Mercenary's Woman

Fandom: Fairy Tail

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    Mercenary’s Woman

    Autore: tempestxD
    Long Fiction o One Shot: LongFiction (in corso)
    Genere: Romantico, Since of life
    Personaggi: Gray Fullbuster, Levy McGarden, Lluvia Loxar, Lucy Heartphilia, Natsu Dragoneel, Gajeel Redfox
    Rating: Arancione
    Avvisi: AU, OOC
    Breve descrizione: Lucy fa parte del personale amministrativo di un esercito privato, Fairy Tail, un gruppo di mercenari ben addestrasti che si occupa di missioni sul filo del rasoio, tra legalità e illegalità, entro e non i confini dello stato, spesso superando questo filo senza troppe preoccupazioni.
    Natsu fa parte del commando e, pur essendo giovane, è una delle punte di diamante della squadra. Ha un passato difficile alle spalle, non si fida facilmente e nasconde tutto dietro un sorriso da bravo ragazzo.
    Lucy proviene da una famiglia all'antica e una singola notte le cambia la vita, costringendola ad abbandonare sogni e aspirazioni.
    In un intreccio pericoloso che cambierà le sorti dei due giovani, gli anni sembrano passare mentre il cuore rimane ad un punto fermo.
    || NaLu, accenni MiraXus e GaLe|| AU!Contemporaney || OOC ||
    Disclaimer: i personaggi descritti non mi appartengono in nessun modo.
    Tutto ciò che è scritto di seguito è puramente inventato senza nessun riferimento alla realtà dei fatti,e niente di ciò che è descritto è a scopo di lucro.



    Capitolo I
    Sarebbe stata la dodicesima volta che la giovane ragazza bionda percorreva avanti e indietro quella via. Arrivava a quello stramaledetto cancello, muoveva il braccio per suonare il citofono e poi faceva dietrofront, lasciando perdere tutto. Per dodici volte. Stava consumando l’asfalto in quella torrida mattinata di luglio. Aveva paura. Aveva bisogno di parlare con qualcuno e la sua migliore amica sembrava fare al caso suo. Non poteva andare da suo padre. Assolutamente no. Era una cosa troppo importante per andare da lui con falsi allarmismi, che tuttavia, se si fossero rivelati reali, avrebbero creato non poco panico in casa.
    Certo, un ritardo di pochi giorni non voleva significare per forza quello ma era pur vero che in tanti anni, il suo organismo era stato puntuale come un orologio svizzero.
    Respirando a pieni polmoni si fece coraggio e suonò.
    << Chi è? >> Rispose gracidante la voce di una giovane donna.
    << Levy, sono Lucy ho bisogno di te. >>

    Quando si diceva che le donne avevano istinto per certe cose…
    Lucy non aveva mai fatto affidamento su questo fantomatico istinto. Ma si era dovuta ricredere, le sue paranoie, per quanto accolte scetticamente dall’amica, si erano rivelate veritiere.
    Era Incinta. Con la “I” maiuscola.
    Era incinta di Natsu e lui non si ricordava neanche di essere venuto a letto con lei.
    Guardando con occhi vuoti la striscetta rosa del test di gravidanza comprato da Levy, la giovane si vide passare davanti agli occhi tutta la sua vita, tutti i suoi progetti, i suoi sogni. Non avrebbe abortito, andava contro tutto ciò in cui credeva. E aveva visto fin troppi orfani fare una brutta fine e prendere una cattiva strada. Avrebbe tenuto il bambino, ormai era uso comune essere mamme single, no?
    Nonostante questi pensieri, con cui cercava di tranquillizzarsi, era nel panico.
    In quella prima e unica notte con Natsu avevano creato una vita. Un minuscolo puntino si andava formando nella sua pancia e lei non sapeva cosa fare, da che parte iniziare.
    Alzando lo sguardo verso la ragazza dai dolci occhi castani senza una parola chiedeva consiglio.
    Consiglio che Levy non sapeva dare.
    << E’ di Nastu vero? >> domandò solo.
    << Si… >>
    << Quando…? >>
    << Quella sera in cui aveva bevuto troppo al ricevimento di beneficenza del senatore. L’ho riaccompagnato a casa e… Bé è successo. Ero troppo presa… Non ho pensato, né riflettuto. E lui di certo non era nelle condizioni di ragionare… Oddio Levy, lui non ricorda nulla! >> Lucy crollò.

    Lucy Hearphilia faceva parte del personale amministrativo di un esercito privato, Fairy Tail, un gruppo di mercenari ben addestrasti che si occupa di missioni sul filo del rasoio, tra legalità e illegalità, entro e non i confini dello stato, spesso superando questo filo senza troppe preoccupazioni.
    Natsu Dragoneel era uno dei veterani nonostante la giovane età. Era esperto nella creazione e disinnesco di bombe, mine e con tutto ciò che aveva a che fare con le esplosioni. Ma nonostante questo si distingueva anche nel corpo a corpo.
    Nonostante lui e il suo gruppo passassero davvero poco tempo nella sede centrale che aveva sede a Houston, Texas, Lucy era riuscita a innamorarsi di lui. Si accontentava di guardarlo da lontano e ogni tanto lui andava da lei a scherzare e parlare un po’. Il personale amministrativo di solito non intratteneva rapporti con i mercenari ma Fairy Tail non era quello che si poteva considerare il classico esercito privato. Avevano una morale, selezionavano gli incarichi: Makarov, il terzo boss del commando aveva una precisa linea di pensiero e chi non la rispettava veniva sbattuto fuori.
    Nastu rispettava Makarov come se fosse suo padre, voci di corridoio dicevano che il vecchio boss, quando ancora lavorava sul campo, avesse salvato Nastu durante una missione e lo avesse portato negli Stati Uniti, salvandolo così da morte certa. In realtà aveva fatto questo per molte delle persone che lavoravano per lui.

    Quella fatidica sera, Natsu aveva alzato un po’ troppo il gomito durante il ricevimento organizzato da un senatore, al quale aveva dovuto partecipare per rappresentanza un ristretto gruppo del gruppo. Insieme ai due vi erano Levy, che si occupava della logistica delle missioni, Gajeel, un ex-soldato di un altro commando esperto in armi da fuoco, Mirajane la segretaria di Makarov e il nipote del boss, Laxus, esperto di apparecchi elettronici e informatici.
    Le giovani erano state inviate più che altro per controllare che gli uomini si comportassero bene e quando Lucy si era accorta che Nastu aveva alzato decisamente il gomito e si era presa l’incarico di riaccompagnarlo nel suo appartamento, situato poco lontano dalla sede di Fairy Tail.
    << Sai, sei proprio bella Luce! >> aveva detto un Natsu decisamente ubriaco, mentre Lucy, con un braccio di lui intorno alle spalle, lo sosteneva stringendolo in vita. La giovane era decisamente imbarazzata ma non stava dando troppo peso alle parole dell’amato, ben consapevole della sua ebrezza.
    << Certo Natsu, certo… Ora vediamo di andare a letto che ne dici? >> aveva detto la giovane con leggerezza mentre, attraversato un salotto con accessori minimali, avevano raggiunto quella che supponeva fosse la stanza da letto del giovane.
    Tuttavia le parole di Lucy avevano provocato un cambiamento nel soldato. Come per magia aveva recuperato le sue facoltà motorie, l’aveva guardata negli occhi e lì, sulla soglia della stanza da letto, l’aveva baciata.
    In quel momento Lucy aveva pensato a tante cose insieme, molte delle quali urlavano di scostarsi da lui. Ma una parte piccola e infima del suo essere glielo aveva impedito.
    “Cogli l’attimo…” le aveva detto una vocina. E lei lo aveva fatto.

    Aveva fatto l’amore con Natsu. Dopo che lui si era addormentato, gli aveva rimboccato le coperte ed era andata a casa felice, certa che qualcosa sarebbe cambiato.

    La mattina dopo si erano visti sul posto di lavoro e Lucy era imbarazzata. Non si aspettava effusioni o dichiarazioni di amore eterno... Però sperava in qualcosa.
    Natsu invece non aveva detto nulla di tutto ciò.
    << Ehi Lucy buongiorno! Avresti un’aspirina? Ieri ho bevuto troppo, Laxus mi ha detto che mi hai riaccompagnato a casa ma non ricordo nulla… Bè comunque grazie! >> aveva detto sorridendo il giovane con una tranquillità disarmante << Un’unica cosa – aveva aggiunto con una punta di incertezza- mi sono svegliato nudo...e ecco noi non… >> grattandosi la testa era arrossito un po’.
    Lucy era in preda al gelo, nella consapevolezza che quella notte magica sarebbe rimasta solo un suo esclusivo sogno. Con grande sforzo per mantenere un sorriso di cortesia sulle labbra aveva detto con voce ferma << Quando ti ho lasciato eri ancora vestito, ti sarai spogliato prima di metterti a letto…gli alcolici fanno venire caldo no? Ecco prendi questa dopo aver mangiato qualcosa.>>

    E ora a distanza di un mese Lucy a 24 anni aspettava un bambino da un uomo che non sapeva neanche di essere andato a letto con lei.
    L’unica certezza che aveva era che avrebbe amato quel bambino e che lo avrebbe cresciuto da sola.



    Capitolo II
    Le priorità di Lucy in quel momento erano due: mantenere per più tempo possibile il lavoro alla Fairy Tail e non far scoprire da Natsu il suo stato.
    Levy la stava aiutando ad affrontare tutto, si era trasferita a casa dell’amica. Il padre quando aveva saputo che sua figlia stava per avere un bambino e che non aveva alcuna intenzione di abortire l’aveva cacciata di casa, ripudiandola. Jude Hearphilia non era quella che si poteva considerare una persona modera. Gli Hearphilia erano una delle famiglie più antiche e ricche di Houston, possedevano pozzi di petrolio negli Stati Uniti e in Medio Oriente; Lucy non aveva necessità di lavorare, ma per spirito di indipendenza aveva cercato e trovato lavoro. Se fosse stata più furba e meno speranzosa avrebbe capito subito come il padre avrebbe reagito. Si era voluta illudere che il padre le sarebbe stato vicino, che sciocca era stata.
    << Dovresti andare dal un dottore… Magari Polyushka, potrebbe consigliarti.>> Le disse infatti Levy, riferendosi al dottore che curava i ragazzi della squadra quando tornavano da una missione. Era originaria dell’Europa dell’Est e si diceva che in gioventù fosse stata l’amante di Makarov.
    << Forse hai ragione, dovrei approfittare del fatto che Natsu sia in missione…>> rifletté ad alta voce.


    Nel deserto Arabico Natsu, Gajeel, Laxus e Gray, l’esperto di coltelli e armi da taglio, correvano sulla distesa di sabbia dorata a bordo di due jeep. Erano inseguiti da tre auto, da cui partivano ad intermittenza raffiche di mitra.
    << Cavolo li abbiamo fatti proprio arrabbiare eh? >> disse Natsu a Gray.
    Il giovane dai capelli color china, vestito con pantaloni militari e un gilet ricco di tasche piene di coltelli e caricatori, rise << Forse piazzare della dinamite nella tenda dei loro rifornimenti non è stato il miglio modo per fare amicizia…>>
    << Oh tu credi Fullbaster? Salamander qui pensava di aver avuto la migliore idea del secolo!>> rispose seccamente Gajeel tramite la ricetrasmittente che permetteva la comunicazioni tra le due vetture.
    << Natsu vuoi muoverti a toglierci di torno queste mosche?>> disse soltanto Laxus con freddezza.

    Con un sospiro Natsu aprì il tettuccio della macchina corazzata con un gran sorriso, decisamente poco equilibrato, e alzando il braccio destro, quello coperto da delle bende, con il quale impugnava un telecomando gridò << E’ stato bello ragazzi, ma la festa finisce qui!>> premette un bottone e le cariche che aveva in precedenza piazzato sotto le vetture dei terroristi saltarono in aria.
    Il giovane si godette la vista delle fiamme e del fumo nero. L’odore di metallo bruciato e di benzina, mentre il boato si espandeva. Si sentiva in pace con sé stesso quando qualcosa esplodeva.
    << Psicopatico di un piromane.>> dissero in coro i tre compagni, ormai abituati a quel comportamento. Ma nessuno di loro poteva considerarsi normale dopotutto. Chi più chi meno durante il percorso che avevano scelto si seguire avevano perso qualcosa: la testa, l’anima o una persona.
    Se Natsu riusciva a ritrovare un po’ di pace quando vedeva qualcosa fare BOOM chi erano loro per impedirlo?
    Dopo alcune ore di viaggio la squadra fece ritorno al campo base situato nei pressi dei pozzi petroliferi che erano stati mandati a difendere. Al campo base li attendevano Eflman, il fratellino grande e grosso di Mirajane, che compensava con la sua forza smisurata tutte le sue irritanti uscite “Questo è da uomo!”, Max, un ragazzo mingherlino con la barbetta, che si occupava del campo base e infine Erza, una rossa esplosiva, l’unica donna che riusciva a terrorizzare tre mercenari su quattro.
    Era un piccolo gruppo di tende, tre per la precisione, una per la strumentazione, una – la più grande- per i sei uomini e un’ultima per Erza. Ed erano posizionate ad est di un giacimento petrolifero della Heartphilia’s Oil.

    << Vi siete liberati di quell’accampamento di terroristi?>> domandò subito loro la ragazza dai capelli rossi.
    << Si ma Jafar ne manderà il doppio domani. Sono degli incapaci che in gran numero danno fastidio.>> Disse Laxus mentre poggiava con attenzione la fondina ascellare sul di un tavolo dove erano sparse mappe e congegni elettronici di vario tipo.
    << Vorrei sapere perché accanirsi sui pozzi della Heatrphilia’s Oil.>> Si domandò Gray ad alta voce mentre, ormai in boxer, si sedeva su di una panca.
    << Hearphilia’s Oil… Non so perché questo nome mi ricorda qualcosa…>> Rifletté Gajeel intento a pulire la sua magnum.
    <> aggiunse Max << Magari per prendere possesso dei pozzi hanno pestato i piedi alla persona sbagliata>>
    << Che noia però…vorrei tornare subito a Houston…>> disse Natsu.

    Lucy, accompagnata da Levy, si stava tirando su dal lettino nell’ambulatorio della dottoressa. Dopo essere stata visitata scrupolosamente la signora dai capelli bianchi aveva detto che la biondina aveva perso del peso, doveva mangiare di più, per il bene del bambino. << Sei indubbiamente incinta, di quasi due mesi.>> disse Polyushka << Ti prescriverò delle vitamine da assumere e ti indicherò una brava ostetrica. L’unica cosa che posso dirti ora è di rallentare i ritmi del lavoro. Troppo stress farà male al bambino>>
    Lucy stava per porre qualche altra domanda quando la porta si spalancò, mostrando la piccola ma arzilla figura del boss Makarov.
    << Chi è che aspetta un bambino?!>> domandò imperioso il vecchio, mentre uno sbuffo di fumo usciva dalla sua pipa. << Allora ragazze?! >>
    Lucy non poté che domandarsi se qualche divinità, lì in cielo non ce l’avesse con lei. Polyushka rimase in silenzio mentre Levy, si portava ancora più vicina all’amica nel tentativo di esserle di supporto.
    << Io boss… >> disse con voce mogia la biondina << Ma la prego non lo dica a nessuno! >> la voce le si spezzò e a quel punto intervenne Levy che con voce calma ma preoccupata disse al posto di Lucy << Lucy ha deciso che lascerà il lavoro quando la gravidanza diventerà troppo evidente, non vuole che si sappia… >>
    << Non vuoi che Natsu lo sappia, è diverso! >> disse con sicurezza il vecchio.
    << Ma come…?! >>
    << Ai vecchi non sfugge nulla Lucy! Tuttavia sono d’accordo con te. Natsu non è in grado di prendersi le responsabilità di un bambino ora-… >>
    << Lui non ricorda di essere venuto a letto con me. >> disse lapidaria la giovane << Era ubriaco, non ricorda nulla. >>
    Makarov era allibito, non si aspettava di certo una situazione del genere. << Avevo sentito che tuo padre ti aveva caciata… E’ per questo motivo? >> domandò apparentemente tranquillo.
    << Avrei provocato danno alla reputazione degli Heartphilia se si fosse scoperto… >> disse con amarezza la giovane Lucy mentre con una mano andava a coprirsi il ventre ancora piatto.
    << Voglio aiutarti Lucy, sei una cara ragazza e porti in grembo il bambino di uno dei miei ragazzi… Ti presterò una delle mi case, si trova in un paesino tranquillo nelle campagne intorno Houston. E’ una grande casa colonica isolata, ti permetterà di avere tutta la tranquillità del mondo per te e il bambino. Comunque mi aspetto che tu rimanga sul posto di lavoro finché il pancione te lo permetterà. E no! Non accetterò nessuna replica da parte tua! Il mio è un ordine!>> Dichiarò imperioso il vecchietto.
    << I-Io non so cosa dire…>>
    << Credo che un si possa andare bene mia cara>> soggiunse dolcemente Makarov.
    << Potrei andare via durante le vacanze di Natale e mascherare la pancia con dei maglioni… Quando…Quando tornerà dalla missione?>> la sola idea di vederlo la metteva in crisi.
    << Tra una settimana massimo, Natsu e Gajeel torneranno insieme agli altri.>> disse il boss a beneficio di Lucy e di Levy.
    << Non che la cosa mi interessi…>> brontolò la turchina con le guance gonfie.

    Come preannunciato da Makarov il gruppo in missione rientrò sette giorni dopo. Lucy non sapeva cosa fare, se prima, quando ancora non sapeva di essere incinta, parlava con Natsu normalmente ora aveva il terrore di tradirsi. D’altra parte non parlargli più sarebbe stato ancora più sospetto: nonostante quello che potevano passare le apparenze Natsu era molto intelligente e intuitivo.
    Ora guardandolo attraversare il corridoio diretto alla sua scrivania la giovane non poteva impedire al suo cuore di perdere qualche battito: con i capelli rosa ribelli, i penetranti occhi scuri e quel sorriso da un milione di dollari Natsu Dragoneel, soprannominato Salamander, era l’incarnazione di ogni desiderio femminile, almeno per Lucy. Era alto, con un fisico muscoloso ma atletico messo in evidenza dalla canotta nera e attillata che indossava, gli anfibi ai piedi provocavano un rumore sordo mentre avanzava verso il gruppo di scrivanie di Lucy, Levy e Mirajane. Il borsone che aveva in spalla rimbalzava ritmicamente mentre la fondina che aveva al fianco accompagnava ogni movimento.
    << Yo Lucy! >> la salutò il giovane con allegria. Dietro di lui comparvero in successione Gajeel e Laxus.
    << Ciao Natsu…>> lo salutò la ragazza, i muscoli del viso rigidi per mantenere quel finto sorriso.
    << Elfman ha accompagnato Max in infermeria. Si è beccato una pallottola in una chiappa!>> continuò ridacchiando il giovane soldato.
    << Piantala di cazzeggiare moccioso.>> lo rimproverò Laxus mentre con discrezione lanciava un’occhiata alla scrivania della segretaria del nonno << Il vecchio è libero? >>
    << Mira sta finendo di sottoporgli dei documenti da firmare ma potete entrare…>> con incertezza domandò << Problemi con la missione? >>
    << Nulla di preoccupante.>> Ribatté seccamente il biondo, non disposto a rilasciare informazioni. Si diresse verso la porta dell’ufficio di Makarov e senza bussare entrò.
    Lucy rivolte uno sguardo preoccupato a Natsu che si strinse le spalle << La missione è andata bene, ma abbiamo avuto a che fare solo con pesci piccoli. Laxus teme rappresagli sul suolo americano…>> le spiego il giovane << Lucy andiamo a mangiare un panino quando stacchi? Dopo dieci giorni di ragioni di cibo liofilizzato ho bisogno di qualcosa di buono…>>
    Lucy non sapeva da che parte guardare, consapevole soltanto di non poter incrociare lo sguardo caldo di lui. Non sapeva neanche lei come fosse iniziato il loro rapporto di amicizia, così come non era in grado di datare il momento in cui si era scoperta innamorata di lui. Ricordava soltanto dei loro spuntini in una piccola ma graziosa tavola calda, delle risate, dei confronti. Quei momenti di spensieratezza facevano bene a entrambi: Lucy fuggiva dai suoi problemi familiari, da un padre oppressivo che pretendeva di utilizzarla come merce di scambio per i suoi affari; Natsu invece perdeva quell’ombra perenne che aveva nello sguardo e che nascondeva dietro un sorriso da ragazzino. Peccato che con lucy quello stratagemma non aveva mai funzionato: sapeva del passato tormentato del ragazzo e voleva aiutarlo.
    Ma ora come poteva pensare di stare in sua compagnia facendo finta di nulla? Dopo la sera del ricevimento si erano visti soltanto due volte a causa di missioni prolungate e Lucy era riuscita a convincersi che ciò che avevano condiviso fosse stato soltanto uno splendido sogno. Adesso che sapeva delle conseguenze che quel sogno aveva portato, il rischio di tradirsi…Non poteva.
    << I-io ho già un impegno per questa sera Natsu scusami tanto!>> Inventò lì per lì, senza dare una giustificazione precisa.
    Il giovane sembrò deluso ma rispose con tranquillità << Sarà per un altro giorno allora. >>

    Intanto, dal corridoio dal quale erano arrivati i tre uomini, la piccola figura di Levy si avvicinava a passo spedito. Con il viso completamente concentrato nella lettura di alcuni incartamenti non stava facendo caso a quanto le succedeva intorno. E probabilmente fu questo che le impedì di notare il corpo massiccio di Gajeel. Troppo intenta nella lettura era finita contro la schiena del moro: l’uomo non aveva quasi sentito nulla ma al contrario la piccola turchina cadde con il sedere a terra mentre i fogli volavano intorno a lei.
    << Levy stai bene?!>> si preoccupò subito Lucy.
    << Oooh… Guarda chi c’è>> disse con sfacciataggine Gajeel mentre dall’alto torreggiava su Levy. << Cosa pensavi di fare piccoletta?>>
    Levy che si stava massaggiando il di dietro dolorante alzò lo sguardo su quel volto forato dai piercing che sfoggiava un’espressione arrogante. Con stizza la giovane si sistemò gli occhiali da lettura e iniziò a raccogliere i fogli.
    << Non ho tempo di parlare con un troglodita che non conosce neanche le buone maniere.>> Sbottò la giovane << Un vero uomo mi avrebbe chiesto scusa e aiutata >> concluse con una punta di acidià alzandosi e fronteggiandolo con il suo metro e cinquanta di altezza.
    << Tsk >> con questo suono denigratorio e sprezzante Gajeel concluse quello che era l’ennesimo battibbecco tra i due.

    <<muovete il culo ed entrate idioti! >> Sbraitò intanto Laxus dalla porta dell’ufficio del boss.
    Il moro e il rosato senza dire una parola si sbrigarono ad entrare.
    Una volta che la porta fu chiusa alle loro spalle le due giovani donne si scambiarono uno sguardo spossato e stanco: quei due soldati erano stancanti e o per un motivo o per un altro mandavano al Creatore le speranze di una e la pazienza dell’altra.



    Capitolo III
    Lucy si toccò il ventre ormai rotondo: era di sei mesi e il bambino scalciava già da un po’; quella mattina poi, sembrava proprio incapace di stare tranquillo e rendeva complicato a Lucy godersi l’ultimo giorno di lavoro presso la Fairy Tail. Dicembre era arrivato e rendeva più comprensibile l’uso delle felpe enormi e maglioni senza forma che la bionda aveva iniziato ad indossare sul posto di lavoro per nascondere la gravidanza.
    Il suo rapporto con Natsu orami era deteriorato, in tutto quel tempo non aveva fatto altro che allontanarlo, con una scusa o con un’altra, e il ragazzo si era allontanato. Per Lucy era stato straziante: tenere lontano l’uomo che amava, il padre di suo figlio la faceva sentire sempre più sola, incerta sul proprio futuro. In più non credeva di riuscire a vederlo prima della sua partenza quel pomeriggio; lui con Gajeel, Laxus e Gray erano tornati da ormai un mese in Arabia e non avevano comunicato una data di rientro. Semplicemente quando fosse tornato avrebbe trovato la sua scrivania vuota e nessuno –a parte Makarov, Levy e Polyushka – avrebbe saputo dove lei fosse. E di certo quei pochi che ne sapevano qualcosa non avrebbero detto niente.
    Non sarebbe mai stata in grado di ringraziare abbastanza Makarov e Levy: il primo per la disponibilità ad aiutarla e la seconda per la suo costante sostegno. Levy si era rivelata la migliore amica che Lucy poteva desiderare: coscienziosa e premurosa, le era stata accanto, accompagnandola a tutti i controlli e premurandosi che il suo segreto fosse mantenuto.
    << Levy ho finito con queste pratiche…>> le disse Lucy con un sorriso triste in volto.
    Levy alzò il viso occhialuto dalla tastiera del pc sulla quale era piegata. << E’ già ora Lu? >>
    << A quanto pare…>>
    LA piccola azzurra si alto dalla sua scrivania e per andarle incontro e stringerla in un forte abbraccio.
    << Lo sai no? >> disse Levy piano << Basta uno squillo e sarò da te. >>
    Lucy era commossa dal sentimento che sentiva nelle parole della sua amica e di certo gli ormoni della gravidanza non la stavano aiutando nel tentativo di mantenere gli occhi asciutti.
    Sciolto l’abbraccio, sotto lo sguardo lacrimoso di Levy, Lucy raccolse i suoi effetti personali dentro una piccola scatola e si diresse verso l’ascensore che l’avrebbe condotta al parcheggio. Sulla scrivania ordinata e vuota vi era soltanto un piccolo biglietto che aveva lasciato per Natsu.
    Avendo già salutato Makarov e Polyushka nulla più la tratteneva nel palazzo quindi con la mano tremante premette il pulsante di chiamata dell’ascensore.
    Solo una volta che la giovane fu chiusa dentro l’abitacolo della vettura si concesse di versare tutte le sue lacrime.
    << Non preoccuparti piccolino… La mamma penserà a tutto. >>

    Sei mesi dopo.

    Lucy aspettava seduta sulla sedia a dondolo nel portico della grande casa colonica in cui abitava. Il venticello dei primi di giugno era fresco e rigenerante mentre le muoveva con delicatezza i lunghi capelli biondi. Il viso si era ingentilito e lo sguardo color caramello era cambiato. Chiunque avrebbe capito che si trattava degli occhi di una madre e questo senza fare caso al piccolo fagotto che stringeva amorevolmente tra le braccia. Nash, suo figlio era nato da quattro mesi con un peso di 3Kg tondi tondi. Era la gioia della sua vita e Lucy ogni giorno di più poteva vedere nei suoi occhi quelli del padre, scuri e caldi. Nash era un piccolo ammasso di risate e allegria: difficilmente faceva i capricci o piangeva e aveva un sano e famelico appetito. Il ciuffetto biondo che aveva sulla testolina si stava piano piano scurendo, passando dal platino al color grano come quelli della madre.
    Era bellissimo e Lucy se ne era rinnamorata nel momento in cui aveva emesso il suo primo vagito.
    Non era stata sola durante il parto: Levy era stata con lei, le aveva fatto coraggio e stretto la mano continuando a dire che non vedeva l’ora di diventare zia. La giovane azzurra si era trasferita con lei nella grande casa colonica da un mese circa: voleva starle vicino e aiutare Lucy con il bambino. Tuttavia la bionda pensava che ci fosse qualcosa di più ma che Levy non fosse ancora pronta a parlarne.

    In quel momento il rumore di due fuoristrada in avvicinamento le fece alzare lo sguardo dal viso del suo bambino. La villa isolata e immersa nel verde era raramente meta di visitatori e in un’altra situazione Lucy si sarebbe spaventata ma Makarov l’aveva chiamata quella mattina mettendola al corrente di fatti davvero preoccupanti.
    Suo padre, Jude Heartphilia, negli ultimi tempi aveva intrattenuto rapporti d’affari poco chiari e pericolosi con un mercante d’armi arabo, un certo Jafar Al Sidi, e aveva saggiamente scelto di fregalo. Ed ora Lucy, e con lei Nash, si trovavano nel mirino degli uomini di Jafar, che aveva l’abitudine di vendicarsi con la famiglia di chi gli faceva torto.
    Makarov che aveva lavorato per il padre in diverse occasioni l’aveva avvertita che Jafar aveva scoperto dove lei vivesse e che ormai non poteva più stare da sola.
    << Ti manderò una squadra per proteggere te e il piccino Lucy, non è qualcosa su cui puoi trattare, ne va della vostra sicurezza. >> aveva detto.
    Lucy non aveva obbiettato spaventata mentre un brivido freddo le attraversava la schiena.
    Ed ora mentre osservava le due auto arrestarsi davanti alla casa con un gran polverone sentì ancora una volta quel brivido gelido percorrerle il corpo.
    Dalle jeep uscirono figure familiari che le bloccarono il respiro. Come a rallentatore vide Gajeel e Laxus scendere da una delle due auto seguiti a ruota da Gray e Natsu.
    Lucy era paralizzata, vederlo così inaspettatamente dopo tutto quel tempo l’aveva mandata completamente in confusione.
    I quattro uomini intanto non l’avevano ancora notata intenti com’erano a scaricare le auto e a fare il punto della situazione.
    << Il vecchio non ci manda quasi mai in missione sul suolo americano…strano che abbia accettato questo incarico.>> stava dicendo Gray mentre scaricava varie valige che contenevano chissà quale arma.
    << Dobbiamo proteggere la figlia di Heartphilia da Jafar mocciosi, vedete di non fare gli idioti con lei. L’unica cosa che non capisco è perché mandarla qui. Questa casa appartiene alla nostra famiglia da generazioni…>> disse Laxus, alle prese con dei fili e degli apparecchi elettronici di vario genere.
    << Sarà sicuramente una piccola e viziata figlia di papà quindi puoi star tranquillo Laxus, non è il nostro tipo ghihi.>> disse Gajeel mentre prendeva due sacche che contenevano pistole e fucili.
    Nastu stette in silenzio per tutto il tempo finché disse con voce annoiata e apatica << Spero solo che non saremmo bloccati qui in mezzo al nulla per trop-…>>

    Levy era uscita dalla casa attirata dai rumori << Lucy cos-…>> stava dicendo ma vedendo lo sguardo fisso dell’amica si era resa conto che qualcosa non andava. Quando vide i quattro si ammutolì. Lui era lì.

    I quattro uomini si erano fermati un momento a guardarle, i sopraccigli inarcati per la sorpresa.
    << Lu…>> mormorò solo Natsu, gli occhi sgranati, l’apaticità di qualche momento prima completamente dimenticata.
    Lucy teneva Nash stretto al petto, usandolo come ancora di salvezza della sua pace mentale. Non credeva che lo avrebbe rivisto, non così presto almeno.
    Con voce incerta disse << Ciao Natsu.>>
    Nash a quel punto iniziò a piangere, rendendo palese la propria presenza.

    << Bè ragazze siamo un po’ confusi… Cosa sta succedendo?>> domandò a quel punto Laxus, che stava spostando lo sguardo da Natsu a Lucy.
    << C-Credo voi siate qui per proteggerci… O almeno questo è quello che mi ha detto Makarov.>> disse la giovane madre cullando Nash per farlo smettere di piangere. Non mi aspettavo di certo che sareste venuti voi a proteggermi, si disse Lucy.
    << Noi siamo qui per protegge-… Mi stai prendendo in giro?! Sei tu la figlia di Jude Heartphilia?!>> esclamò Gray sconvolto.
    << A quanto pare… Ma non uso più il cognome di mio padre ormai.>> la giovane stette alcuni secondi in silenzio poi con un sospiro, disse freddezza << Lui è Nash, è mio figlio. Ha quattro mesi e pretendo che in caso di pericolo diate precedenza alla sua vita rispetto che alla mia. Sono stata chiara?>> senza attendere risposta rientrò nella grande casa bianca.
    Levy che era stata in silenzio fino a quel momento, impegnata in un duello di sguardi con Gajeel, parlò << Venite dentro, vi mostro le vostre camere e dove posare le attrezzat-…>> ma venne interrotta da una furia rosata che, come un fulmine, stava correndo dietro a Lucy. Era inevitabile, si disse la ragazza.
    << Ehm…forse è il caso di aspettare un po’ prima di rientrare.>> concluse la giovane.
    Gli altri tre non poterono che darle ragione.



    <b>Capitolo IV
    << Cosa diavolo significa tutto questo Lucy?!>>
    Lucy si voltò a guardare il proprietario di quella voce alterata, godendosi ancora una volta la vista del suo volto, delle sue espressioni, dei movimenti del corpo. I capelli rosa erano più lunghi di quel che ricordava e l’accenno scuro della barba sul mento lo lasciava apparire più trasandato e selvaggio. I vestiti militari esaltavano i muscoli ma la giovane poteva vedere chiaramente che aveva perso peso.
    << A cosa ti riferisci in particolare? >> rispose lei continuando a cullare Nash, che non voleva però saperne di calmarsi. Il piccolo era attratto da Natsu, si sporgeva e voleva andare tra le sue braccia. Come ti capisco piccolo mio, pensò la giovane con malinconia.
    << A cosa mi riferisco?! Cavolo Lu, eri una delle persone con cui avevo più confidenza! Prima ti allontani e poi scompari nel nulla lasciando solo un fottuto bigliettino! Cosa me ne dovevo fare di quel biglietto eh?! Grazie e scusami?! Sai che ti dico ‘Fanculo!>> esplose il militare con gli occhi carichi d’ira, poi il suo sguardo si posò su Nash. Lucy se lo strinse di più al petto come a proteggerlo da quello sguardo aggressivo e Natsu a quel punto cercò di calmarsi: prese un bel respiro e in tono più calmo ma ugualmente severo continuò a parlare << Ti sei allontanata da me senza preavviso, mi hai evitato per mesi! E quando sono tornato da quella missione in Sudan ho trovato la tua scrivania vuota! Nessuno mi voleva die nulla, cazzo Levy sembrava stesse proteggendo un segreto di stato! E ora vengo qui in missione e scopro che non solo sei la figlia di Heartpilia ma hai anche un bambino! >> concluse con voce affranta.
    Natsu fece qualche passo in avanti avvicinandosi ai due, osservando con attenzione il piccolo: i capelli fini color oro, il visetto paffuto e morbido e i grandi occhioni color caramello della mamma, che avevano una forma diversa da quella di Lucy, ma allo stesso tempo familiare. Allungò una mano, l’indice proteso per pungolare morbidamente la guancia del piccolo.
    << Non ci eravamo detti niente noi due Lucy…ma credevo ci fosse qualcosa.>> continuò piano il rosato <<ti allontani, sparisci, ti ritrovo e hai un bel bambino…>> ridacchiò tristemente quando Nash gli strinse il dito con una manina e se lo infilo in bocca per ciucciarlo << Dov’è il padre Lucy?>>

    Lucy aveva ascoltato quello sfogo con un peso sul cuore sempre più grande. Cosa poteva dire? Non aveva scusanti, non aveva giustificazioni… Forse l’unica che poteva dare era davvero troppo inverosimile perché passasse per vera. Sentire le ultime parole riaccese però nel petto di lei una fiebile speranza, alla quale però non voleva dare troppo peso. Le aspettative che avrebbe potuto costruire su quella piccola speranza erano davvero troppo per il suo cuore. Se non si fossero avverate sarebbe caduta nuovamente in pezzi, forse ancora più piccoli dei precedenti.
    << I-Il padre non sa di Nash…>> riuscì a dire solamente, domandandosi però come Natsu non vedesse le somiglianze: il loro bambino aveva si preso i colori dalla mamma ma dalla forma del viso, al taglio degli occhi e fino allo spirito che si poteva leggere in essi, tutto questo era di Natsu. Persino il nome del piccolo ricordava vagamente il suono di quello del padre. Come poteva non capire?
    << Per quel che vale Nastu, mi dispiace davvero… Ho creduto di fare la scelta migliore per tutti ma forse mi sono sbagliata…>> ammise Lucy a quel punto guardando il visetto di Nash e la mano di Natsu. Vedere il padre toccarlo in quel modo così naturale portò Lucy a chiedere di getto << Vuoi tenerlo in braccio? >>
    << Non sono molo bravo con i bambini…>> annunciò il ragazzo mentre con mani incerte e nervose prendeva il piccolo tra le braccia. Nash però rideva felice e Natsu sistemò bene quel piccolo corpicino contro di sé per poi alzare lo sguardo verso la madre del bambino: Lucy li fissava con una strana espressione in viso, i grandi occhi della giovane erano lucidi. << Perché il padre non lo sa Lucy? >> faceva male chiedere una cosa del genere alla donna per cui provava qualcosa ma il soldato si domandava perché quell’uomo non fosse lì a proteggerli.
    << … Vado a chiamare gli altri.>> Lucy non diede spiegazioni, semplicemente fuggì via, lasciando il bambino tra le braccia di Natsu.

    Con tutto quello che era successo nella mattina e con la necessità di attrezzare la casa con apparecchi elettronici per la protezione i soldati di Fairy Tail avevano rimandato il sopraluogo esterno al pomeriggio.
    La casa era circondata da campi e da un piccolo bosco: un facile bersaglio da attaccare per dei professionisti, in più il luogo isolato nel quale era situata la casa non aiutava per niente.
    Natsu, in compagnia di Laxus, si stava dirigendo verso la zona boscosa, con un grande cipiglio sul viso magro e affascinante. Non parlava e osservava la zona brontolando tra sé e sé annotazioni e dettagli che Laxus non stava neanche ascoltando.
    Per la verità il giovane rampollo Dreyar aveva un’immagine in mente che nulla riusciva a cancellare: Natsu con in braccio il piccolo di Lucy. E una mente analitica come la sua non poteva notare la somiglianza.
    Nash era certamente il figlio di Natsu, ma come fosse possibile ancora non era riuscito a comprenderlo. Natsu andava dietro a Lucy da molto tempo ma il suo passato non aveva voluto scoprire le sue carte. Per molte cose era un ragazzino immaturo, Laxus, che lo considerava come un fratellino piccolo, lo sapeva bene.
    Quando Makarov lo aveva portato in casa Dreyar, Natsu aveva sette anni e aveva visto il padre morire in un attentato. Igneel Dragoneel era stato il principe di un piccolissimo principato schiacciato dalle grandi potenze del Est Europa; a causa delle sue idee progressiste e i suoi stretti rapporti con il governo americano, fu preso di mira e ucciso. Natsu scampò a quello stesso destino soltanto grazie all’intervento di Makarov, un vecchio amico del padre. Laxus non conosceva i dettagli della morte di Igneel, ricordava soltanto che Natsu non aveva aperto bocca per molto tempo.
    << Così Lucy ha un figlio…>> disse Laxus con nonchalance, appoggiandosi al tronco di un albero e incrociando le braccia muscolose sul petto.
    Si trovavano al centro di una piccola radura nascosta dagli alberi, il posto ideale per un’imboscata.
    Natsu gli lanciò un’occhiataccia << L’ho notato. E’ un bel bambino…>>
    << Assomiglia a qualcuno che conosco… Credo…>> buttò lì senza impegno il biondo, consapevole che quelle parole lo avrebbero mandato nel panico.
    Natsu si passò una mano tra i capelli ribelli e rosa << Anche io ho avuto questa sensazione… Lucy dice che il padre non sa di lui. Ma non ha mai frequentato nessuno… Mira me lo avrebbe detto.>>
    Laxus rimase impressionato dalla scaltrezza che Natsu aveva dimostrato: usare la segretaria del vecchio per monitorare Lucy anche quando erano in missione era un colpo di genio. Mirajane Strauss era un segugio, sapeva tutto di tutti alla Fairy Tail.
    << Quindi è uscita soltanto con te.>> ragionò il biondo.
    << Si! Per questo non capisco…>> il rosato si grattò con forza la testa, come se quel movimento potesse aiutarlo a ragionare, a trovare una spiegazione a quella situazione.
    In quel momento Laxus ebbe una folgorazione, il ricordo di una conversazione ascoltata di sfuggita tra Natsu e Gray:
    << Mi sono svegliato nudo! Forse mi hai contagiato con la tua perversione maniaco!>> si era lamentato Natsu, nella palestra dell’azienda.
    << O forse Lucy si è approfittata di te idiota! >> aveva risposto ghignando Gray.

    << Magari quella sera alla festa del senatore ha conosciuto qualcuno…>> aggiunse ancora Laxus, indicando con destrezza la giusta direzione alla mente un po’ lenta di Natsu.
    << No, non è possibile Laxus! Quella sera Lucy è tornata a casa con… Me. >> e la conclusione di quella frase fu l’epifania di Natsu.
    In quel momento ogni piccolo pezzo andò al suo posto e seppe di essere diventato padre.
    Ed ebbe paura.



    Capitolo IV

    << Cosa diavolo significa tutto questo Lucy?!>>
    Lucy si voltò a guardare il proprietario di quella voce alterata, godendosi ancora una volta la vista del suo volto, delle sue espressioni, dei movimenti del corpo. I capelli rosa erano più lunghi di quel che ricordava e l’accenno scuro della barba sul mento lo lasciava apparire più trasandato e selvaggio. I vestiti militari esaltavano i muscoli ma la giovane poteva vedere chiaramente che aveva perso peso.
    << A cosa ti riferisci in particolare? >> rispose lei continuando a cullare Nash, che non voleva però saperne di calmarsi. Il piccolo era attratto da Natsu, si sporgeva e voleva andare tra le sue braccia. Come ti capisco piccolo mio, pensò la giovane con malinconia.
    << A cosa mi riferisco?! Cavolo Lu, eri una delle persone con cui avevo più confidenza! Prima ti allontani e poi scompari nel nulla lasciando solo un fottuto bigliettino! Cosa me ne dovevo fare di quel biglietto eh?! Grazie e scusami?! Sai che ti dico ‘Fanculo!>> esplose il militare con gli occhi carichi d’ira, poi il suo sguardo si posò su Nash. Lucy se lo strinse di più al petto come a proteggerlo da quello sguardo aggressivo e Natsu a quel punto cercò di calmarsi: prese un bel respiro e in tono più calmo ma ugualmente severo continuò a parlare << Ti sei allontanata da me senza preavviso, mi hai evitato per mesi! E quando sono tornato da quella missione in Sudan ho trovato la tua scrivania vuota! Nessuno mi voleva die nulla, cazzo Levy sembrava stesse proteggendo un segreto di stato! E ora vengo qui in missione e scopro che non solo sei la figlia di Heartpilia ma hai anche un bambino! >> concluse con voce affranta.
    Natsu fece qualche passo in avanti avvicinandosi ai due, osservando con attenzione il piccolo: i capelli fini color oro, il visetto paffuto e morbido e i grandi occhioni color caramello della mamma, che avevano una forma diversa da quella di Lucy, ma allo stesso tempo familiare. Allungò una mano, l’indice proteso per pungolare morbidamente la guancia del piccolo.
    << Non ci eravamo detti niente noi due Lucy…ma credevo ci fosse qualcosa.>> continuò piano il rosato << Ti allontani, sparisci, ti ritrovo e hai un bel bambino…>> ridacchiò tristemente quando Nash gli strinse il dito con una manina e se lo infilo in bocca per ciucciarlo << Dov’è il padre Lucy?>>

    Lucy aveva ascoltato quello sfogo con un peso sul cuore sempre più grande. Cosa poteva dire? Non aveva scusanti, non aveva giustificazioni… Forse l’unica che poteva dare era davvero troppo inverosimile perché passasse per vera. Sentire le ultime parole riaccese però nel petto di lei una fiebile speranza, alla quale però non voleva dare troppo peso. Le aspettative che avrebbe potuto costruire su quella piccola speranza erano davvero troppo per il suo cuore. Se non si fossero avverate sarebbe caduta nuovamente in pezzi, forse ancora più piccoli dei precedenti.
    << I-Il padre non sa di Nash…>> riuscì a dire solamente, domandandosi però come Natsu non vedesse le somiglianze: il loro bambino aveva si preso i colori dalla mamma ma dalla forma del viso, al taglio degli occhi e fino allo spirito che si poteva leggere in essi, tutto questo era di Natsu. Persino il nome del piccolo ricordava vagamente il suono di quello del padre. Come poteva non capire?
    << Per quel che vale Nastu, mi dispiace davvero… Ho creduto di fare la scelta migliore per tutti ma forse mi sono sbagliata…>> ammise Lucy a quel punto guardando il visetto di Nash e la mano di Natsu. Vedere il padre toccarlo in quel modo così naturale portò Lucy a chiedere di getto << Vuoi tenerlo in braccio? >>
    << Non sono molo bravo con i bambini…>> annunciò il ragazzo mentre con mani incerte e nervose prendeva il piccolo tra le braccia. Nash però rideva felice e Natsu sistemò bene quel piccolo corpicino contro di sé per poi alzare lo sguardo verso la madre del bambino: Lucy li fissava con una strana espressione in viso, i grandi occhi della giovane erano lucidi. << Perché il padre non lo sa Lucy? >> faceva male chiedere una cosa del genere alla donna per cui provava qualcosa ma il soldato si domandava perché quell’uomo non fosse lì a proteggerli.
    << … Vado a chiamare gli altri.>> Lucy non diede spiegazioni, semplicemente fuggì via, lasciando il bambino tra le braccia di Natsu.

    Con tutto quello che era successo nella mattina e con la necessità di attrezzare la casa con apparecchi elettronici per la protezione i soldati di Fairy Tail avevano rimandato il sopraluogo esterno al pomeriggio.
    La casa era circondata da campi e da un piccolo bosco: un facile bersaglio da attaccare per dei professionisti, in più il luogo isolato nel quale era situata la casa non aiutava per niente.
    Natsu, in compagnia di Laxus, si stava dirigendo verso la zona boscosa, con un grande cipiglio sul viso magro e affascinante. Non parlava e osservava la zona brontolando tra sé e sé annotazioni e dettagli che Laxus non stava neanche ascoltando.
    Per la verità il giovane rampollo Dreyar aveva un’immagine in mente che nulla riusciva a cancellare: Natsu con in braccio il piccolo di Lucy. E una mente analitica come la sua non poteva notare la somiglianza.
    Nash era certamente il figlio di Natsu, ma come fosse possibile ancora non era riuscito a comprenderlo. Natsu andava dietro a Lucy da molto tempo ma il suo passato non aveva voluto scoprire le sue carte. Per molte cose era un ragazzino immaturo, Laxus, che lo considerava come un fratellino piccolo, lo sapeva bene.
    Quando Makarov lo aveva portato in casa Dreyar, Natsu aveva sette anni e aveva visto il padre morire in un attentato. Igneel Dragoneel era stato il principe di un piccolissimo principato schiacciato dalle grandi potenze del Est Europa; a causa delle sue idee progressiste e i suoi stretti rapporti con il governo americano, fu preso di mira e ucciso. Natsu scampò a quello stesso destino soltanto grazie all’intervento di Makarov, un vecchio amico del padre. Laxus non conosceva i dettagli della morte di Igneel, ricordava soltanto che Natsu non aveva aperto bocca per molto tempo.
    << Così Lucy ha un figlio…>> disse Laxus con nonchalance, appoggiandosi al tronco di un albero e incrociando le braccia muscolose sul petto.
    Si trovavano al centro di una piccola radura nascosta dagli alberi, il posto ideale per un’imboscata.
    Natsu gli lanciò un’occhiataccia << L’ho notato. E’ un bel bambino…>>
    << Assomiglia a qualcuno che conosco… Credo…>> buttò lì senza impegno il biondo, consapevole che quelle parole lo avrebbero mandato nel panico.
    Natsu si passò una mano tra i capelli ribelli e rosa << Anche io ho avuto questa sensazione… Lucy dice che il padre non sa di lui. Ma non ha mai frequentato nessuno… Mira me lo avrebbe detto.>>
    Laxus rimase impressionato dalla scaltrezza che Natsu aveva dimostrato: usare la segretaria del vecchio per monitorare Lucy anche quando erano in missione era un colpo di genio. Mirajane Strauss era un segugio, sapeva tutto di tutti alla Fairy Tail.
    << Quindi è uscita soltanto con te.>> ragionò il biondo.
    << Si! Per questo non capisco…>> il rosato si grattò con forza la testa, come se quel movimento potesse aiutarlo a ragionare, a trovare una spiegazione a quella situazione.
    In quel momento Laxus ebbe una folgorazione, il ricordo di una conversazione ascoltata di sfuggita tra Natsu e Gray:
    << Mi sono svegliato nudo! Forse mi hai contagiato con la tua perversione maniaco!>> si era lamentato Natsu, nella palestra dell’azienda.
    << O forse Lucy si è approfittata di te idiota! >> aveva risposto ghignando Gray.


    << Magari quella sera alla festa del senatore ha conosciuto qualcuno…>> aggiunse ancora Laxus, indicando con destrezza la giusta direzione alla mente un po’ lenta di Natsu.
    << No, non è possibile Laxus! Quella sera Lucy è tornata a casa con… Me. >> e la conclusione di quella frase fu l’epifania di Natsu.
    In quel momento ogni piccolo pezzo andò al suo posto e seppe di essere diventato padre.
    Ed ebbe paura.


    Capitolo V

    Levy era seduta sul tappeto del piccolo salone intenta a giocare con il suo nipotino acquisito, passava pupazzi e costruzioni che Nash si divertiva a lanciare da tutte le parti con un grande sorriso sulle labbra.
    << Sei un piccolo birbante lo sai si? >> diceva con quella vocina sciocca che usciva a tutte le donne quando parlavano con un bambino << E la zia Levy non vede l’ora che tu sia abbastanza grande per leggerti tutte le storie dei fratelli Grimm e il piccolo principe… >>
    << Allora lo vuoi rovinare subito con quelle sciocchezze eh nana? >> aveva detto la voce graffiante di Gajeel.
    Levy inviperita si era girata a guardarlo e lo aveva trovato appoggiato allo stipite della porta: portava pantaloni mimetici e una canotta bianca, al fianco una pistola grande come l’avambraccio della giovane. Accanto al moro stava Natsu che guardava affascinato il ciuffetto biondo di Nash che si agitava a ogni movimento vivace del suo piccolo braccetto, muovendo una piccola macchinetta gialla.
    << Gajeel Redfox! Non osare stare nei pressi di Nash con un arma da fuoco! >> Con una velocità inaudita per le sue corte gambe Levy raggiunse la porta dove aveva spinto con violenza Gajeel lontano dalla stanza.
    << Natsu stai con Nash, a quanto pare a Gajeel serve una spiegazione su come le armi da fuoco vadano tenute lontane dalla portata dei bambini! >> poteva sembrare una scusa un po’ banale ma Levy era stata certa che lasciare soli padre e figlio non poteva che fare bene.
    << Dannata nana cosa cr- >> aveva intanto ringhiando Gajeel mentre i due si allontanavano per il corridoio.


    Natsu era stato lasciato da solo con il bambino e non aveva avuto il tempo di dire nulla a Levy.
    Non bambino, ma suo figlio.
    Due giorni prima aveva preso coscienza di essere diventato padre, ma non aveva avuto il coraggio necessario a parlarne con Lucy. Ancora non aveva chiare le dinamiche ma sapeva di essere stato a letto con lei: i pochi ricordi che aveva di quella notte erano troppo confusi per essergli d’aiuto. Ma mentre guardava quasi spaventato Nash che, con una tutina rosso fiammante, stava seduto su di un tappeto dall’aria morbidissima in mezzo alla stanza Natsu ebbe la certezza di essere finito nel campo di battaglia più pericoloso. Non era pronto ad essere padre, non sarebbe mai potuto essere un bravo padre: aveva visto troppe cose, fatto troppo male per essere in grado di occuparsi di una creatura innocente. Ma quel sorriso sdentato che il mocciosetto gli stava rivolgendo fece perdere un battito al suo cuore. Si ritrovava in quei lineamenti infantili, dalla forma degli occhi al sorriso. I colori sono di tua mamma ma il resto è tutto del papa, eh?, pensò ironico mentre si avvicinava con aria guardinga.
    << Mettiamo le cose in chiaro: non iniziare a piangere e io e te andremo d’accordo moccioso >> Natsu si sedette nel posto precedentemente occupato dalla azzurra e continuò a studiare la sua copia in miniatura.
    Il piccolo per tutta risposta gorgogliò, per poi lanciare tra le gambe incrociate di Natsu la macchinina gialla.
    Natsu inarcò un sopracciglio, forse quel piccoletto non avrebbe pianto ma lo avrebbe utilizzato come bersaglio?
    Tutto d’un tratto però Nash fece una faccia scura e aggrottata, come se si stesse concentrando.
    E Natsu lo sentì: un tanfo inconfondibile, che lo mandò nel panico.
    << TU! Tu non puoi aver fatto… Nono, mi rifiuto! >> fu in quel preciso istante che il soldato, che aveva affrontato così tanti nemici e fatto molte vittime, seppe di essere stato sconfitto.
    << Non ridere produttore sano di cacca! >> lo rimproverò con voce strozzata mentre lo tirava su da terra. Il piccoletto infatti stava ridacchiando tutto soddisfatto, sembrava particolarmente fiero della reazione provocata.
    << Lucy! Devo trovare Lucy…>> brontolava il militare con il bambino tra le braccia.


    Lucy si asciugò il sudore dalla fronte, nonostante fossero soltanto le dieci del mattino l’aria era calda e umida, e rendeva difficoltoso il lavoro manuale che la giovane aveva intrapreso. Levy si stava occupando del piccolo Nash quindi lei aveva il tempo per sistemare il giardino che era un po’ trascurato. Nonostante i quattro uomini presenti in casa non aveva voluto chiedere aiuto: Makarov era già stato abbastanza generoso con lei e le sembrava il minimo cercare di rendere ancora più bella la casa con quei piccoli lavori. L’unico problema che stava avendo era dissodare la terra: aveva portato i sacchi di concime, i fiori e i semi erano pronti per essere piantati ma per smuovere quel terrendo duro e secco serviva decisamente più forza di quella che possedeva.
    Sbuffando la bionda poggiò la fronte lucida sul manico della zappa e si convinse ad essere sincera con sé stessa, in quei giorni l’ultimo suo pensiero era il giardino della casa. La sua mente era occupata da una delle sue guardie del corpo, dal padre di suo figlio, che sembrava vivere su un pianeta diverso dal suo. Si comportava con fredda cortesia professionale, ancora offeso per il comportamento che lei aveva tenuto nei suoi confronti e lanciava continue occhiate cariche di curiosità al piccolo Nash. Ogni volta che Lucy si accorgeva che il padre guardava il figlio aveva un brivido di terrore.


    << Luuucy! >> la voce disperata di Natsu le fece alzare di scatto la testa dal manico. L’uomo era sul portico che teneva un Nash tutto ridacchiante da sotto le ascelle a debita distanza dal corpo muscoloso, sul viso una smorfia di disgusto e panico << Come diavolo si cambia il pannolino a questa fabbrica ambulante di cacca puzzolente?! >>
    Forse fu un mix di cose che fece ridere di cuore Lucy per la prima volta dopo così tanto tempo: la risata cristallina di Nash, il viso confuso di Natsu, il vederli insieme la fece ridere talmente tanto che le due piccole lacrime che le uscirono dagli occhi per la commozione non vennero neanche notate.
    Salendo le scale del portico per andare a prendere suo figlio Lucy non riusciva proprio a trattenere le risate.
    << Nash cosa hai fatto al povero Natsu? Oh ma senti che puzza… Andiamo a cambiarci? Si?>> senza guardare l’uomo Lucy stava sbaciucchiando e giocando con il suo puzzolente e adorabile bambino, mentre lo portava nel piccolo bagno al piano terra.
    << Povero Natsu un corno…>> brontola dietro di lei il giovane, offeso per essere stato costretto a chiedere aiuto. Sapeva disinnescare le bombe più complesse ma non cambiare un pannolino?! Se Gajeel o Gray lo avessero scoperto non avrebbero più smesso di prenderlo per il culo.
    << Fammi vedere come si fa a disinnescarlo. >> disse Natsu rivolto a Lucy mentre la donna adagiava il piccino sul fasciatoio.
    Lei lo guardò scettica, un sorriso irriverente stampato sulle labbra. Pensava che il pannolino fosse una bomba da disinnescare… Lucy trattenne l’ennesima risata, per poi diventare seria. Andava bene condividere con lui quei momenti? Non si sarebbe dovuta lasciare andare alla fantasia ma in quel momento, mentre mostrava a Natsu con movimenti rapidi come pulire e cambiare un pannolino, aveva l’illusione che loro tre fossero una famiglia.


    Capitolo VI

    Gray Fullbaster era rinomato per il suo sangue freddo, la capacità di rimanere impassibile e concentrato anche nelle situazioni peggiori. Quindi, il brivido gelido che aveva percepito corrergli tutta la schiena alla vista di quel furgone bianco al limitare della proprietà, non prometteva nulla di buono. Il furgone in questione avanzava con calma alzando una piccola nuvola di polvere texana ma dalla sua posizione non riusciva a vedere bene chi vi fosse alla guida.
    << Gente, abbiamo compagnia. >> disse nell’auricolare, mentre estraeva dalla fondina la sua pistola << Non so chi sia o se sia ostile ma non vorrei rischiare. >>
    Gli rispose soltanto Laxus con voce graffiante << Aspetta che parcheggi e prendilo alle spalle. Ti copriamo noi.>>
    << Affermativo.>> aggiunse Natsu << Ho mandato Lucy e Nash in una stanza sul retro della casa. Non so dove sia Levy.>> aggiunse poi.
    << La pulce è con me, non preoccupatevi. Sono in posizione.>> ringhiò nell’immediato Gajeel. Sembrava incazzato ed infastidito, come se fosse stato interrotto sul più bello, pensò maliziosamente Gray.
    << La scena è tua Ghiacciolo.>> ridacchiò Natsu.
    << Vaffanculo, cervello bruciato! >>
    Nel mentre la vettura aveva quasi raggiunto lo spiazzo davanti alla veranda della casa. Nascostosi dietro a dei cespugli Gray attendeva il momento opportuno per intervenire. La persona alla guida aveva spento e stava scendendo dall’auto, muovendosi silenziosamente e con tranquillità, cosa che rese Gray ancora più sospettoso. Un atteggiamento del genere era tipicamente di un assassino.
    Come te, soggiunse una vocina dispettosa nella mente del ragazzo.
    Decidendo di ignorare per l’ennesima volta la voce della propria coscienza Gray iniziò a muoversi lentamente, come un serpente pronto a scattare. Il sospettato si era mosso e aveva aperto il porta bagagli, pronto a scaricare chissà cosa. Indossava una tuta da lavoro grigio topo, il volto e i capelli nascosti da un cappello da baseball nero, ben calato sul volto. Decisamente sospetto.
    Nel silenzio che caratterizzava ogni sua azione Gray si mosse e, una volta avvicinato abbastanza alla sua vittima, passò un braccio intorno al collo e puntata la pistola alla tempia dell'SI disse al suo orecchio. << Fai mosse strane e sei morto. >> Una promessa di morte.
    Ma nell’esatto istante in cui il corpo dello sconosciuto si era poggiato contro il suo aveva compreso il proprio errore: non era un “O” ma una “A”.
    Perché nascosto da una tuta da lavoro informe e fin troppo larga vi erano curve assolutamente degne di nota.
    L'urlo agghiacciante di una donna si levò nell'aria calda del primo pomeriggio, e fece accendere una lampadina nel cervello di Lucy. Con Nash in braccio corse fuori dalla casa.
    << Fermarvi! È Juvia! Gray fermo! >> gridò la giovane alla vista della ragazza presa di mira. Scendendo i gradini della veranda si diresse a passo svelto verso Gray e la giovane.
    << M-Miss L-Lucy... Juvia...>> benché terrorizzata la morbida voce della ragazza fece gelare Gray, che tuttavia non poté muovere un muscolo. Quella voce gli piaceva e questo non portava mai nulla di buono.

    << Lucy non dovevi uscire di casa cazzo! Poteva essere pericoloso! >> urlò Natsu dalla boscaglia, mentre pistola in pugno usciva dal suo nascondiglio, preoccupato a morte per il figlio e la donna.
    Senza neanche degnarlo di uno sguardo Lucy di piazzò davanti Gray e Juvia << Lascia stare questa poveretta! E’ l’idraulico del paese, l’ho chiamato per una perdita nel bagno!>>
    << Tsk! >> con un gesto secco Gray lasciò la presa e la ragazza incapace di reggersi sulle gambe sia accasciò per terra. Il movimento face cadere il cappello permettendo ai fluenti e lunghi capelli blu scuro di andare a coprirle il volto. Lucy, con un Nash insolitamente silenzioso tra le braccia, si inginocchiò al suo fianco.
    << Non ho parole per scusarmi Juvia, qui c’è una situazione un po’ strana…Avrei dovuto chiamarti e annullare l’appuntamento. Vieni dentro ora ti preparo un thè caldo…>> la costernazione nella voce della bionda fece alzare lo sguardo di Juvia, i cui occhi cobalto si concentrarono altrove.
    << Mr Gray… >> sospirò sognante all’indirizzo del giovane, che braccia incrociate sul petto osservava con una smorfia sul viso le azioni di Lucy. A quelle due parole tuttavia un sopraccioglio scuro si alzò in segno di incredulità. Le aveva appena puntato una pistola alla testa e lei sospirava il suo nome?
    Natsu intanto li aveva raggiunti, tempo di un respiro e aveva strattonato il braccio di Lucy, tirandola in piedi.
    << Ti avevo detto di rimanere dentro. Cosa non ti è chiaro? Hai messo in pericolo te stessa e Nash cazzo! >> stava gridando la testa calda. Levy, sbucata da chissà dove insieme a Gajeel, velocemente si avvicinò ai tre per prendere dalle braccia della madre Nash, il tutto senza dire una parola, consapevole delle scintille di tensione che crepitavano intono a quei due.
    << Come ti permetti di venirmi a dire questo proprio tu idiota?! Non hai diritto di dirmi nulla su come gestisco la mia vita e quella di Nash! Lui è la cosa più importante per me! Non osare mai più metterlo in dubbio!>> tremante e rossa in volto per la rabbia Lucy teneva i pugni serrati, le braccia in tensione. Era arrabbiata con Natsu, per quella situazione in cui si trovavano, per Jafar e anche perché in parte sentiva che le parole di Natsu erano vere, non aveva pensato al rischio a cui avrebbe sottoposto Nash uscendo di casa.
    << E’ anche mio figlio, dannazione! >> la rabbia fa cadere ogni cautela e la verità si presenta senza più sotterfugi davanti agli occhi di tutti i presenti.
    Una volta dette quelle parole Natsu trattenne il respiro. Si era tagliato le gambe da solo.

    Lui lo sapeva! Lucy era diventata bianca di colpo, mentre in panico e tutte le previsioni, le possibili reazioni che aveva ipotizzato le tornavano alla mente con la potenza di un pugno. L’unica cosa che le venne in mente mentre guardava i caldi occhi di Natsu fu scappare in casa.

    Nel silenzio che si protraeva dopo l’uscita di Natsu Levy prese in mano la situazione << Vieni Juvia andiamo dentro…>> le disse sospingendola dolcemente dentro casa, nonostante lo sguardo adornate che la ragazza stava rivolgendo al suo aggressore. Arrivata sulla porta, dopo aver salito i tre gradini della veranda, fece entrare la donna alta per prima, per poi attardarsi sulla soglia con Nash << Vedi di fare qualcosa di concreto Natsu, rischi di perderli entrambi. >> con queste parole taglienti come una ghigliottina Levy si chiuse la porta alle spalle.
    << Fanculo! >> fu tutto ciò che disse Natsu prima di calciare con violenza un sasso che si trovava accanto a lui.

    << Miss Lucy starà bene? >> domandò Juvia una volta ripresasi dal suo primo incontro con l’uomo del destino. Era preoccupata per la giovane bionda che si era sempre rivelata gentile nei suoi confronti.
    Levy, che intanto cullava Nash, scrollò le spalle. Non avrebbe saputo dire nulla a riguardo.
    Scoprire che l’uomo che ami, con il quale hai perso la verginità, che è il padre di tuo figlio e che è inconsapevole di tutto questo improvvisamente rivela di sapere tutto… Bé può essere scioccante. Levy può soltanto immaginare cosa sti affollando la mente della sua più cara amica: scenari apocalittici nei quali Natsu rifiuta madre e figlio, oppure ottiene la custodia esclusiva di Nash.
    Con un sospiro stanco la piccola ragazza conduce Juvia in cucina, dove trovano Lucy. La bionda sembra impegnata a osservare l’orizzonte dalla finestra sopra al lavello, alla ricerca di una qualche risposta mistica sul senso della vita. Ha il volto pallido e sembra essersi estraniata dal mondo ma il lieve gorgogliare di Nash la sveglia come per incanto. Lentamente si volta nella direzione delle due blu per soffermare lo sguardo sul viso paffuto del figlio.

    Sorride la Mamma, di quel sorriso dolce e luminoso che solo il volto caldo e amorevole di una madre può fare. E’ un sorriso triste e un po’ spaventato ma che per il piccolo Nash rappresenta tutto il mondo. Aveva avuto paura prima, troppe urla e troppa tensione da sopportare tutta in una volta! E pensare che fare impazzire il tipo caldo e rosa era stato così divertente! Ha voglia di passare altro tempo insieme al tipo caldo e rosa e alla Mamma. Deciso intanto ad appropriarsi del morbidume della mamma allunga le manine paffute verso di lei. Quando la Mamma sorride nuovamente e lo prende tra le braccia Nash sospira di felicità infilandosi il pollice in bocca.

    << Vi vuole tutti e due. Non andare nel panico, dovete soltanto parlare sinceramente senza omissioni… Si aggiusterà tutto Lucy. >> Consapevole che quella sarebbe stata l’unica volta in cui avrebbe potuto dirle la sua opinione senza rischiare di essere azzannata Levy parlò con voce ferma e calma. Aveva visto il panico negli occhi di Natsu e aveva sentito le imprecazioni provenienti dall’auricolare di Gajeel quando il rosa si era accorto della presenza di Lucy all’esterno. Era arrossita dalla vergogna tanto erano forti le parole che aveva detto Natsu.
    E forse era un poco rossa anche per quello che stava facendo prima che Gray avvertisse tutti della presenza di visitatori. Dannato Gajeel!
    Decisa a non soccombere alla potenza dei ricordi Levy versò in tre tazze il thè fumante per poi servirlo sul tavolino di legno della cucina. << Prego Juvia.>> disse alla giovane mentre le passava la zuccheriera.
    << Io non…>> Incapace di esprimersi in quel tumulto di emozioni che la squassavano Lucy decise di lasciar perdere per un momento i suoi problemi. Andare ad analizzare tutta la sua vita in quel momento sembrava la scelta peggiore che potesse mai fare quindi decise di cambiare discorso e concentrarsi su altro.
    << Juvia… Mi dispiace che tu sia stata coinvolta in questo spiacevole episodio. Non so davvero come farmi perdonare.>>
    << Oh, ma Juvia lo sa Miss Lucy!>> Esclamò con voce acuta e allegra, come se non fosse stata minacciata con una pistola solo pochi momenti prima << Miss Lucy sarà assolutamente perdonata quando darà a Juvia il numero di Mr Gray!>>
     
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    Questa storia è fantastica!!! Natsu e Lucy che diventano genitori... lei si allontana senza dire niente e poi si ritrovano, e a quel punto anche lui viene a conoscenza del segreto. Non vedo l'ora di leggere il seguito!!!
     
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  3. dandelion_heart
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    Complimenti, sembra molto carina. :ct6.gif:
    Spero di leggere presto il seguito 😊
     
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2 replies since 15/11/2015, 20:05   41 views
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