La samurai e lo shaolin

Romantico, maturo

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    La samurai e lo shaolin



    Capitolo uno: Introduzione/Primo incontro

    Londra, l'ho sempre trovata una città girgia, priva di interesse così frenetica e così...banale. Avevo in mente altro, ma poi per motivi di studio mi sono trasferita in questa città a me estranea. Certo non ho perso le mie abitudini, infatti ho trovato una palestr dove praticare kendo, un lavoretto part-time in un supermercato e seguo regolarmente i cosri universitari; ma la sensazione di solitudine, quella rimaneva, per quanto avessi gente con cui parlare non era come stare a casa e quindi il risultato era sempre il sentirmi sola anche in mezzo alla gente. Ma le cose iniziarono a cambiare; in un giorno tra l'estate e l'autunno, mentre prendevo il bus, pieno come al solito, per tornare a casa il mio sguardo fu catturato da un ragazzo. O meglio a destare la mia curiosità era il piccolo indizio di un tatuaggio che sbucava dalla camicia, ovviamente leggermente aperta. Fu così che iniziai ad analizzare quella figura: sarà stato alto tra il metro e settantacinque e il metro e settant'otto, nella norma per essere un ragazzo ma leggermente più alto di me, biondo capello mosso fin sulle spalle, occhi di un azzurro così intenso che sembrava avesse chiesto in prestito i colori al cielo, e degli occhiali che gli conferivano un aria da intellettuale che trovavo sexy. Non so da quanto lo stessi fissando, ma lui mi notò e non so per quale motivo, gli sorrisi; e lui rispose al mio gesto con un sorriso. La troppa gente non ci permetteva nessun tipo di contatto verbale, così passammo il tempo a scambiarci occhiate e sorrisi; ma la mia fermata mi fece scendere dalle nuvole e così, con rapidità scesi dal veicolo. Devo ammettere che fui molto sorpresa dal vedere il ragazzo di fronte a me, che con serenità mi chiese di fare due passi. Fu così che seppi qual'era il suo nome: Karl, uno studente universitario di origine tedesca, venuto anche lui a Londra per motivi di studio. La conversazione, che a un certo punto sembrava un interrogatorio, portò a fare domande personali, ma quello che seppi fu molto stimolante. Karl pratica kung fu in stile hungar da cinque anni, con ovvia deduzione che era un appassionato di arti marziali, ma la sua cultura era molto vasta, cinema libri teatro, insomma era molto curioso. Purtroppo mentre parlavamo, gli chiesi se poteva mostrarmi il tatuaggio, o quanto meno dirmi cosa esso rappresentasse. All'inizio pensavo che si fosse offeso, ma poi un tenue sorriso fece la sua comparsa; mi era sembrato che quel sorriso fosse pieno di calore, ma non potevo esserne sicura, le mie capacità deduttive non sono così buone. Comunque sia lui colse la palla al balzo, mi disse che per conoscere il segreto del suo tatuaggio gli avrei dovuto concedere un appuntamento quella sera. Il mio istinto mi fece accettare la cosa, o forse dovrei dire la curiosità, fatto stà che tornai a casa un pò confusa e con il suo numero di cellulare per eventuali cambi. Ora l'appartamento dove vivo è si in affitto, ma è condiviso con un altro ragazzo; e il ragazzo in questione è decisamente gay. Il suo nome è Carlos, spagnolo, un bel ragazzo se non fosse che,in moltissimi casi, è peggio di una donna; ma a me piace considerarlo come una sorella maggiore; diciamo che Carlos è alto un metro ottanta moro con gli occhi azzurri un sorriso che è uno spettacolo un fisico palestrato, ma non da macho. Insomma uno spreco, ma per tornare in argomento, appena misi piede dentro casa, la "sorella" arriva a raccontarmi tutto quali furono le sue conquiste e quali erano i suoi piani sessuali per la serata. Quando si accorse, che io non lo seguivo, ma che ero concentrata alla ricerca di un abbigliamento decente, una sfida che a me sembrava impossibile; Carlos ci mise poco a capire che c'era di mezzo un ragazzo e mi costrinse a raccontare il tutto mentre mi facevo la doccia, perchè si con lui non ci potevano e ne ci potranno mai essere problemi legati al nudo, in fondo io non sono il suo tipo(ad ovvie ragioni). A ricordare bene, lui sembrava più emozionato di me, era felice ma preoccupato, ma nonostante le preoccupazioni mi aiutò a prepararmi. Per quello strambo appuntamento indossai un pantalone beige, con qualche tasca laterale, maglietta bianca strappata dietro e sandali neri alla schiava; per quanto riguardava i miei capelli li lasciai sciolti, anche se morivo di caldo e lisci, non che potevo farli in altro modo visto che sono troppi e troppo pesanti, e comunque arrivavano fino al sedere quindi era proprio inutile. Un pelino di trucco ed ero pronta, ma per quanto in estetica ero pronta non lo ero a livello psicologico, quindi mi pianificai una mezza strategia, ovvero evitare tutte le cose che potevano sembrare fuori luogo, lista che era ed è troppo lunga da elencare, allora optai per un piano che prevedeva di portare avanti la cosa(se mai fosse andata avanti)con moltissima calma.
     
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0 replies since 1/8/2013, 19:03   9 views
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