Reminescenze

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    Ajisai
    Autore: Akira-kun
    Numero prompt scelto: 7
    Titolo Oneshot: Reminescenze
    Genere: Drammatico, Romantico, Vita Vera
    Rating: Verde

    www.youtube.com/watch?v=vBSehQYRP5E

    Sento le palpebre pesanti. A nulla valgono i tentativi di aprirle su quell’orizzonte fatto, ai miei sensi, di un persistente odore di fumo e di un ininterrotto senso di allarme.
    Qualcosa di liquido mi riga la pelle del viso. Il torace è costretto contro il suolo da un invisibile forza che sembra volermi affondare dentro ad una bocca dalle cui fauci non c’è ritorno.
    So di essere immobile come di stare sprofondando ad ogni affannato respiro, verso qualcosa per cui non sono attrezzato a combattere.
    In lontananza crepita qualcosa ,forse del fuoco,il suo suono però non mi rassicura.
    O forse è soltanto questo imperturbato stato di buio a trasformare anche le più banali piccolezze in minacce.
    Frammentati pensieri baluginano davanti a quella sorta di vista interiore che non si avvale dei miei occhi per dipingere i suoi quadri.

    “ C’è qualcosa che devo ricordare … stavo facendo qualcosa … non è “qui” che dovrei essere ... qualcosa di importante ...ma come esco da “qui”? Se sto ascoltando questi pensieri vuol dire che non sono morto. Morto! Perché dovrei essere morto? Sto sognando? E’ doloroso, se è un sogno ...dov’ero prima? Non voglio stare qui, ho paura ...”

    Un suono improvviso, a cui fa seguito un tremito lungo e profondo, squarcia in un istante il velo di denso obnubilamento in cui sono avvolto.
    Una fitta alla testa e al fianco mi costringe a ricollegare i fili interrotti della coscienza al corpo dolorosamente afflitto a cui appartengono.
    Sopra di me un cielo gravido di nuvole grigie mi fissa arcigno. Una pioggia noiosa e fitta si sacrifica al suolo e su di me senza lamenti.
    Sotto di me … Erba? Terra? Fango? odore di gomma, asfalto, metallo , benzina ...mi viene da vomitare.
    So che,se mi sforzassi appena un po' di più, troverei il senso di questi indizi e il ricordo che li ha generati. So allo stesso modo che non voglio farlo anche se l’ignoranza non mi terrà a galla ne mi proteggerà dai miei personali cavalieri dell’apocalisse.
    Una nuova fitta. Un fiotto salato mi inonda la bocca. Tossisco per non soffocare. Sputo e un altra parte di me finisce irrimediabilmente persa.
    “E’ solo sangue” mi dico fingendo che non sia importante.
    Il dolore che zampilla dal fianco si arrampica violento, litigando lungo il suo percorso di conquista,solo con la mia attenzione, distratta a tratti dai suoni che in lontananza accadono e mi raggiungono incespicando tra i fili d’erba bagnata.
    In mezzo a quel sinistro concerto una voce, rauca, spezzata.
    Il mio nome o qualcosa che vi somiglia. Dopo strenui tentativi di fuggire dall’immobilità in cui sono trattenuto riesco a spingere la testa verso la direzione di quel richiamo. Non vedo quasi altro che lampi aranciati slanciarsi verso il cielo e spegnersi.
    “ Sasha” un eco tremulo del mio nome mi raggiunge innescando un immediato senso di panico, ma non abbastanza adrenalina da muovere altro oltre le palpebre.
    “Sasha...” suona cosi tetro.
    “Eric?” e pronunciando il suo nome il sigillo della temporanea amnesia è spezzato. Ricordo. Quanto basta per presagire altro dolore oltre a quello che già ci affligge.
    Il viaggio in Europa, il compleanno, la nostra unione,la festa a sorpresa per la vigilia di Natale con la mia nuova famiglia, i regali assurdi avvolti in carte improvvisate e posati sul sedile posteriore dell’auto, la casa nuova … i fari alti dell’auto che puntava su di noi...
    “ Eric?” con le poche forze racimolate per la disperazione mi spingo su di un fianco. Scelta infelice. Il dolore tinge di rosso ogni cosa. Porto d’istinto la mano libera alla coscia per ritirarla inorridito subito dopo , madida e non di pioggia. Presto sarò vuoto anche del prezioso coraggio di cui invece so di aver bisogno. E’ freddo. Sono un codardo ,lo so.
    “Sasha , stai ...bene?” il suono sfinito di quelle parole si mangia un altra fetta di speranza che vi sia un lieto fine.
    “ Sì!” mento “ E tu?”
    “ Sì” bugiardo.
    “ Ti avverto Eric, tu prova a mollarmi qui da solo e giuro su dio che non ti perdonerò mai!” le lacrime escono copiose senza aver chiesto il mio permesso. E’ tutta lo dolcezza che posso esibire.
    “ Ti amo Sasha ...” ansima nel buio. Consapevole quanto me.
    “ Non me ne faccio un cazzo del tuo amore ... senza di te...”
    “ Da chi hai imparato a parlare come uno scaricatore di porto, dolcezza?” prende a tossire senza pause. Mi trascino a stento di qualche millimetro imprecando, pregando, promettendo e ricattando il fato gli dei o chi per loro, pur di non ascoltare il panico fare i suoi epitaffi.
    “ E’ colpa tua Eric, tu mi hai insegnato tutto quello che so ...”
    “ Chissà perché me lo immaginavo ...”l’intermezzo di tosse strozzata è ammansito da tentativi di risa.
    “ Non scherzo Eric. Se mi lasci da solo non te lo perdonerò...” finisco il fiato di questa e anche un paio della mie future vite.
    “ Ti amo Sasha, sei la cosa migliore di tutta la mia vita…”
    “E tu sei lo stronzo più stronzo che potevo incontrare nella mia...”. urlerei se non fossi schiacciato al suolo dal peso di ciò che sta succedendo.
    Odori, colori, suoni, sensazioni, tutto mi sbatte violentemente contro spingendosi a forza per impossessarsi di qualche pezzo ancora vivo di me.
    Un suono nuovo si fa strada fra quelli a cui ho fatto l’orecchio. Una sirena. Auto . Voci. Soccorsi. Forse sorrido stremato. credo di poter chiudere gli occhi ora.
    “ehi ragazzo mi senti?” il buio è rotto da un paio di grandi e calde mani che mi accarezzano il viso.
    Voci concitate ,poco distanti da noi, tratteggiano alla mia coscienza scenari anche peggiori di quelli che mi ero avventurato a immaginare, ma non ho la forza di occuparmene.
    " Ragazzo mi senti? Va tutto bene, non sei più da solo … ti portiamo via da qui ...resta sveglio e guardami ...”
    Io voglio dormire … ho gli occhi aperti? Non vedo la tua faccia. Perdonami la scortesia. Sono stanco. Le tue mani invece le sento. Calde, forti. Posso rilassarmi ora, vero? Posso?

    “Non va affatto bene, l’altro è incastrato sotto , dobbiamo aspettare i pompieri…
    Dove sono i pompieri cazzo? … c’è benzina dappertutto, non abbiamo tempo …l’altro è messo male e respira appena … salterà tutto per aria se non muovono il culo ...
    quello dell’auto dorme, ci credi? Ha solo un taglio in fronte e puzza come una distilleria …
    tu novellino vieni qui! Come ti chiami? Noah signore … si tu mettigli il collare ... mi serve un laccio emostatico,subito! qui stringi forte qui … resisti ragazzo,ce la puoi fare...”


    www.youtube.com/watch?v=5anLPw0Efmo

    Spalanco gli occhi all’improvviso , convinto di lasciare quella soffocante oscurità e i ricordi che vi sono confinati, solo per aprirli su altra oscurità. Comune, naturale, spaventosa oscurità. Altri occhi sono aperti e fissi nei miei.
    “ Sasha, hai aperto gli occhi finalmente. Stavi avendo un incubo . Non ti svegliavi...”
    “Noah?” un secondo dopo l’altro la sua figura sfuocata torna ad essermi familiare. Gli occhi mi mentono, mischiando immagini di quel tempo al qui e creando figure mitologiche. Odoro l’aria impregnata del suo calore ambrato e ne seguo la scia ,fino a lui. E’ reale quanto il mio bisogno che lo sia. Protendo le braccia verso quell’uomo che dal primo istante mi si offrì come sole e come casa.
    “ Ti sento”.
    Carne e ossa e pelle. Inspiro tutto. E’ sorpreso dal mio slancio. Ricambia adagiandosi su di me con tutta la sua imponenza. Mi scosta i capelli impiastricciati dagli occhi. Mi cerca. Le labbra socchiuse sull’incertezza di parlarmi o meno.
    “ Sono qui Sasha ...sei al sicuro.” non ho più la forza di fingere che vada tutto bene e che io sia abbastanza forte da sopportare ancora queste giostre di dolore. Ansimo , mentre mando le mani alla ricerca di un appiglio sicuro sulla sua schiena nuda.
    “ Stai … tremando”. mi asciuga con gentilezza le ciglia imperlate.
    “ Ti ho fatto preoccupare,mi dispiace ...” sussurro più a rincuorare me che lui.
    “ Eri diventato così freddo al tocco e insensibile agli stimoli…” Noah resta pur sempre un dottore. Bello e attualmente mezzo nudo ,ma un dottore!
    “Ti offendi se ti chiedo quando ti avrei chiesto di infilarti nel mio letto?” inalando sempre più aria e con meno fatica.
    “In realtà volevo chiedertelo ma tu stavi dormendo, avevo freddo sul divano e così ...” eccolo sfoderare il repertorio occhioni dolci che deve far capitolare stuoli di donne ogni giorno.
    “ Capisco.” massaggiandomi il fianco dove la cicatrice pulsa come fosse appena ricucita sotto il disegno liberty di una rosa bianca incastonata in un rosario di 27 grani a forma di infinito.
    “ Che significa anam chara? " seguendo con l’indice il profilo nero inciso dall’inchiostro sulla pelle anni or sono.
    “ Anima Cara,compagni d’anima, l’ho tatuato in memoria di Eric e come ringraziamento per essere ancora vivo.”
    “ Sono felice che qualcuno ti abbia amato così tanto ...” si inarca e depone un lieve bacio sulla cicatrice. Mi sorride. E come sempre scava un altro solco nelle mie armature. Torna a guardarmi.
    “ Come faccio a farti star meglio?” lo fisso qualche istante nei grandi occhi di brace sentendo una dopo l’altra tutte le inquietudini liquefarsi e il sangue tornare a fluire. Forse è a causa dell’adrenalina, forse è paura o un imprevista sincerità del mio corpo, ma voglio afferrarlo, prenderlo e goderne con ogni fibra.
    “Dottore devo farti un disegnino?” lo stuzzico ondeggiando il bacino sotto il suo. Non posso biasimarlo se mi fissa sospettoso. Fino ad oggi ha assaggiato solo il mio molto sviluppato lato stronzo.
    “ Non invitarmi ad un banchetto di nozze se intendi farmi magiare solo l’antipasto ...” imbronciato dimostra tutto il suo anno meno di me.
    “ Mangia tutto ciò che vuoi fino a sazietà ...”
    “ Adesso?” annuisco.
    “ Perché fai quella faccia? Non mi vuoi?” lo vedo che non è così.
    “ Ho dimenticato i preservativi negli altri jeans...” scoppio a ridere alla sua espressione desolata. Questo ragazzo non fa mai ciò che mi aspetto.
    “Lo sapevo dal primo istante in cui sei entrato nella mia vita che mi avresti salvato.” sussurro seguendo il profilo curvilineo e pieno del suo labbro superiore con il pollice.
    “ Come?” cercando con lo sguardo i suoi abiti nella penombra.
    “ Ho detto che sei davvero un ragazzo sbadato...” anche questo è vero, talvolta.
    “ c è una farmacia qui vicino se non sbaglio,scendo li compro e torno...tu resta dell’umore! ” gli impedisco di lasciare il letto.
    “ sta zitto e inizia con il baciarmi come si deve,dolcezza!”
    Incasso la seconda occhiata diffidente. Me la sono guadagnata. Mi chiedo se l'altero e perfettino dottor Doyle con cui ho a che fare di solito, non stia in realtà dormendo tra le pieghe della giacca troppo vintage per un uomo appena trentenne, appesa ordinatamente allo schienale dello sgabello bar in cucina, e quello che sto guardando fissarmi sia solo il frutto della mia fervida immaginazione.
    "Stai tentando di pietrificarmi? Perché con me non funziona ..." rompe il fragile e soffice silenzio che mi permetteva di accarezzargli indisturbato i lineamenti per memorizzarli nella galleria delle immagini per" le notti insonni."
    "Sto ancora sognando ?" a volte il confine tra la veglia e l'immaginazione si nega ai miei sensi e vi cammino sopra smarrito.
    "No ,non sono un sogno, sono vero, vivo , sopra di te, davanti a te ,sconvolto da te e innamorato di te ..." mi scompiglia i capelli.
    "Lo sai che sei un idiota, vero? Sei solo innamorato dell'idea romatica che hai di me. Io non posso amarti. Non amo nessuno, da tanto tempo. Non so più come accada . Non lo sento. Davvero ti accontenti solo del mio bel viso e di questo?"
    L'ho offeso? Forse è meglio così. Posso sopportare il freddo bacio della solitudine , ma non so fare lo stesso con il dolore altrui. Non voglio illuderlo. Non voglio soffra a causa mia.
    L'aria crucciata si distende e inaspettatamente mi depone un bacio casto sulle labrra prima di accomodarsi sul mio petto.
    " Passi che sottovaluti me, non mi conosci abbastanza e le circostanze fino ad oggi sono state spesso sfavorevoli al mio desiderio di piacerti, ma quello che mi fa imbestialire è che tu non senta questo ..." mi afferra la mano per portarla tra il suo orecchio e il mio cuore. Un suono rotondo e cupo balbetta sotto gli strati di pelle, muscoli e ossa in cui è rinchiuso.
    "Lo senti? E' il tuo cuore Sasha. Forse la sua voce è roca invece che cristallina. Forse brontola invece di lusingare. Forse zoppica invece di saltellare, ma è qui sotto, forte, coraggioso, ostinato. Io lo sento. L'ho sentito e voglio sentirlo ancora. E se mi chiama idiota va bene, d'ora in poi sarò il Suo Idiota. Ma per favore non buttarci via. Non ignorarci. Non decidere che non puoi solo perché le ferite del tuo passato erano tanto gravi che l'unica speranza che nutrivi era che il dolore smettesse ... Lasciami essere il prossimo secondo della tua vita... quello dopo ancora e tutti quelli a venire ..."
    Perché fa sempre così? Perchè non mi ascolta? Perchè ora non respiro? Dio che male che fa ascoltarlo. E perchè voglio così disperatamente credere che sappia anche per me? Un altro scalcio e il mio torace andrà in frantumi. Il mio petto è troppo piccolo anche solo per contenre il suono dei suoi sogni ...insieme.
    "Merda!" anche il buio mi tradisce. Invece di nascondere la resa e bersi le mie lacrime fa del nostro singhiozzo un eco che si espande nell'intera stanza. Noah si alza sulle braccia e anche se ho il viso nascosto goffamente dal braccio, so che mi sta vedendo. Lo sento. Mi irrita a morte. Mi vince sempre. Potrei uscirmene con una delle mie solite frasi sarcastiche, negare o fuggire , ma stiamo vedendola stessa cosa l'uno nell'altra. E' spaventoso, per me. Lui lo sa. Parla con il mio corpo quando io non so cosa dire o mi nascondo dietro il velo dell'imperturbabilità. Abitudine.
    Mi bacia, come si fa con un bambino che si sia sbucciato un ginocchio. Lieve. Materno. Poi mi abbandona per stendersi al mio fianco.
    "Vieni qui!" più che un invito è una minaccia seguita dai fatti, che riassunti suonano così: afferrato, strattonato, catturato ,spiacciato su di lui contro la mia volontà. "E adesso fatti abbracciare stretto stratto, ne ho bisogno." che discorso è?
    "Ma anche no! Lasciami andare ...brutto ..."
    "Neanche per sogno. Hai una radicata tendenza alla fuga che mi costa enormi dispendi di energia ..." che cazzo, si allena in palestra con l'incredibile Hulk e Wolverine?
    "Questa me la paghi". suono poco minaccioso perfino alle mie orecchie.
    "Non vedo l'ora ... mi piaci quando scalpiti ! " mi blocca sul suo torace . Mi abituo in fretta al ritmo del suo battito e l'odore caldo che emana mi ricopre accarezzando le ferite ancora aperte. Mi sento al sicuro. Rara sensazione. Preziosa. Posso lasciarlo aver cura di me. Per questa notte. Non fa poi così paura. Se è solo per un pò e per questa notte. Un secondo alla volta.
    "Sasha?" sbadiglio assonnato.
    "Che c'è?"si agita , stiracchiandosi troppo.
    "Non riesco a dormire" non vorrà mica che gli canti la ninna nanna?
    "Chiudi gli occhi e sta zitto, vedrai che ti addormenti"
    "No , non hai capito . Non. Posso. Dormire. Così. Non è che potresti? ... darmi una mano?" e la mano in questione ,che ignorava beatamente i sottintesi, finisce sopra la turgida motivazione della sua insonnia. Me ne ero dimanticato. Mi viene da ridere, ma ovviamente terrò per me questa piccola perla di sano piacere.
    "Per chi mi hai preso? Non sono una massaggiatrice cinese ... vai in bagno." esibendo la mia miglior espressione offesa.
    "Solo un pochino ..." intreccia le mie dita alle sue in una morsa marmorea .
    "Ma anche no! E non ti venga di farlo qui ... le lenzuola sono pulite ... pervertito! "

    In realtà ,quella notte, non ricordavo ancora quanto gli dovessi della mia vita...

    REMINESCENZE2

    Edited by Akira-kun - 9/5/2017, 11:56
     
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    Bellissimo sia la storia e sia per come descrivi le ambientazioni e i particolari mi è sembrato di essere li a guardare la scena come un fantasma :859i.gif: :859i.gif:
     
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    Grazie Zakuro_95; è la prima volta che partecipo ad un contest di scrittura ed ero un pò in ansia di essere riuscita a coinvolgere senza essere troppo presente io a sfavore della storia. La prima stesura era più emotiva e non è stato facile togliere gli eccessi ,rileggerla e capire cosa trasportava dentro la storia o cosa spingesse fuori. Questo è il risultato ...speriamo piaccia anche ad altri.
    Ora aspetto di leggere le one-shot degli altri concorrenti ... sarà una bella sfida!
    Grazie ancora per i complimenti. *_* :y74pnCr:
     
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    Davvero molto bella!!!
     
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    Bellissima! Mi sono piaciuti soprattutto i dialoghi, anche se la storia è breve riesci comunque a trasmettere quanto si amano :859i.gif: :ct6.gif:
     
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    Davvero molto bella, Akira! Hai rispettato il prompt scelto, seguendo un ritmo poetico e melodioso che non appesantisce affatto la lettura, anzi, fa entrare il lettore nella scena gustandola appieno. Sai scrivere molto bene e la cosa piacevole è notare la fluidità delle parole, che scivolano delicatamente sulla bocca di chi legge. Per quanto mi riguarda, è una cosa che apprezzo e ti faccio i complimenti ^^ Belli i dialoghi e anche l'atmosfera, sebbene la situazione all'inizio sia drammatica. Ma è proprio la drammaticità della scena che mi ha fatta calare nella lettura e io amo molto questo genere. Il finale mi è piaciuto e sei riuscita a strapparmi un sorriso nelle battute finali. Molto, molto brava! Di nuovo complimenti :D
     
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    Concordo pienamente con Shion*! WOW, questa oneshot mi ha lasciata letteralmente senza parole, la descrizione iniziale è fenomenale hai usato il genere poetico richiesto dal prompt in modo magistrale!
     
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    Grazie ragazze per avermi dato le vostre impressioni :e9w.gif:
    Ad un certo punto lo avevo riletto tante volte che non ne capivo più il senso. (so essere maniacale .Sob!) Ebbene una volta tanto non ho scritto una bibbia *_*
    Devo ammettere che è stato il prompt a scegliere me .Quando l'ho letto sono stata folgorata dall'evidente coincidenza . Come accennavo sopra è estratto da un racconto che sto scrivendo e questo brano è uno dei "sogni" di cui è costellato e che costituisce un nodo tra un prima ( nebuloso e parziale) e un dopo (ancora da decidere) . Il tempo del sogno è diverso da quello della reale realtà e, nel racconto specifico, è una delle voci un pò spettrali e traditrici della coscenza addormentata di Sasha che sta per aggiungere nuovi pezzi di vita a quella frammentata che ricorda .
    Come tutti i sogni anche questo svanisce all'alba ... fino al sogno successivo ...
     
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