Ultimo desiderio.

SasuxNaru

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  1. akai_yuutsu
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    Si trovava in una stanza bianca, asettica. Ormai non si ricordava da quanto tempo stava in quella stanza d’ospedale. Giorni, mesi forse anni. Chi lo sa. La sua vita era praticamente finita. Un tumore al polmone non curabili perché poi? Per fumare. Tzè…Perché cazzo ci sono persone che fumano due,tre pacchetti al giorno e non hanno una malattia incurabile? Perché lui, per fumare poche sigarette al giorno doveva morire? I medici dicono che sta nella predisposizione genetica, costituzione debole. Sasuke Uchiha era incazzato nero. Era incazzato con i suoi genitori che non lo veniva a trovare tranne che per due-tre visite al mese e per chiedergli “Tutto bene?”o “Non ti preoccupare”. Un figlio diciottenne con una malattia terminale non era accettabile. Se aggiungiamo il fatto che non gliene mai fregato il cazzo per un’intera vita, perché gliene doveva importare adesso? Era incazzato con i suoi amici – se amici si possono chiamare- che se non potevano usare la sua intelligenza o il suo nome non lo parlavano neanche e allora perché andarlo a trovare adesso? Era incazzato con le sue spasimanti che tanto prodigavano il loro amore per lui ma appena aveva saputo la sua malattia, la loro “passione” era scemata in neanche una settimana. Era incazzato con la vita. Perché, perché proprio a lui? Non aveva mai fatto nulla di male, no? Quegli occhi neri che tante persone amavano e adoravano, non c’erano più e il suo viso bianco non era più fonte di attrazione. Tante cose erano mutate ma una cosa c’era sempre: il suo orgoglio. Non osava chiedere aiuto per niente. Non si voleva far vedere ulteriormente debole. Già il suo orgoglio era stato ferito. Ed ora eccolo lì, steso sul lettino, da solo, con tanti tubicini che escono dal suo corpo, con sguardo ormai spento.
    “Sasuke-kun la medicina.” Disse un’infermiera mentre entrava nella stanza.
    “…” Sasuke rimase in silenzio. Conosceva ormai bene l’infermiera e sapeva che avrebbe capito il suo silenzio.
    “Sasuke-kun la metto qui” disse appoggiando la medicina sul mobiletto accanto al letto “Passo fra un’ora ok? Abbiamo un altro “ospite” oggi…” disse con fare malinconico.
    “Ok…Shizune-san.”
    “Casomai dopo vi presento.” E con il sorriso sul volto uscì dalla stanza.

    Intanto un ragazzino biondo entrava all’ospedale. Gli avevano detto chissà quante volte di presentarsi e di ricoverarsi ma lui non li aveva mai ascoltati. La vita bisogna viverla e soprattutto se era quasi finita. Questo diceva. Entrò nell’ospedale e salutò le infermiere nell’atrio. SI poteva capire solo guardandolo che non era la prima volta che veniva in quell’ospedale. Quando la gente lo guardava diceva “Poverino…Così giovane.” Ma lui non si sentiva un poverino e non voleva che la gente lo compatisse, lo odiava da matti. Era andata così. Aveva provato a curarsi ma non c’era riuscito, era andata così. Aveva lottata strenuamente ma aveva perso, allora perché sprecare gli ultimi mesi? I genitori lo accontentarono per un po’ ma poi non ce la fecero. Lo amavano e non ce la facevano a vedere che non mangiava e quel poco che mangiava lo rigurgitava quindi, in pratica, lo costrinsero ad andare in ospedale per farlo sentire un po’ meglio. Forse le flebo avrebbero alleviato il suo dolore, questo speravano.
    Il ragazzo si avvicinò al bancone.
    “Sakura-chan, l’oba-chan?” disse Naruto con il sorriso sulle labbra.
    “Te la chiamo subito, Naruto-kun.” Rispose Sakura. Lei non capiva dove Naruto potesse essere felice in un momento del genere. SI diceva che forse era masochista ma poi si ricredeva subito. Naruto era semplicemente lo stesso di quello prima della scoperta del tumore.
    “Naruto-kun ti consiglio di non chiamarla così. Ne vale della tua vita…” Disse sarcastica l’infermiera.
    “La mia vita è al termine…La posso chiamare così.” Disse Naruto sempre con il sorriso sulle labbra. Sakura non sapeva cosa dire. Sapeva che Naruto odiava chi gli diceva scusa, quindi decise di intavolare un altro discorso.
    “Naruto-kun, fidanzata?” Un argomento semplice. Ecco come si dovevano comportare con lui.
    “Ah…dovresti dire fidanzato, Sakura-chan.” Disse Naruto paonazzo in volto.
    “Però un bel ragazzo come te…”
    “S-Sakura-chan…”
    Ma la ragazza non fu in tempo a risponderlo che arrivo la dottoressa Tsunade.
    “Ehi, oba-chan!”
    Mazza da baseball. Colpo alla nuca. Dolore.
    “Quante volte di ho detto di non chiamarmi così?” Disse Tsunade furente.
    “Ahio! Mi hai fatto male vecc…Dotteressa Tsunade!” Rispose Naruto mentre si teneva la testa con una mano.
    “Ecco, così va meglio e ora seguimi che ti porto nella tua stanza.” Disse Tsunade.
    “La voglio grande, luminosa e non bianca!”
    “Ma dove credi di stare? In un hotel di lusso?! Seguimi e meglio che non parli se ci tieni alla tua vita.”
    Arrivati, Tsunade aprì la porta e fece entrare Naruto. Era una stanza come le altre: letto singolo, coperte candide, coperte bianche. Naruto storse il naso. Non voleva vivere i suoi ultimi momenti in quel luogo.
    “Naruto io vado a fare il giro di visite. Dopo vengo da te.”
    “Nhn…”
    Chiusa la porta, Tsunade si lasciò fuggire un sospiro sconsolato.
    “Naruto…” sussurrò. Ormai lo riteneva come un figlio e non poteva credere che un ragazzo come lui…Basta, dove lavorare. Preso un altro sospiro si avviò per fare il giro di visite.

    Naruto intanto nella sua camera si scocciava e decise di girovagare per il reparto. Conobbe molte persone: vecchi, bambini, donne, uomini. Una camera lo attirò particolarmente, la stanza n. 232.
    “Quella è la stanza di Sasuke Uchiha.” Disse uno dei malati “Non esce mai dalla sua stanza. E’ un condannato a morte.”
    Senza ascoltare quello che aveva detto, Naruto entrò nella camera. Vide una persona stesa sul lettino, con la testa rivolta verso la finestra.
    “Ehilà!” Disse Naruto. Sasuke, accortosi della presenza del biondino, girò la testa verso l’entrata.
    “Piacere di conoscerti, Naruto Uzumaki.”
    “Sasuke Uchiha.” Non seppe perché rispose ma quell’allegria lo coinvolse almeno un po’.
    “Sasuke perché sei qui?”
    “Non sono fatti tuoi dobe.”
    “Non chiamarmi dobe, teme!”
    “Tzè.” E rigiro il capo di nuovo verso la finestra.
    “Narutooooooo!” Un urlo disumano echeggiò per tutto il reparto, fino alle orecchie di Naruto.
    “Oh no. Sono nei guai. Ciao Sasuke. Ci vediamo!” e dicendo questo scappò verso la sua camera intento a conservarsi quei pochi mesi di vita che gli rimanevano.

    “Naruto quante volte ti ho detto che non ti devi allontare!” Sbraitò Tsunade furente.
    “Oba-chan…”
    “E quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi oba-chan!”
    “Dottoressa Tsunade…”
    Un giramento ti testa e poi non vide più nulla. Sentì solo delle voci.
    “Naruto! Dategli 10 cc di…”
    Tsunade impartiva ordini mentre Naruto veniva adagiato sul letto. Al suo risveglio, trovò Tsunade ancora nella sua camera. Era terribilmente confuso. Prima stava bene poi all’improvviso il buio.
    “Oba-chan…”
    “Quante volte ti ho detto…” Ma non ce la fece a finire la frase che scoppiò in lacrime. No. Perché proprio adesso, davanti a lui doveva piangere? Cazzo! Cazzo! Si doveva riprendere maledizione! Non poteva dimostrarsi debole dinanzi a lui!
    “Su oba-chan…sto bene.” Naruto tentò di consolarla.
    “Roba da matti. Una dottoressa che viene consolata da un paziente.” Disse Tsunade asciugandosi il viso. “Naruto ti devo dire una cosa…”
    “Il tumore si è esteso ancora, vero?” Disse Naruto anticipandola.
    “Ma tu…Come…?” Disse Tsunade incredula.
    “Conosco il mio corpo oba-chan. Quanto mi resta?” Una fitta al cuore. Ecco cosa aveva provato Tsunade a quella domanda. Faticò a rispondere ma doveva pur sempre farlo.
    “Un mese…massimo un mese e mezzo.”
    “Ah…”
    “Naruto…”
    “Sto bene. Non preoccuparti.” Disse sfoggiando uno dei suoi più grandi sorrisi. “Oba-chan sapevamo entrambi che questo momento sarebbe arrivato.”
    “Naruto, tu…Davvero…”

    Sasuke nella sua camera pensava al biondino. Quel ragazzo sembrava in perfetta forma, allora perché era lì? Se aveva qualcosa non era certamente come lui. Decise di non pensarci infondo non lo avrebbe rivisto più, giusto? Non ci fu cosa più sbagliata. Passarono due settimane e il biondino andava sempre da Sasuke, ogni santissimo giorno era lì per rallegrargli un po’ la giornata e ,incredibilmente, ce la faceva. Sasuke era un po’ cambiato: non era più così schivo ed aveva iniziato ad uscire e a parlare con gli altri malati del reparto. La vicinanza del biondo gli aveva fatto certamente bene. Ma ancora nessuno dei due sapeva perché l’altro si trovava in ospedale. Un oscuro segreto, questo era. Ma tutto cambiò una sera. Naruto, come ogni sera, andò da Sasuke. Si sentiva attratto da quel moro e non sapeva neanche lui il perché. Comunque Naruto bussò alla sua porta e un flebile “Prego” si sentì.
    “Sasuke?”
    “Oi dobe…”
    “Teme.”
    Silenzio. Entrambi volevano chiedere ma nessuno osava.
    “Io…” Dissero entrambi.
    “Prima tu.” Fu Sasuke a parlare.
    “Credo che sia giunto il momento che ti sveli il perché io sia qui,giusto?”
    “Sì…” Disse semplicemente Sasuke.
    “Un anno fa ho scoperto di aver un tumore non curabile al fegato. Sono rimasto schokato per un po’ di tempo ma poi mi sono ripreso ed eccomi qui in tua compagnia.”
    “Tumore ai polmoni. Non curabile.” Disse Sasuke chiudendo gli occhi.
    “Tumori…Che brutta cosa.” Disse Naruto con un sorriso tirato sulle labbra.
    “A chi lo dici…” Fu la risposta di Sasuke.
    Silenzio. Dopo 10 minuti il silenzio fu interrotto da Naruto.
    “Sas’ke non hai un ultimo sogno da realizzare?”
    “Che vuoi dire?” Disse perplesso Sasuke.
    “Io ho un sogno da realizzare prima di morire.”
    “Quale?” Rispose di getto Sasuke.
    “Mi prenderai per un romanticone ma vorrei fare l’amore con la persona che mi piace, possibilmente in spiaggia.” Disse con un sorriso smagliante.
    “Già…Anche io.” Fu la risposta di Sasuke.
    Entrambi si guardarono. Un luccichio di eccitazione fece capitolino negli occhi di Naruto. Sasuke se ne accorse. Ormai aveva capito che Naruto gli piaceva. Era stato l’unico che si era interessato così tanto in lui e poi fu naturale innamorarsi di lui.
    “Sas’ke ho un’idea.”
    “Quale dobe?”
    “Tu mi p-piaci.”
    “Lo avevo capito.” Disse con un ghigno sulle labbra.
    “Co-Come?” disse incredulo Naruto.
    “Dai tuoi atteggiamenti. Comunque continua il tuo brillante discorso.”
    “Io ti piaccio?” disse Naruto abbassando il visto.
    “Sì…” Sasuke in quel momento sfoggiava un sorriso dolcissimo. Naruto si buttò tra le sue braccia e fece appoggiare le sue labbra a quelle di Sasuke. Naruto con la lingua ripassava il contorno della bocca del moro che non poco tempo dopo la dischiuse facendo diventare quel bacio casto una lotta di lingue, senza vincitori né vinti. Naruto si staccò da Sasuke e prendendo un minimo di autocontrollo continuò il suo discorso.
    “Fuggiamo.”
    “Cosa?”
    “Godiamoci questi ultimi momenti di vita e realizziamo il nostro sogno.”
    “Ma…”
    “Sasuke non abbiamo tempo da perdere. Allora?”
    “Ok. Facciamolo.”
    “Sì!”
    Vestitosi, Sasuke seguì Naruto e uscirono da quella prigione, facendo ben attenzione a non essere visti da nessuno. Sì, ormai la consideravano una prigione nella quale non sarebbero mai usciti vivi. Sasuke e Naruto correvano. Correvano per realizzare il loro ultimo desiderio. Correvano perché non c’era tempo. Correvano e basta. Arrivati alla fermata dell’autobus si sedettero per riprendere un po’ di fiato.
    “Il prossimo arriva fra 5 minuti se non sbaglio.” Disse Naruto con il fiatone.
    “Hn…” Disse Sasuke prima di allacciare la vita del biondo e spingere le sue labbra con quelle morbide del compagno. Si baciarono fin quando non arrivò l’autobus e a malavoglia si dovettero staccare. Nell’autobus non c’era nessuno, c’erano solo loro. Meglio. Continuarono quel bacio carico di passione.
    “Sasuke?” disse Naruto.
    “Nhn…”
    “Niente…”
    Ci volle una mezz’oretta per arrivare alla fermata vicino al mare. Era buio ma la luna sembrava rendere ancora più perfetta quella situazione.
    “Eccoci.” Disse Sasuke.
    “Già. Ripensamenti?”
    “No. Tu?”
    “No.”
    “Bene. Vieni.”
    Sasuke prese la mano di Naruto e lo condusse verso una parte appartata della spiaggia. Gli scogli facevano da sfondo e la luna li illuminava. Si abbracciavano in modo possessivo. Sembrava uno di quei quadri malinconici. In quel quadro vedi solo la disperata voglia di rimanere insieme. Le loro bocche si cercavano. Naruto si alzò un po’ sulle punte, visto che era più basso di Sasuke, e il moro piegò un po’ la schiena per andargli in contro. I loro corpi, le loro mani sembravano due pezzi di un puzzle che combaciavano perfettamente. SI baciarono. Prima un tocco di labbra. Quel tocco di labbra era diventato un tocco di lingue. Le lingue si attorcigliavano tra di loro, si cercano e una volta trovare riprendevano quel bacio tanto agognato. Quel bacio era carico di speranze, disperazione. Lentamente Sasuke levò a Naruto la maglia arancione che indossava lasciando scoperto il dorso. Accarezzava, baciava, leccava, mordeva, succhiava. Lasciò il suo “marchio” sul collo e sulle spalle. Naruto intanto godeva sotto i tocchi gentile dell’amante. Non voleva rimanere lì senza fare niente ed essere l’unico a godere. Prese la maglia di Sasuke e lentamente gliela levò e mentre Sasuke continuava il suo lavoro, Naruto accarezzava la schiena del moro mandandogli brividi d’eccitamento. Sasuke dal collo iniziò a scendere arrivando a stuzzicare i capezzoli del biondo che iniziò a gemere.
    “Ah…Sa…suke…”
    Naruto accarezzava i capelli lucenti dell’altro che al chiaro di luna avevano riflessi blu. Era semplicemente uno spettacolo. Naruto mentre godeva sotto le attenzioni del moro iniziò a strusciarsi contro di lui. Un bacio famelico catturò le sue labbra mentre un gemito fuori usciva per sfregamento dei due sessi. L’eccitazione di entrambi era ormai evidente anche con i pantaloni. Sasuke non perse tempo e inizio ad abbassare in modo deciso ma sensuale i pantaloni e i boxer e mentre faceva questo baciava la pelle ambrata del compagno. Quando l’erezione del biondino uscì dalla morsa dei boxer, Sasuke iniziò a toccarla.
    “Ah…ahhahh…più forte…”
    Seguendo il consiglio dell’ormai fidanzato, Sasuke iniziò a pompare più velocemente.
    “Sa…ahhh…su…ah…ke…”
    Senza preavviso, il moro accolse nella calda cavità della bocca il membro di Naruto. La mano sinistra pompava dove Sasuke non riusciva ad arrivare mentre con la destra iniziò a stimolare l’apertura vergine del compagno. Naruto, sotto tutte quelle attenzioni, non si accorse che già due dita erano entrate nel suo interno e quando quelle toccarono la sua prostata non riuscì a trattenersi e senza preavviso venne nella bocca di Sasuke.
    “Anf…Sasuke…Gomen nasai.” Disse Naruto dispiaciuto.
    “Non preoccuparti, hai un buon sapore.” Detto questo, Sasuke iniziò a baciare Naruto famelicamente.
    “Naruto…”
    “Co…Cosa?” Disse ansimante.
    “Appoggiati qui.” Disse Sasuke indicando degli scogli lisci.
    “Cosi?” Chiese rosso in volto Naruto.
    “E’ perfetto.”
    Sasuke, spogliatosi anche lui, iniziò a leccare l’apertura del compagno. L’entrata della lingua, mandò in confusione Naruto il quale chiedeva di più.
    “Ah..ah…Sasuke di…ahhh…più…Voglio sentirti…ahh…Dentro di me…”
    Quando finì questa frase, Sasuke non ci vide più e visto che era già stato preparato precedentemente, penetrò con un solo colpo Naruto il quale urlò dal dolore.
    “Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…” Urlò Naruto.
    “Scusa, scusa, scusa,scusa,scusa...” Ripeteva Sasuke allo sfinimento. Aveva perso il controllo alla vista di un Naruto eccitato.
    “Non ti preoccupare…sta…anf…sta passando…”
    Sasuke iniziò a muoversi in quanto Naruto gli diede il permesso con un colpo di bacino. In un primo momento, Naruto sentì solo dolore ma dopo le prime spinte quello stava scemando, dando spazio al piacere.
    “Ah..Ahah..Sasuke, più forte…ah…”
    Sasuke seguì gli ordini di Naruto e con un colpo più forte degli altri, colpì la prostata di Naruto che gridò di nuovo di piacere.
    “Ahhhhhh….Sasuke…lì! Di nuovo!”
    Cercando l’angolazione giusta, Sasuke iniziò a colpire ripetutamente e velocemente la prostata. Naruto era in preda al piacere e non ci volle momento prima di venire una seconda volta.
    “Sas’ke…vengo…ahh…ahhh”
    “Anchio Naru…ah…”
    Naruto venne e sentendo i muscoli contrarsi attorno al suo membro dopo neanche due spinte, Sasuke si svuotò in Naruto. Accaldati e sudati si misero stesi sulla sabbia, abbracciati e con nessuna voglia di ritornare in ospedale. Sasuke che teneva Naruto stretto a lui, all’improvviso lo sentì scosso dai tremiti.
    “Naru…Che hai?” Chiese preoccupato.
    “Io non voglio…morire…Non ora che ho incontrato te.” Disse tra le lacrime.
    “Neanche io…” E delle silenziose lacrime uscirono dagli occhi del moro.
    “Perché a noi? Perché? Perché?” Ripete Naruto.
    “Non c’è un perché e poi noi non ci separeremo mai.” Disse Sasuke cercando di rincuorare il biondino.
    “Lo prometti?”
    “Neanche la morte ci separerà.” Disse sicuro di sé.
    “TI amo teme.”
    “Ti amo dobe.”
    E si addormentarono. Si svegliarono alle luci dell’alba, o meglio solo uno si svegliò.
    “Sasu?”
    Nessuna risposta. Il corpo era freddo.
    “Sasu…” Naruto iniziò a scuoterlo. “No, non è possibile…TI prego…Sasuke se è uno scherzo non è bello…Svegliati, dai…” Iniziò a piangere. Delle lacrime finirono sul volto di Sasuke, era il ritratto della serenità. “Sasu non mi puoi fare questo…Dai…Svegliati…” Iniziò a scuoterlo sempre più forte. “Nonononono…avevi detto che non ci separavamo!” Disse tra le lacrime. “Ti prego…svegliati…” Disse poggiando la testa al suo petto.
    *Driiiin Driiin*
    Il telefono suonava e non smetteva. Si dovevano essere accorti della sua assenza. Naruto rispose.
    “Naruto dove sei?” Urlò una voce preoccupata.
    “In spiaggia.”
    “E che ci fai in spiaggia?”
    “Sasuke…”
    “Che è successo?”
    Naruto non fu in tempo di rispondere che svenne di nuovo tra le braccia del moro. Li ritrovarono così, mano nella mano, Naruto con il volto rigato dalle lacrime. Quella notte sopravvisse solo Naruto, ma non era vero. Il vero Naruto era morto con Sasuke quella notte stessa. Il giorno della sua morte fisica avvenne dopo neanche dopo due settimane e con un flebile sussurro disse:
    “Sas’ke…sto venendo da te…”
    L’elettrocardiogramma era piatto. Naruto Uzumaki era morto. Il biondino fu seppellito vicino a Sasuke su una collina che si affacciava sul mare. Sulle lapide c’era scritto:

    Sasuke Uchiha
    23/07/1992 – 10/08/2010
    L’amore sopravvive oltre la morte.
    Per sempre di Naruto Uzumaki.

    Naruto Uzumaki.
    10/10/1992 – 22/08/2010
    L’amore sopravvive oltre la morte.
    Per sempre di Sasuke Uchiha.
     
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