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[FanficDXH - Harry Potter Fic]

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    Ho assolutamente mentito! Non ho avuto il tempo/coraggio di postare il capitolo 2... lo metto ora. *Fight!*



    Holy Silence.





    Dear fatal name! rest ever unreveal'd…





    Harry Potter faceva quello che tutti si aspettassero facesse. Lo faceva però con una dedizione maniacale coperta con una indifferente freddezza.



    Harry Potter sfidava la morte e qualche volta la vinceva e più il tempo passava più diventava bravo. Il Migliore tra gli Auror, il prossimo capo del dipartimento.



    Era scontato che lo fosse, ma i più informati... i più curiosi giuravano che quello che altri confondevano con coraggio, indomitezza e senso della giustizia... altro non era che... Meccanica.



    Harry Potter era coraggioso, secondo i più vicini al Salvatore, perchè non aveva nulla da perdere. Harry Potter era indomito, perchè non c'era cuore.. ne mente in quello che faceva. Continuava a fare quello che doveva incurante di tutto anche se ferito, Harry Potter non vinceva ne sfidava la morte. Potter si limitava ad ignorarla.



    Ancora una volta la fortuna avvicinò gli ex-nemici di sempre quando una maledizione colpì il salvatore del mondo magico di striscio costringendolo quindi ad una permanenza forzata al San Mungo.



    Caso, Fortuna e il Sig.Destino quindi decisero di incontrarsi e a quella strana riunione nella stanza di Harry Potter numero 256, quarto piano dell'ospedale, Blaise decise che era ora di trascinare anche Draco Malfoy.



    - Ho bisogno che mi accompagni da una persona a fare qualcosa -



    Draco, seduto comodamente sulla propria poltrona, nel proprio personalissimo ufficio, fermò le mani sulla scrivania e alzò lo sguardo sull'amico.



    - Che ti accompagni da qualcuno per qualcosa? -



    Blaise parve rifletterci per alcuni secondi, sebbene Malfoy non avesse fatto altro che ripetere le sue parole… cosa che fece accentuare la perplessità del biondo.



    - Si, ho bisogno che mi accompagni da qualcuno, per qualcosa. –



    Scandì lentamente il Sig. Destino. Più per assaggiare quelle parole che per studiarne il significato.



    - Si può sapere questo qualcuno e questo qualcosa? e poi accompagnarti dove? ho da fare Zabini. -



    - Al San Mungo a trovare un amico che per inciso ha anche bisogno di ritrovare qualcosa. -



    Inutile dirvi che ore dopo troveremo un biondo e un moro raggiungere il quarto piano dell'ospedale.

    Prima di entrare in quella camera però c'è bisogno di spiegare.



    Draco Malfoy, non era solo il migliore del suo lavoro, perchè era provvisto delle capacità per svolgerlo al meglio. All'ex serpe piaceva, scavare nelle menti altrui prenderne controllo per qualche ora, era una sorta di possessione ancora più intima di quella fisica.



    Quindi non ci dobbiamo stupire di ritrovarlo dopo poco ad accontentare il moro amico.

    In più Draco Malfoy leggeva i giornali e non c'era nemmeno una delle testate magiche che ignorasse l'attacco subito da Potter.



    E dato che era un genio in aritmanzia, almeno quanto era veloce a fare 2+2… comprese che quella mente e quel ricovero dovessero trovarsi entrambi sotto lo stesso nome: Harry James Potter.



    La passione per la... penetrazione mentale e l'ossessione innaturale da sempre provata per il moro Grifone si combinarono in una sorta di nuova e rinnovata mania.



    Come dicemmo, il moro piegò la maniglia e entrò nella stanza del San Mungo, ovviamente la stanza era praticamente il triplo di quelle degli altri pazienti, incantesimi di protezione e molti, moltissimi altri erano applicati a qualsiasi punto d'accesso alla stanza.



    Sembrava che da sempre quella stanza stesse aspettando Il Bambino sopravvissuto, sembrava che avessero sempre saputo che in un modo o nell'altro quel ragazzo avesse avuto bisogno di quell'angolo al San Mungo e a Draco vennero i Brividi appena scoprì la sua mente a vagare su quelle considerazioni.



    Harry Potter era disteso immobile sul letto ampio, il volto girato a guardare dall'ampia finestra, senza nemmeno girarsi parlò con sottile ironia.



    - Sembra che abbiano fatto la stanza apposta per me, devo dedurre che si aspettassero che la mia vita sarebbe gravitata attorno alla morte o al dolore? -



    Draco si tastò le labbra convinto d'aver parlato con un'altra voce. poi alzò lo sguardo sul viso del moro disteso sul letto e si portò le mani alla fronte per scongiurare altre perdite involontarie di pensiero.



    - Buongiorno Blaise.... Malfoy è un... onore.. credo… averti qui... -



    Blaise Zabini si fece spazio sul letto e con confidenza e intimità prese una mano del Grifone facendola ricadere mollemente sul copriletto.



    Harry lo guardava con occhi stanchi non accennando nemmeno un movimento. Draco si accomodò ancora silente sulla sedia lasciata vuota dall'amico.



    - Cosa vi porta al capezzale di questo ferito? -



    Poi corrugò la fronte e si corresse.



    - Anzi no, cosa ci fa Malfoy al capezzale del ferito. Tu, Blaise lo so. Sei venuto a torturarmi come hai fatto nell'ultimo mese e mezzo, non hai pietà nemmeno ora che sono inerme e vulnerabile. -



    Non c'era odio o risentimento nelle parole, ma sarcasmo e ironia lieve e... stanca.



    Draco fu tentato, enormemente tentato e si concentrò sul moro tentando di scavargli nella mente, non in profondità... ma di saggiare soltanto leggermente i pensieri superficiali, ma non vi riuscì... nebbia.

    Harry Potter era nebbia, dannatamente bravo ad occultarsi da farlo anche senza volontà diretta di schermarsi. Malfoy sogghignò, quella mente sarebbe stata sua, doveva solo pazientare e mostrarsi docile e professionale.

    I due amici dai capelli corvini parlarono del più e del meno fin quando Il Sig. Destino non decise che era ora di scoprire le carte.





    - Harry, ho portato qui con me Draco per una cosa importante, sai qual'è il suo lavoro? -



    - Trova cose per persone che non sanno nemmeno cosa cercare... -



    Harry Potter parlava fissando nuovamente la finestra e Draco lo guardava stranito, quella che all'inizio aveva confuso con stanchezza... non lo era.



    Distacco, freddezza, indolenza... gli occhi di Harry erano addormentati e Draco si rese conto che niente riusciva a smuovere il moro da quel torpore, tutto arrivava attutito. Con un sopraciglio alzato guardò Blaise che nel frattempo lo fissava e con un lieve cenno del capo, Draco seppe perchè era in quella stanza, perchè il suo migliore amico l'aveva trascinato da Potter.



    Blaise tornò a parlare all'auror.



    - Harry io penso che tu abbia perso qualcosa e vorrei che Draco ti aiutasse a trovarla. Sarà come un gioco nel tempo in cui dovrai rimanere qui per rimetterti. -



    Harry si voltò a guardarlo sempre nel modo apatico già descritto poi fissò i suoi occhi su Draco.



    Harry era apatico e sommerso in uno strano torpore, ma Harry Potter stava guardando Draco Malfoy e anche se il primo era al minimo del suo potenziale quello sguardo fece fremere il biondo.



    Poi annuì tornando a voltarsi verso la finestra.



    - Ottimo.. allora noi ti lasciamo riposare... Draco tornerà domattina. -



    Il moro non disse nulla e non li guardò.. semplicemente alzò una mano dal copriletto la scosse in maniera lenta e la riappoggiò li dove era sempre stata per l'intera durata di quella visita.



    Nor pass these lips in holy silence seal'd.

     
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