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Non so se conoscete "il male di vivere" di Montale. Questa poesia è una mia personale interpretazione della sua, infatti ho copiato letteralmente i primi versi delle strofe della poesia di Montale perché ciò che volevo era semplicemente esprimere ciò che è il mio male di vivere e di conseguenza il mio bene, rispettivamente della prima e seconda strofa. Quindi non so se può essere definita proprio mia poesia, diciamo che è poesia ispirata Consiglio di rivedere quella di Montale prima di leggerla per capirla meglio
Spesso il male di vivere ho incontrato: era la crepa rocciosa che squarcia piano, era la frantumazione della terra stanca era il giovane cavallo bianco straziato.
Bene non seppi, fuor del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era il pianto dolcemente benvenuto e la parola pronunciata della poesia, come un canto rivolto al cielo, il futuro paradiso.
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