.
    - Da quanto tempo, finalmente sono qui anche io - gli dissi sorridendole.
    - Jen, che bello amica mia sei arrivata! Ma che hai combinato? Sei tutta in disordine; ne hai combinata un'altra delle tue? ahah -
    Già avevo un'aspetto orribile!
    - Sono inciampata in un sassolino, nel cortile della scuola e questo è il risultato. Tutta colpa di un ragazzo che continuava a fissarmi, mi ha distratta accidenti! - aggiunsi.
    - Cosa? un ragazzo? ma bene sei qui da dieci minuti e già fai conquiste?> mi disse per punzecchiarmi.
    - Ma che conquiste! Mary non prendermi in giro, si è limitato a guardarmi e a ridere di me, accidenti devo esser stata uno spasso!uff- iniziai a sbuffare.
    Vedevo Mary misteriosamente incuriosità sull'entità del ragazzo infatti mi domandò: - dai dimmi, com'era questo ragazzo?- era proprio curiosa.
    - Amica mia ora devo darmi una sistemata e andare a lezione, ne riparliamo a pranzo ok?- gli risposi.
    Avevo altre cose da fare al momento e cioè ripulirmi i vestiti nel migliore dei modi e risistemarmi i capelli, sembravo appena uscita dalla centrifuga di una lavatrice.
    Riuscii in poco tempo a ripulire la gonna e la camicetta nel migliore dei modi, ora toccava ai capelli.
    - Lascia fare a me - Mary si era gentilmente offerta di risistemarmi i capelli.
    - Ecco fatto sono riuscita a rimuovere tutte le foglioline che avevi tra i capelli. Ho un fermaglio che andrà benissimo per legare i tuoi lunghi capelli rossi - era gentile come sempre la mia cara amica.
    - Grazie mille Mary - le rivolsi un sorriso che esprimeva tutta la mia gratitudine.
    - Scusami ora devo correre a lezione. Ho lezione di chitarra, e tu?- le chiesi.
    - Anche io, che bello andiamoci insieme allora!- Evviva, non vedevo l'ora di andare a lezione e se con me c'era anche Mary non potevo che esserne felice.

    Continua...

    Edited by star1488 - 20/7/2011, 15:43
     
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    6. Prima lezione



    Io e Mary ci incamminammo per il corridoio della scuola.
    Era ora della prima lezione. Presi per mano la mia amica e iniziai a correre trascinandola per il corridoio.
    - Jen, frena attentaaaa! - non feci in tempo ad udire quelle parole che mi scontrai contro qualcosa. Poteva essere un muro? Un palo? Non capivo con concretezza cosa stesse succedendo, sapevo solo che a breve probabilmente sarei caduta, avevo perso l'equilibrio. Mi ritrovai mezza sospesa , qualcuno mi abbracciava. Le sue braccia erano grandi , le sue mani forti, mi reggevano saldamente. Una mano mi sorreggeva per la schiena e l'altra era tra i miei capelli, pronta ad evitare che potessi battere la testa per terra. Alzai la testa e il mio viso si trovò davanti a quello di un ragazzo, quel ragazzo che questa mattina se ne stava in cortile appoggiato ad un tronco a fissarmi. Proprio lui, la causa della mia caduta e della mia spassosissima figuraccia, lui che tanto si era divertito a guardarmi sporca e in disordine; lui, la causa di tutti i guai di questa giornata. Non so perchè, forse per l'improvviso spavento, ma il mio cuore sembrava un tamburo impazzito. Ancora una volta i nostri occhi si erano incontrati. Non ci avevo fatto caso ma era davvero un bellissimo ragazzo. Capelli scompigliati di un castano scuro , occhi scuri di un'intensità che non saprei descrivere. Aveva un fisico snello ma non troppo, muscoloso al punto giusto. Aveva una pelle bronzea da fare invidia. Per un attimo probabilmente arrossii, sentivo il calore sulle mie guance mentre i suoi occhi si perdevano nei miei.
    - Tutto bene? - mi chiese.
    - S..si gr - non feci in tempo a finire la mia frase che lui aggiunse -svampitella!?-
    - Eh ehhh? Svampitella a chi?- che diamine!
    Sul suo volto ancora una volta ricomparse il ghigno che tanto mi irritava.
    Se non fosse stata per la posizione in cui mi trovavo e cioè ancora tra le sue braccia e con il mio viso estremamente vicino al suo, lo avrei preso a pugni.
    Nessuno era mai riuscito a farmi salire il sangue al cervello come lui.
    Tutto quello che avevo pensato un attimo prima sul suo conto lo cancellai all'istante dalla mia mente. Era un'insopportabile arrogante accidenti.
    - Ehi, voi due, per quanto tempo intendete rimanere così? Dobbiamo andare a lezione! - disse Mary con un tono sarcastico e un sorrisetto malizioso che lasciava trapelare ciò che stava pensando. All'istante mi staccai dalle braccia del ragazzo, mi rialzai e in preda all'imbarazzo afferrai la mano di Mary per trascinarla in aula. Arrivate in aula ci sedemmo in fondo , c'erano due posti liberi. Sospirai per riprendere fiato.
    L'aula era già piena, aspettavano tutti l'arrivo dell'insegnante di chitarra.
    Pochi minuti dopo sentii: - ecco il prof! - bisbigliò una ragazza alla sua amica. Il vociferare che poco prima riempiva l'aula si trasformò in assoluto silenzio. La lezione ebbe inizio, cercai di concentrarmi, la chitarra non era uno degli strumenti che sapevo suonare. Il suo suono era bellissimo, mi dava una piacevolissima sensazione, mi sarebbe davvero piaciuto imparare a suonarla e forse era arrivato finalmente quel momento. Gli unici strumenti che sapevo suonare erano la batteria di papà e il piano di mamma che erano ben custoditi nel garage accanto a casa mia, il mio mondo. Era il luogo dove avevo sempre suonato e cantato. Era insonorizzato quindi era un buon motivo per sfruttarlo ed evitare i richiami dei vicini.
    La lezione durò ben due ore. Il prof ci parlò di accordi, ritmo, posizione delle mani e delle dita. Pensai di aver capito anche se mettere in pratica era tutta un'altra storia.
    Pensai che sarebbe stato il caso di comprarne una per esercitarmi anche a casa, tuttavia non volevo pesare su mio padre, era davvero giunto il momento di lavorare. Terminata la lezione, per l' ora di pranzo io e Mary decidemmo di andare alla mensa. Io presi un tramezzino al tonno, lei invece un piatto di insalata. Come al solito stava molto attenta alla linea. Mentre consumavamo il nostro pranzo parlammo del più e del meno, della lezione di chitarra e infine proprio di quello che immaginavo. Mary ritornò al discorso che avevamo lasciato in sospeso in bagno riproponendomi la sua domanda e cioè : - dai dimmi, com'era questo ragazzo?-
    Feci un sospiro e gli dissi che anche lei lo aveva visto perchè era lo stesso ragazzo contro cui mi ero scontrata nel corridoio prima di andare a lezione. Mary rimase allibita.
    - Oh, oh...attenta amica mia, quel ragazzo ha fatto soffrire molti cuori. Tutte le ragazze della scuola gli muoiono dietro, è un rubacuori. Bello e impossibile!- rimasi li ad ascoltarla con gli occhi sgranati.
    - E' un tipo taciturno, non parla spesso . Direi che le ragazze di questa scuola le ignora totalmente! Molte gli si sono dichiarate, ma lui niente, non sembra interessato. E' un tipo strano, spesso salta le lezioni. Ha un caratterino ribelle, i prof sono stanchi del suo comportamento. Se non fosse che è un genio della musica probabilmente non sò se sarebbe ancora in questa scuola.-
    Ero incredula, per tutto quello che avevo sentivo sul suo conto.
    - E tu, come mai lo conosci così bene Mary?- mi venne spontaneo chiedergli.
    - No, no, non è che lo conosco bene, ti ho riferito solo quello che ho sentito da altre ragazze, tutto quì!- mi rispose facendo spallucce.
    - Promettimi che starai attenta ok?- mi disse facendomi uno dei suoi sorrisi.
    - Certo, non ci penso nemmeno a lui in quel modo, è solo un ragazzino che si diverte a prendermi in giro> affermai con sicurezza!
    Mary si rilassò, poi mi chiese dettagliatamente cosa era successo questa mattina , come avevo fatto a cadere e tutto il resto. Gli parlai anche di Josh quel ragazzo così gentile che mi aveva aiutata ad alzarmi.
    - lo conosco, è un mio amico - mi rispose Mary.
    - Ah, davvero?- che coincidenza , era stato proprio un suo amico ad aiutarmi.
    - Lui si che è un ragazzo da frequentare, simpatico, gentile, premuroso e rispettoso!- affermò Mary come se lo conoscesse da una vita.
    - Avevo immaginato, l'ho capito subito da come mi ha aiutata. Non ha riso di me come qualcun'altro - affermai facendo una smorfia.
    - Ah ah, vedo che ti piace!- Mary rideva.
    - Noooo, non mi piace in quel senso, solo mi è sembrato davvero un bravo ragazzo, certo è carino ma niente,non c'è niente di quello che tu stai pensando - cercai di spiegargli quasi balbettando, probabilmente non l'avevo convinta molto.
    - Andiamo a lezione di piano ora- gli dissi per deviare l'attenzione.
    La lezione di piano volò in fretta, forse perchè conoscevo già tutto quello di cui la prof ci parlò visto che il piano era uno dei miei strumenti. Finita la lezione, salutai Mary e tornai a casa.

    Continua...

    Edited by star1488 - 20/7/2011, 16:18
     
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    7. Casa


    Finalmente arrivai a casa. La scuola era abbastanza distante e per arrivarci dovevo prendere la metropolitana. Aperta la porta di casa trovai papà sul divano nel salotto davanti alla tv.
    Guardava uno dei suoi programmi preferiti.
    - Ciao papà - lo salutai subito.
    - Ciao piccola, com'è andata la tua prima giornata scolastica?- mi chiese euforico sperando che gli raccontassi tutto nei minimi dettagli, ma ero troppo stanca.
    Era stata una giornata pesante così decisi di tralasciare i particolari delle mie sventure.
    - Benissimo papà - esclamai con un sorriso.
    - La scuola è stupenda, le lezioni sono state interessantissime ed ho anche incontrato Mary - gli dissi per soddisfare almeno un pò della sua curiosità.
    - Hai già mangiato? - gli chiesi.
    - Si tesoro ho già mangiato e tu? - mi chiese pronto a prepararmi qualcosa nel caso in cui non avessi mangiato.
    - Si papà non preoccuparti, ho mangiato in mensa con Mary, sono apposto grazie.
    Ora vado a ripulire la mia stanza e poi faccio una doccia così mi rilasso un pò - gli dissi prima di salire su in camera mia.
    - Ok piccola - mi sorrise e io gli diedi la buona notte.
    Salii le scale e arrivai in camera mia. Appoggiai la borsa accanto alla mia scrivania e mi rimboccai le maniche.
    Dovevo assolutamente riordinare la camera che avevo messo sotto sopra prima di andare a scuola pensando di essere in ritardo.
    Cominciai col ripiegare i vestiti sparsi sul mio letto e a riporli ordinatamente nel mio armadio. Ci misi poco a sistemare il tutto. "E ora una bella doccia calda, per lavare via la stanchezza" dissi a me stessa. Presi un asciugamano, un pantaloncino rosa dal cassetto e una canottiera gialla e mi diressi in bagno. "Finalmente a casa!" Riempii la vasca da bagno di acqua calda e mi ci infilai. "Com'era rilassante." Chiusi gli occhi e per un pò di tempo pensai a quello che era successo durante la giornata. Pensai a Mary, "ero felice di aver rivisto la mia amica", pensai a Josh e chissà perchè tra i mei pensieri arrivò prepotentemente anche quello strano ragazzo che mi aveva reso la giornata movimentata.
    - Ahhh bastaaa - gridai , perchè deve prendere il sopravvento sui miei pensieri?
    Mi lavai accuratamente e lavai i miei capelli con il nuovo shampoo che avevo acquistato la settimana prima al centro commerciale. "Mm, aveva un buon profumo di vaniglia".
    Mi risciacquai, e uscii dalla vasca da bagno. Mi asciugai e mi preparai per andare a letto. Ritornai nella mia stanza, la mia attenzione cadde sul mio pc portatile. "Chissà se riesco a trovarmi un lavoro, dovrò pur comprarmi quella chitarra per le prove, e poi non posso accollare a papà anche le spese per la scuola!" Con questo pensiero per la mente iniziai a cercare sui motori di ricerca qualche offerta di lavoro. "Mm...accidenti non c'è niente!Cercherò meglio domani."
    Spensi il pc e mi distesi sul mio letto da una piazza e mezzo. Non c'era nessun posto in cui mi rilassavo meglio.
    Accanto al letto sul mio comodino c'era il mio lettore mp3. Lo accesi e infilai gli auricolari alle orecchie.
    Iniziai ad ascoltare le mie canzoni preferite. Senza accorgermene i miei occhi diventarono pesanti e mi addormentai. Il mattino arrivò e puntualmente la mia sveglia suonò. Lentamente aprii gli occhi, raggi di sole oltrepassavano le tende velate color pesca della mia stanza.
    Si prospettava una stupenda giornata. Mi stiracchiai sul letto prima di alzarmi e prepararmi. Avevo ancora gli auricolari alle orecchie, probabilmente mi ero addormentata senza aver spento il lettore mp3.
    Proprio come pensavo, era scarico. Lo riposi accanto al letto, sul comodino.
    Guardai la sveglia per accertarmi dell'orario. Avevo parecchio tempo a disposizione prima di andare a scuola, il metodo di papà funzionava. Non avrei potuto svegliarmi ancora in ritardo.
    Mi avvicinai all'armadio in cerca di qualcosa da indossare; non sapevo proprio cosa mettermi. Tirai fuori una gonna nera e pensai a cosa abbinarci.
    - Trovato! Metterò un top nero ed una camicetta bianca sopra, leggermente sbottonata. Per quanto riguarda le scarpe andranno bene le mie all star nere!- avevo deciso...ero pronta a prepararmi. Di corsa in bagno a lavarmi e poi a vestirmi. Mi truccai leggermente e legai i miei capelli lateralmente, lasciandoli cadere sulla spalla destra. Ero apposto, dovevo solo fare colazione e sarei stata pronta ad uscire di casa.
    Scesi le scale e mi diressi in cucina. Papà non c'era, forse era già uscito di casa, infatti sul tavolo vidi un foglietto di carta in cui mi avvisava che forse questa sera avrebbe tardato. Feci colazione con un tost velocemente e uscii di casa.

    Continua...


    Edited by star1488 - 20/7/2011, 16:47
     
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    8. Emozioni


    Finalmente arrivai a scuola. La metropolitana era massacrante, prima o poi avrei dovuto trovare una soluzione. Cominciai a incamminarmi lentamente per il cortile della scuola.
    Ad un certo punto udii il mio nome, qualcuno alle mie spalle mi chiamava. Mi voltai, era Josh, bello come il sole.
    - Ciao occhi verdi! - mi disse rivolgendomi un sorriso che avrebbe sciolto alche il più gelido dei cuori. Era bello da mozzare il fiato. Arrossii nel sentirmi dire quella frase da lui , abbassai per un secondo lo sguardo e poi immediatamente ricambiai il saluto.
    - Come và , tutto bene? Com'è stato il primo giorno di scuola?- mi chiese premurosamente.
    - Tutto bene grazie. Il primo giorno di scuola a parte la caduta è stato grandioso. Le lezioni sono state molto interessanti - gli risposi mostrandogli il mio entusiasmo. Continuammo a camminare insieme per il cortile della scuola. Come al solito era pieno di ragazzi che chiacchieravano e attendevano l'inizio delle lezioni. Oggi avrei avuto l'attesissima lezione di canto e anche lezione di recitazione. Josh interruppe subito i miei pensieri e il mio silenzio. Si fermò e si mise di fronte a me. La sua mano si avvicinò al mio viso.
    In preda al panico chiusi gli occhi e non appena sentii il tocco della sua mano sulla mia testa li riaprii notando che aveva probabilmente tolto via qualcosa.
    - Avevi una fogliolina sulla testa!- mi disse sorridendomi.
    - G..grazie Josh!- gli risposi sorridendogli a mia volta. Che scema, per un attimo avevo pensato chissà cosa. Riprendemmo a camminare e a fare quattro chiacchiere. In lontananza mi sembrò di vedere un gruppetto di ragazze fissarci, ma forse era solo una mia impressione.
    - Le lezioni stanno per cominciare, meglio sbrigarci...ci si vede Jen!- mi salutò. In breve tempo Josh si allontanò da me. Accellerai anche io, non volevo di certo fare tardi. Arrivai all'aula di canto. L'insegnante Kate era già in aula. Mi sedetti in fondo, non amavo stare davanti. La spiegazione fu molto articolata, passammo dal riscaldamento vocale, alle note e così via. Finita la lezione pensai che non avevo ancora visto Mary. Visto che prima della lezione di recitazione avevo un pò di tempo libero, decisi di fare due passi nella scuola ed esplorarla un pò visto che non la conoscevo ancora molto ; chissà forse avrei incontrato Mary. Arrivai nel cortile sul retro della scuola, era bellissimo. Un manto di verde, con delle grandi aiuole fiorite. Alberi di vario genere incorniciavano il paesaggio tra cui il salice piangente che era il mio preferito; c'era anche una bella fontana al centro di tutto quel verde. "Che spettacolo!Che silenzio paradisiaco".
    Passeggiai per un pò di tempo nel cortile sino a quando accanto ad un'aiuola circolare notai che al suo interno , sdraiato sull'erba c'era qualcuno. Riuscivo solo a vedere un paio di jeanz strappati e delle scarpe sportive nere e bianche. "Chi poteva essere? "Incuriosita mi sbilanciai oltre l'aiuola per vedere chi fosse. Finalmente riuscii a vedere la sua faccia.
    "Ahhhhh è lui! Il ragazzo di ieri!". Cercai di svignarmela visto che aveva gli occhi chiusi e probabilmente così disteso non mi aveva notata. Mentre cercavo di tagliare la corda, alle mie spalle una mano afferrò il mio polso tirandomi bruscamente indietro per farmi cadere inginocchiata all'interno dell'aiuola. Era lui che si era accorto della mia presenza e probabilmente della mia intenzione di darmela a gambe.
    - Cosa vuoi?- mi chiese continuando a restare beatamente immobile nella sua posizione di relax. Gambe a cavalcioni, braccia incrociate dietro la nuca e occhi chiusi. Oltre ai jeanz e le scarpe che avevo notato prima di essere trascinata nell'aiuola, non potei non notare il suo abbigliamento. Aveva una canottiera nera né molto larga né molto stretta. Aveva i capelli scompigliati, più del giorno precedente, una catenina al collo e vari braccialetti d'acciaio al polso. "Certo che era davvero carino! Che maleducato a starsene in quel modo come se fosse solo! Tuttavia già che c'ero forse avrei dovuto ringraziarlo per non avermi fatta cadere il giorno prima!"
    - Volevo ringraziarti per non avermi fatta cadere ieri, q..quando ci siamo scontrati nel corridoio - gli dissi guardando le mie mani che stringevano la mia gonna mentre me ne restavo inginocchiata accanto a lui che non mi degnava di uno sguardo. Stavo iniziando ad innervosirmi. "Che razza di comportamento".
    - Di nulla - mi rispose senza battere ciglio.
    Restammo un paio di minuti in silenzio, sembravano un'eternità. Cercai di inventarmi qualcosa per uscire da quella situazione al quanto imbarazzante.
    "Ma certo!" - Come ti chiami?- gli chiesi per spezzare il silenzio. Probabilmente la mia domanda scatenò in lui qualcosa. In un baleno si alzò e si sedette a gambe incrociate davanti a me.
    Era già qualcosa, dall'ignorarmi almeno era passato a guardarmi in faccia! Continuavo ancora a stringere tra le mani il lembo della mia gonna, ero nervosa e forse lui l'aveva notato. Quando mi guardava negli occhi in quel modo il mio cervello si scollegava e questo mi rendeva furiosa. Non dovevo essere così vulnerabile, sopratutto con lui.
    - Derek, mi chiamo Derek , e tu? - finalmente rispose alla mia domanda.
    - Jennifer! - risposi con tono secco. "La mia tensione trapelava anche dal mio modo di parlargli". Proseguii con un'altra domanda.
    - Perchè sei venuto in questa scuola? Cosa ...vorresti fare? Fammi indovinare...il chitarrista? - dedussi da come era vestito. Aveva l'aspetto di un chitarrista ai miei occhi, non so di preciso cosa mi portò ad affermarlo.
    - Brava, ottima intuizione. Fammi indovinare e tu sei qui per ...fare l'attrice comica? - mi disse rivolgendomi un sorriso beffardo, si prendeva gioco di me. Stavo per andare su tutte le furie...aveva detto attrice comica? "Probabilmente si riferiva alle cadute del giorno prima".
    - Si dà il caso signorino, che è stata colpa tua se entrambe le volte sono caduta ieri chiaro? Mi hai distratta guardandomi in quel modo! - sparai tutto d'un fiato senza pensarci due volte.
    "Accidenti, avrei voluto mordermi la lingua in quel preciso istante!"
    Mi guardava con faccia compiaciuta, estremamente fiero di sé mentre il sangue mi ribolliva nelle vene.
    - Ah ,ma davvero? Non credevo fossi così attratta da me! - disse spavaldo con il suo solito sorrisetto.
    Feci come per alzarmi, volevo andarmene, non reggevo più quella situazione. Non ero e non volevo essere il suo giocattolino. "Che avesse colpito il bersaglio?Aveva ragione? Ma a che diavolo pensavo? Si prendeva solo gioco di me". In quel momento un filo di vento si alzò. Derek mi prese per il polso e nuovamente mi riportò a terra, proprio davanti a lui. Si avvicinò sempre di più al mio viso e la sua mano finì sul mio codino, le sue dita tra i miei capelli. Con un gesto deciso mi sfilò la molla che teneva legati i miei lunghi capelli. In un lampo ne prese una ciocca e la portò vicino al suo naso. La sua vicinanza mi faceva uno strano effetto. Rimasi lì come paralizzata.
    - Che buon profumo di vaniglia - esclamò estasiato. Il mio cuore era in conflitto con il mio cervello. Il cuore mi diceva di restare, il cervello di scappare. "Poteva avere un senso tutto questo? Qual'era il significato di queste emozioni? Mi sentivo così smarrita."
    Quando alzò la testa dai miei capelli i nostri sguardi si incrociarono. Eravamo vicini, troppo vicini. La sua mano destra riprese lentamente i miei capelli per poi portarli dietro al mio orecchio, tuttavia la sua mano non si spostò; rimase lì a sfiorare la mia guancia. La sua mano era grande e calda; ebbi un brivido lungo la schiena. Sembrò un attimo interminabile e stranamente non volevo che finisse. In quel momento non sembrava il solito ragazzo strafottente che amava prendermi in giro, aveva uno sguardo intenso, profondo.
    Di colpo il silenzio si spezzò, qualcuno mi chiamò interrompendo qualsiasi cosa sarebbe potuto succedere in quel momento.
    - Jen, Jen che ci fai qui? La lezione di recitazione sta per iniziare - Derek lasciò la presa, mi voltai ,era Josh. Mi sembrò leggermente nervoso o infastidito da qualcosa.
    - S...si hai ragione ,arrivo! - gli dissi. Mi alzai da terra ancora scossa da quello che avevo provato prima dell'arrivo di Josh. I miei occhi ritornarono a Derek .
    - Ciao - gli dissi con voce sottile, mi voltai e raggiunsi Josh.

    Continua...

    Edited by star1488 - 21/7/2011, 12:19
     
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    Waaaa sono la prima a commentare, che onore!!!! Ho letto questi primi otto capitoli!!!! Che carina la storia mi piace molto!!! E poi quando c'è di mezzo la musica è ancora più coinvolgente!!! Molto bella..continua così...scrivi molto bene ^^
    Aspetterò gli altri capitoli!!! :ciau:
     
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    Ti ringraziooo :adora: mi fà piacere ^^
     
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    9. Riflessioni


    Mentre camminavamo per andare a lezione, Josh sembrava strano, infastidito per non sò quale motivo. Camminava al mio fianco, con gli occhi abbassati a fissarsi le scarpe. Mi sentivo a disagio.
    - Che ci facevi lì con quel tipo? ehm...ragazzo? - si corresse.
    - Niente, facevo due passi per il cortile quando l'ho incontrato per caso. Volevo ringraziarlo per avermi aiutata ieri - gli risposi senza guardarlo in faccia. Fortunatamente non mi chiese altro, non avrei saputo come rispondergli.
    Arrivammo davanti all'aula in cui si sarebbe tenuta la lezione di recitazione. Un avviso in bella vista davanti alla porta diceva che la lezione per oggi era stata sospesa. Rimanemmo sorpresi, chissà perché avevano rimandato la lezione. Questo voleva dire che potevamo tornarcene prima a casa. "Non male, anche volendo non sarei riuscita a concentrarmi adeguatamente".
    -A quanto pare possiamo tornarcene a casa Josh - gli dissi. Lo guardai e mi sembrò un pò meno nervoso di prima.
    -Si, se ti va facciamo due passi insieme - mi disse finalmente sorridendomi come aveva sempre fatto.
    - Ok per me và bene - non esitai a rispondere. Iniziammo ad incamminarci verso l'uscita di scuola.
    - Come torni a casa? Abiti lontano da qui? - mi chiese.
    -Si abbastanza Josh, prendo la metro per venire a scuola - gli dissi con faccia angosciata.
    - Cosa? Poveretta, immagino lo stress, perchè non alloggi nel campus della scuola come fanno la maggior parte degli studenti? Anche io alloggio lì - mi rispose guardandomi dubbioso.
    - Cosa? Un campus?...dove?> rimasi sorpresa, non sapevo dell'esistenza del campus. Per un attimo l'idea mi sembrò allettante; subito pensai però che avrei dovuto lasciare papà solo a casa e che per di più non potevo permettermi altre spese. Sicuramente alloggiare al campus non era gratis. Spiegai le mie motivazioni a Josh che si rattristò un pochino. Sembrava felice all'idea di vedermi nel campus.
    - Peccato, certo ti capisco. La rata mensile per l'alloggio non è molto alta, ma se non vuoi lasciar solo tuo padre pazienza! - aveva compreso le mie motivazioni.
    - Non è molto alta? mm... - iniziai a pensare che il campus sarebbe stata un'ottima soluzione e che comunque potevo andare a trovare papà ogni volta che volevo.
    - Ci penserò su, e poi dovrei anche trovarmi un lavoretto!- esclamai.
    Sembrò entusiasta della mia affermazione e riecco uno dei suoi fantastici sorrisi. Il sole iniziò a tramontare. I suoi occhi azzurri come il cielo alla luce del tramonto sembravano ancora più belli. Lentamente mi prese la mano.
    - Ti va se ci scambiamo i numeri di cellulare? - mi chiese ancora sorridendomi. Rimasi lì impalata e sorpresa per la sua domanda, eppure non mi aveva chiesto mica la luna; come mai la sua richiesta mi aveva spiazzata così?
    - S...si, certo! - gli risposi non appena mi ripresi. Ci scambiammo il numero di cellulare. Subito dopo si avvicinò a me e dolcemente mi baciò la guancia. "L'aria era più profumata del solito, provai una strana sensazione". Rimasi impietrita, senza fiatare né muovere un muscolo.
    - A domani Jen! - mi sussurrò all'orecchio prima di allontanarsi da me. Ancora incredula per tutte le emozioni che il mio cuore aveva dovuto sopportare in quella giornata, mi diressi verso casa. Arrivata a destinazione, guardai in cucina , papà era lì che preparava da mangiare.
    - Ciao papà - mi fiondai da lui.
    - Cosa prepari ? Ho una fame! - esclamai facendo una linguaccia. - Cotoletta di pollo e insalata - mi disse sorridendomi.
    - Fantastico! Vado a cambiarmi e scendo subito - gli dissi.
    - Certo piccola, fai con calma> mi rispose papà.
    Salii le scale, entrai in camera mia e in un baleno mi cambiai. Tornai subito in cucina, non solo avevo fame perché non avevo mangiato in mensa ma ero anche intenzionata a dire a papà del campus, ce la potevo fare. Papà aveva finito di preparare la cena e aveva anche smesso di apparecchiare tavola. Ci sedemmo per iniziare a cenare. Era tutto buonissimo come sempre. Da quando mamma non c'era più papà aveva anche imparato a cucinare. Dovevo dirglielo, ma non sapevo come iniziare il discorso. Me ne stavo lì a guardare il piatto senza dire una parola.
    - Jen, qualcosa non và? - non potevo proprio nascondergli niente. Mi conosceva troppo bene, per lui non avevo segreti.
    - Papà , veramente volevo dirti che stavo pensando ad un'alternativa alla metropolitana. Mi hanno detto che vicinissimo alla scuola c'è un campus dove alloggiano quasi tutti gli studenti. So che dovrei lasciarti qui solo a casa, ma verrei a trovarti spesso! - gli spiegai tutto quello che avevo da dirgli e speravo comprendesse le mie ragioni.
    - Ho capito, potevi dirmelo prima anche tranquillamente e senza esitazioni. Mi sembra un'ottima idea anche perché molto spesso manco di casa per via del lavoro e mi dispiace lasciarti qui sola. Almeno lì ci saranno i tuoi amici - disse mentre masticava un pezzo di cotoletta. Il mio viso si riempì di un grande sorriso. Mi alzai dal tavolo e corsi ad abbracciarlo.
    - Grazie mille papà -
    - Di niente tesoro, so quanto sia stressante prendere la metropolitana. Promettimi di nutrirti come si deve, non farmi stare in pensiero ok?-
    - Certo papà, te lo prometto-
    Non c'era niente da fare, per quanti anni passassero, io ero sempre la sua bambina.
    Tornai a sedermi e a mandare giù qualche boccone.
    - Mi hanno detto che la retta per alloggiare al campus non è molto alta. Se necessario mi troverò un lavoro, devo anche comprarmi la chitarra per le prove -
    - Cosa? No adesso non puoi lavorare, devi concentrarti sulla scuola. Ci penserò io per la retta, ed ecco i soldi per la chitarra!-
    Aveva tirato fuori il portafogli e mi aveva messo in mano i soldi necessari per acquistarla.
    - Ok, va bene papà -
    Non potevo contraddirlo, almeno non dopo che mi aveva dato il permesso di andare al campus.
    - Quando hai intenzione di trasferirti Jen?-
    - Non lo so ancora papà, ci penserò e ti farò sapere - gli dissi facendo spallucce.
    Finita la cena diedi la buona notte a papà e salii in camera mia.
    Sabato avrei avuto la lezione di chitarra quindi avrei dovuto esercitarmi almeno un pò. Non volevo farmi trovare impreparata. Pensai che avrei potuto chiedere a Mary di venire con me per comprarne una il giorno seguente.

    Continua...
     
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    10. Cambiamenti


    Come ogni mattina la mia sveglia suonò puntualmente. Un nuovo giorno era iniziato. Non avevo dormito molto bene. Quasi per tutta la notte avevo ripensato a ciò che mi era accaduto ieri, alla sensazione che avevo provato nel ricevere un bacio sulla guancia da Josh e alle forti emozioni contrastanti che Derek era riuscito a scatenare dentro di me. "Che Josh provasse qualcosa per me? Impossibile". Non mi ritenevo alla sua altezza. Era bellissimo, intelligente, avrebbe potuto avere ben altre ragazze. Rassegnata di non aver trovato una risposta alle mie domande, decisi di prepararmi. Impiegai meno tempo del solito a lavarmi e vestirmi. Volevo arrivare prima a scuola oggi, avrei voluto invitare Mary a fare due passi con me nel pomeriggio per andare ad acquistare la chitarra. Indossai al volo una gonna di jeanz e una maglietta azzurra a mezze maniche. Lasciai i capelli sciolti, legarli più accuratamente avrebbe richiesto più tempo ed io volevo sbrigarmi. Scesi le scale e ancora una volta notai sul tavolo della cucina un biglietto in cui papà mi avvisava che probabilmente questa sera avrebbe tardato. Povero papà, negli ultimi tempi lavorava parecchio. Feci colazione alla svelta e uscii di casa per andare a prendere la metro. Arrivai a scuola, il cortile era affollato come al solito. Accanto ad un albero, all'ombra riparati dal sole vidi Mary e Josh che parlavano e scherzavano tranquilli. Sembravano andare molto d'accordo. Decisi di avvicinarmi e salutarli, inoltre avrei potuto chiedere a Mary di venire con me nel pomeriggio. Era una buona occasione per chiederglielo, chissà altrimenti se l'avrei rivista durante la giornata. Non sempre avevamo le stesse lezioni quindi, perché non approfittarne?Con passo veloce, arrivai davanti a loro.
    - Ciao ragazzi - li salutai sorridendogli.
    - Ciaooo Jen, ieri non ci siamo viste - disse Mary sorridendomi e dandomi una pacca sulla spalla.
    - Ciao Jen - anche Josh ricambiò il mio saluto, facendomi però un'occhiolino. Era bello come sempre, anzi forse lo era di più. Come un flash mi passò davanti l'immagine di lui che mi baciava sulla guancia. Rincontrare il suo sguardo mi rendeva un pò più nervosa così per un istante abbassai lo sguardo. Mary ci guardava allibita. Il suo sguardo passava dalla mia faccia a quella di Josh, aveva probabilmente intuito una certa tensione tra noi.
    - Tutto bene ragazzi? - fu l'unica frase che mi venne in mente di pronunciare in quel momento.
    - Si si, tutto bene - disse Mary.
    - Tutto ok - rispose Josh.
    - Bene! - aggiunsi.
    - Mary, volevo chiederti una cosa. Oggi pomeriggio dovrei andare in centro per comperare una chitarra. Mi serve per le prove, vorresti accompagnarmi? Potremmo fare un giro per negozi e passare un po di tempo insieme. Che ne dici? - gli chiesi con occhietti dolci. Speravo proprio mi dicesse di si.
    - Oggi? Mi dispiace Jen ma oggi pomeriggio devo lavorare. Vorrei tanto venire ma non posso proprio. Perché non ci vai con Josh? - disse con un sorrisetto malizioso. Pensai che stesse architettando qualcosa. Mi fece un occhiolino e capii che la mia intuizione non era affatto sbagliata. Il mio sorriso si distorse leggermente. Guardai Josh, sembrava felice di quello che aveva appena sentito uscire dalla bocca di Mary. Ci mancava poco che si mettesse a saltellare.
    - Si se a Jen fa piacere, sarei felice di accompagnarla - disse guardandomi in faccia.
    "Bene e ora? Non avevo scelta. Dovevo accettare per forza". Josh se ne stava li con occhi speranzosi a fissarmi, sperando in una mia risposta positiva.
    - Certo che mi fa piacere. Dove ci vediamo? - gli risposi.
    - Va bene davanti alla grande fontana in centro, verso le 17.00?
    Ci pensai un attimo. Si potevo farcela a tornare a casa, prepararmi e stare in centro alle 17.00.
    - Ok, va bene - gli dissi sorridendogli.
    Avevo una strana sensazione. Mi sentivo osservata. Mi voltai e vidi Derek appoggiato ad un albero che mi guardava. I nostri sguardi si incrociarono. In preda al panico, alzai la mano destra per salutarlo ma si voltò dalla parte opposta chiudendo gli occhi. Rimasi impalata, con la mano in cenno di saluto come un'imbecille per alcuni minuti. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Si era voltato dal lato opposto, proprio quando stavo per salutarlo. Sembrava seccato!? Se ne stava li tranquillamente con gli auricolari nelle orecchie ad ascoltare musica. "Che razza di tipo quel Derek".
    - Jen che stai facendo...in quella posizione? - Mary interruppe i miei pensieri. "Accidenti, mi aveva notato".
    - Niente , niente, cacciavo una mosca - mentii facendogli un sorrisetto.
    La mia amica era rimasta scioccata per la mia affermazione. "Mi sentivo una stupida, qualcosa mi diceva che non ci aveva creduto", infatti si voltò per guardare nel punto proprio dove era appoggiato Derek.
    - Allora ci vediamo oggi Josh! Ciao ragazzi devo correre a lezione. Oggi ho la lezione privata con la prof, sarò da sola e probabilmente messa alla prova. Ci vediamo - sbottai tutto d'un fiato per poi dileguarmi.
    - Certo ci vediamo - risposero. Iniziai a correre per entrare nella scuola. Certe volte mi imbarazzavo da sola per quanto stupido fosse il mio comportamento. "Accidenti, sempre colpa sua se faccio figuracce del genere".

    Continua...
     
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    11. Musica e ricordi


    "Accidenti a me, perché ero scappata via così?". Arrivata nella scuola mi incamminai per raggiungere l'aula in cui avrei avuto la mia lezione di canto. Ero abbastanza tesa visto che era la prima lezione che affrontavo da sola. Giunta davanti all'aula notai che la professoressa era già li ad aspettarmi. Feci un sospiro ed entrai.
    - Buongiorno - feci cenno con la testa.
    - Buongiorno signorina Collins - rispose la prof.
    L'insegnante mi fece fare riscaldamento vocale per un paio di minuti. Finito il riscaldamento mi diede uno spartito su cui avrei dovuto adattare la mia voce. Mi fece fare degli esercizi per l'intonazione. La lezione durò un'ora e mezza.
    - Bene, per oggi basta così - mi disse annuendo con il capo. Forse era soddisfatta del mio lavoro. Ero felice perché cantare forse era la cosa che mi veniva più naturale. Solo quando cantavo riuscivo ad essere veramente me stessa, la musica riusciva a trasportarmi in un'altra dimensione. Dentro di me nasceva una forza indescrivibile, riuscivo a trovare pace e a dar sfogo alle mie emozioni. La professoressa uscì dall'aula e io rimasi li da sola. L'aula aveva a disposizione un piano e visto che dopo la mia lezione probabilmente l'aula sarebbe rimasta vuota decisi di suonarlo, per liberare ancora una volta le emozioni che portavo nascoste dentro di me. Un silenzio profondo mi avvolgeva, l'aula mi rilassava. La luce solare che entrava dalle finestre si rispecchiava sul lucido pianoforte, messo ad un angolo della stanza. Quest'atmosfera mi rasserenava, mi concedeva una piacevole pace interiore. Mi sedetti sullo sgabello del pianoforte ed iniziai a suonare.


    Senza nemmeno accorgermene, iniziai a suonare una musica a me molto cara. La musica che suonavo sempre con mia madre. La mia amata mamma, quanto avrei voluto fosse ancora qui con me. Mi mancava tantissimo.Mentre suonavo, la musica mi trascinava con sé, riportandomi a quei bellissimi momenti trascorsi insieme. I miei occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, incominciai a vedere sempre più sfocato sino a quando non riuscii più a trattenerle. Le lacrime ormai rigavano le mie guance. Mi mancava e non l'avevo ancora superato. Per troppo tempo ero riuscita a nascondere dentro di me questo dolore fingendo che tutto andasse bene. Potevo mentire agli altri ma non a me stessa. Mi mancava, avevo bisogno di lei, dei suoi abbracci, dei suoi silenzi, dei suoi sorrisi, dei suoi consigli; volevo condividere con lei ogni emozione della mia vita, ogni pianto, ogni sorriso. La volevo al mio fianco. Volevo ancora dirgli quanto le volevo bene.

    Continua...

    Musica: Hasegawa Tomoki - Setsunakute
     
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  15. fabyoletta
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    Davvero carina la tua storia *_* complimenti scrivi molto bene *_^
     
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152 replies since 14/7/2011, 14:22   1455 views
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