The world forgetting, by the world forgot.

[FanficDXH - Harry Potter Fic]

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    Premetto. Questa fanfic l'ho scritta qualche tempo fa su una piattaforma per fanfic che si chiama EFP, sono certa che qualcuna di voi la conoscerà: www.efpfanfic.net/

    Ho scritto in totale tre storie con più capitoli, questa in particolare è una storia già conclusa che conta 7 capitoli totali, ogni capitolo ha come titolo un frammento della poesia di A. Pope: Eloisa to Abelard. (www.monadnock.net/poems/eloisa.html/)

    Un'altra premessa riguarda la mia venerazione per la serie di Harry Potter (libri, ma apprezzo abbastanza anche i film). Io sono innamorata della coppia DracoxHarry, secondo me se nell'universo ci sono due uomini destinati a stare insieme... bhe sono loro.

    Non sono una scrittrice, non ambisco a diventarlo, ma vorrei sapere che ne pensate di questa storiellina che ho scritto, penso posterò un capitolo al giorno in modo da non dovervi far leggere 30 pagine in un giorno solo, sarebbe una tortura.




    Dimentica del Mondo…



    Hogwarts era finita: niente lezioni, niente dormitori e niente esami. Draco Malfoy l'ultima ora, dell'ultimo giorno, dell'ultimo anno di tutti gli anni trascorsi al castello, l'aveva passata seduto in mezzo al vialetto che portava chi era dentro, fuori e chi era fuori, dentro.

    Draco passò quell'ora a guardare il grande portone del castello, non facendo caso agli altri studenti che intanto gli passavano accanto, per entrare o per uscire.

    L'ultimo minuto poi decise di alzarsi: entrò dal portone, si voltò l'ultima volta, sentì echeggiare i propri passi nell'androne ormai vuoto e vi ripose più attenzione di quanta ne avesse mai messa.

    Toc... Toc... Toc...

    E uscì per l'ultima volta senza più guardarsi indietro.

    Harry Potter invece era seduto sul suo letto, nel suo dormitorio vuoto e sbatteva le palpebre mentre una mano saliva sul petto all'altezza del cuore.

    Harry Potter sentiva da molti giorni la sofferenza di dover dire addio alla sua casa, ma in quel momento avvertiva invece qualcosa … Qualcosa che non c'era.

    Invece di sentirsi invaso dalla sensazione malinconica in cui era sprofondato nell'ultimo periodo, in quel momento Harry James Potter avvertiva nettamente qualcosa che non c'era.

    La mancanza di qualcosa che non c'era e non c'era mai stata secondo la sua memoria, ma il cuore continuava a mandargli il rigurgito di una sensazione che la mente sapeva di non aver mai provato.

    Il cuore continuava a ripetere un addio, non a qualcosa, ma a qualcuno.


    ...Ma il castello alla fine si svuotò anche di loro, scheletro di gioie e dolori.

    E tutti gli studenti, anche quelli che potevano chiamarsi Eroi o Ex-Mangiamorte si trovarono un posto nella vita.

    Draco aveva scoperto d'essere bravo a trovare cose. Quindi Draco trovava cose.

    Draco trovava cose lontane, molto lontane.

    No. Draco Malfoy era il migliore: trovava cose, cose nascoste in posti difficili. Malfoy trovava cose nascoste nel posto in cui era più difficile trovarle e dato che lui, invece, le trovava... Era il Migliore.

    Aiutava i maghi e le streghe a capire se stessi, a trovare sentimenti ed emozioni incastrati in angoli appuntiti della loro mente.

    E Harry... Harry sapeva combattere i cattivi.
    Harry Potter catturava i cattivi come nessuno aveva mai fatto ed anche lui era il Migliore.

    Ma Harry Potter aveva perso qualcosa. No, ad Harry avevano nascosto qualcosa, una cosa molto importante in quel posto, che era il posto più difficile in cui poter trovare qualcosa.

    Harry Potter continuava a sentire mente e cuore che non si incastravano bene, mentre una continuava a sussurrargli che ancora non sapeva cosa fosse l'amore, che doveva ancora trovare quel qualcuno, tra tutti i qualcuno, che fosse nato per lui, il cuore continuava a gridare addio e aumentava i battiti come se fosse stato immerso per anni in Amore... e ora invece sentisse freddo.

    Fu così che il destino decise di far incontrare due persone: una che trovava cose e quella invece che ne aveva persa una. Il Destino aveva in quel caso gli occhi cobalto e la carnagione scura di Blaise Zabini.

    Blaise Zabini, per conoscere il nostro Sig. Destino, non aveva passato tempo seduto su nessun selciato, davanti a nessun portone di nessuna scuola e nemmeno era rimasto intrappolato tra le lenzuola immaginarie della malinconia nel proprio dormitorio.

    Blaise Zabini sapeva quello che voleva da quando era nato. Era infatti uno dei pochi, pochissimi, esseri al mondo a cui una madre snaturata o troppo amorevole aveva fatto non un dono qualsiasi, ma IL dono.
    Blaise Zabini era Solo, e quindi libero di quella libertà che vive di se stessa e che si nutre del benessere della solitudine, non di quella tragica di Potter né di quella dolorosa di Malfoy: Zabini era amato, a distanza.

    Ed era la distanza che rendeva Zabini uno di quegli esseri mitologici, soddisfatto di sé ed in pace con il mondo, fiero della propria libertà e profondamente conscio che questa venisse e vivesse della sua positiva solitudine. Quindi Blaise trovandosi a lavorare con Harry non aveva fatto fatica alcuna a lasciar scivolare via ex casate e vecchi risentimenti e quindi ad instaurare un autentico rapporto di amicizia con l'eroe.

    Harry dal canto suo sebbene prima sospettoso aveva accettato la vicinanza dell'altro con il distacco che da un po' sembrava vincerlo.

    Caso volle che il Sig. Destino della nostra storia non solo fosse tutte le cose meravigliose di cui abbiamo già parlato, ma che si sentisse talmente bene nella sua pelle da poter dedicare buona parte del suo tempo ad osservare ciò che intorno gli succedeva. Fu cosi che intuì che Harry Potter aveva perso qualcosa di importante.


    … Dal Mondo dimenticato.

     
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    Ho assolutamente mentito! Non ho avuto il tempo/coraggio di postare il capitolo 2... lo metto ora. *Fight!*



    Holy Silence.





    Dear fatal name! rest ever unreveal'd…





    Harry Potter faceva quello che tutti si aspettassero facesse. Lo faceva però con una dedizione maniacale coperta con una indifferente freddezza.



    Harry Potter sfidava la morte e qualche volta la vinceva e più il tempo passava più diventava bravo. Il Migliore tra gli Auror, il prossimo capo del dipartimento.



    Era scontato che lo fosse, ma i più informati... i più curiosi giuravano che quello che altri confondevano con coraggio, indomitezza e senso della giustizia... altro non era che... Meccanica.



    Harry Potter era coraggioso, secondo i più vicini al Salvatore, perchè non aveva nulla da perdere. Harry Potter era indomito, perchè non c'era cuore.. ne mente in quello che faceva. Continuava a fare quello che doveva incurante di tutto anche se ferito, Harry Potter non vinceva ne sfidava la morte. Potter si limitava ad ignorarla.



    Ancora una volta la fortuna avvicinò gli ex-nemici di sempre quando una maledizione colpì il salvatore del mondo magico di striscio costringendolo quindi ad una permanenza forzata al San Mungo.



    Caso, Fortuna e il Sig.Destino quindi decisero di incontrarsi e a quella strana riunione nella stanza di Harry Potter numero 256, quarto piano dell'ospedale, Blaise decise che era ora di trascinare anche Draco Malfoy.



    - Ho bisogno che mi accompagni da una persona a fare qualcosa -



    Draco, seduto comodamente sulla propria poltrona, nel proprio personalissimo ufficio, fermò le mani sulla scrivania e alzò lo sguardo sull'amico.



    - Che ti accompagni da qualcuno per qualcosa? -



    Blaise parve rifletterci per alcuni secondi, sebbene Malfoy non avesse fatto altro che ripetere le sue parole… cosa che fece accentuare la perplessità del biondo.



    - Si, ho bisogno che mi accompagni da qualcuno, per qualcosa. –



    Scandì lentamente il Sig. Destino. Più per assaggiare quelle parole che per studiarne il significato.



    - Si può sapere questo qualcuno e questo qualcosa? e poi accompagnarti dove? ho da fare Zabini. -



    - Al San Mungo a trovare un amico che per inciso ha anche bisogno di ritrovare qualcosa. -



    Inutile dirvi che ore dopo troveremo un biondo e un moro raggiungere il quarto piano dell'ospedale.

    Prima di entrare in quella camera però c'è bisogno di spiegare.



    Draco Malfoy, non era solo il migliore del suo lavoro, perchè era provvisto delle capacità per svolgerlo al meglio. All'ex serpe piaceva, scavare nelle menti altrui prenderne controllo per qualche ora, era una sorta di possessione ancora più intima di quella fisica.



    Quindi non ci dobbiamo stupire di ritrovarlo dopo poco ad accontentare il moro amico.

    In più Draco Malfoy leggeva i giornali e non c'era nemmeno una delle testate magiche che ignorasse l'attacco subito da Potter.



    E dato che era un genio in aritmanzia, almeno quanto era veloce a fare 2+2… comprese che quella mente e quel ricovero dovessero trovarsi entrambi sotto lo stesso nome: Harry James Potter.



    La passione per la... penetrazione mentale e l'ossessione innaturale da sempre provata per il moro Grifone si combinarono in una sorta di nuova e rinnovata mania.



    Come dicemmo, il moro piegò la maniglia e entrò nella stanza del San Mungo, ovviamente la stanza era praticamente il triplo di quelle degli altri pazienti, incantesimi di protezione e molti, moltissimi altri erano applicati a qualsiasi punto d'accesso alla stanza.



    Sembrava che da sempre quella stanza stesse aspettando Il Bambino sopravvissuto, sembrava che avessero sempre saputo che in un modo o nell'altro quel ragazzo avesse avuto bisogno di quell'angolo al San Mungo e a Draco vennero i Brividi appena scoprì la sua mente a vagare su quelle considerazioni.



    Harry Potter era disteso immobile sul letto ampio, il volto girato a guardare dall'ampia finestra, senza nemmeno girarsi parlò con sottile ironia.



    - Sembra che abbiano fatto la stanza apposta per me, devo dedurre che si aspettassero che la mia vita sarebbe gravitata attorno alla morte o al dolore? -



    Draco si tastò le labbra convinto d'aver parlato con un'altra voce. poi alzò lo sguardo sul viso del moro disteso sul letto e si portò le mani alla fronte per scongiurare altre perdite involontarie di pensiero.



    - Buongiorno Blaise.... Malfoy è un... onore.. credo… averti qui... -



    Blaise Zabini si fece spazio sul letto e con confidenza e intimità prese una mano del Grifone facendola ricadere mollemente sul copriletto.



    Harry lo guardava con occhi stanchi non accennando nemmeno un movimento. Draco si accomodò ancora silente sulla sedia lasciata vuota dall'amico.



    - Cosa vi porta al capezzale di questo ferito? -



    Poi corrugò la fronte e si corresse.



    - Anzi no, cosa ci fa Malfoy al capezzale del ferito. Tu, Blaise lo so. Sei venuto a torturarmi come hai fatto nell'ultimo mese e mezzo, non hai pietà nemmeno ora che sono inerme e vulnerabile. -



    Non c'era odio o risentimento nelle parole, ma sarcasmo e ironia lieve e... stanca.



    Draco fu tentato, enormemente tentato e si concentrò sul moro tentando di scavargli nella mente, non in profondità... ma di saggiare soltanto leggermente i pensieri superficiali, ma non vi riuscì... nebbia.

    Harry Potter era nebbia, dannatamente bravo ad occultarsi da farlo anche senza volontà diretta di schermarsi. Malfoy sogghignò, quella mente sarebbe stata sua, doveva solo pazientare e mostrarsi docile e professionale.

    I due amici dai capelli corvini parlarono del più e del meno fin quando Il Sig. Destino non decise che era ora di scoprire le carte.





    - Harry, ho portato qui con me Draco per una cosa importante, sai qual'è il suo lavoro? -



    - Trova cose per persone che non sanno nemmeno cosa cercare... -



    Harry Potter parlava fissando nuovamente la finestra e Draco lo guardava stranito, quella che all'inizio aveva confuso con stanchezza... non lo era.



    Distacco, freddezza, indolenza... gli occhi di Harry erano addormentati e Draco si rese conto che niente riusciva a smuovere il moro da quel torpore, tutto arrivava attutito. Con un sopraciglio alzato guardò Blaise che nel frattempo lo fissava e con un lieve cenno del capo, Draco seppe perchè era in quella stanza, perchè il suo migliore amico l'aveva trascinato da Potter.



    Blaise tornò a parlare all'auror.



    - Harry io penso che tu abbia perso qualcosa e vorrei che Draco ti aiutasse a trovarla. Sarà come un gioco nel tempo in cui dovrai rimanere qui per rimetterti. -



    Harry si voltò a guardarlo sempre nel modo apatico già descritto poi fissò i suoi occhi su Draco.



    Harry era apatico e sommerso in uno strano torpore, ma Harry Potter stava guardando Draco Malfoy e anche se il primo era al minimo del suo potenziale quello sguardo fece fremere il biondo.



    Poi annuì tornando a voltarsi verso la finestra.



    - Ottimo.. allora noi ti lasciamo riposare... Draco tornerà domattina. -



    Il moro non disse nulla e non li guardò.. semplicemente alzò una mano dal copriletto la scosse in maniera lenta e la riappoggiò li dove era sempre stata per l'intera durata di quella visita.



    Nor pass these lips in holy silence seal'd.

     
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