Le sabbie del tempo (2)

Sequel/prequel de Le sabbie del tempo. La vicenda si svolge dopo la prima notte con Khaba

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  1. steph1910
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    Le sabbie del tempo (parte 2)





    “Mmh…” Che ore sono? Oh, ma che importa, tanto la sveglia non è ancora suonata. Non ho voglia di andare a lavorare oggi… “Ehi, piccolo straniero…” Mi sussurra all’orecchio qualcuno con voce calda e sensuale. Non ho la minima idea di chi possa essere, così decido di aprire finalmente gli occhi. “Oh bene, sei sveglio!” In un nanosecondo mi ritorna tutto in mente: la sabbia, il dolore, il palazzo e il faraone… quello stesso faraone con cui ho appena passato una notte di fuoco. Niente Londra, niente Tamigi. Solo lui col suo sguardo magnetico. “Tu sei il mio schiavo. Lo sai questo, vero?” Nonostante sia ancora intontito dal sonno, faccio segno di sì con la testa. “E com’è che un faraone si sveglia prima del proprio schiavo?” Cominciando a capire ciò che sta cercando di dirmi, vengo assalito dalla paura. Non è che ora vuole farmi fuori, visto che mi sono svegliato dopo di lui? Mi ha scopato, si è divertito e ora non gli servo più. Mi farà seppellire nel deserto e morire di fame e di sete? Oppure mi farà mangiare dai coccodrilli? “Ora ti tocca una bella punizione…” sussurra il faraone passandosi la lingua sulle labbra con fare famelico mentre mi sale sopra. “Ho proprio voglia di mangiare qualcosa…” dice, cominciando a mordicchiarmi un capezzolo tanto da farmi gemere di piacere. Sento la sua mano perlustrare languidamente ogni parte del mio corpo fino a raggiungere il mio membro già eretto. Quanto tempo è passato dall’ultima volta che ho scopato così bene? Sono così eccitato dopo neanche un minuto! “Ah…” un gemito mi sfugge dalla gola riarsa mentre il faraone comincia a leccarmi nella mia parte più sensibile nel tentativo di rilassarla. “nnh…” “mugola e urla quanto vuoi. Non sai come mi eccita…” All’improvviso mi volta a pancia in giù e inizia a baciarmi lungo le spalle. Sento la sua eccitazione che preme tra le mie natiche, che brama di entrare. E non sarò certo io a dirgli di no, anzi! Sollevo il sedere quel tanto che basta per fargli capire quanto lo desideri sentire dentro di me. “come siamo vogliosi stamattina, Lance…” La sua voce sibilante vicino al mio orecchio mi fa perdere completamente la testa. Lo voglio, voglio che mi scopi fino allo sfinimento, fino a quando non sentirò il suo corpo possente accasciarsi su di me scosso dagli ansimi. “prendimi.” Sussuro. Sento il faraone ridacchiare. “Con piacere.” Dice, prima di penetrarmi fino in fondo con un movimento lento ma deciso. “Ah!” Non ho parole per descrivere quello che sto provando in questo momento. La mia testa vortica per l’eccitazione e il mio corpo trema sotto il suo. Inarco la schiena nel vano tentativo di raggiungere le sue labbra per poterlo baciare, per sentire la sua lingua giocare con la mia. Sto impazzendo. Ne voglio ancora! Come se riuscisse a leggermi nel pensiero, il faraone comincia a muoversi sopra di me, ma sempre con quella lentezza che fino a ieri sera sembrava non gli appartenesse. Continuiamo questa danza appassionata finché entrambi non raggiungiamo il culmine del piacere e, stanchi e appagati, ci lasciamo cadere sul letto. L’ho già detto che non sono mai stato così bene in vita mia? “Mi sono trovato uno schiavetto davvero passionale!” la voce ansante del faraone interrompe il flusso dei miei pensieri. “bene. Ora che ho soddisfatto i miei appetiti sessuali, devi occuparti di un altro tipo di appetito… quello del mio stomaco.” Lo guardo attonito. Eh? Adesso? “Ma…” “che aspetti? Va’.” Dice, indicandomi l’uscita con un gesto della mano. “E portami della frutta! Voglio che sia tu a imboccarmi!”
    Non ho idea di che ore siano, probabilmente è pomeriggio. Sono al mercato a comprare rifornimenti di cibo per il Palazzo Reale. Affianco a me ci sono altri due “schiavi”, a detta del funzionario che ci ha incaricato di venire qui. Ma che devo prendere? C’è talmente tanto cibo qui, che non so da dove cominciare. “S-scusa, cosa dobbiamo comprare?” chiedo a uno dei due. “Tutto ciò che c’è.” “T-tutto?! E dobbiamo caricarci tutta ‘sta roba sulle spalle?!” l’uomo mi lancia un’occhiata eloquente e poi sospira, senza nemmeno rispondermi. Ma perché sono perseguitato dalla iella? Non potevo trovarmi un ragazzo della mia epoca con cui fare del sesso fantastico? No eh, dovevo beccarmi proprio un altezzoso faraone dell’Antico Egitto! Ma che cazzo! Così, senza badare troppo a ciò che mi circonda, attraverso il vialone del mercato e finisco per scontrarmi contro un bimbetto dall’aria familiare. “Ehi! Attento a dove vai!” inveisce sdegnato, prima di sbiancare completamente in volto. E all’improvviso mi torna tutto in mente. “Tu! Moccioso! Non provare a scappare!” urlo afferrandogli la spalla. “hai la minima idea dei casini in cui mi hai messo?! Io volevo solo tornarmene a casa!” il ragazzetto, senza prestare la minima attenzione alle mie parole, cerca di divincolarsi dalla mia presa. “Non mi sfuggi stavolta!” Non l’avessi mai detto. Il suo sguardo mi trafigge come una lama affilata, prima di prendermi la mano e morderla con forza. “AAAHH!” Grido così forte che probabilmente mi avranno sentito anche a palazzo. Solo quando vedo del sangue cominciare a scorrermi lungo la mano decido di spingerlo via facendolo cadere a terra. “Stronzo!” gli urlo, e quello, prima di fuggire nascondendosi tra la folla noncurante, mi guarda in cagnesco e sputa per terra quel po’ del mio sangue rimastogli in bocca. Figlio di… Argh! Perché mi va sempre tutto storto? Mai una volta che una cosa vada per il verso giusto! Mai! “Scusami.” Tuona all’improvviso una profonda voce maschile dietro di me. “è tuo il teppistello? L’ho visto scappare via da te e ho pensato ti avesse rubato qualcosa.” Mi giro per poter vedere il volto dello sconosciuto e rimango a bocca aperta nel scoprire chi è. “C-Caleb?!” l’uomo mi guarda stranito. “Mh? Che significa?” Non dirmi che… non è lui?! Ma sono due gocce d’acqua! Nonostante la carnagione scurita dal sole e le rughe d’espressione intorno agli occhi, non ci sono dubbi! È lui! Lo riconoscerei tra mille! “M… ma come… non ti ricordi di me? E-e poi, che ci fai qui? Pensavo di essere l’unico ad essere arrivato qui tramite un salto temporale! Oh, sono così felice di vederti!” La gioia di poter vedere un viso conosciuto dopo giorni ha la meglio sui sentimenti contrastanti che provo per lui. Non riesco ancora a perdonarlo per avermi lasciato, per essere fuggito via abbandonandomi a un destino d’infelicità in mezzo a tutte quelle persone che mi hanno calpestato come fossi erbaccia, un rifiuto, un errore! Peccato che non sia questa la cosa più importante al momento, ma quella di capire come tornare a Londra! “Non mi sembra che le nostre strade si siano mai incrociate…” un ghigno lascivo gli incurva le labbra. “ altrimenti ti avrei già portato via con me… sei una merce talmente preziosa con la tua carnagione alabastra… e che occhi meravigliosi! Due bellissimi zaffiri nel deserto…” dice, poggiando noncurante la sua mano sul mio fianco e attirandomi a sé. Un momento. Caleb non era così! Non può essere lui! Ma allora chi è? Un suo lontano antenato? “ehi, ma sei ferito!” esclama, afferrandomi la mano sporca di sangue e segnata dal morso del ragazzino. “oh… sì, è stato…” “il teppistello, ho capito. Vieni con me.” “eh? Dove?” “a medicare la tua ferita.” Mi stringe la mano e mi trascina via, lontano dal mercato. Percorriamo una serie di vicoli fino a raggiungere un porto. “il mare? Non sapevo ci fosse qui!” lo sconosciuto mi guarda e si mette a ridere. “come hai fatto a non notare quest’immensa quantità d’acqua?” Non lo so nemmeno io, a dire il vero. Quando sono arrivato qui, il mio unico pensiero era quello di trovare un modo per tornarmene a casa, ovvio che non mi metto ad ammirare il paesaggio! “Eccoci. Sali.” Mi dice indicandomi quella che dovrebbe essere una nave mercantile. “sei un commerciante?” “Già!” Mi sorride compiaciuto. “aspettami qui, vado a prendere l’unguento.” Mi dice, prima di scendere sottocoperta. Non passano nemmeno due minuti che torna su con tutto l’occorrente. “Vieni, siediti qui.” Senza quasi darmi neanche il tempo di appoggiarmi alla panca, mi prende la mano e comincia ad esaminare la ferita per poi versarci sopra dell’acqua contenuta in un’anfora che, dalle decorazioni, sembrerebbe di fattura molto pregiata. Dopodiché, mi spalma la pomata delicatamente sulla ferita e me la benda. “Bene, ho finito!” “grazie! Sei stato davvero magnifi…” Oh merda! Ma io che ci faccio qui?! Oh merda, oh merda, oh merda! Il faraone mi ammazza! Perché l’ho seguito così docilmente?! Devo andare a prendere la roba al mercato! “Cazz… mi sono dimenticato! Devo andarmene ora, altrimenti mi ucciderà!” “Cosa?! Chi ti ucciderà?” “Non c’è tempo ora! Grazie ancora per l’aiuto!” Lo saluto, prima di scendere in fretta e furia dalla barca e mettermi a correre come un matto per raggiungere quel vialone che conosco ormai fin troppo bene.

    “Dove diavolo sei stato?!” Mi urla il faraone strattonandomi e bloccandomi alla parete con le braccia muscolose. Le sue mani mi stringono così forte i polsi da farmi male. “Ahi…” Subito la sua attenzione si sposta sulla mano bendata. “Cos’è successo?” tuona. “Ni-niente…” Avrei fatto meglio a starmene zitto. Se prima era furioso ora è incazzato nero! “Ti avevo dato un incarico da svolgere, non avevi il permesso di andartene a zonzo! Come hai osato disobbedirmi, schiavo!!” “P-perdonatemi… non so cosa mi sia preso…” Il dovermi scusare per una cosa del genere mi rode. Mi manca la mia libertà e, come se non bastasse, tutto ciò che mi dicono non fa che ricordarmelo. Sempre e solo ordini. Odio tutto questo. “non lo sai…?” mi afferra per il mento e il suo sguardo mi pietrifica. È spaventoso. “Bene. Portatelo via! Niente cibo né acqua fino a quando non sarò io stesso a deciderlo!” Urla alle guardie nascoste fuori dalle sue stanze, che entrano e mi trascinano con forza fuori. “Cammina!” mi ringhia una. Per tutto il tragitto non spiccico una parola, non ne ho la forza. Superiamo le cucine e mi fanno entrare in una minuscola stanza, completamente vuota. Uno dei due omaccioni apre una botola posizionata esattamente al centro del pavimento sporco. “Entra e restaci!” urla l’altro spingendomi dentro e facendomi cadere. Mi ritrovo a terra, con il viso sporco di sabbia e il corpo dolorante. “pezzi di merda…” Morirò? O impazzirò prima? Qui è così buio che non si vede un palmo dal naso. Voglio tornarmene a casa.

    “Alzati, schiavo! Il faraone vuole vederti!” Nel sentire la voce rude della guardia alzo di scatto la testa dalle ginocchia e vengo accecato dalla luce proveniente dall’esterno. Sono troppo debole per muovermi. Non mangio né bevo da due giorni… “Prendilo.” Mi sento sollevare di peso e portare fuori dalla botola. Mi gira la testa e mi viene da vomitare. Senza che me ne renda conto, arriviamo nella camera del faraone. “Mio signore…” pronunciano le guardie inchinandosi al suo cospetto prima di dileguarsi e lasciarmi steso per terra. Sento delle forti braccia sollevarmi e adagiarmi sul letto. “Ehi… svegliati.” Nel sentire il suono della sua voce riapro faticosamente gli occhi. Eccolo qui il bastardo che mi ha fatto marcire in quella botola per due giorni! Vorrei prenderlo a calci, ma non ho neanche la forza di sollevare un dito. “Tirati su.” Mi dice aiutandomi a mettermi seduto. “Ancelle, nutritelo e fategli un bagno. Lo voglio pronto per l’incontro con Tarchon.” “Sì, mio signore.” Gli rispondono quelle in coro accorrendo verso di me per farmi bere e mangiare.
    Dopo il bagno mi sento un pochino meglio, finalmente non sono più sporco di sabbia né puzzo di sudore. Mi cambiano la benda della ferita e mi conducono nella sala del trono dove trovo ad attendermi quell’odioso bastardo dagli occhi freddi come l’acciaio. “Vieni qui.” Mi ordina, e io eseguo senza fare una piega, aspettando che mi dica qualcosa, che si scusi per l’inferno che mi ha fatto passare! Ma a che serve, lui è un faraone! Figuriamoci se si abbassasse a fare una cosa del genere!
    Sento il suo sguardo su di me mentre con la mano fa cenno alle guardie di aprire le pesanti porte dorate e… Oh mio dio! Ma quello è il tizio del mercato! Merda! E ora che faccio?! Se mi riconosce e finisco di nuovo nella botola? No, no, no! Devo filarmela prima che mi veda! Faccio un passo indietro ma non ho neanche il tempo di girarmi e darmi alla fuga che Khaba mi stringe il braccio in una morsa ferrea. “Dove credi di andare? Rimani qui!” “M-ma…” Il suo sguardo è talmente eloquente da zittirmi. Meglio non farlo infuriare… “Allora, Tarchon! Cosa mi porti questa volta?” Per la prima volta sento la sua voce farsi amichevole e, con mio grande stupore, vedo le sue labbra piegarsi in un sorriso gentile. “Mio signore, giungo fin qui dall’Etruria con navi cariche di merci preziose. Spero che ciò che vedrà possa soddisfarvi.” “Formali come al solito eh?” “Khaba, non posso di certo mettermi a chiacchierare con te come facevamo ai vecchi tempi! Sei un sovrano ormai!” “Smettila di dire idiozie e fatti abbracciare!” Sento lo stomaco stringersi mentre vedo i due stringersi e darsi pacche sulle spalle. Lui non è mai stato così gentile con me… tutto quello che riesco a fare in questo momento è sospirare.
    “Ehi… ma tu sei quello del mercato!” Oh cazzo… mi ha beccato… “E-ehm… ciao.” balbetto impacciato e sperando che tutto questo sia solo un sogno. “Come va la ferita? L’altro giorno sei scappato via così all’improvviso… ehi, ma sei dimagrito o sbaglio? Non mi sembravi così esile l’ultima volta che ci siamo visti.” Mi chiede, raggiungendomi in un paio di falcate. “N-no, ti stai sbagliando… sono sempre stato così.” “Mmh… non prendermi in giro.” All’improvviso comincia a carezzarmi con la sua mano la spalla. “è Khaba quello che avrebbe dovuto ucciderti?” Mi sussurra all’orecchio. Ma perché non sto mai zitto? Perché non chiudo mai quella boccaccia che mi ritrovo? Ci mancava solo che lui fosse pure amico del faraone! Maledizione, devo inventarmi qualcosa… “M-ma no! Certo che no! P-parlavo di mio padre… sì, mio padre! È un tipo molto severo, lui! Guai a tornare tardi a casa!” Per un momento l’uomo mi fissa attonito, poi la sua bocca si piega in un sorriso malizioso. “Ma tu non sei lo schiavetto di Khaba?” Ok… e ora che mi invento? Sono fregato, fregato! Mi frusteranno e poi mi uccideranno! Addio mondo… “Lance.” La voce scura e penetrante del faraone mi fa tornare coi piedi per terra. Ora il problema non sono gli scudisci o le fruste, ma lui! In un lampo ci raggiunge e mi afferra per il braccio. “Vieni con me.” Non si volta nemmeno verso Tarchon, mi trascina semplicemente via. Mi volto indietro, ma uno strattone mi impedisce di vedere l’espressione dipinta sul volto dell’uomo incontrato al mercato. Saliamo le miriadi di scale che portano alle stanze del faraone e, appena entriamo, vengo spinto contro la dura parete di pietra. “Tu sei mio!” queste sono le uniche parole che escono dalle labbra di Khaba prima di chinarsi su di me per divorarmi. Sento la sua lingua esplorare ogni angolo della mia bocca, ogni secondo che passa diventa sempre più vorace. Mi morde con forza il labbro fino a farlo sanguinare. “Ahi…” “Zitto…” mi ansima all’orecchio prima di scendere verso la clavicola per marchiarmi la pelle con un succhiotto. “Questo significa che tu mi appartieni, nessun altro può toccarti!” “Ah…” Comincio a sentire la sua erezione premere contro il mio bacino e il suo respiro farsi sempre più affannoso. Come mi eccita sentirlo ansimare! Tento di avvicinare la mano alla sua coscia, ma subito la blocca e la costringe al muro. “Stai fermo…” Mi sussurra all’orecchio prima di sollevarmi perché la sua bocca possa raggiungere i miei capezzoli. Fremo e tutto il mio corpo è scosso da violenti spasmi nel sentire la sua lingua scivolare maliziosa sul mio petto, lasciando umide tracce del suo passaggio. “Ti prego…” “No.” Il suo roco diniego mi fa impazzire. Vorrei potergli intrecciare le dita tra i capelli mentre mi bacia il collo, vorrei poterlo soddisfare con le mie mani e con la mia bocca, ma posso solo gemere, gemere sempre più forte sperando che i miei mugolii lo facciano cedere alla tentazione di gettarmi sul letto e finalmente affondare dentro di me. Ma niente, non molla. Continua imperterrito questa danza erotica, i nostri bacini si strusciano l’uno con l’altro alla ricerca di piacere, le mie gambe sono sempre più strette alla sua vita, tanto da riuscire a sentire il suo membro farsi sempre più duro e grosso. “Khaba…” Sentendosi chiamare per nome, il faraone si blocca all’improvviso. Credo di aver toccato le note giuste. “Maledizione…” Finalmente mi getta sul letto e mi strappa con forza la tunica, poi è il suo turno di spogliarsi. Vedendo il suo corpo nudo, un mugolio esce dalla mia gola come se volesse incitarlo a gettarsi su di me per farmi suo. “Girati.” A quell’ordine soffocato dagli ansiti, non posso fare altro che obbedire. Sollevo il bacino verso di lui e divarico leggermente le gambe, pronto ad accoglierlo. Mi infila le dita dentro e comincia a baciarmi le natiche. Un urlo roco mi riempie la bocca mentre, oltre alla mano, inizia a usare anche la lingua per prepararmi alla penetrazione. Mi sporgo ancora di più verso di lui. Voglio sentirlo tutto. “Khaba…” Ormai ho scoperto il suo punto debole. “Kara…” borbotta, e con un movimento fluido infila il suo membro dentro di me. “Aaah!” La sua mano raggiunge la mia erezione e comincia a sfregarla a ritmo delle sue spinte. Raggiungiamo entrambi l’orgasmo in pochi minuti. Nel sentir fluire il suo seme dentro di me, mi lascio andare a un ultimo mugolio appagato, prima di cadere stanchi e sfibrati sul letto. Il suo respiro sul mio collo mi rilassa, e in pochi secondi crollo in un sonno profondo. Ne voglio ancora…
    “Sveglia dormiglione! Sbrigati, prima che il faraone ritorni!” Apro gli occhi e mi ritrovo davanti il viso di Tarchon. “e-eh…? Cosa?” già sono stordito di mio la mattina presto, se poi qualcuno mi urla nelle orecchie… “è la tua occasione. Io sto per tornarmene in Etruria, vieni con me! Non cercare di imbrogliarmi, so che è colpa di Khaba se stai soffrendo e io questo non posso permetterlo. Dal primo momento in cui ti ho visto ho desiderato farti mio…” mi sussurra all’orecchio cominciando ad accarezzarmi il braccio. “M-ma…” “Non ci scoprirà mai. Ti nasconderò sulla mia nave mentre io rimarrò qui fino a domattina all’alba, quando partiremo. Così penserà che tu sia fuggito da solo e non grazie al mio aiuto e potrai venire con me. Sarai libero, Lance.” “l-libero?” “libero.” Non so che fare. Da un lato sarei più che felice di potermene andare, anche se preferirei tornarmene nel mio tempo, ma dall’altro… ma dall’altro cosa? Perché sto esitando? Questa è un’opportunità più unica che rara! Perché lasciarsela sfuggire? “Sì!” “Sì? Magnifico! Vieni con me!” In un batter d’occhio mi trascina giù dal letto e, tenendomi per mano, percorriamo l’intricatissimo labirinto di scale che è il palazzo reale per poi raggiungere l’uscita, ovviamente facendo attenzione a non farci vedere. Corriamo a perdifiato e finalmente raggiungiamo l’imponente nave mercantile di Tarchon. “Bene! Aspettami qui. Più tardi verrò a portarti qualcosa da mangiare. Rimani nascosto e non farti vedere in giro, intesi?” “V-va bene…” Annuisco poco convinto. Non lo vedrò mai più… Però sarò finalmente libero! Ma… sarà questa la scelta giusta?
    “Dov’è Lance?!” l’urlo furioso di Khaba risuona per tutto il palazzo reale. “Guardie! Come potete essere state così incompetenti?! Un uomo non scompare così dal nulla! Non si volatilizza nell’aria!” “Siamo davvero spiacenti, vostra maestà… credevamo avesse ottenuto il vostro permesso per uscire…” “e da chi avresti sentito una simile sciocchezza?! Decido io cosa fare dei miei giocattoli! Nessun altro! Trovatelo e riportatelo qui! E non provate a torcergli nemmeno un capello se non volete finire con la testa mozzata! Chiaro?!” “S-sì mio signore!” annuiscono tremanti le guardie prima di dileguarsi alla ricerca disperata del fuggitivo. “Dannazione… dove sei finito?!” impreca sonoramente il faraone prima di sedersi sulle sponde del letto esausto. “Dove sei…?” un gemito disperato è tutto quello che riesce a uscire dalla sua bocca. “Permesso?” Vedendo il vecchio amico d’infanzia entrare nelle sue stanze, un lampo d’ira percorre il corpo di Khaba, che con forza sovrumana si scaglia contro Tarchon facendolo finire contro il muro. “Ridammelo! So che ce l’hai tu, brutto figlio di…” “ma che diavolo ti prende?! Sei impazzito?! Cosa ti dovrei ridare io, sentiamo!” “Lui! Non fare il finto tonto!” “Lui…? Aaaah, ti riferisci a Lance, vero? Beh, mi spiace deluderti, ma non ho la minima idea di dove possa esser finito. Sono rimasto a palazzo per tutto il tempo. Chiedi pure alle tue ancelle se vuoi.” Prima di lasciarlo andare, il faraone fulmina l’amico con lo sguardo, cercando di capire se si prendesse gioco di lui o meno. “Merda…” “Ehi, come mai tutte queste attenzioni verso quel ragazzo? Certo, è una merce rarissima con la carnagione che si ritrova, ma perché tutto questo interesse da parte tua? Per poco non mi strangolavi a causa sua!” “perché? Ahaha, non lo so nemmeno io il perché…” “ti sei invaghito di lui, per caso?” “Non dire idiozie!” “oooh, scusa, scusa! Errore mio. Senti…” “cosa c’è?!” “perché non me lo vendi? Lo troverai sicuramente, non può essere andato lontano. Le guardie lo avranno già preso.” “…cosa?” “Beh, visto che a te non interessa, ho pensato di comprarlo. Lo trovo molto sensuale… dev’essere un vero portento a lett-“ “Lui è mio!” l’ira sopita di Khaba si riaccende e gli consuma le membra. Lui è solo suo, di nessun altro. Quella pelle alabastra può essere toccata solamente da lui! “Mh, peccato. Beh, ora me ne torno al porto. Ho un paio di faccende da sbrigare. A dopo!” Il faraone non si degna nemmeno di rispondere al saluto, è troppo impegnato a pensare al fatto che potrebbe non rivedere mai più Lance. Lo rivuole indietro a tutti i costi.
    “Tarchon… non posso farlo.” “Che cosa?! Ma perché?” “N-non so nemmeno io il perché. È solo che… mi sembra ingiusto scappare in questo modo…” “Ingiusto? Dopo tutto quello che ti ha fatto passare?!” rido e stento a credere alle mie stesse parole. “Sì.” il silenzio cala tra di noi e sembra non se ne voglia andare. “Beh, fa’ come vuoi.” Il sorriso triste dell’uomo mi spezza il cuore, ma non voglio avere il rimpianto di non poter vedere più Khaba… il solo pensiero mi fa rabbrividire. Sarò diventato un masochista sotto il suo influsso? “Addio.” Gli dico, sorridendogli. “Addio, Lance” e prima che possa rendermene conto, mi deposita un tenero bacio sulle labbra. “Buona fortuna.”
    Corro a più non posso per raggiungere il palazzo il prima possibile, sento l’impellente bisogno di vederlo, di dirgli ciò che provo per lui. Non so nemmeno io come sia potuto succedere. Perché mi sento così attratto da lui? Probabilmente non mi calcola nemmeno. Sono scappato, bene. Pace e amen. Perché mai dovrebbe disperarsi per uno come me? Uffa, Lance! Smettila di essere così negativo! Corri e basta! Digli che ti piace e se lui ti rifiuta... beh... beh... non pensiamoci adesso!
    Finalmente riesco a vedere il palazzo! Forse sarebbe meglio non entrare dalla porta principale, ma usare quella segreta che mi ha mostrato Tarchon. Non si sa mai. Salgo le scale e ripercorro per la seconda volta nello stesso giorno i fitti cunicoli che collegano l'uscita alle stanze del faraone. "K-Khaba?" sussurro entrando lentamente in camera. Non c'è anima viva. Dov'è andato? "Tu..." All'improvviso vengo afferrato per la vita da una morsa d'acciaio e fatto voltare. Un brivido mi corre lungo tutta la spina dorsale. Ci siamo... eccoci qui. "Tu... dove sei stato?!" urla il faraone imbestialito. "Chi credi che io sia, eh? Non pensare di potermi rigirare a tuo piacimento!!" Mi spinge lungo la parete e mi stringe una mano intorno al collo. "Potrei ucciderti in qualsiasi momento. Non ci vorrebbe nulla..." "N-no..." "Questo spetta a me deciderlo!!" A fatica respiro. Sono troppo terrorizzato per parlare. "Io..." Devo dirglielo. "Tu cosa?!" "Mi... piaci." nel sentirmi pronunciare quella frase, Khaba impallidisce e lascia andare la presa. Le gambe non mi reggono in piedi e così finisco per cadere a terra, alla ricerca d'aria. Tossisco più e più volte. E ora? Che ne sarà di me? In meno di un secondo il faraone si china e mi afferra il mento. "Ripetilo." "Tu... mi piaci..." "Vorrei tanto strapparti il cuore e farlo mio in questo momento..." "A..." non ho neanche il tempo di replicare che mi chiude la bocca con la sua. Stavolta però non è il solito bacio rude e affamato, è dolce. Posso finalmente assaporare le sue labbra senza farmi mettere fretta dalla foga del momento. Quando la sua lingua si stacca dalla mia, mi protendo ulteriormente verso di lui in cerca di un altro assaggio. "Anche tu." La sua risposta mi lascia senza parole. Allora anche lui prova qualcosa per me! "Non lasciarmi mai più." Appoggia il capo sulla mia spalla e inala un profondo respiro stringendomi sempre di più a sé. "mh... te lo prometto." è tutto quello che riesco a dirgli in questo momento. Il cuore mi batte all'impazzata. Lo amo. Lo amo, ma non me la sento ancora di dirglielo. Ho ancora paura che possa rifiutarmi... "Vieni qui." Mi abbraccia e mi solleva per depositarmi delicatamente sul letto. "Ti voglio." "Anch'io..." Gli circondo con le braccia il collo e lo bacio. "Non ti lascerò mai più." Sono queste le ultime parole che sussurro prima di abbandonarmi completamente a lui. Ti amo, Khaba.

    “Kara” è un’imprecazione in arabo e significa “Merda!”
     
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  2. ClaCla
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    WoW finalmente!!!
    E' bellissima, tenera, sensuale, dolce e coinvolgente, alla pari con la prima parte... beh ormai ti tocca tirarne fuori un bel libricino no? u.u

    Ovviamente io lo leggerò tuuuutto tutto :hug:
     
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  3. steph1910
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    Ahahahah eh beh sì XD Farò un altro sequel con Lance incinto (come avevo promesso :im9.gif: Erica ha già cominciato a tartassarmi :woz.gif: ) E poi... bah chissà XD
     
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  4. Pan_Aika
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    Concordo a pieno con Rita!!E ti tartasserò ancora e ancora! Vogliamo assolutamente vedere questi figli e vogliamo Lance incinto!!!
    Sesso da incinto eh eh eh :umc.gif: :ye3.gif:
     
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3 replies since 26/12/2013, 21:34   28 views
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