An homophobic gay.

Ne pubblico una anche io, su xD E' anche su EFP, per evitare malintesi.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. LaviBookman
        +1   Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Titolo: A Homophobic Gay
    Genere: Yaoi/romantico
    Rating: Rosso
    Stato: Completo


    Capitolo 1: Aaron Smith.

    “Tana per Travis!”

    “Oh, cavolo! Ma come fai a trovare sempre tutti i miei nascondigli?!”

    “Ti nascondi sempre negli stessi posti, cosa pretendi.”

    Aaron rise di gusto e, sapendo che aveva ragione, sorrisi e scesi dall’albero dove, effettivamente, mi nascondevo sempre.

    “Adesso tocca a te contare!”

    “Che noia.”

    Appoggiai il viso all’albero coprendo la visuale con le mani ed iniziai a contare.

    “1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10…”

    Arrivato a 20, ero pronto e determinato a trovarlo ma, senza avere il tempo di dare un passo, la mano di Aaron si appoggiò all’albero mentre lui gridava “Tana!” ridendo.

    “Lo sai che stare dietro a chi conta non vale come nascondiglio!”

    “Aah, che lamentoso!”

    “Lamentoso? Sono queste le re-“

    Aaron, per zittirmi, mi diede un bacio che io subito ricambiai. Mi zittiva sempre così. Le sue labbra erano morbide e delicate e mi piaceva il loro sapore.

    “Mmh… Non siamo un troppo piccoli per questo? Ti ho detto molte volte che queste cose le fanno i grandi.”

    “Ma noi siamo grandi! Abbiamo già 5 anni!”

    Aaron rise. Aveva la capacità di rendere felice chiunque gli stesse accanto. E’ sempre bellissimo stare in sua compagnia.

    “Sì, hai ragione. Sì!”

    Risi con lui.

    “Travis, domani…



    … Prenderò un cazzo di 2!”

    Sospirai. Aaron non aveva ancora capito che lamentarsi non serviva ad alzare i voti. Deve studiare! Siamo al quinto anno ed avremo la maturità, non lo capisce.

    “Bè, allora studia.”

    Ero intento a sfogliare il mio libro di biologia quando lui me lo prese e lo posò sotto il banco.

    “Andiamo insieme al pub stasera.”

    Come al solito, scappa dalle sue responsabilità.

    “Sbaglio o si parlava di matematica prima?”

    Ripresi il libro cercando la pagina che stavo finendo di leggere.

    “Aah, che si fotta! Quel pub apre oggi e sarà pieno di ragazze.”

    “Devo studiare anche io per il compito.”

    Ragazze. Che ci troverà mai in loro? Vista la nostra relazione da bambini, speravo che anche lui fosse gay. Speranza vana. Aaron è molto popolare ed è circondato dalle ragazze più belle della scuola. Anche delle ragazze più grandi si sono interessate a lui ma come biasimarle. E’ alto, biondo, occhi verdi, muscoloso… E’ davvero bellissimo. Devo ammettere che lui sia l’unica persona che riesca a farmi venire mentre mi masturbo. A volte mi sento in colpa a pensare a lui, è il mio migliore amico anche se penso che possa piacermi. Forse… Un pochino. Dirglielo è però escluso. Bè, il fatto è che lui è…
    “Accidenti, a volte mi sembri un vero finocchio! Quando ti deciderai a farti qualche ragazza?”

    … Omofobo.

    “Non chiamarmi così. Devo solo studiare e dovresti farlo anche tu. La professoressa già non ti vede di buon’occhio. Cerca di impegnarti di più o rischi l’anno. Vuoi fare scena muta all’esame?”

    “E’ colpa di quella stronza! Non mi aiuta affatto e spiega male! Guadagna solo punti in bellezza, hai visto che tette?”

    Sospirai. Dov’è finito il piccolo Aaron Smith?

    Prima che potessi rispondere, la campanella annunciò la fine delle lezioni ed io riposi il mio libro di biologia nello zaino che mi misi in spalla.

    Stavo per chiedere ad Aaron di darmi un passaggio con la moto dato che ero a piedi ma, in quel momento, si avvicinò una delle sue conquiste.

    “Ehi bellissimo, mi daresti un passaggio?”

    La gonna che indossava era un incrocio tra una minigonna ed una fascia per capelli. Mi sorprende che non sia stata sgridata da qualche professore. Per non parlare della scollatura che, però, Aaron sembrava gradire.

    “Certo piccola, andiamo. Ne riparliamo dopo, Travis.”

    Aaron mise un braccio intorno al collo di Jenny ma, al posto di metterle la mano sulla spalla, la mise sul seno. Tipico. La ragazza sembrava però gradire e quindi uscirono insieme dall’aula come se niente fosse ed io rimasi a piedi. Dopo essermi messo lo zaino in spalla, seguii la folla di ragazzi che stava uscendo ed arrivai in cortile in tempo per vedere i due partire e per vedere Jenny avvinghiata al corpo del ragazzo che sarebbe dovuto essere mio. Inizialmente ero geloso delle attenzioni che Aaron dava agli altri ma ormai, dopo tutto questo tempo, non sento quasi più niente. So benissimo che per lui tutto questo è solo un passatempo e quindi non mi da più di tanto fastidio. Certo, preferirei che il trattamento che riserverà presto a quella ragazza fosse indirizzato a me, ma questo è impossibile che accada fuori dai sogni che ogni notte mi perseguitano. Una goccia d’acqua mi bagnò la punta del naso riportandomi alla realtà e mi resi conto di essere rimasto da solo e che tutti erano già andati via. Stava anche iniziando a piovere e quindi era meglio sbrigarsi.

    Mi tolsi la giacca e me la misi sulla testa iniziando a correre prima che iniziasse e diluviare.



    Arrivato giusto in tempo a casa, posai la giacca e lo zaino preparandomi qualcosa da mangiare. Ormai da qualche mese, ho iniziato a vivere da solo anche se continuo a vivere a spese dei miei. Optai per una bella cotoletta. Avevo della carne in frigo e non volevo sprecarla quindi la presi insieme ad un uovo e del pan grattato. Proprio mentre avevo le mani sporche per aver già impanato 2 fette, suonarono alla porta. Per non perdere tempo a lavarmi le mani, afferrai uno strofinaccio e lo usai per aprire la porta senza sporcare la maniglia. Davanti a me, si presentò un ragazzo bagnato dalla testa ai piedi tanto che la camicia aderiva perfettamente al suo corpo facendo trasparire leggermente i contorni dei suoi capezzoli. A stento trattenni un’erezione.

    “A-Aaron, che diavolo ci fai qui? Sai che hanno inventato gli ombrelli?”

    “Sta’ zitto, non lo trovavo.”

    Lo invitai ad entrare e lo costrinsi a togliersi le scarpe per non sporcare tutto il pavimento di fango.

    “Bè, hai fame? Sto facendo delle cotolette. So che a te piacciono molto.”

    Se dovessi usare una parola per descrivere la dieta di Aaron, il termine sarebbe ‘carne’. Praticamente mangia solo quello.

    “Non si rifiuta mai un pezzo di carne.”

    Come se fosse a casa sua, si coricò sul divano mettendo i piedi sul cuscino ed iniziò a guardare la televisione. Ormai ero abituato a questo tipo di comportamento quindi non ci badavo molto.

    “Ehi, mi bagni il divano!”

    Aaron sospirava ogni volta che gli impedivo di rendere casa mia un porcile. Per non doversi alzare dal divano per asciugarsi, si tolse la camicia e la gettò con noncuranza in un angolo che, ovviamente, bagnò.

    Avrei dovuto sgridarlo ma… Non riuscivo a far altro se non fissare i suoi pettorali così… Perfetti. Iniziavo a sentire caldo e nella mia mente iniziavano ad affollarsi pensieri che finivano tutti con Aaron che mi entrava dentro. Cercai di tornare alla realtà e gli diedi le spalle per evitare problemi ai piani bassi.

    “Contento? O devo togliere pure i pantaloni?”

    “Oh, uhm, no. Tienili.”

    Non avrei resistito.

    “Allora, perché sei qui? Jenny?”

    Ricominciai ad impanare le cotolette cercando di farne abbastanza per soddisfare quel carnivoro che litigava con le pile del mio telecomando.

    “Aah, ma per favore. Ha iniziato a blaterare a proposito di ‘avventurarci in una relazione seria e duratura’ e l’ho mandata via. Possibile che non esista una ragazza pronta a scopare e basta?”

    “No, non credo che esista. Tutte prima o poi vorranno una storia seria, lo sai. E prima o poi succederà anche a te.”

    “A me? Ne dubito. Sono le ragazze ad essere esposte al virus.”

    “Virus? Di cosa stai blaterando?”

    “Sì, virus! Il ‘virus dell’amore serio’, o qualcosa del genere. Prima o poi lo prendono tutte. Noi siamo immuni. Dovrebbero creare un vaccino.”

    Risi posando la quarta fetta di carne impanata.

    “Certo che ne dici molte di idiozie, Aaron.”

    “Mmh… Forse dovrei provare con un ragazzo.”

    Con quella frase, il mio cuore accelerò. Presi una padella.

    “U-Un ragazzo? Cos’è, adesso sei gay?”

    “Gay? Certo!”

    Aaron si mise in piedi dietro di me abbracciandomi ed avvicinandosi al mio orecchio tanto da sentire il suo respiro sul collo.

    “Tu sei disponibile per una scopata? Niente di serio.”

    Era ironico e scherzava, si vedeva, ma ero comunque imbarazzato e nervoso. In più, il suo petto aderiva alla mia schiena e sentivo chiaramente i suoi capezzoli a contatto con la mia pelle.

    “Oh, Aaron, staccati! Devo usare i fornelli!”

    Spero che i miei pantaloni continuino a rimanere piatti. Non era il momento per un’erezione!

    “Ehi, lascia-“

    Rise prendendomi in giro e mi afferrò il mento dandomi un bacio sulle labbra proprio come quelli che mi dava da piccolo per zittirmi.

    Quando mi calmai, Aaron mi lasciò porgendomi la bottiglia dell’olio.

    “Se vuoi friggerle, serve l’olio, sai?”

    Rimasi immobile per un po’ non realizzando del tutto quello che era successo. Non mi dava un bacio da quando avevamo più o meno 8 anni. Che gli era preso tutt’un tratto?!

    “L-Lo so, stupido!”

    Gli strappai dalle mani la bottiglia e gli diedi le spalle nella speranza che non avesse visto il mio viso rosso. Inondai la padella d’olio e ci misi sopra la prima fetta.

    Aaron rise e tornò al divano.

    “C-Cosa diavolo ti è preso? Hai voglia di fare nuove esperienze? Non usarmi come cavia!”

    Ero davvero imbarazzante e nervoso. Da piccolo, semplicemente ricevevo il bacio senza muovere un muscolo. Se avesse continuato con questa storia, non sono sicuro di essere in grado di stare fermo.

    “Ma che permaloso. Era un semplice bacio. Non ti ho mica infilato la lingua in bocca.”

    “Un bacio è sempre un bacio! E’ stato… E’ stato…”

    Bello.

    Fantastico.

    Mi ha reso felice.

    Ne vorrei ancora.

    “… Disgustoso!”

    Non è esattamente un termine che assocerei ad un bacio dato da Aaron ma quella fu la cosa meno strana da dire che mi è venuta in mente anche se era una bugia. Non potevo rischiare di fargli scoprire la mia omosessualità. Non voglio che mi respinga.

    “Oh, Travis! Stavo solo scherzando! Credi che mi sia piaciuto baciare un uomo? Non sono frocio!”

    Sospirai e feci cadere il discorso. Spero che sia davvero un caso isolato come dice lui.

    Finito di friggere le cotolette, le misi in un piatto che posai sul tavolo insieme a due piatti vuoti e le posate.

    Come previsto, Aaron divorò letteralmente più della metà delle fette di carne mentre io arrivai a mangiarne solo due.

    “Allora, quando usciamo questa sera?”

    Riprese posto sul divano mentre io iniziai a lavare i piatti.

    “Uscire? Ti ho già detto che devo studiare ed anche tu. Sappi che non ti passerò nessuna risposta.”

    “Ma come sei noioso! Avanti! Magari incontri qualche ragazza sexy anche tu e te la spassi una volta tanto. C’è a chi piace il ragazzo secchione.”

    “Non sono secchione!”

    “Bè, se non parli di scuola hai dei punti in bellezza. I tuoi capelli sono folti, alle ragazze piacciono così. Ed a differenza dei capelli, non hai gli occhi comunemente castani ma neri. Non è comune ed alle ragazze piace.”

    “Non mi importa.”

    “E dai! Forse devi lavorare un po’ sui muscoli. Sai, alle ragazze pia-“

    “Non mi importa niente di cosa piace alle ragazze! Niente! Non sono mai stato attratto da loro e personalmente preferisco così!”

    Dopo lo sfogo, mi resi conto di aver rivelato buona parte di ciò che avrei voluto lui non scoprisse mai. Mi guardava in silenzio e la cosa non prometteva niente di buono. Ormai, era tardi per ritirare tutto.

    “… Sono… Gay. Va bene?”

    Dalla sua faccia era chiaro che lo aveva già capito dalla mia sfuriata ma i suoi occhi avevano un’espressione indecifrabile. Non riuscivo a leggerci rabbia, né ribrezzo o sorpresa. Sperai davvero di non aver fatto l’errore più grande della mia vita.

    Non voglio perderlo.



    Capitolo 2: Alla ricerca di una cura.

    Aaron continuò a fissarmi e non seppi più cosa dovevo fare, cosa pensare. Per evitare il suo sguardo impenetrabile, mi rimisi a lavare i piatti come se niente fosse successo e gli diedi le spalle.

    Fa che non sia arrabbiato, fa che non mi respinga, fa che non mi odi.

    Immerso nei miei pensieri e nelle mie suppliche, sentii una mano tanto familiare posarsi sulla mia spalla. Che significa?

    “Amico, non pensavo che avessi questo problema. Sono stato insensibile.”

    … Problema? Lo chiama ‘problema’?

    “Uh? C-Cosa stai-“

    “Con quel bacio ti avrò anche reso le cose più difficili, mi dispiace. Prometto che ti aiuterò.”

    Mi sta parlando come se fossi un malato terminale!

    “Mi aiuterai? Aaron, cosa diavolo bla-“

    “Oggi, che tu voglia o no, andremo al pub e ti prometto che ti aiuterò ad uscire da questo problema. Non ti volterò le spalle. Siamo amici, no? Ti presenterò un paio di ragazze da urlo e vedrai che riuscirai a superarlo facilmente.”

    Aaron mi fece uno di quei bellissimi sorrisi che non mi faceva da tanto tempo e quindi non fui in grado di formulare una frase di senso compiuto che avesse senso.

    Era così maledettamente bello… Anche se stupido.

    “Problema? Aaron, ma ti sembro malato?”

    “No, non è una malattia ma possiamo superarla. Basta che… Non mi salti addosso.”

    Riprese la camicia che aveva gettato con noncuranza in un angolo e, anche se era ancora bagnata, la indossò.

    “Bè, grazie per il pranzo. Vengo a prenderti alle 21.00. Fatti trovare pronto e mettiti… Qualcosa di più sexy.”

    Detto questo, mi sorrise ed uscì di casa con la pioggia che si stava ormai calmando.

    “… E’ impazzito.”

    In fondo, però, fui felice di questa reazione. Poteva dire di odiarmi, che non voleva più vedermi, che gli facevo schifo ed invece no. Per quanto l’abbia visto nel modo sbagliato, disse che mi sarebbe rimasto accanto e questo mi rese davvero felice.

    Passai il resto del pomeriggio a studiare per il compito di matematica del giorno dopo cosa che, Aaron, sicuramente non faceva. Ero molto bravo in matematica a differenza sua e mi offrii molte volte di aiutarlo anche se lui, essendo svogliato, rifiutò e non seppe fare altro se non lamentarsi dei brutti voti più che meritati. Per cena mi preparai dei semplici spaghetti con la salsa e cercai di mangiarne molti in vista della serata piena di alcool a cui Aaron mi avrebbe sottoposto. Finita la cena, lavai velocemente i pochi piatti che avevo sporcato e mi diressi in camera mia.

    “Chissà cosa intendeva esattamente con ‘vestiti sexy’.”

    Sospirai. Lui ed io ci vestivamo in modo molto diverso.

    Guardai nel mio armadio e cercai un indumento che potesse sembrare ‘sexy’. Avevo molte magliette pesanti e molte erano a collo alto. Cosa potevo mettere? Poi ebbi un flash e mi ricordai della camicia aderente – mai messa – che Aaron mi regalò al mio compleanno di due anni fa. Dovrebbe starmi ancora. Cercai in fondo all’armadio e trovai la camicia nera anche se un po’ stropicciata. Afferrai un paio di jeans aderenti e mi diressi verso il ferro da stiro cercando di rendere abbastanza liscia la camicia. Questi possono essere considerati indumenti sexy? Li presi e li indossai andandomi subito a guardare allo specchio. Non sembravo nemmeno io. Andai in bagno a lavarmi la faccia, i denti e le orecchie per poi cercare di sistemare i miei capelli folti che non stavano mai in ordine. Andava bene così? Prima di rispondere a questa domanda, sentii suonare alla porta e scesi ad aprire afferrando prima il portafoglio e le chiavi mettendole in tasca. Ad aspettarmi c’era Aaron in tutto il suo splendore che indossava una maglietta – più simile ad una canottiera – che gli delineava ogni singolo muscolo. Era davvero sexy. Mi guardò dalla testa ai piedi.

    “Wow… Adesso ci capiamo!”

    Mi prese per il braccio e mi fece uscire chiudendo la porta.

    “Questa sarà la notte decisiva. Tutto è permesso e non ci saranno regole. Ci divertiremo un mondo e finalmente ti farai qualcuna, cazzo!”

    Disse quelle parole molto seriamente ed aveva un sorriso entusiasta sul volto. Pensava sul serio che io potessi guarire da una ‘malattia’ che non avevo? Anzi, che non esisteva?

    “Uhm, sì. Ci divertiremo.”

    “E berremo, soprattutto! Dai, sali!”

    Aaron salì a bordo della sua moto mettendosi il casco e dandone un altro a me che indossai. Salii dietro di lui e, un po’ in certo sulla reazione che poteva avere, lo abbracciai leggermente solo per tenermi. Stranamente, non disse niente e partì. Sentii i suoi muscoli attraverso la maglietta e desiderai poterli toccare ed accarezzare ancora di più. Aaron rise.

    “Eh? Che succede? Che hai?”

    “No, niente. Mi stavo figurando la scena di te con un’erezione. Ti vedo già balbettare per spiegarti.”

    Rise di gusto mentre io arrossii. Come fa a dire una cosa del genere tanto tranquillamente?!

    “Erezione?! Ma che pensieri fai?! Sei un pervertito in qualsiasi caso! Gay o etero!”

    Anche se fu una frase che poteva evitare, c’era del vero. Poteva davvero venirmi in qualsiasi momento data la posizione e la circostanza. Sperai davvero di non dover vivere quella scena.

    “Sono sicuro che, in fondo in fondo, anche tu sei un pervertito. Chissà quante volte ti masturbi pensando a chissà chi”, rispose sorridendo.

    Arrossii dato che era proprio a lui che pensavo e chiusi il discorso stringendo a me quel corpo che avrei tanto voluto.

    Appena arrivati, Aaron parcheggiò e, vedendomi in difficoltà, mi aiutò a scendere dalla moto tenendomi per mano. La sua pelle era molto calda e morbida. Fu molto bello tenergliela anche se per pochi secondi.

    Tolti e posati i caschi, entrammo nel bar appena aperto e molto affollato. Come aveva predetto, era pieno di ragazze.

    “Aah, il paradiso! Tette a volontà!”

    Non sapeva proprio trattenersi dal fare commenti di quel tipo.

    “Certo. Prendiamo posto?”

    Mi diressi verso delle sedie ancora libere davanti al bancone seguito da Aaron che sbuffava.
    “Sei proprio noioso!”

    Ci sedemmo uno accanto all’altro e, nonostante il forte rumore della musica e del chiacchierio generale, riuscimmo a prendere io una birra e lui una vodka.

    “Come sei noioso! E’ sera, siamo qui per divertirci. Osa di più!”

    Finsi di non averlo sentito a causa della musica ed iniziai a sorseggiare la mia birra mentre lui bevve il suo alcolico tutto d’un fiato.

    Molte ragazze nel pub adocchiarono Aaron. Devo ammettere che molte guardavano anche me ma, sinceramente, non mi importò.

    Aaron mise gli occhi su una bionda che portava almeno una quinta.

    “Ooh, iniziamo a ragionare. Bè, vado a fare la conoscenza di quella ragazza. Sembra da sola e mi dispiace. Le chiedo se ha delle amiche! Tu intanto… Fai conoscenza.”

    Nemmeno il tempo di rispondergli che filò dalla ragazza iniziando palesemente a provarci con lei. Sospirai. Non mi andava di parlare con nessuno.

    “Scusami, è occupato questo posto?”, chiese una voce sconosciuta.

    Mi voltai e vidi un ragazzo alto dai capelli neri e gli occhi di un verde brillante che indicava il posto di Aaron. Cercai Aaron con lo sguardo e, vedendo che era piuttosto… ‘Occupato’… Feci cenno di no. Lo sconosciuto sorrise e si mise a sedere porgendomi la mano.

    “Il mio nome è Tom. In realtà è Thomas ma non mi si addice.”

    Sorrise in modo davvero… Fantastico. Era un bel ragazzo.

    “Uhm, io sono Travis.”, risposi stringendola. Anche lui, come Aaron, aveva la mano calda e morbida.

    “Bel nome. Sei qui da solo, Travis?”

    “Oh, no. Sono qui con un mio amico ma al momento è… Un po’ occupato.”

    “Capisco. Io sono venuto da solo invece ma inizio ad annoiarmi. C’è troppo casino.”

    Come me, ordinò una birra ed iniziò a sorseggiarla.

    “Già, hai ragione.”

    Sorrisi e continuai a bere la mia.

    “Bè, in questi momenti si riesce spesso a trovare qualcosa di interessante che riesca a trattenerti nonostante il disagio.”

    Non capii bene ciò che intendesse, quindi continuai a bere.

    “Quanti anni hai?”

    “Uh? Oh… Ho compiuto 19 anni due mesi fa. E tu?”

    “Io ne ho 21. Vado al secondo anno all’università. Frequento il corso d’arte.”

    “Arte? Ti piace disegnare? Io non ne sono proprio capace.”

    Ci provai molte volte ma sempre con risultati disastrosi.

    “Bè, bisogna prenderci la mano. Ci vuole allenamento e tanta pazienza. Chiunque può disegnare qualcosa di meraviglioso. Ciò che importa è la passione.”

    Sorrisi.
    “Già, hai ragione.”

    “Se vuoi posso mostrarti i miei disegni qualche volta.”

    “Davvero? Mi piacerebbe.”

    “Va bene. La prossima volta, prometto che te li mostrerò.”

    Mi mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio ed inizio a giocare con una ciocca che pendeva ribelle guardandola con estremo interesse.

    “Hai… Dei bei capelli. Sono morbidi. E’ insolito per un ragazzo.”

    Non ero abituato al tocco di un uomo e quindi arrossii leggermente.

    “Bè, grazie.”

    Io e Tom fummo abbastanza vicini da poter sentire uno il respiro dell’altro. La situazione iniziò a diventare imbarazzante ma non sapevo cosa dire per non sembrare maleducato ed inopportuno. Teoricamente un uomo etero può avvicinarsi ad un altro con noncuranza senza avere mille pensieri che gli attraversino la mente. Io, però, non sono etero e quella vicinanza eccessiva mi imbarazzava.

    Proprio quando stavo per dire qualcosa, una mano sbatté violentemente contro il bancone passando tra il mio viso e quello di Tom costringendoci ad allontanarci anche più del necessario.

    “A-Aaron? Che diavolo ti prende?!”

    Mi sembrò abbastanza irritato.

    “Non è il tipo di nuova conoscenza a cui alludevo, Travis.”

    “Oh, è questo ‘l’amico’ con cui sei venuto qui?”
    “Già. Lui è Aaron. Aaron, Tom.”

    “Piacere di non conoscerti, Tom.”

    Sembrò abbastanza seccato da quella frase ma la mia nuova conoscenza riprese a sorseggiare la birra facendo finta di niente.

    “Non ti sembra di esagerare? Mi hai fatto spaventare! Sai, nel mondo comune è possibile fare amicizia anche con persone dello stesso sesso.”

    “Tsk, amicizia. Sono convinto che non sia l’amicizia ciò che sperava di avere da te questo tizio.”

    “Ehi, vacci piano e non insultarmi! Io e Travis stavamo solo parlando.”

    “Parlando? Eri a due centimetri dalle sue fottute labbra, cazzo!”

    “Aaron, calmati!”

    “No che non mi calmo! Usciamo!”

    Senza darmi il tempo di obbiettare, mi afferrò per il braccio e mi trascinò fuori dal pub con un’espressione irritata sul volto. Che avevo fatto di così male?

    “Aaron! Mi fai male!”

    Cercai di farmi lasciare il braccio e, come risposta alle mie proteste, mi sbatté contro un muro appoggiando le mani alla superficie accanto alle mie orecchie. Si avvicinò quasi quanto Tom.

    “C-Cosa…?”

    “Sto cercando di guarirti, okay? Ma non puoi fare così! E’ come se tu avessi la febbre e per curarla ti andassi a buttare nudo in un lago gelato durante l’inverno!”

    “Oh, accidenti! Stavamo solo… Parlando.”

    Non riuscivo a ragionare con Aaron a pochi centimetri dal mio viso, dalle mie labbra. Mi trattenni con tutte le forze per non baciarlo. Sono molto felice che lui abbia, più o meno, accettato la mia omosessualità. Non posso rischiare così.

    “Parlando? Solo parlando? Solo perché vi ho interrotti io!”

    “Accidenti! P-Perché sei così arrabbiato!”

    “PERCHE’ MI IRRITA VEDERTI FARE LA RAGAZZINA CON UN ALTRO UOMO CHE TI FA LA CORTE!”



    Edited by LaviBookman - 2/8/2012, 15:46
     
    .
  2. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 3: Una sorpresa inaspettata

    Credo di non essere mai arrossito tanto in vita mia.

    Non può essere geloso. E’ omofobo e sono il suo migliore amico. Non può, non può, non può… O può?

    Rendendosi conto di aver detto quella frase, notai che sulle sue guance apparvero delle tracce di… Rossore?

    “N-Non fraintendere, cazzone! Mi fa senso vedere due maschi fare… Quelle cose! Mi fa strano! Voglio guarirti ma ciò non significa che io debba assistere a certe scene, cazzo!”

    “Quali scene, accidenti?! E’ stata solo una chiacchierata veloce!”

    “Aah, ci rinuncio!”

    Aaron si allontanò da me sbuffando e grattandosi la testa dal nervoso.

    “Devo prenderti una prostituta per farti capire come funziona? La figa è buona, il cazzo no!”

    “Sei troppo volgare, accidenti! E poi non è così facile! Se tu avessi una cotta per un ragazzo, riusciresti tanto facilmente ad interessarti a delle ragazze?!”

    Aaron mi guardò con espressione interrogativa per poi spalancare la bocca.

    “… Tu hai… Una cotta per un maschio?! Non credevo che la situazione fosse così grave! Tu hai bisogno di un po’ di fi-“

    “Smettila di dire quella parola! E poi io mi vado benissimo così! T-Tu sei il mio migliore amico e come tale dovresti sostenermi e non buttarmi giù o cercare di cambiarmi! Non posso andarti bene così?!”

    Le lacrime iniziarono a voler uscire ed io cercai di ricacciarle dentro. Una, però, scese lenta sulla mia guancia seguita da tutte le altre che iniziarono a scendere veloci.

    Le asciugai con la manica della maglietta mentre il mio amico si appoggiava alla macchina di chissà chi senza sapere cosa dire per questa mia reazione inaspettata.

    Non mi guardava nemmeno in faccia.

    “… Travis, io ti voglio bene. Questa cosa, però, non mi va giù. E’ troppo strana e non voglio arrendermi prima di averci provato.”

    Detto questo, si avvicinò a me e mi asciugò il viso con la propria manica finché le lacrime non smisero definitivamente di scendere.

    Sapeva sempre cosa dire in questi momenti ed era l’unico capace di farmi piangere e smettere a comando. A volte sapeva essere molto dolce in fin dei conti ma non si rende minimamente conto delle ripercussioni che aveva su di me questo suo atteggiamento.

    Vide che smisi di piangere e mi sorrise.

    “Avanti, non tutto è perduto! Andiamo?”

    “Non voglio tornare in quel bar, è troppo rumoroso.”
    “Oh, nemmeno io. Volevo andare a casa.”

    “Uh? Mi sembrava che ti stessi divertendo.”

    “Lì c’è della gente… Che non mi va a genio. Andiamo.”

    Eppure la bionda sembrava piacergli.

    Ci incamminammo verso la sua moto in silenzio quando, all’improvviso, disse “Ehi, se ti invito a dormire da me non mi salti addosso, vero?”

    Dormo spesso a casa sua e non gli ho mai fatto niente. Immagino che mi reputi ‘innocuo’.

    “No, Aaron. Non ti salterò addosso.”

    Sospirai e salii insieme a lui sulla moto e mettendomi il casco. Lo abbracciai come prima e partii.

    Dopo essere passati da casa mia per prendere l’occorrente, andammo a casa sua e mi diede la precedenza per fare la doccia. Posai il cambio nella camera di Aaron – di solito dormivo lì e, a meno che non voglia farmi stare sul divano, quello è l’unico posto dove posso stare – ed andai in bagno spogliandomi ed aprendo l’acqua. Casa sua è abbastanza grande anche se vive da solo.

    Proprio quando stavo per entrare, Aaron aprii la porta.

    “Hai dimenticato di sotto le… Pantofole.”
    Credo che quella fosse la prima volta che uno dei due vede l’altro completamente nudo e non potei fare a meno di arrossire.

    Notai che mi stava squadrando dalla testa ai piedi rimanendo a bocca aperta.

    Dato che non accennava a parlare, decisi di interrompere io il silenzio.

    “Uhm, grazie. P-Posale pure lì.”

    Aaron annuii e posò le mie pantofole all’entrata uscendo e chiudendo la porta.

    E’ stato… Strano.

    Entrai nella doccia e l’acqua calda mi colpii il viso. Fu una bella sensazione e mi ristorò.

    Pian piano si face sempre più vivo in me il pensiero che ero da solo a casa con Aaron, che dormiremo nella stessa stanza, nello stesso letto. Arrossii.

    Spesi un po’ di tempo per lavarmi i capelli e dopo uscii dalla doccia mettendomi una tovaglia in vita ed usandone un’altra per togliere l’acqua in eccesso dai capelli.

    Al momento di usare il phon, ebbi difficoltà a trovarlo e quindi aprii la porta.

    “Aaron, dov’è il phon?”

    “Oh, è nello sportello sotto il lavandino.”

    Notai che in mano aveva due pizze. Non è un granché in cucina e spesso si faceva portare il cibo a domicilio.

    Tornai in bagno e presi il phon asciugandomi i capelli.

    Dopo essermi vestito, scesi al piano di sotto e notai che Aaron aveva posato le pizze sul tavolino davanti alla televisione.

    “Ehi, Travis, ti va un film?”

    “Uhm, va bene. Ma non dovresti farti una doccia prima?”

    “Mmh, la farò prima di andare a dormire.”

    Alzai le spalle presi posto sul divano aprendo una delle pizze. Era al prosciutto.

    Come sempre, prendeva la pizza che mi piaceva di più.

    Aaron prese posto accanto a me e presa la sua pizza, ovviamente, prosciutto e funghi. Aveva gusti strani. Fece partire col telecomando il film che aveva precedentemente inserito. Era un film romantico che mi aveva fatto vedere molte volte. A dispetto del suo comportamento da stronzo e stupido, lui amava il genere romantico. E’ una cosa di cui non andava fiero e probabilmente sono l’unico a saperlo. A pensarci, so molte cose che altri non sanno e questo mi rende felice.

    Aaron era totalmente concentrato sul film nonostante lo conoscesse a memoria.

    Ogni volta che lo guardo, mi sorprendo dei lineamenti così perfetti. E’ possibile che una persona non abbia difetti fisici? Ha i capelli di un biondo meraviglioso, sempre in ordine. Il suo profilo è disegnato in modo perfetto e la sua pelle non ha un difetto. Le sue labbra sono morbide e carnose ed il suo fisico, bè, non credo che abbia bisogno di descrizioni. E’ la perfezione fatta a persona… Fisicamente.

    Fui talmente distratto dai miei pensieri da non rendermi conto che lo stavo fissando e che lui stava facendo altrettanto solo che lui aveva sul volto un’espressione interrogativa.

    “… Travis?”

    Scossi la testa e tornai nel mondo reale.

    “E-Eh? Cosa?”

    “Uhm, il film è finito. Perché diavolo mi fissavi in quel modo? Facevi impressione!”

    “E-Eh? E’ finito? O-Oh, uhm, niente. Ero sovrappensiero e guardavo un punto a caso. Eheh.”

    Aaron sembrò un po’ scettico ma mi credette.

    “Mmh, andiamo a dormire?”

    “Va bene ma prima devi farti una doccia.”

    Sospirò.

    “Va bene, mammina.”

    Detto questo, andò in bagno e sorrisi raggiungendo camera sua.

    Nella sua stanza c’erano molte cose legate a me. Molte nostre foto, miei regali…

    La mia preferita era la fotografia che ci siamo fatti al suo sesto compleanno. Siamo abbracciati e sorridiamo. Ricordo quel momento come se fosse ieri.



    “Aaron, buon compleanno!”

    Gli porsi una piccola scatola contenente una collana rossa, il suo colore preferito.

    “Ooh, grazie! Cos’è, cos’è? Dimmelo!”

    Entusiasta, prese la scatola.

    “Ce l’hai tra le mani. Aprilo e lo scoprirai!”

    Risi e lui sorrise scartando velocemente il mio regalo.

    “Uuooooh! Travis, è bellissima! Grazie!”

    Sorrise porgendomela.

    “Me la metti al collo?”

    “Certo.”

    La presi e gliela legai.

    “Sono felice che ti piaccia. Ti sta bene.”

    “Mi piace tantissimo! E poi… E’ rossa! Grazie!”

    Aaron sembrava davvero contento e ne fui felice.

    “Ragazzi, volete farvi una fotografia?”

    Sua madre venne qui armata di fotocamera.

    “Mmh, okay! Travis, mettiti in posa!”

    Aaron mi abbracciò ed io lo ricambiai. Sorridemmo entrambi a sua madre che scattò una fotografia.

    “Oh, com’è carina! Questa la incorniciamo.”

    “Voglio metterla in camera mia!”

    Sorrise.



    Non pensavo da molto a quel momento. Aaron tiene ancora la fotografia in camera e non si è mai tolto quella collana finora. Sorrisi e mi coricai sul suo letto lasciandogli un po’ di spazio.

    “Fatta, contento?”

    Entrò nella camera con solo un piccolo… Piccolo… Minuscolo… Asciugamano che gli copriva le parti basse. Come può sfidare così la mia resistenza?! Credo che sia convinto che io non potrei mai essere attratto da lui visto che è mio amico. Se sapesse cosa provo…

    Anche se quella sera non ci fu molto freddo, mi coprii per evitare degli… ‘Inconvenienti’.

    “Uhm, sì. Muoviti che ho sonno.”

    Aaron prese il suo pigiama – che comprendeva solo i pantaloni – e tolse con noncuranza l’asciugamano mostrandosi in tutta – e dico tutta – la sua bellezza.

    E’ forse impazzito?! Non si era mai mostrato a me in questo modo e lo fa proprio dopo che rivelo la mia omosessualità?!

    Inevitabilmente, ecco che la mia erezione non si fa aspettare.

    Cazzo.

    Aaron indossò le mutante ed il ‘pigiama’ mentre io strinsi le coperte pensando a cosa potevo fare.

    Che faccio, che faccio, che faccio?!

    “Tutto bene, Travis?”

    Aaron mi guardava con aria interrogativa e, mentre annuivo, lui afferrò la coperta per alzarla e coricarsi.

    “N-No, fermo!”

    “… Che ti prende? Devo coricarmi! Che hai, un’erezione?”

    Tirò via le coperte ed, inevitabilmente, se ne accorse subito.

    Non vorrei sbagliare ma credo che sia arrossito. Non posso averne la certezza perché tutto accadde così in fretta che ci misi un po’ a realizzare il tutto.

    Aaron stava sulle mie gambe ed i pantaloni del mio pigiama si erano abbassati senza che io me ne accorgessi.

    “A-Aaro-“

    Aaron prese il mio membro in bocca ed iniziò a leccarlo facendomi eccitare come mai successo prima d’ora.

    Ero sorpreso, imbarazzato, nervoso, felice, confuso ma soprattutto ero eccitato.

    Afferrai i suoi capelli stringendoli. La mia mente mi disse di farlo smettere ed anche il mio cuore era d’accordo. Qualcos’altro, però, non voleva.

    Alzai il viso iniziando ad ansimare e stringendo la coperta con la mano libera.

    Aaron non accennava a smettere ed, anzi, continuava con sempre più foga fino a quando, per la prima volta al di fuori dei miei sogni, gli venni in bocca.

     
    .
  3. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 4: Travis Collins

    POV Aaron



    Eravamo in classe e, come al solito, Travis stava spendendo la pausa per ripassare. Che razza di secchione.

    “Domani prenderò un cazzo di due!”

    Come al solito, sospirò. Non è mica colpa mia, e che cavolo! Quella troia non sa insegnare!

    “Bè, allora studia.”

    Travis continuava a sfogliare e leggere quel dannato libro. Devo distrarlo prima che mandi totalmente a puttane la sua vita sociale. Presi il suo libro e lo posai sotto il banco.

    “Andiamo insieme al pub stasera.”
    “Sbaglio o si parlava di matematica prima?”

    Ovviamente, si riprese quell’inutile libro.
    “Aah che si fotta! Quel pub apre oggi e sarà pieno di ragazze.”

    “Devo studiare anche io per il compito.”

    “Accidenti, a volte mi sembri un vero finocchio! Quando ti deciderai a farti qualche ragazza?”

    Travis era davvero strano! Spesso avevo l’impressione che fosse davvero gay! Ogni volta che parlo di ragazze, lui evita l’argomento e parla di cazzate come la scuola. Oltretutto, non è mai uscito con nessuna, non ha mai avuto una relazione con loro e non ha mai avuto il piacere di palpare due bei seni! Se sapesse cosa si perde…

    “Non chiamarmi così. Devo solo studiare e dovresti farlo anche tu. La professoressa già non ti vede di buon’occhio. Cerca di impegnarti di più o rischi l’anno. Vuoi fare scena muta all’esame?”

    “E’ colpa di quella stronza! Non mi aiuta affatto e spiega male! Guadagna solo punti in bellezza, hai visto che tette?”

    Oh, come me la farei quella.

    Travis sospirò e, prima che riuscisse a rispondere, suonò la campanella. Finalmente.

    Vedo avvicinarsi a me Jenny, una ragazza che mi sono fatto un paio di volte. Non credo di averla mai vista ben coperta. Ma ha delle tette assurde.

    “Ehi bellissimo, mi daresti un passaggio?”

    Scopata in arrivo.

    “Certo piccola, andiamo. Ne riparliamo dopo, Travis.”

    Com’ero solito fare, le misi un braccio intorno al collo e le palpai uno dei seni. Gradiva sempre queste mie ‘attenzioni’ ed io mi assicuravo sempre di soddisfarla.

    Uscimmo da scuola e la feci salire sulla mia moto prestando attenzione a metterle le mani sul sedere. Salgo a bordo e lei, come sempre, si avvinghia a me come un polpo. E’ piuttosto appiccicosa ma a letto vale molto. Metto in moto e sento che alcune gocce d’acqua iniziano a bagnarmi il viso. Sta per piovere.

    “Ehi, casa mia o tua?”

    Ormai per avere una scopata bastava questa domanda. Niente convenevoli o cerimonie inutili. La domanda è… Me la vuoi dare o no? Non c’era bisogno di perdere tempo in cazzate come… Portare fiori che si appassiranno o cioccolatini che nemmeno mangeranno. E’ stupido.

    “Da te. Ho detto ai miei che oggi sarei stata a casa di Kate.”

    Fatta anche lei. Non vale molto. Ha solo una seconda ed il sedere piatto. Non compensa in abilità.

    “Come vuoi.”

    Parcheggio sotto casa mia e già la pioggia si fa più fitta. I nostri vestiti sono ormai tutti bagnati e riesco a vedere il suo reggiseno sotto la maglietta.

    Mi affretto ad aprire la porta mentre Jenny inizia ad accarezzarmi il braccio.

    Entro spingendola dentro casa e chiudendo la porta. La sbatto contro in muro e la bacio mettendole la lingua in bocca. Lei mi ricambia iniziando ad alzarmi la maglietta e sbottonandomi i pantaloni. Le nostre lingue si accarezzano e si sfiorano con una passione quasi violenta mentre le tiro giù la gonna. Inizio a baciarle il collo mentre lei mi sbottona i pantaloni ed inizia ad accarezzare la mia virilità attraverso le mutande.

    “Sai, Aaron…”

    Odio quando si mettono a parlare in questi momenti. Chiudi il becco!

    “Che vuoi?”
    Le tolgo la maglietta iniziando a baciarle i seni e le sbottono il reggiseno che scivola via facilmente.

    “Non credi che sarebbe ora di… Andare avanti?”

    “Uh? Sei così eccitata? Di solito mi fai stare tre ore a fare preliminari.”
    Le abbasso le mutande e la faccio sedere sul tavolo abbassando anche le mie.

    “No, no, non intendevo questo!”

    “E che volevi dire allora?”

    “Bè… Non credi che sia arrivato il momento di avventurarci… In una relazione seria e duratura? Ci vediamo da molto tempo ormai.”

    Ecco, lo sapevo. Era troppo bello per essere vero. Perché cazzo ogni ragazza deve essere ossessionata dall’avere una ‘relazione seria’? Che gusto c’è nello scopare sempre con la stessa persona?

    “Ma vaffanculo.”

    Mi riabbottono i pantaloni e mi allontano da lei. Mi è pure scesa l’erezione.

    “Eh? Aaron? Che fai?”

    “Cerca di non farti trovare a casa mia quando torno, zoccola.”

    Esco di casa nonostante la pioggia forte. Non ho voglia di cercare un ombrello. Iniziai a correre per andare a casa di Travis, era vicina. Arrivo e busso alla porta.

    Quando mi aprì, mi sembrò di notare del rossore sul suo viso e mi stava fissando il petto. A volte è strano.

    “A-Aaron, che diavolo ci fai qui? Lo sai che hanno inventato gli ombrelli?”

    “Sta’ zitto, non lo trovavo.”

    Finalmente mi invita ad entrare e, ovviamente, mi costringe a togliere le scarpe. E’ solo un po’ di fango, cazzo! Tanto pulisci sempre!

    “Bè, hai fame? Sto facendo delle cotolette. So che a te piacciono molto.”

    Travis è un gran cuoco. Io amo la carne e lui la cucina divinamente. Mangerei sempre qui se fosse per me.

    “Non si rifiuta mai un pezzo di carne.”

    Mi corico sul suo divano ed appoggio i piedi sul cuscino per evitare di ‘sporcare il rivestimento’ e prendo il telecomando che, ovviamente, non risponde ai miei comandi. Cambia le pile, cazzo.

    “Ehi, mi bagni il divano!”

    Devo spogliarmi?!

    Tolgo la camicia e la getto in un angolo. Cazzo, ho bagnato il parquet. Adesso inizierà sicuramente a sgrida… Rmi. Perché accidenti mi fissa così?

    Senza dire niente, mi da le spalle e ricomincia ad impanare le cotolette. Che tipo bizzarro.

    “Contento? O devo togliere pure i pantaloni?”

    “Oh, uhm, no. Tienili.”

    Oh, strano.

    “Allora, perché sei qui? Jenny?”

    “Aah, ma per favore. Ha iniziato a blaterare a proposito di ‘avventurarci in una relazione seria e duratura’ e l’ho mandata via. Possibile che non esista una ragazza pronta a scopare e basta?”

    “No, non credo che esista. Tutte prima o poi vorranno una storia seria, lo sai. E prima o poi succederà anche a te.”

    “A me? Ne dubito. Sono le ragazze ad essere esposte al virus.”

    “Virus? Di cosa stai blaterando?”

    “Sì, virus! Il ‘virus dell’amore serio’, o qualcosa del genere. Prima o poi lo prendono tutte. Noi siamo immuni. Dovrebbero creare un vaccino.”

    Travis rise. Era da un po’ che non sentivo la sua risata. E’ bassa e tenera. Da bambini rideva di continuo. Adesso lo fa più di rado. Vorrei vederlo così più spesso. Ricordo che sorrideva sempre dopo un mio bacio.

    Bacio…

    Quand’è che ho smesso di zittirlo così?

    “Certo che ne dici molte di idiozie, Aaron.

    “Mmh… Forse dovrei provare con un ragazzo.”

    A quella frase, si immobilizzò. Che gli è preso? Era una frase ironica, mi sembrò ovvio. Strano. E se…

    “U-Un ragazzo? Cos’è, adesso sei gay?”

    “Gay? Certo!”

    Mi alzai in piedi e lo abbracciai appoggiando il petto alla sua schiena. Notai che iniziò a diventare sempre più caldo ed i suoi movimenti iniziavano a diventare sempre più goffi. Era nervoso. Si vedeva che non era per niente abituato al contatto con un essere umano. Per arrossire anche con un ragazzo…

    “Tu sei disponibile per una scopata? Niente di serio.”

    Ero curioso di vedere le sue reazioni. A volte mi sembrava di rivedere quel tenero bambino che amava giocare a nascondino nonostante fosse negato. Spesso mi mancano quei tempi. Tra noi… Sono cambiate molte cose. Io sono cambiato. A volte mi piacerebbe che tornasse tutto come prima.

    “Oh, Aaron, staccati! Devo usare i fornelli!”

    Potrei osare di più? Mi diverto.

    “Ehi, lascia-“

    Iniziai a ridere e gli presi il mento dandogli un bacio sulle labbra per zittirlo, come facevo quand’eravamo bambini. Le sue labbra sono ancora morbide come quelle di una volta. Sono tentato e vorrei mordicchiarle.

    E’ colpa dei suoi tratti femminili e troppo delicati, non c’è altra spiegazione.

    Per tutto il tempo rimase totalmente immobile e decisi quindi di lasciarlo passandogli la bottiglia dell’olio.

    “Se vuoi friggerle, serve l’olio, sai?”

    Rimase immobile per qualche secondo e dopo me la strappò praticamente dalle mani.

    “L-Lo so, stupido!”

    Inondò la padella con anche troppo olio e ci immerse le fette di carne.

    Risi e tornai al divano.

    “C-Cosa diavolo ti è preso? Hai voglia di fare nuove esperienze? Non usarmi come cavia!”

    Sembrava piuttosto nervoso ed imbarazzato. Devi iniziare a fare esperienza, amico.

    “Ma che permaloso. Era un semplice bacio. Non ti ho mica infilato la lingua in bocca.”

    “Un bacio è sempre un bacio! E’ stato… E’ stato…”

    Esitò per qualche secondo prima di dire l’ultima parola.

    “… Disgustoso!”

    Non ne sembrò convinto. Mi sembra quasi un bimbo di tre anni disgustato di fronte a due adulti che slinguazzano.

    “Oh, Travis! Stavo solo scherzando! Credi che mi sia piaciuto baciare un uomo? Non sono frocio!”

    Sospirò e non rispose.

    Finii di friggere le cotolette e le posò a tavola insieme all’occorrente. Mi misi a sedere e ne mangiai parecchie. Come pensavo, erano deliziose.

    Finito il pranzo, mi rimetto sul divano mentre lui si mette a lavare i piatti.

    “Allora, quando usciamo questa sera?”

    “Uscire? Ti ho già detto che devo studiare ed anche tu. Sappi che non ti passerò nessuna risposta.”

    “Ma come sei noioso! Avanti! Magari incontri qualche ragazza sexy anche tu e te la spassi una volta tanto. C’è a chi piace il ragazzo secchione.”

    “Non sono secchione!”

    Oh, sì che lo sei.

    “Bè, se non parli di scuola hai dei punti in bellezza. I tuoi capelli sono folti, alle ragazze piacciono così. Ed a differenza dei capelli, non hai gli occhi comunemente castani ma neri. Non è comune ed alle ragazze piace.”

    “Non mi importa.”

    Sei proprio una causa persa, fattelo dire.

    “E dai! Forse devi lavorare un po’ sui muscoli. Sai, alle ragazze pia-“

    “Non mi importa niente di cosa piace alle ragazze! Niente! Non sono mai stato attratto da loro e personalmente preferisco così!”







    Eh?

    “… Sono… Gay. Va bene?”







    Gay.

    Non so quante cose avrei potuto dire…

    “Ma sei impazzito?!”

    “Sei frocio?”

    “Spero tu stia scherzando!”

    “Stai lontano da me!”

    “Non voglio avere niente a che fare con te!”
    “Me ne vado!”



    Non riuscii a pronunciare nessuna di quelle frasi. Rimasi lì a fissarlo in silenzio mentre il mio cuore non smetteva di battere all’impazzata.

     
    .
  4. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 5: Ti guarirò!

    POV Aaron

    Non seppi davvero cosa dire. Il mio cuore non voleva calmarsi e, nonostante odiassi da morire i finocchi, non riuscii a dire niente per respingerlo. E’ il mio migliore amico, cazzo!

    Si rimise a lavare i piatti senza aggiungere altro.

    Dopo averci riflettuto, mi alzai e poggiai la mia mano sulla sua spalla per fargli capire che gli sarei rimasto accanto.

    “Amico, non pensavo che avessi questo problema. Sono stato insensibile.”

    Se ripenso a tutte le volte che gli ho dato del finocchio…

    “Uh? C-Cosa stai-“

    “Con quel bacio ti avrò anche reso le cose più difficili, mi dispiace. Prometto che ti aiuterò.”

    Se l’avessi saputo, non l’avrei baciato. Ho solo aggravato la cosa.

    “Mi aiuterai? Aaron, cosa diavolo bla-“

    “Oggi, che tu voglia o no, andremo al pub e ti prometto che ti aiuterò ad uscire da questo problema. Non ti volterò le spalle. Siamo amici, no? Ti presenterò un paio di ragazze da urlo e vedrai che riuscirai a superarlo facilmente.”

    Gli sorrisi per rassicurarlo e sembrò calmarsi.

    “Problema? Aaron, ma ti sembro malato?”

    “No, non è una malattia ma possiamo superarla. Basta che… Non mi salti addosso.”

    Ripresi la camicia che avevo gettato sul parquet e, anche se era ancora umida, la indossai.

    “Bè, grazie per il pranzo. Vengo a prenderti alle 21.00. Fatti trovare pronto e mettiti… Qualcosa di più sexy.”

    Detto questo, uscii. La pioggia iniziava a calmarsi ma alcune goccioline continuavano a scendere. Nonostante questo, camminai a passo lento.

    Gay.

    Come ho fatto a non capirlo, eppure era così ovvio! Forse semplicemente non riuscivo ad accettarlo e quindi lo negavo a me stesso. Il mio migliore amico è un fino- omosessuale. Oh mio Dio. Forse è colpa mia! Tutti quei baci durante l’infanzia l’avranno praticamente deviato! Sono una testa di cazzo! Merda. Forse sono ancora in tempo. Non voglio perdere il mio migliore amico! Tremo al solo pensiero di doverlo vedere un giorno… Avvinghiato a-ad un maschio! Che schifo! Solo a pensarci, sento dei movimenti poco piacevoli allo stomaco. Credo proprio di avere la nausea.

    Arrivai a casa e, per fortuna, notai che Jenny se ne era andata. Guardai l’orologio e mancava ancora qualche ora per le 21.00. Decisi – al posto di studiare matematica – di fare un bel bagno caldo.



    ***

    Alle 20.45 iniziai a prepararmi. Misi una semplice maglietta aderente – piaceva molto alle ragazze – e dei jeans. Preso il portafoglio e tutto il resto, uscii per andare a prendere Travis.

    Suonai alla porta.

    Quando aprii, notai che indossava dei jeans e la camicia che gli regalai per il suo compleanno. Come immaginavo, gli stava benissimo. Aderii perfettamente al suo corpo delineando ogni forma e – anche se non era esattamente un palestrato – lo rendeva davvero irresistibile. I suoi capelli erano più sistemati e curati del solito e, anche se sembrava una cosa da niente, facevano davvero la differenza. Lo trovai davvero… Sexy.





    Detto da amico, ovviamente.

    Mi resi conto di essere rimasto a fissarlo in silenzio.

    “Wow… Adesso ci capiamo!”

    Lo presi per il braccio e chiusi la porta.

    “Questa sarà la notte decisiva. Tutto è permesso e non ci saranno regole. Ci divertiremo un mondo e finalmente ti farai qualcuna, cazzo!”

    “Uhm, sì. Ci divertiremo.”

    “E berremo, soprattutto! Dai, sali!”

    Salii sulla moto aiutandolo – da solo non ce l’avrebbe fatta – e, per tenersi, mi abbracciò. Quella non era la prima volta che si teneva a me così ma… La cosa mi rese parecchio nervoso. Forse, in fondo, ho paura che possa farmi qualcosa? Nah, non lo farebbe mai!

    Travis iniziò ad accarezzarmi il petto senza forse manco rendersene conto. La cosa mi rese nervoso, lo ammetto.

    Credo che, adesso che si è ‘dichiarato’, non riesca più a trattenere i suoi istinti da gay. Risi.

    “Eh? Che succede? Che hai?”

    “No, niente. Mi stavo figurando la scena di te con un’erezione. Ti vedo già balbettare per spiegarti.”

    Continuai a ridere e, dal modo in cui iniziò a balbettare, sono convinto che arrossii.

    “Erezione?! Ma che pensieri fai?! Sei un pervertito in qualsiasi caso! Gay o etero!”

    “Sono sicuro che, in fondo in fondo, anche tu sei un pervertito. Chissà quante volte ti masturbi pensando a chissà chi”

    Dopo quella frase, non rispose più.

    Appena arrivati, scesi dalla moto e, vedendolo in difficoltà, gli presi la mano.

    Il mio cuore aumentò di velocità. Credo di dover andare da un cardiologo.

    Travis esitò a lasciarmi la mano ma, quando la lasciò, sentii uno strano desiderio di stringerla ancora.





    Credo di essere troppo protettivo nei suoi confronti. Ormai è un fratello per me.

    Tolti i caschi, entrammo nel bar che era stracolmo di ragazze.

    “Aah, il paradiso! Tette a volontà!”

    Travis non sembrò gradire la mia osservazione.

    “Certo. Prendiamo posto?”

    Il primo posto dove si diresse fu il bancone dove stavano solo i ragazzi sfigati che nessuno vuole. Mio malgrado, lo seguii in attesa di adocchiare qualche ragazza da potermi fare.

    “Sei proprio noioso!”

    Ordinai della vodka mentre Travis prese… Una birra?!

    “Come sei noioso! E’ sera, siamo qui per divertirci. Osa di più!”

    Sembrò non sentirmi e sospirai. Iniziai a guardarmi intorno e notai che una ragazza bionda mi guardava con aria vogliosa. Mmh, perfetto.

    “Ooh, iniziamo a ragionare. Bè, vado a fare la conoscenza di quella ragazza. Sembra da sola e mi dispiace. Le chiedo se ha delle amiche! Tu intanto… Fai conoscenza.”

    Sperando di non aver fatto un errore a lasciarlo solo, andai da Miss Quintaabbondante.

    “Ehi, piccola. Sei qui da sola oggi?”

    La ragazza mi sorrise maliziosa appoggiandosi e mettendo ancora più in risalto la sua scollatura.

    “Bè, ero qui per fare nuove conoscenze e… Svagarmi un po’, se capisci che intendo.”

    Sorrisi.

    “Certo che capisco. Capisco molto bene.”

    Credo di averle fissato il seno per tutto il tempo. Comunque, sembrò che il suo obbiettivo fosse proprio quello.

    “Allora che ne dici di uscire da questo pub rumoroso e di parlare un po’… In privato?”

    Le sorrisi prendendole la mano.
    “Ma certo. Conosco un posto per… fetto per…”

    Mi voltai verso il bancone e vidi Travis a pochi centimetri dal volto di un ragazzo che, probabilmente, aveva appena conosciuto. Stava accarezzando i suoi capelli. I capelli morbidi del MIO Travis. Il mio… Migliore amico, ovvio. Il movimento che sentii pensandolo avvinghiato ad un uomo si fece sentire più potente che mai ma non mi sembrò più nausea. Quel movimento si trasformò presto in dolore e mi lacerò pian piano il petto. Senza rendermene conto, mi ritrovai a sbattere la mano contro il balcone costringendo Travis e lo sconosciuto a staccarsi.

    “A-Aaron? Che diavolo ti prende?!”

    Ero furioso.

    “Non è il tipo di nuova conoscenza a cui alludevo, Travis.”

    Cercai con tutto me stesso di mantenere un tono calmo.

    “Oh, è questo ‘l’amico’ con cui sei venuto qui?”
    “Già. Lui è Aaron. Aaron, Tom.”

    “Piacere di non conoscerti, Tom.”

    Sentii di odiare quel bastardo in modo davvero profondo sebbene non sapessi niente di lui. Quel che so è che se prova a riavvicinarsi a lui io…

    “Non ti sembra di esagerare? Mi hai fatto spaventare! Sai, nel mondo comune è possibile fare amicizia anche con persone dello stesso sesso.”

    “Tsk, amicizia. Sono convinto che non sia l’amicizia ciò che sperava di avere da te questo tizio.”

    “Ehi, vacci piano e non insultarmi! Io e Travis stavamo solo parlando.”

    “Parlando? Eri a due centimetri dalle sue fottute labbra, cazzo!”

    “Aaron, calmati!”

    “No che non mi calmo! Usciamo!”

    Senza dargli il tempo di obbiettare, lo afferro per il braccio e lo trascino fuori da quel maledetto pub.

    “Aaron! Mi fai male!”

    Travis iniziò a dimenarsi e quindi lo sbattei contro il muro bloccandolo per evitare che potesse allontanarsi. Doveva capire che il suo comportamento era sbagliato, merda!

    “C-Cosa…?”

    “Sto cercando di guarirti, okay? Ma non puoi fare così! E’ come se tu avessi la febbre e per curarla ti andassi a buttare nudo in un lago gelato durante l’inverno!”

    “Oh, accidenti! Stavamo solo… Parlando.”

    Parlando… Parlando?! Non dire cazzate, bastardo! Ancora due minuti e ti ritrovavo a slinguazzare con quel frocio e magari se ne aspettavo tre già ti ritrovavo a succhiarglielo! Mi irrita! Questo dolore che sento è perché… Perché… Perché mi fa schifo, ecco! E tu non mi aiuti, cazzone!

    “Parlando? Solo parlando? Solo perché vi ho interrotti io!”

    “Accidenti! P-Perché sei così arrabbiato!”

    Non riuscii più a trattenermi.

    “PERCHE’ MI IRRITA VEDERTI FARE LA RAGAZZINA CON UN ALTRO UOMO CHE TI FA LA CORTE!”

     
    .
  5. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 6: Che succede?

    POV Aaron



    Penso di non aver mai visto Travis così rosso in viso. N-Non fraintendere le mie parole, idiota!

    “N-Non fraintendere, cazzone! Mi fa senso vedere due maschi fare… Quelle cose! Mi fa strano! Voglio guarirti ma ciò non significa che io debba assistere a certe scene, cazzo!”

    “Quali scene, accidenti?! E’ stata solo una chiacchierata veloce!”

    “Aah, ci rinuncio!”

    Mi allontanai da lui grattandomi la testa dal nervoso. E’ troppo ingenuo! Non si rende nemmeno conto che un ragazzo ci sta evidentemente provando con lui! Che cos’è, una dodicenne?!

    “Devo prenderti una prostituta per farti capire come funziona? La figa è buona, il cazzo no!”

    “Sei troppo volgare, accidenti! E poi non è così facile! Se tu avessi una cotta per un ragazzo, riusciresti tanto facilmente ad interessarti a delle ragazze?!”

    Lo guardai.

    No, no, no.

    Ci mancava pure la cotta per un maschio! Il movimento nel mio stomaco tornò di nuovo arrivando a lacerarmi pian piano il petto.

    Cos’è questa mia reazione?!

    Disgusto, nausea, ribrezzo, gelosia.



    No.

    No, non sono geloso. Magari… Lo sono perché tengo tanto alla nostra amicizia che ho paura che possa sostituirmi con qualcun altro.

    “… Tu hai… Una cotta per un maschio?! Non credevo che la situazione fosse così grave! Tu hai bisogno di un po’ di fi-“

    “Smettila di dire quella parola! E poi io mi vado benissimo così! T-Tu sei il mio migliore amico e come tale dovresti sostenermi e non buttarmi giù o cercare di cambiarmi! Non posso andarti bene così?!”

    Travis, inaspettatamente, iniziò a piangere. Perché questa reazione adesso?

    Mi appoggiai ad una macchina non sapendo cosa dire. L’ho ferito?

    Iniziò ad asciugarsi il viso con la manica ma non accennò a volersi calmare.

    “… Travis, io ti voglio bene. Questa cosa, però, non mi va giù. E’ troppo strana e non voglio arrendermi prima di averci provato.”

    Mi avvicinai a lui e gli asciugai il viso. Col mio tocco sembrò calmarsi e gli sorrisi per fargli capire che gli ero accanto e che non l’avrei abbandonato solo per questa cosa.

    “Avanti, non tutto è perduto! Andiamo?”

    “Non voglio tornare in quel bar, è troppo rumoroso.”
    “Oh, nemmeno io. Volevo andare a casa.”

    “Uh? Mi sembrava che ti stessi divertendo.”

    “Lì c’è della gente… Che non mi va a genio. Andiamo.”

    Quel bastardo.

    Iniziammo ad incamminarci verso la mia moto e mi accorsi di come continuò a sembrare depresso e pensieroso. Non vorrei avergli dato l’impressione di avercela con lui perché non è così.

    “Ehi, se ti invito a dormire da me non mi salti addosso, vero?”

    “No, Aaron. Non ti salterò addosso.”

    Salimmo sulla moto e lui mi abbracciò nuovamente rendendomi di nuovo nervoso.

    Passammo da casa sua a prendere l’occorrente e successivamente arrivammo a casa mia. Gli diedi la precedenza per fare la doccia e, dopo che si allontanò, ordinai due pizze. Prosciutto e funghi una e solo prosciutto l’altra, proprio come piace a lui. Potremmo mangiarle guardando un film. Scegliendo tra i miei CD, mi accorsi che Travis lasciò le sue pantofole qui al posto di portarsele.

    Che ragazzo disattento.

    Le presi e salii al piano di sopra per portargliele.

    Aprii la porta del bagno.

    “Hai dimenticato di sotto le… Pantofole.”

    Lo guardai ed era completamente nudo.

    Rimasi a guardarlo dalla testa ai piedi. Non avevo mai visto il suo corpo… Così.

    Non ha per niente un fisico mascolino ed ha molti tratti delicati come quelli di una donna. Sì, parecchi.



    E’ l’unica spiegazione al mio formicolio nei pantaloni.

    “Uhm, grazie. P-Posale pure lì.”

    Annuii e le posai uscendo velocemente e chiudendo la porta.

    E’ stato… Molto strano.

    Andai al piano di sotto un po’ scosso e fui risvegliato dal suono del campanello. Arrivarono le pizze e le presi pagando il necessario.

    Intanto, sbucò Travis dalla porta del bagno.

    “Aaron, dov’è il phon?”

    “Oh, è nello sportello sotto il lavandino.”

    Posai le pizze sul tavolo mentre lui si asciugava i capelli.

    Tornai a cercare un CD da poter vedere e scelsi il film che guardavamo sempre insieme. Un film romantico.

    Non vado fiero di questa cosa ma… Amo questo genere. Travis è l’unico a saperlo.

    Intanto, mi raggiunse al piano di sotto.

    “Ehi, Travis, ti va un film?”

    “Uhm, va bene. Ma non dovresti farti una doccia prima?”

    “Mmh, la farò prima di andare a dormire.”

    Ci sedemmo ed io feci partire il film. Iniziammo a guardarlo mentre mangiavamo la pizza, ognuno la sua.

    ***

    Il film finii ed io posai il cartone della pizza vuota sul tavolo.

    “Abbiamo visto questo film un miliardo di volte ma continua a piacermi molto.”
    Travis non rispose e lo guardai.





    Mi stava fissando.

    “Travis? Ohi, che c’è?”

    Non dava segni di vita.

    “… Travis?”

    Alzai il tono della voce e lui scosse la testa tornando alla realtà.

    “E-Eh? Cosa?”

    “Uhm, il film è finito. Perché diavolo mi fissavi in quel modo? Facevi impressione!”

    “E-Eh? E’ finito? O-Oh, uhm, niente. Ero sovrappensiero e guardavo un punto a caso. Eheh.”

    … Non ne fui affatto convinto ma feci cadere il discorso.

    “Mmh, andiamo a dormire?”

    “Va bene ma prima devi farti una doccia.”

    Sospirai.

    “Come vuoi, mammina.”

    Andai in bagno e mi tolsi i vestiti. Sento caldo.

    Entrai nella doccia ed aprii l’acqua mettendola gelata.

    E’ da un po’ di tempo che mi sentivo accaldato e non ne sapevo la causa.

    Tutt’un tratto, ebbi un flash di Travis sotto la doccia ed il formicolio aumentò fino a diventare davvero fastidioso.

    “Ma che cazzo…”

    Sospirai svuotando la mente e continuai la doccia.

    ***

    Entrai in camera con una tovaglia in vita.

    “Fatta, contento?”

    Dopo avermi visto, si coprii velocemente.

    Aveva freddo guardandomi così leggero? Effettivamente c’era un po’ fresco.

    “Uhm, sì. Muoviti che ho sonno.”

    Presi i pantaloni del mio pigiama e delle mutande togliendo la tovaglia. Li indossai e lo guardai. Era paralizzato.

    “Tutto bene, Travis?”

    Alzai la coperta per coricarmi ma lui la ritirò velocemente a sé con fare nervoso.

    “N-No, fermo!”

    “… Che ti prende? Devo coricarmi! Che hai, un’erezione?”

    Tiro le coperte con più forza e noto un grosso rigonfiamento nel suo pigiama.





    Ha un’erezione.

    Accadde tutto molto in fretta. Mi sentii accaldato più che mai ed il formicolio diventò praticamente insopportabile. Non risposi più delle mie azioni e mi ritrovai sulle sue gambe a leccare la sua virilità mentre Travis ansimò e mi strinse i capelli.

    Prima che potessi realizzare ciò che stavo facendo, mi ritrovai il suo seme in bocca.

     
    .
  6. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 7: Ti desidero.

    POV Travis



    Mi immobilizzai per l’imbarazzo. Ero appena venuto in bocca ad Aaron Smith. Quell’Aaron Smith. L’omofobo per cui avevo una cotta sin dall’infanzia. Il donnaiolo che non esitava a sedurre qualsiasi ragazza gli si parasse davanti.

    Aaron era intento a pulirsi lo sperma fuoriuscito dalla sua bocca. Mi sembrò quasi imbarazzato e vidi chiaramente che qualcosa nelle sue mutande era in cerca di attenzioni. Non sapevo cosa fare.

    Dovrei toccarlo? Lui l’ha fatto.

    E se mi respinge?

    Però forse…

    E se…?

    Prima che potessi prendere una decisione, Aaron si corico ignorando l’erezione che spingeva contro il tessuto e senza dire una parola su ciò che era appena successo. Si coprii sperando, probabilmente, che io non mi sia accorto del rigonfiamento.

    “A-Aaron… La tua…”

    “Travis, lascia perdere. Dimentica ciò che è successo. Io non so… Cosa mi sia preso, okay?”

    “N-Non intendevo questo.”

    “ E cosa?”

    “I-Intendi ignorare la tua… Erezione?”

    “E cosa vuoi che faccia?! Devo chiederti di succhiarmelo? O dovrei andare in bagno e masturbarmi pensando a te?!”

    Mi sembrò arrabbiato e quelle parole mi ferirono. Cos’avevo fatto di male?
    Abbassai il viso e spensi la lampada coricandomi e cercando di stare il più lontano possibile dal suo corpo. Gli diedi le spalle e mi coprii cercando di fermare le lacrime che lente e silenziose mi rigavano le guance.

    Improvvisamente, Aaron mi strinse tra le sue braccia avvicinandosi talmente tanto che potevo benissimo sentire la sua virilità schiacciata contro il mio sedere. Arrossii.

    “A-Aaro-“

    “E’… Fastidioso. Potresti…?”

    Me lo sta chiedendo davvero? O forse mi sono già addormentato? Lui sta…

    Mi feci stringere per qualche secondo e, dopo, lo coricai sul letto. Iniziò a guardarmi negli occhi con espressione seria ed allo stesso tempo molto seducente. Non riuscii a sostenere lo sguardo e mi accovacciai sulle sue gambe coprendo tutto il mio corpo e parte di Aaron con la coperta. Mi sembrò che il rigonfiamento fosse aumentato. Liberai la sua virilità dal pigiama abbassandolo insieme alle mutande. Aaron spesso mi raccontò di quanto si annoiasse quando le donne lo trattavano con troppo ‘delicatezza’. Anche nei preliminari, preferiva andare dritto al punto. Cercai, quindi, di soddisfare le sue voglie e lo presi subito in bocca leccandolo con foga e muovendo la mia testa in modo da farlo entrare sempre di più. Iniziò subito ad ansimare ma dopo pochi secondi mi mise la mano tra i capelli fermando il mio movimento.

    “R-Rallenta. Ha-Hai appena iniziato!”

    Arrossii a quella richiesta. Così sarebbe stato più imbarazzante. Lo lasciai ed iniziai a leccare tutta la superficie del suo membro con movimenti lenti e goffi dal basso verso l’alto e viceversa. Sembrò gradire.

    Dopo qualche minuto misi in bocca solo la parte iniziale facendo movimenti circolari con la lingua. Non vedevo il suo viso ed, anzi, avevo paura di vederlo. Stavo facendo bene? Ero davvero… Imbarazzato. Lo sentii ansimare ma non riuscivo a procurargli maggiore piacere. Iniziai allora a toccarlo mentre continuavo a percorrere la punta con la lingua. La mia mano stava tremando. Probabilmente se ne accorse perché iniziò ad accarezzarmi i capelli mentre i miei movimenti diventavano sempre più sicuri e la mia mano smise di tremare. Lo misi tutto in bocca iniziando a muovere la testa lentamente. Aaron emise un gemito di piacere. Continuai e continuai cercando di stimolarlo il più possibile e di aumentare il suo piacere. Dopo qualche minuto, finalmente, mi venne in bocca. Lo lasciai ed inghiottii il liquido. Non seppi se sentirmi felice o disgustato. Non era così male come pensavo. Lo ricoprii.

    Non ebbi il coraggio di uscire dalla coperta ma Aaron continuava a rimanere in silenzio e quindi scivolai silenziosamente accanto a lui aspettando un suo giudizio che non arrivò.

    “E-Ecco, io… Non sarò stato un granché ma… Era la mia prima volta, lo sa-“

    Non terminai la frase perché Aaron mi prese il viso tra le mani e mi baciò le labbra con tanta dolcezza e tenerezza. Non credevo fosse capace di dare baci di questo tipo. Non era il solito bacio con cui mi zittiva, no. Questo bacio era più dolce e di certo più lungo. Per la prima volta, lo ricambiai.

    Credo che quello fosse il nostro vero primo bacio.

    Ben presto mi mise una mano tra i capelli ed iniziò a pretendere di più succhiandomi le labbra fino a quando non me le aprì ed inserì la sua lingua in cerca della mia.

    Dopo essersi sfiorate per la prima volta, iniziarono a cercarsi sempre di più desiderose l’una dell’altra. Si accarezzarono, si toccarono bramose mentre Aaron, abbracciandomi, accarezzò quasi ogni centimetro del mio corpo. Mi chiese di più, sempre di più fino a quando non iniziò ad alzarmi la maglietta intento a toglierla.

    In quel momento…





    DIN DON.

    Aaron si staccò quasi con violenza spingendo via il mio corpo dal suo quasi come fosse attirato da lui come per una calamita. Si precipitò al piano di sotto lasciandomi lì, sul letto, confuso ed eccitato.

    Cazzo!

    Scesi al piano di sotto e vidi Aaron abbracciato ad un ragazzo alto e biondo davanti alla porta. Chi diavolo poteva essere? Ed aveva delle… Valige?

    “Sono felice di rivederti, Chad.”

    “Sì, ed intanto ti dimentichi che vengo qui una settimana.”

    Risero insieme mentre quel ragazzo alzò il viso verso di me vedendomi appostato alla porta.

    Rimase in silenzio per qualche secondo prima di chiedere “Chi è lui? Il tuo… Ragazzo?”

    Arrossii a quel pensiero.
    “Eh? No, no, no! Lui è… Il mio migliore amico, Travis.”

    E’ normale che abbia risposto così ma… Dopo tutto ciò che successe, sperai di essere diventato… Un po’ più importante. Solo un po’.

    Essendo ormai stato visto, li raggiunsi.

    “Oh, ho capito”, rispose sorridendo.

    “Piacere, io sono Chad Taylor, il cugino di Aaron da parte di madre.”

    Allungò la mano verso di me guardandomi con quei profondi occhi neri.

    Un po’ incerto, la strinsi.

    “Bè, uhm, Travis... Lui rimarrà qui una settimana. Me ne ero dimenticato, scusa.”
    “O-Oh, capisco. Allora è meglio se vado a casa per fargli spazio.”

    “No, resta pure. Dormirò sul divano.”

    “Ma Aaron, è casa tua. Io sono arrivato per ultimo e quindi posso dormirci io.”

    “Ma non è giusto. Ci eravamo messi d’accordo, quindi…”

    “Dormirò io sul divano, tranquilli. Andate pure.”

    “Eh? Ne sei sicuro Travis?”

    “S-Sì. Qui il terzo incomodo sono io, andate.”

    “Mmh, come vuoi. Mi farò perdonare, promesso.”
    Aaron sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi ammaliatori facendomi arrossire.

    Chad mi ha fissato per tutto il tempo. Aveva uno sguardo orribile. Credo che mi odi ma…

    Perché?

    “Bè, ti aspetto di sopra, Aaron.”

    Il cugino gli accarezzò i capelli e sentii il mio cuore spezzarsi. Fu un gesto così stupido ma mi fece capire che… Questo ragazzo aveva un debole per Aaron. Il mio Aaron.

    “Oh, vengo anch’io. Buonanotte… Travis.”
    I due andarono insieme nella stanza portandosi dietro le valige mentre io mi sistemai sul divano stringendo a me il cuscino.

    Perché era arrivato proprio adesso? Cosa c’è tra loro? Perché Aaron mi ha spinto via in quel modo? Perché ha fatto quello che ha fatto?

    Un sacco di domande mi attraversarono la mente mentre, con la consapevolezza di aver lasciato i due ragazzi da soli in una stanza buia e nello stesso letto, le lacrime iniziarono a rigarmi le guance.



    POV Aaron.



    Dopo aver sentito quel liquido caldo attraversarmi la gola, mi resi conto di cosa avessi fatto. Mi pulii velocemente la bocca.

    Che cazzo… Sto combinando?

    Lui è un maschio ed è il mio migliore amico… Non dovrebbe andare così!! No, non può.

    Senza dire nulla, mi coricai accanto a lui coprendomi come se niente fosse successo ed ignorando l’erezione che si formò mentre stavo facendo… Quello.

    “A-Aaron… La tua…”

    “Travis, lascia perdere. Dimentica ciò che è successo. Io non so… Cosa mi sia preso, okay?”

    “N-Non intendevo questo.”

    “ E cosa?”

    “I-Intendi ignorare la tua… Erezione?”

    L’ha notata, cazzo.

    “E cosa vuoi che faccia?! Devo chiederti di succhiarmelo? O dovrei andare in bagno e masturbarmi pensando a te?!”

    Accidenti. Non volevo che la frase uscisse così. Sono… Troppo agitato, cazzo. Mi volto verso di lui e vedo che mi aveva dato le spalle. Piangeva, ne sono certo.

    Dispiaciuto, lo abbracciai.

    “A-Aaro-“

    “E’… Fastidioso. Potresti…?”

    Non so più cosa io stia facendo. Non rispondo più delle mie azioni, non più.

    Sentendo quella domanda, Travis esitò e, successivamente, si sedette sulle mie gambe coprendosi completamente in modo che io non potessi vederlo. Non iniziò subito ma, quando lo fece, si mosse velocemente e con foga.

    E’ questo di solito che mi soddisfa di più quando faccio i preliminari con una ragazza. Preferisco fare le cose in fretta per andare dritto al punto. Non mi interessa più di tanto godere in questi momenti. In quel momento, però, non riuscii a farmelo bastare e gli afferrai i capelli.

    “R-Rallenta. Ha-Hai appena iniziato!”

    Mi lasciò ed iniziò a leccare tutta la superficie del mio membro con movimenti lenti e goffi dal basso verso l’alto e viceversa.

    Dopo qualche minuto mise in bocca solo la parte iniziale facendo movimenti circolari con la lingua. Fu un movimento lento ma mi provocò molto piacere ed eccitazione. Alzai il viso ansimando. Iniziò a toccarlo mentre continuava a percorrere la punta con la lingua. La mano gli stava tremando, si sentiva che era nervoso. Iniziai allora ad accarezzargli la testa e, questo, lo fece calmare. Lo mise allora tutto in bocca iniziando a muovere la testa lentamente. Emisi inevitabilmente un gemito di piacere. Continuò a muoversi senza mai fermarsi ed aumentando sempre di più il ritmo. Dopo qualche minuto, gli venni in bocca. Mi lasciò ed inghiottii il liquido. Credo che questo sia stato… Il migliore della mia vita.

    Non seppi cosa dire. Accidenti, è un maschio! Come può eccitarmi così! E’ impossibile!

    Potrebbe dipendere da… Curiosità?

    Tutto ciò è iniziando quando mi disse di essere gay. Forse sono solo… Curioso di vedere come funziona. Sì, è possibile.

    Nel frattempo, Travis si ricoricò accanto a me.

    “E-Ecco, io… Non sarò stato un granché ma… Era la mia prima volta, lo sa-“

    Come al solito, si perse in chiacchiere.

    Gli afferrai il viso e lo baciai per zittirlo. Non fu, però, uno dei soliti baci. Lui iniziò a ricambiarmi e questo mi fece nuovamente perdere il controllo di me stesso. Bramavo le sue labbra e le baciavo, le succhiavo fino a mettergli addirittura la lingua in bocca. Iniziai ad accarezzare ogni centimetro del suo corpo mentre le nostre lingue si accarezzavano con foga. Stavo quasi per spogliarlo quando qualcuno suonò alla porta.

    Chi cavolo può essere a quest’ora? Chiunque fosse, lo ringrazio.

    Il suono mi risvegliò e ripresi il controllo delle mie azioni. Corsi allora di sotto ed aprii la porta.

    “Ehi, finalmente ci rivediamo!”

    Chad era sulla soglia con delle valige e mi sorrideva.

    “Chad? Che fai qui?”

    “… Ti sei dimenticato, vero? Rimango qui a dormire per una settimana!”

    Cazzo, è vero!”
    “Oh, perdonami! Me ne ero dimenticato completamente!”

    Mi sorrise e lo abbracciai.

    “Sono davvero felice di rivederti, Chad.”

    “Sì, ed intanto ti dimentichi che vengo qui una settimana.”

    Iniziammo a ridere e Chad guardò verso il piano di sopra.

    Chi è lui? Il tuo… Ragazzo?”
    “Eh? No, no, no! Lui è… Il mio migliore amico, Travis.”

    Perché proprio ‘il mio ragazzo’?!

    “Oh, ho capito”

    Travis ci raggiunse mentre Chad gli porse la mano.

    “Piacere, io sono Chad Taylor, il cugino di Aaron da parte di madre.”

    Bastava dirgli il nome e puoi smettere di tenergli la mano!

    “Bé, uhm, Travis... Lui rimarrà qui una settimana. Me ne ero dimenticato, scusa.”
    “O-Oh, capisco. Allora è meglio se vado a casa per fargli spazio.”

    “No, resta pure. Dormirò sul divano.”

    “Ma Aaron, è casa tua. Io sono arrivato per ultimo e quindi posso dormirci io.”

    “Ma non è giusto. Ci eravamo messi d’accordo, quindi…”

    “Dormirò io sul divano, tranquilli. Andate pure.”

    “Eh? Ne sei sicuro Travis?”

    “S-Sì. Qui il terzo incomodo sono io, andate.”

    “Mmh, come vuoi. Mi farò perdonare, promesso.”

    “Bè, ti aspetto di sopra, Aaron.”

    Chad mi accarezzò i capelli e si diresse verso la mia camera.

    “Oh, vengo anch’io. Buonanotte… Travis.”



    Gli sorrisi. Mi dispiaceva davvero farlo dormire lì ma cosa potevo fare? Chad mi aveva chiamato mesi prima. Non potevo mollarlo lì.

    Salii con lui insieme alle valige che decidemmo di sistemare la mattina dopo.

    Mi coricai e, dopo essersi cambiato, si mise accanto a me.

    Dove prima si trovava Travis.



    Travis.

    Le coperte hanno ancora il suo odore. Odore di cioccolata mista ad un profumo che non era paragonabile a niente. Era il suo profumo. Il profumo con cui adesso ero impregnato.

    “Per caso quello era il tuo amico d’infanzia?”

    “Uh? Travis? Bè, sì.”

    “Davvero non c’è niente tra voi?”

    Ma che domande sono?!

    “Mi sembra ovvio visto che sono etero! Cos’è, tu sei gay?”

    Non rispose e chiuse gli occhi.





    Evidentemente, lo era davvero.

     
    .
  7.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    pamaru
    500-3-2

    Group
    Member
    Posts
    922
    Regali
    +21
    Location
    roma

    Status
    Ajisai
    Ciao!
    trovo che hai fatto benissimo a pubblicare la tua storia anche sul DC.
    Ho letto tutti i capitoli insieme e devo dire che la tua storia mi piace, ed apre scenari interessanti sul confine tra l'amicizia e l'amore.
    Aaron è molto sicuro di sé, è bello e sa di esserlo, quindi è pieno di donne, non vuole nessun legame, ma questa sua sicurezza vacilla pericolosamente in presenza di Travis!
    Travis è dolce e sensibile e vive questa sua omosessualità in funzione di ciò che Aaron può dargli, fino ad ora solo amicizia, ma da quando sa che è gay .... molto di più, ma perchè?
    Come evolveranno le situazioni tra questi due giovani confusi?
    Aspetterò il prossimo capitolo per saperlo.
    Sai già in quale giorno posterai?
    Grazie per la tua storia ... ciao Pam

    P.S. Sei sicura che il rating arancione sia giusto?
     
    .
  8. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Grazie ^^ Lo posterò o più tardi o domani.
    E per il rating che intendi? Che dovrebbe essere rosso o giallo/verde?
     
    .
  9. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 8: Vacanze sulla neve.

    POV Travis



    Aprii gli occhi e mi ritrovai sul divano a casa di Aaron con una coperta che non ricordavo di aver preso. Forse ero troppo assonnato per ricordarmene. Era mattina inoltrata e sentii il rumore dell’olio bollente provenire dalla cucina. Mi misi in piedi con un po’ di difficoltà strofinando gli occhi rossi. Rimasi sveglio tutta la notte, non riuscii a dormire a causa di ciò che era successo. Con tutte le mie forze, passai la notte a cercare di sentire se dalla camera di Aaron provenisse qualche rumore che potesse farmi capire se stavano dormendo oppure no.

    Mi alzai in piedi distrutto e seguii il rumore proveniente dalla cucina.

    A friggere le uova c’era Chad che alzò lo sguardo quando mi vide entrare.

    “Buongiorno dormiglione, sai che sono le 12.00?”

    “Mi dispiace, non ho dormito molto bene stanotte.”

    Mi misi a sedere su una sedia e sbadigliai.
    “Aaron?”

    “Sta ancora dormendo. Anzi, sarebbe meglio se lo svegliassi.”

    “Uhm, va bene.”

    Salii al piano di sopra e bussai alla porta della sua camera.

    “Aaron, dormi?”

    Entrai in camera e trovai Aaron che abbracciava il suo cuscino quasi come se fosse un bambino. Fu una scena molto tenera.

    Mi sedetti sul letto accanto a lui ed iniziai ad accarezzare i suoi capelli biondo cenere. Russava leggermente.

    Sorrisi e nel frattempo lui si strofinò gli occhi. Ritirai la mano.

    “Mmh, Travis?”

    “Sì, sono io. E’ tardi ed è quasi ora di pranzo. Chad la sta preparando.”
    “Mmh… Lasciami stare altri cinque minuti.”

    Aaron si mise il cuscino sull’orecchio per non sentire le mie lamentele.

    “Ehi, non ignorarmi!”

    Spostai il cuscino e mi ritrovai faccia a faccia con lui. Un lieve rossore tinse le mie guance.

    Rimanemmo in silenzio per qualche secondo a guardarci negli occhi.

    Quello è uno di quei momenti in cui, nei film o nei racconti di fantasia, i due protagonisti si scambiano un bacio appassionato. Noi siamo però nella realtà e queste cose non accadono. Chad entrò nella stanza.

    “Ehi, la colazione è pronta. Venite o no?”

    Ci allontanammo uno dall’altro.

    “S-Sì.”

    Ci guardò per qualche secondo in cagnesco prima di lasciare la stanza.

    Aaron si mise in piedi e guardò la finestra con aria sognante.
    “Travis, cazzo, guarda!”

    Corse alla finestra e mise le mani sul vetro guardando la neve che scendeva morbida e lenta. L’aveva sempre amata, sin da piccolo.

    Lo raggiunsi e guardai insieme a lui quello spettacolo meraviglioso. Tutto fuori era coperta di morbida neve.

    “Oggi si va in montagna!”

    “Eh? Non ti sembra una decisione affrettata?”

    “Perché? E’ domenica, che importa! Mangiamo, su!”

    Aaron scese al piano di sotto e lo seguii. Propose la cosa a Chad che ne sembrò entusiasta. Bè, ormai era deciso.

    Mangiammo con gusto le uova e la pancetta preparata da Chad e subito dopo ci cambiammo e ci attrezzammo per andare in montagna.

    Fu deciso di usare la macchina del cugino – aveva 21 anni e guidava già da un po’ - e caricammo il tutto al suo interno.

    Per l’occasione fui ovviamente costretto a tornare a casa per cambiarmi e prendere l’occorrente. Indossai un maglione abbastanza pesante. Era rosso come anche il cappello di lana che mi aveva fatto mia madre.

    Anche quello di Aaron era rosso. D’altronde, era o no il suo colore preferito?

    Salimmo in macchina e partimmo per il viaggio.


    ***



    Arrivammo in montagna ed affittammo un piccolo chalet da usare per soli due giorni. Non era molto grande ma era comunque confortevole e, cosa più importante, c’era un camino. C’erano inoltre un letto singolo ed uno matrimoniale. Posammo le valige ed Aaron si affretto a prendere lo snowboard mentre Chad si attrezzò con degli sci. Io, non sapendo usare nessuna di queste cose, accesi il fuoco intento a rimanere lì dentro.

    “Travis, non vieni?”
    “Al momento no. Non so usare nessuna di quelle cose e quindi mi annoierei.”

    “Bè, io vado ragazzi.”
    Chad uscii.

    “Io non accetto di mollarti qui dentro, chiaro?”

    Iniziò a frugare tra le sue cose per poi afferrare un altro snowboard.

    “Ne porto sempre uno di riserva. Una volta mi si è rotto e non volevo rischiare di rimanere senza. Ti insegno, vieni.”

    “Grazie dell’offerta ma… Non credo di esserci tagliato.”

    “Oh, cammina, idiota!”

    Aaron, probabilmente senza farci caso, mi afferrò per la mano trascinandomi fuori e posando per terra i due snowboard.

    “Non credo che sia il…”
    “Chiudi il becco, okay?”

    Sospirai e seguii passo per passo tutte le sue indicazioni e spiegazioni.

    Dopo un’oretta buona, riuscii ad imparare a stare in equilibrio ed a percorrere un metro di strada senza finire con la faccia sulla neve.

    “Stai migliorando.”

    “Mmh, se lo dici tu.”

    Riprovai a battere il mio record di un metro stando attento a non beccare qualche pietra visto che erano loro le artefici delle mie cadute per la maggior parte delle volte.

    Guardando il pavimento per evitare disastri, sbattei contro una persona finendogli di sopra.
    “M-Merda, scusami!”

    Cercai di alzarmi ma, avendo i piedi bloccati, caddi ovviamente sulla neve.

    “Va tutto bene. Vuoi una ma-… Travis?”

    Alzai la faccia dalla neve e vidi di aver investito Tom, il ragazzo che avevo conosciuto al pub.

    “Tom? Oh, sì, grazie. Scusa se ti sono venuto addosso.”

    “Figurati.”

    Mi sorrise e si alzò aiutando anche me prendendomi le mani.

    “Anche tu qui, quindi? Quanto starai?”

    “Ho affittato uno Chalet con dei miei amici e staremo qui per una settimana. Tu invece?”

    “Io starò qui due giorni con Aaron e suo cugino.”

    “Oh, capisco.”
    Mi resi conto di avergli tenuto le mani per tutto il tempo e questo mi fece arrossire.

    In quel momento arrivò Aaron che spinse Tom sulla neve costringendolo a lasciarmi le mani e facendomi quasi perdere l’equilibrio.
    “E-Ehi, che fai?! Mi stava solo dando una mano ad alzarmi, accidenti!”
    “Sì, so cosa voleva farci con quella mano!”

    Tom si rialzò da terra togliendosi la neve che gli era finita tra i capelli.

    “Felice di rivederti, Aaron. Vedo che sei simpatico come sempre.”

    “Succhialo a qualcuno e tappati quella fogna, frocio!”

    Aaron mi caricò letteralmente sulle sue spalle allontanandosi a gran passi da Tom che sembrò visibilmente irritato.

    Non riusciva proprio a trattenersi dall’usare quei nomignoli irritanti.

    “A-Aaron, lasciami!”

    “Stai zitto!”

    Mi sembrò davvero arrabbiato.

    “Ehi, che ti prende?! Perché ti irrita tanto vedermi con lui?! Non mi ha fatto niente e non ha mai fatto niente nemmeno a te!”

    Aaron entrò nello chalet e mi gettò letteralmente sul letto mettendo via gli snowboard.

    “Non devi vederlo mai più, sono stato chiaro?!”

    “Tu non sei il mio padrone! Sono una persona libera di vedere chi vuole! Libera di essere gay, di andare dove vuole, di fare come vuole e di stare con chi vuole!”

    “Ed invece non puoi se è pericoloso!”
    “Cosa ci vedi di pericoloso in un ragazzo che nemmeno conosci?!”
    “Appunto, che non lo conosci!”

    “Ma cosa ti importa?! Anche se io mi mettessi a farmi inculare in mezzo alla strada o se mi mettessi a succhiarlo nei bagni dei bar, che ti importa?! Tu sei libero di scoparti qualsiasi ragazza, anche chi non conosci, mentre io devo sottostare a quello che dici tu? Perché?!”

    “Perché-!”

    Aaron si interruppe ed io rimasi in attesa di una risposta che non arrivo.

    Strinse i pugni ed uscii dallo chalet sbattendo la porta.

    Socchiusi gli occhi che pian piano si riempirono di lacrime.



    ***

    Chad ed Aaron non erano ancora tornati ed il sole stava quasi per tramontare. Decisi di andare a prendermi una cioccolata calda dato che il fuoco non riuscii a riscaldarmi del tutto.

    Uscii chiudendo per bene il cappotto e mi diressi verso l’edificio dove ci si riuniva per mangiare.

    Presi la mia cioccolata e mi sedetti in un tavolino vuoto iniziando a sorseggiarla.

    Che motivo aveva Aaron di comportarsi in quel modo? Da quando ho ammesso la mia omosessualità, non faceva altro che farmi soffrire. Perché?

    “Ehi, posso?”

    Tom spostò la sedia e prese posto accanto a me. Tra le mani aveva una tazza di tè caldo.

    “Oh, sì, certo.”

    “Scusami per prima. Continuo a far arrabbiare il tuo amico anche se… Non so perché.”

    Iniziò a sorseggiare.

    “Non è colpa tua. Non so perché reagisca così. E’ solo uno stupido.”

    “Suppongo che voi siate una coppia, no? Di solito reagisce in quel modo una persona gelosa.”

    “U-Una coppia? Oh, no. Siamo solo amici. Lui è… Etero.”

    “Etero? Non si direbbe.”

    “Oh, ti assicuro di sì! Non conosco nessuna ragazza che lui non si sia fatto! E’… Un malato di figa!”

    Usai una parola un po’ volgare ma non trovai nessun altro modo per descriverlo.

    Tom rise.

    “Oppure un gay represso.”

    “Mmh, ho i miei dubbi.”

    Finii la mia cioccolata e posai la tazza sul tavolo.

    Il ragazzo avvicinò la mano al mio viso e col pollice pulii la cioccolata depositata sul mio labbro superiore. Dopo avermi pulito, lecco l’eccesso sul suo dito.

    Arrossii.

    Devo ammettere che è davvero un ragazzo seducente.

    “B-Bé… Come va l’università?”
    “Oh, molto bene. E tu con la scuola? Esami in vista.”
    “Già, ma sta andando abbastanza bene.”
    Sorrisi.

    “A proposito. Ti avevo promesso di mostrarti i miei disegni, vero? Perché non vieni nel mio chalet prima che tramonti per vederli? Due minuti e vai via così Aaron non si preoccuperà.”

    Ci pensai su ed annuii.
    “Mi va bene.”

    Mi sorrise e continuò a sorseggiare il suo tè.


    ***



    Raggiungemmo il suo chalet mentre il sole iniziava a tramontare ed il vero freddo iniziò a farsi sentire.

    “Eccoci qua. Questo è il mio chalet. Non so se i miei amici sono già tornati ma, comunque, entriamo. Fa molto freddo.”

    Tom aprì la porta mentre io entrai ed un calore confortevole mi avvolse. Il camino era acceso.

    “Che bel pos-“

    L’idea di posto confortevole che mi feci, svanii nel giro di pochi secondi.

    Sentii la porta chiudersi e qualcuno tapparmi la bocca e gli occhi.

    Sentii delle risate e delle mani che mi bloccavano i movimenti.

    Iniziai a dimenarmi mentre mi venivano abbassati i pantaloni.

    No, non può essere.

    “Tom, dove l’hai pescato questo? E’ molto sexy, davvero.”

    La voce mi era sconosciuta.

    “E’ il ragazzo del pub di cui vi avevo parlato. E’ stata una fortuna trovarlo qui.”

    Altri ragazzi risero mentre, pian piano, mi avvicinai alla consapevolezza che Aaron… Aveva ragione.

     
    .
  10.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    pamaru
    500-3-2

    Group
    Member
    Posts
    922
    Regali
    +21
    Location
    roma

    Status
    Ajisai
    Allora un paio di cose: pima di tutto Chad non mi piace molto, sembra avere delle mire su Aaron e questo non va bene, non perchè sia il cugino, ma perchè mi pare chiaro che nella mia testolina ormai Travis e Aaron sono una coppia!
    Travis lo spera, ma non lo crede, Aaron ancora non ha capito nulla, ma se fa due più due forse ci arriva! Una scenata come quella che ha fatto a Travis non può essere solo per amicizia!
    Certo è che non mi sarei aspettata che Tom fosse uno stupratore .... e della peggior fatta, visto che non si limita a portare Travis nel suo chalet per approfittarne, ma addirittura lo fa in gruppo!
    E ora speriamo che Aaron si accorga di quello che sta per succedere e corra a salvare il suo Travis!
    Anche perchè mi stà salendo l'ansia .....

    Ci leggiamo presto, grazie un bacio Pam

    P.S. per il rating credo sia più rosso che arancione ... non solo per il linguaggio, ma anche perchè le scene di sesso (per ora solo orale, ma spero che più in là i nostri due ....) sono abbastanza descrittive (e a me va benissimo, anzi!)
     
    .
  11. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Grazie ^^ Mmh, direi che forse hai ragione.. Metto rosso per evitare magari polemiche con altri ^^
     
    .
  12. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 9: Baci e lacrime.

    I ragazzi intorno a me continuarono a ridere mentre io mi ritrovai nudo sul letto di chissà chi. Mi bendarono gli occhi mentre uno di loro lo prese in bocca.

    Risero ancora quando un gemito di piacere mi uscii dalla bocca quando uno dei tanti mi strinse i capezzoli.

    Risero quando delle lacrime salate, lente e silenziose, mi scivolarono lungo le guance.

    Risero quando chiesi loro di lasciarmi. Quando li supplicai, li pregai.

    Ad un tratto, si sentii bussare alla porta.

    I ragazzi tacquero per qualche secondo e decisero poi di ignorare la persona che stava fuori dallo chalet.

    Cercando di fare meno rumore, uno di loro si tolse i pantaloni ed iniziai a tremare e piangere.

    Bussarono nuovamente.

    “Ah, Jake. Mandalo via!”

    “Ricevuto.”

    Jake, chiunque dei tanti fosse, andò ad aprire la porta.

    Dopo il ‘click’ della serratura, si sentii un rumore sordo e qualcosa – o qualcuno – che cadde per terra urlando di dolore e, a giudicare dalle sue lamentele, stava perdendo sangue.

    “Ehi, che diavolo vuoi?”

    Questa voce era di Tom che fu steso in due secondi.

    Continuai a sentire gemiti di dolore provenire dai presenti e rumori che mi fecero pensare ad una lotta dove, chi era entrato, era chiaramente in vantaggio.

    Un ultimo pugno e poi il nulla.

    Chiunque fosse, mi tolse la benda.

    Accanto a me mi ritrovai Chad con le nocche insanguinate.

    “C-Chad? Cosa ci fai qui?”

    “Ti ho visto seguire Tom. Conosco quel bastardo, andavo al liceo con lui. Andiamo, forza.”

    Coprii il mio corpo nudo col lenzuolo di quel letto dato che i miei vestiti erano in mille pezzi ed uscii dallo chalet tenendomi in braccio. Sentii un freddo incredibile.

    Chad, notandolo, mi strinse a sé facendomi sentire avvolto da un calore a me sconosciuto… Ma comunque piacevole.

    La neve iniziò a cadere e Chad mi mise in testa il suo cappello.

    “T-Tienilo tu o prenderai freddo.”
    “In questo momento ne hai più bisogno tu.”
    Arrossii a quelle attenzioni. Non pensavo che Chad fosse così gentile.

    Guardandolo da vicino, mi resi conto di come fosse anche bellissimo.

    Era biondo come il cugino ma non era il suo biondo cenere. Era più un biondo dorato. Era un po’ più alto di Aaron ed aveva dei bellissimi occhi… Viola? Non ho mai visto questo colore in vita mia.

    “Hai gli occhi viola? Non l’avevo notato.”

    “Uh? Oh, già. E’ una delle mie caratteristiche più particolari. Li ho presi da mia madre.”
    “Sono molto belli.”
    Gli feci un sorriso che lui ricambiò. E’ una brava persona in fondo.

    “Anche i suoi occhi neri sono belli. Particolari.”
    “Non quanto i tuoi però.”
    “Suppongo di sì.”

    Arrivammo e Chad aprii la porta. Aaron non c’era.

    Mi fece coricare sul letto e mi diede delle mutande.

    Tolsi il lenzuolo e le indossai. Mi accorsi di avere le gambe piene di lividi.

    Chad mi mise un maglione.

    “Mmh… Dovrei avere una pomata che velocizzerà la sparizione di quei lividi. Un attimo.”

    Andò a frugare nella sua borsa e la prese.

    Si sedette accanto a me ed iniziò a spalmarmela sulle cosce facendomi arrossire.

    Aveva un tocco molto delicata e la sua mano, nonostante fosse ruvida e fredda, era davvero confortevole.

    Passammo secondi interminabili stando in silenzio mentre lui mi spalmava la pomata che già iniziò a darmi sollievo.

    “Grazie per… Avermi aiutato.”

    “Figurati, dovere. Aaron avrebbe sofferto molto se ti fosse accaduto qualcosa, no?”

    Aaron. Si preoccupa sempre per lui.

    Credo proprio che ne sia… Innamorato.

    “Tieni molto ad… Aaron, vero?”

    “Uh? Bè, è come un fratello per me. Siamo praticamente cresciuti insieme e gli voglio molto bene. Anche se spesso tendeva ad avere ciò che desideravo io.”
    “Uh? Che intendi dire?”

    Chad mi prese il viso tra le mani e mi diede un bacio delicato sulle labbra.

    Arrossii ma non riuscii a respingerlo.

    Un brivido mi percosse tutto il corpo quando mi mise la lingua in bocca.

    Non fu un bacio con fini sessuali. Fu solo ciò che è, un bacio.

    La lingua di Chad si mosse esperta nella mia bocca mentre la mia, incerta, sfiorava la sua con goffaggine.

    Mi mise una mano tra i capelli avvicinando il mio viso al suo. Sentii un gusto dolce e delicato, simile alla cioccolata che mangiai in precedenza. Forse se l’era presa anche lui.

    Ad un tratto, si sentii il ‘click’ della porta e due tazze piene di cioccolata che si infransero sul pavimento.

    Chad staccò la sua bocca dalla mia e vidimo Aaron pietrificato e con espressione sconvolta.

    Senza rivolgerci la parola, uscii nuovamente al freddo e si allontanò veloce dallo chalet.

    “Aaron!”
    Mi alzai subito in piedi mentre Chad mi afferrò per il maglione.

    “Non andare, tornerà.”

    “M-Ma io… Devo.”

    Mi feci lasciare ed infilai velocemente dei pantaloni per poi corrergli dietro.

    Non accennò a fermarsi fino a quindi cercai di raggiungerlo correndo più veloce che potevo.

    Lo fermai gettandomi di peso su di lui e facendolo cadere sulla neve.

    I muscoli delle mie gambe bruciavano ed i lividi mi fecero nuovamente male.

    “C-Che cazzo fai, idiota! Vuoi ammazzarmi per caso?!”

    “Che cazzo fai tu, piuttosto!”

    Ebbi molto fiatone mentre Aaron respirava tranquillamente. Era più abituato di me a correre, era uno sportivo.

    “P-Perché sei corso via così?”

    “Perché? Non volevo disturbarvi, scusami! Torna dal tuo fidanzatino e fatti pure inculare, non vi disturberò!”

    Sentii che era davvero irritato, più di quando mi vide con Tom.

    “A-Ascolta, non è come sembra.”

    “E com’è?! Non eravate sul letto a sbaciucchiarvi ed a scambiarvi saliva?! E’… Disgustoso! Io ci rinuncio! Scopati un maschio se proprio vuoi ma non ci tengo ad assistere! Che schifo!”

    Questo suo atteggiamento mi irritò parecchio.

    “Adesso basta! Mi stai davvero irritando! Non sono fatti tuoi se io mi metto con un maschio! Ti fa schifo? Bene, non guardare! Non ti costringerò!”

    “Allora torna pure a slinguazzare dal tuo Chad!”

    “E’ quello che farò! Forse dovrei mettermi con lui e farla finita!!”
    “Bene, fa pure! Se controlli, dovrei avere dei preservativi nella borsa. Ci sono molte belle ragazze qui però, quindi non usarli tutti!”

    “Bene! Grazie dell’informazione, li userò sicuramente! Cerca di non farti vedere per un po’! Sai, potresti essere il terzo incomodo! Stronzo!”
    Detto questo, corsi via mentre le lacrime iniziarono ad oscurarmi la vista.

    E’ un bastardo,

    uno stronzo,

    un testa di cazzo,

    un omofobo,

    un coglione,

    un donnaiolo

    e non cambierà mai!

    Sono stato uno stupido ad appendermi e sperare in questo amore senza un futuro. Devo andare avanti e stare con qualcuno che possa davvero apprezzarmi!

    Tornai nello chalet mentre le lacrime continuarono a scorrere.

    Chad era ancora seduto sul letto e, quando mi vide, venne da me stringendomi tra le sue braccia.

    Affondai il viso nel suo maglione e ricambiai l’abbraccio piangendo e piangendo ancora finché le mie lacrime non si esaurirono. Rimase tutto il tempo a stringermi ed a cullarmi.

    Quando smisi, mi alzò il viso asciugandomi le ultime lacrime che scendevano dai miei occhi e mi sorrise.

    C’è qualche possibilità che sia io la persona che piace davvero a Chad?

    Con quella domanda che mi balenava in testa, assaporai nuovamente il sapore del ragazzo che mi baciò nuovamente. Era un bacio più delicato e dolce del primo, consolatorio in un certo senso. Mi lasciai guidare dalle sue labbra in quel bacio che avrei voluto ricevere da tanto tempo anche se, la persona, non è quella dei miei sogni.

     
    .
  13. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 10: Dolore.

    POV Aaron



    Sentendo una mano che mi accarezzò i capelli, aprii gli occhi e lo vidi seduto sul letto accanto a me.

    “Mmh, Travis?”

    “Sì, sono io. E’ tardi ed è quasi ora di pranzo. Chad la sta preparando.”
    “Mmh… Lasciami stare altri cinque minuti.”

    Non dormii molto. Durante la notte mi svegliai per bere un bicchiere d’acqua e notai che Travis stava tremando dal freddo. Mi affrettai a prendere una coperta e lo coprii. Mi fece molta tenerezza quando sorrise a quel calore.

    Per non sentirlo, mi coprii l’orecchio col cuscino.

    “Ehi, non ignorarmi!”

    Travis lo spostò finendo col viso al pochi centimetri dal mio. Ci guardammo e mi tornò in mente ciò che stava per succedere poche ore fa prima dell’arrivo di Chad.

    Quest’ultimo, entrò nella stanza.

    “Ehi, la colazione è pronta. Venite o no?”

    Ci allontanammo l’uno dall’altro.

    “S-Sì.”

    Mi alzai in piedi e la prima cosa che vidi furono i fiocchi di neve che scendevano lenti fuori dalla finestra. Ne fui entusiasta.

    “Travis, cazzo, guarda!”

    Corsi alla finestra e misi le mani sul vetro guardando l’ambiente tinto di bianco. Travis mi raggiunse.

    “Oggi si va in montagna!”

    “Eh? Non ti sembra una decisione affrettata?”

    “Perché? E’ domenica, che importa! Mangiamo, su!”

    Scesi al piano di sotto insieme a lui e proposi la cosa a Chad che ne fu entusiasta.

    Mangiammo le uova e la pancetta preparati da lui e, dopo aver preso le cose di Travis a casa sua, partimmo con la macchina di mio cugino.



    ***



    Arrivati, prendemmo uno chalet per due giorni. Era un posto confortevole e c’era anche un camino. Posammo i bagagli e Chad prese i suoi sci mentre io il mio snowboard. Travis, invece, si mise ad accendere il fuoco.

    “Travis, non vieni?”
    “Al momento no. Non so usare nessuna di quelle cose e quindi mi annoierei.”

    “Bè, io vado ragazzi.”
    Chad uscii.

    “Io non accetto di mollarti qui dentro, chiaro?”

    Inizio a frugare tra le mie cose alla ricerca del mio snowboard di riserva. Lo prendo.

    “Ne porto sempre uno di riserva. Una volta mi si è rotto e non volevo rischiare di rimanere senza. Ti insegno, vieni.”

    “Grazie dell’offerta ma… Non credo di esserci tagliato.”

    “Oh, cammina, idiota!”

    Al posto del braccio, gli afferrai la mano e mi innervosii parecchio. Per non fare la figura della ragazzina, feci finta di niente.

    “Non credo che sia il…”
    “Chiudi il becco, okay?”

    Travis sospirò e seguii passo per passo tutte le mie indicazioni e spiegazioni.

    Dopo un’oretta buona, riuscii ad imparare a stare in equilibrio ed a percorrere un metro di strada senza finire con la faccia sulla neve. Decisamente, non era tagliato per questo sport. Mi fece molta tenerezza però ed era divertente vederlo cadere.

    “Stai migliorando.”

    “Mmh, se lo dici tu.”

    Travis provò un’altra volta e questa volta andò a sbattere contro una persona dato che prestava attenzione solo ai sassi.

    Risi vedendolo mentre cercava di alzarsi ricadendo nuovamente giù.

    La persona che investii lo aiutò a rialzarsi e gli parlò tenendogli le mani.

    Mi avvicinai maggiormente e mi resi conto che quella persona era… Tom?!

    Quel figlio di buttana è uno stalker!

    Irritato, lo staccai da Travis facendo cadere sulla neve.

    Coglione succhia cazzi.

    “E-Ehi, che fai?! Mi stava solo dando una mano ad alzarmi, accidenti!”
    “Sì, so cosa voleva farci con quella mano!”

    Quel bastardo si rialzò da terra togliendosi la neve che gli era finita tra i capelli.

    “Felice di rivederti, Aaron. Vedo che sei simpatico come sempre.”

    “Succhialo a qualcuno e tappati quella fogna, frocio!”

    Mi caricai Travis sulle spalle allontanandomi a gran passi da Tom che sembrò visibilmente irritato. Cazzi suoi.

    “A-Aaron, lasciami!”

    “Stai zitto!”

    Ero incredibilmente arrabbiato.

    “Ehi, che ti prende?! Perché ti irrita tanto vedermi con lui?! Non mi ha fatto niente e non ha mai fatto niente nemmeno a te!”

    Entrai nello chalet e lo gettai sul letto mettendo via gli snowboard.

    “Non devi vederlo mai più, sono stato chiaro?!”

    “Tu non sei il mio padrone! Sono una persona libera di vedere chi vuole! Libera di essere gay, di andare dove vuole, di fare come vuole e di stare con chi vuole!”

    “Ed invece non puoi se è pericoloso!”
    “Cosa ci vedi di pericoloso in un ragazzo che nemmeno conosci?!”
    “Appunto, che non lo conosci!”

    “Ma cosa ti importa?! Anche se io mi mettessi a farmi inculare in mezzo alla strada o se mi mettessi a succhiarlo nei bagni dei bar, che ti importa?! Tu sei libero di scoparti qualsiasi ragazza, anche chi non conosci, mentre io devo sottostare a quello che dici tu? Perché?!”

    “Perché-!”

    Mi interruppi. Perché? Ha ragione. Perché… Dovrebbe ascoltarmi? Non sono il suo ragazzo. No, non lo sono.

    Strinsi i pugni ed uscii dallo chalet sbattendo la porta.

    Sono uno stupido, uno stronzo, un bastardo.

    Sto trattando Travis malissimo e continuo a farlo soffrire anche se non vorrei.

    Lui è il mio migliore amico, cazzo e gli voglio bene.

    Gli voglio… Bene.

    Bene?



    ***



    Rimasi per un po’ di tempo seduto nella neve e con la schiena appoggiata ad un albero. La mia mente era piena di pensieri e mi stava mandando in confusione. Con un rametto, tracciai dei segni indefiniti sulla neve.

    “Ehi, bel biondino.”

    Alzai lo sguardo e vidi una ragazza dai lunghi capelli neri che mi guardava sorridendo.

    “Uhm, ciao.”

    Aveva una quarta ma, stranamente, non mi importò.

    Tornai a guardare la neve.

    “Sei qui da solo?”

    Si sedette accanto a me mettendo la mano sulla mia.

    La ritirai violentemente alzandomi.

    “Gira a largo, troia.”

    Mi allontanai a grandi passi mentre la ragazza mi lanciò chissà quali insulti.

    Penso di dovermi scusare con Travis. In fondo, non ha fatto nulla di male e non conosco quel Tom. Sono stato un po’ troppo esagerato.

    Camminando, pensai di portare una cioccolata a Travis. Sarà infreddolita e potremmo berla insieme magari davanti al camino. Quella prospettiva era piuttosto romantica ma, non so perché, la cosa mi fece piacere.

    Presi le due cioccolate sapendo anche che a Travis piaceva molto e mi diressi verso lo chalet. Con difficoltà, aprii la porta e mi ritrovai davanti Travis e Chad che si stavano baciando. Non fu nemmeno un semplice bacio ma uno con la lingua… Bacio che Travis stava ricambiando. Il solito dolore prese a lacerarmi il petto. No, non era il solito. Quella volta fu molto più dolorosa.

    Lasciai cadere le due tazze che si infransero sul pavimento facendo staccare quei due. Sentii gli occhi riempirsi di lacrime e corsi fuori cercando di ricacciarle dentro.

    Sentii Travis gridare il mio nome ma non mi fermai né mi voltai.

    Pensavo di essere ormai da solo ma lui mi corse dietro fino a saltarmi letteralmente addosso facendomi cadere sulla neve. Sperai di riuscire a trattenere le lacrime.

    “C-Che cazzo fai, idiota! Vuoi ammazzarmi per caso?!”

    “Che cazzo fai tu, piuttosto!”

    Travis aveva il fiatone. Effettivamente, ce ne voleva per correre più velocemente di me.

    “P-Perché sei corso via così?”

    “Perché? Non volevo disturbarvi, scusami! Torna dal tuo fidanzatino e fatti pure inculare, non vi disturberò!”

    Penso di non essermi mai arrabbiato così tanto con lui.

    “A-Ascolta, non è come sembra.”

    “E com’è?! Non eravate sul letto a sbaciucchiarvi ed a scambiarvi saliva?! E’… Disgustoso! Io ci rinuncio! Scopati un maschio se proprio vuoi ma non ci tengo ad assistere! Che schifo!”

    Ero fuori di me, non riuscivo a trattenermi ed ad ogni frase peggioravo le cose. Mi sentii uno schifo.

    “Adesso basta! Mi stai davvero irritando! Non sono fatti tuoi se io mi metto con un maschio! Ti fa schifo? Bene, non guardare! Non ti costringerò!”

    “Allora torna pure a slinguazzare dal tuo Chad!”

    “E’ quello che farò! Forse dovrei mettermi con lui e farla finita!!”
    “Bene, fa pure! Se controlli, dovrei avere dei preservativi nella borsa. Ci sono molte belle ragazze qui però, quindi non usarli tutti!”

    “Bene! Grazie dell’informazione, li userò sicuramente! Cerca di non farti vedere per un po’! Sai, potresti essere il terzo incomodo! Stronzo!”

    Detto questo, corse via.

    Sono un bastardo.

    Mi misi a sedere sulla neve abbracciandomi le gambe ed appoggiando la fronte sulle mie ginocchia.

    Le lacrime presero a scendere lentamente senza che io potessi fermarle.

    Scendevano e scendevano fino a quando scoppiai in un pianto disperato.

    E’ tutta colpa mia, solo mia. Avrei dovuto accettare la sua sessualità da subito invece di trattarlo in quel modo. Mi sono comportato da bastardo.

    Sono un bastardo!

    Non posso più negarlo, non posso. Questo dolore fa troppo male e nessun essere umano potrebbe sopravvivere con una tale sofferenza. La colpa è solo mia.

    Io… Io…

    Sono gay. Ne sono sicuro, sono un frocio del cazzo! Sono ciò che ho sempre screditato! Sono omosessuale e sono…



    Profondamente innamorato di lui.

     
    .
  14. LaviBookman
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Capitolo 11: Nuove sorprese.

    POV Travis



    Aprii gli occhi ed, al posto del solito balcone della mia camera, mi ritrovai davanti agli occhi il muro di legno dello chalet. Nonostante il freddo, indossavo solo delle mutande e la coperta che mi copriva era leggera.

    Tuttavia, non avevo freddo.

    Il calore che mi serviva, mi veniva dato da Chad che, in mutande anche lui, mi stringeva tra le sue braccia dormiente. Sorrisi.

    Ieri, dopo la litigata con Aaron, ero deciso a far l’amore con lui.

    Alla fine, però, non ci riuscii.

    Chad, capendo i sentimenti che nutrivo per Aaron, fu comprensivo e ci limitammo quindi a dei semplici preliminari. Fu, comunque, una bella notte.

    Mi addormentai prima che tornasse e quindi non ebbi modo di vedere il mio – forse ex – migliore amico. Guardai nel letto accanto – io e Chad eravamo in quello matrimoniale – e vidi Aaron addormentato. Chissà quando era tornato.

    Chad interruppe i miei pensieri strofinandosi gli occhi.

    “Mmh…”

    Sorrisi.

    “Buongiorno, dormiglione.”

    Lo imitai e mi sorrise.

    “Buongiorno, bellissimo.”

    Mi girò il viso verso il suo e mi diede un bacio delicato sulle labbra che ricambiai.

    Baciarci diventò pian piano una cosa normale. Posso considerarlo il mio ragazzo?

    Sa benissimo che sono innamorato di suo cugino ma… Va bene lo stesso? In fondo, lui mi piace nonostante tutto.

    Mi girai verso di lui e gli misi le braccia intorno al collo ricambiando con più intensità quel bacio.

    Sorrise abbracciandomi e mettendo la lingua nella mia bocca.

    Era un bacio dolce e coinvolgente ma che fu subito interrotto da un verso disgustato da parte di Aaron che si era appena svegliato.

    “Anche a prima mattina? Datevi un contegno!”

    Stavo per rispondere ma lo fece Chad al posto mio.

    “C’è una certa differenza tra il farsi trovare dal proprio compagno di stanza a baciarsi e il farsi trovare da molti studenti a scopare nel bagno della scuola. Chi dovrebbe darsi un contegno?”

    Aaron non rispose ed afferrò i vestiti andando in bagno.

    Chad sorrise.

    “Altri due minuti per noi.”

    Mi prese il mento ed unii nuovamente le sue labbra con le mie.



    ***



    Passai il resto della giornata con Chad che mi insegnò ad andare sugli sci – decisamente più semplici dello snowboard – e mi aiutò a costruire un pupazzo di neve. Raggiunse la mia altezza e Chad gli mise il mio cappello.

    A fine giornata, andammo a prendere una cioccolata calda.

    Mi misi a sedere mentre lui le andò a prendere. E’ stata una giornata molto divertente ed ero davvero felice.

    Il mio umore calò notevolmente quando vidi Aaron uscire dal bagno mentre stava rimettendo la maglietta. Dopo di lui, uscii una ragazza dai capelli dorati e di sicuro non erano lì dentro per parlare.

    Chad tornò e mi diede la tazza sedendosi accanto a me.

    “Ehi, va tutto bene?”

    “I-Io, sì. Sto bene.”

    “Ne sei sicuro? A me non sembra.”

    Continuai a guardare verso Aaron e Chad fece lo stesso capendo ciò che era successo.

    “Non essere triste. Sai già che questo suo aspetto non cambierà mai. Mettiti l’anima in pace.”

    Mi accarezzò la guancia e sorrisi.
    “Grazie.”

    Ricambiò il sorriso.

    Aaron prese un tè e, casualmente, passò accanto a noi facendolo ‘accidentalmente’ cadere sulla spalla di Chad.

    “Ahia, cazzo!”

    “Aaron! E’ bollente, coglione!”
    Mi alzai togliendo il maglione di Chad per evitare che continuasse a stare a contatto col liquido.

    “Chi dovrebbe darsi un contegno?”

    Aaron fece un’imitazione irritante di Chad posando la tazza sul tavolo. Non se ne pentii nemmeno un po’.

    “Invece di farmi male, ammetti i tuoi sentimenti e falla finita!”

    Lo accompagnai in bagno e lui ci seguii.

    “Ammetti i tuoi sentimenti? Che sentimenti? Il disgusto, il ribrezzo, la pena? A te la scelta.”

    “Sei solo un’idiota!”

    Ero davvero irritato. Bagnai la spalla di Chad con dell’acqua fredda sperando che il bruciore potesse alleviarsi.

    “E voi due siete solo dei finocchi che non fanno altro che slinguazzare quando ne hanno l’occasione!”

    Chad, a quel punto, afferrò la maglia di Aaron sbattendolo contro il muro.

    “Ascoltami bene. Puoi dire tutto ciò che vuoi su di me ma smetti di prendere in giro lui, sono stato chiaro?”

    “Chi sei tu per dirmi cosa devo fare? Posso comportarmi come voglio e se voglio dire che Travis è uno sporco finocchio, posso farlo!”

    A quel punto, non trattenni le lacrime e mi rinchiusi nel wc più vicino.

    “Che diavolo ha da piangere?!”

    “Non ti sembra ovvio che venire insultati da chi si ama provochi tristezza?!”

    Chad, no!

    Aprii la porta di botto tappandogli la bocca anche se ormai era troppo tardi. Accidenti.

    Aaron sembrò sconvolto.

    “Da chi… Si ama?”

    Chad lo guardò con espressione interrogativa e si tolse le mie mani dalla bocca.

    “Come? Non lo sa? Travis, perdonami, non pensavo…”

    Arrossii e non ebbi il coraggio di guardare in faccia Aaron. Avevo paura di vedere un’espressione disgustata.

    Abbracciai Chad nascondendo il viso nel suo petto muscoloso.

    Ricambiò l’abbraccio.

    “Ascoltami. Travis è il mio ragazzo adesso quindi lascialo in pace, chiaro?”

    Il suo ragazzo…

    Con quella frase, Aaron si arrabbiò parecchio.

    “Tu non mi comandi, è chiaro?! Posso fare quello che voglio! Se voglio stargli lontano, gli starò lontano; se lo voglio vicino, gli starò vicino; se voglio rifiutarlo, lo rifiuterò; se decido di farmelo, me lo farò!”

    A quelle parole, fui percorso da un brivido ricordando ciò che era successo il giorno prima.
    “Non dire mai più cose del genere, specialmente l’ultima.”

    “Per quale ragione? Hai paura che qualcuno possa inculare il tuo amore prima di te?”

    Le lacrime iniziarono a scendermi lentamente.

    “Sì da quando ieri ho salvato ‘il mio amore’ da uno stupro, cosa che normalmente avresti dovuto fare tu!!”

    Aaron tacque. Ecco, adesso dovrò sentirmi dire ‘te lo avevo detto’.

    “… Chi ha provato a stuprarlo?”

    “Tom, ti dice niente?”

    Aaron serrò i pugni.

    “Quel bastardo. Io lo uccido.”

    Uscii dal bagno mentre io iniziai a piangere tra le braccia del mio ragazzo che mi cullò fino a quando non riuscii a smettere.

    “Non ascoltarlo. Sai che non dice ciò che pensa. Lui ti vuole bene.”

    “S-Sì, però… Però…”

    “Però niente.”

    Chad mi prese il viso tra le mani e mi baciò sorridendomi.

    “Andiamo? Non vorrei che Aaron commettesse un omicidio.”
    Annuii ed uscii dal bagno.



    ***



    Usciti, non trovammo Aaron da nessuna parte e decidemmo quindi di tornare allo chalet per preparare i bagagli per la partenza.

    Le ore passarono ed Aaron non si era ancora fatto vedere.

    Con l’approvazione di Chad, uscii a cercarlo di nuovo.

    Cercai nei bar, nel bosco, alla pista di sci, ovunque. L’unico posto che rimase… Fu lo chalet di Tom.

    Ebbi paura ad avvicinarmi ancora a quel posto ma presi coraggio e ci andai, non poteva essere in nessun altro posto.

    Arrivato davanti alla porta, alzai la mano per bussare ma dei rumori mi bloccarono.



    Gemiti.

    Mi avvicinai alla finestra e ciò che vidi mi sconvolse a tal punto da non riuscire a trattenere le lacrime. Sentii un dolore nel petto mai sentito prima d’ora. Ero pronto a non trovare Aaron, a vederlo picchiare Tom ed anche a vederlo sanguinante perché aveva perso la lotta. Ma mai mi sarei aspettato… Di trovarlo a letto con lui.

     
    .
  15.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    pamaru
    500-3-2

    Group
    Member
    Posts
    922
    Regali
    +21
    Location
    roma

    Status
    Ajisai
    Allora tante cose sono successe in questi capitoli, la prima è che non avevo capito niente di Chad, non gli interessa il cugino, bensì Travis!
    E non è Aaron il pricipe azzurro che salva il giovane in pericolo, ma Chad stesso!
    Tutto questo fa sì che Travis cominci ad attaccarsi a lui, ma solo perchè crede di non poter avere il vero amore della sua vita, e Chad è tanto dolce con lui!
    E quel tonto di Aaron che finalmente ha deciso che due + due fa quattro e ammette a sè stesso di essere innamorato perso di Travis, invece di confessarlo (finalmente) che fa? Si tiene tutto dentro, diventa più bastardo che può, fino ad essere cattivo veramente e spinge Travis sempre più tra le dolci braccia di Chad!
    E non solo ... questa ultima scena mi fa veramente pensare, si può essere così cretini da fare sesso con la persona più sbagliata che esiste e che ha tentato di stuprare la persona che ami?
    Posso solo sperare (e mi dispiace!) che Tom lo stia costringendo in qualche modo, perchè non si può veramente ferire così la persona che hai capito di amare disperatamente!
    Alla prossima, baci Pam
     
    .
32 replies since 27/6/2012, 23:40   380 views
  Share  
.
Top
Top