Un amore senza fine

Sentimentale | Drammatico | Guerra | Mistero | Destino

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    <<ce l’ho fatta!>> pensò Marta correndo quasi senza fiato, chiudendosi la porta alle spalle mentre entrava dentro la stanza, <<non devo farmi scoprire se qualcuno mi trova saranno guai seri!>>, la stanza era buia illuminata solo dal chiarore della luna che penetrava dalle fitte tende che cadevano in modo pesante sui vetri della finestra.
    Nella stanza silenziosa si sentiva solo il debole rumore del respiro di Marta e lo scorrere dei suoi pensieri, <<devo trovarlo, devo trovarlo a tutti i costi>>.
    La stanza era grande ed elegante ricoperta con mobili di legno antico tenuti in perfette condizioni, a causa della poca luce che penetrava dalle finestre non riusciva a vedere bene ma non poteva spostare le tende o accendere la luce per evitare di farsi scoprire.
    <<deve essere qui da qualche parte, me lo sento, può essere solo qui non ci sono altri posti>> pensò cercando disperatamente, era agitata ma non poteva far sì che i suoi pensieri si offuscassero a causa delle sue paure, così fece un respiro profondo e tentò di riprendere la calma e il controllo della situazione.
    <<per prima cosa devo cercare questo simbolo è l’unico indizio in mio possesso che mi possa aiutare in questa situazione>> pensò toccando l’anello raffigurante un leone che portava al dito.
    Prese il cellulare cercando di illuminare i mobili senza farsi scoprire e con la coda dell’occhio vide uno scrittoio, antico come gli altri ma diverso nelle fattezze e finiture anche il colore si discostava leggermente dagli altri mobili, si avvicinò e guardando più attentamente notò vari elementi decorativi magistralmente intagliati nel legno, tra cui un piccolo leone semi nascosto rispetto agli altri che ad un occhio meno acuto sarebbe sicuramente sfuggito.
    Premette il dito sul leone e sentì uno scatto, qualcosa si era mosso ma non sapeva da dove venisse di preciso quel rumore, osservò più accuratamente tutta la superficie ma non vide nulla di diverso rispetto a prima, involontariamente fece cadere gli accessori da scrivania che con un gran fracasso urtarono il pavimento, di lì a poco qualcuno sarebbe venuto a controllare le rimaneva poco tempo doveva affrettarsi a trovare ciò che cercava.
    Si abbassò per riprendere gli oggetti e riporli sullo scrittoio quando si accorse di una protuberanza che prima non aveva notato, nella parte inferiore dello scrittoio c’era il rilievo di un leone della stessa dimensione di quello riportato sul suo anello, istintivamente avvicinò il dito e i due leoni coincidevano perfettamente. Pressò l’anello e il rilievo rientrò facilmente dentro lo scrittoio facendo un debole scatto come se fosse una serratura, girando l’anello si udì il rumore di un meccanismo in movimento e un cassetto nascosto nella parte sottostante lo scrittoio si aprì improvvisamente mostrando un vecchio manoscritto abbandonato.
    <<l’ho trovato!>> esclamò Marta con tutta la gioia che aveva in corpo, portandosi subito dopo le mani alla bocca per tappare quell'euforia inappropriata in una situazione di tale pericolo, <<devo stare attenta o qualcuno mi sentirà>> disse sussurrando con voce tremante dall'emozione dopo aver preso in mano il tesoro che tanto cercava.
    Nello stesso istante si sentì un suono che la fece trasalire scattando in piedi.

    Per fortuna era solo l’orologio a pendolo che scandiva i suoi dodici rintocchi, segnale che era stata fin troppo tempo dentro quella casa e doveva uscire al più presto.

    Stava per mettere il libro nella sua borsa a tracollo quando all'improvviso udì un rumore di passi e la porta si aprì in un colpo secco sbattendo contro il muro, la luce si accese e si udì una voce gridare <<cosa ci fai qui?>> la domanda veniva da una donna sulla cinquantina che scrutava Marta dalla testa fino ai piedi con uno sguardo freddo e penetrante indossando un elegante vestaglia di seta ben più costosa dei semplici shorts di jeans strappati semicoperti da una camicetta di lino indosso alla giovane ragazza ventenne in converse.
    Marta sorpresa ma non intimorita sostenne quello sguardo acuto e con risolutezza rispose <<vengo per riavere ciò che mi appartiene!>> detto questo fece un rapido scatto riuscendo a superare la donna portandosi verso la porta, ma ella ancora agile nonostante l’età si girò repentinamente e con la mano le bloccò un braccio tentando di fermarla.
    La ragazza tentò di divincolarsi ma quella morsa era inaspettatamente forte, all'improvviso dalla porta sbucò un ragazzo moro alto e atletico <<madre cosa sta succedendo ho sentito dei rumori>>, la donna sorpresa alla vista del figlio allentò la presa così Marta ne poté approfittare per liberarsi e in un batter d’occhio si ritrovò accanto al ragazzo davanti alla porta. <<ehi tu ferma!>> disse il giovane tentando di fermarla inseguendola, le corse dietro in direzione dell’ingresso e grazie alla sua prestanza fisica la raggiunse facilmente ma ogni volta che provava ad acciuffarla lei faceva uno scatto laterale così veloce che gli veniva impossibile bloccarla, allora decise di giocare d’astuzia conoscendo la planimetria della casa meglio della ragazza le tagliò la strada con un balzo fulmineo finendole addosso riuscendo finalmente a bloccarla.
    <<lasciami andare è mio diritto essere qui!>> disse Marta infastidita, ridendo il ragazzo le rispose <<un tuo diritto? Fino a prova contraria questa è proprietà privata ti potrei tranquillamente denunciare per questa violazione>>.
    La ragazza tentò di scappare ma inutilmente, il ragazzo era troppo forte e la teneva stretta a sé senza alcuna intenzione di lasciarla andare.
    <<se stringi così forte mi fai male!>> disse Marta, <<non è vero, non farei mai del male ad una ragazza, però non ho intenzione di lasciarti andare>> rispose il ragazzo <<guarda sta per arrivare mia madre, hai intenzione di dirmi perché sei qui o preferisci che lasci questo compito a Cerbero il guardiano dell’inferno?>>, lei lo guardò con un’espressione fra il sorpreso e lo stupefatto dicendogli <<chiami così tua madre? Siete una famiglia piuttosto strana>>, lui sogghignò rispondendole <<lo dici perché non conosci mia madre, ma questo non sarà mai strano quanto una ragazza in shorts e converse che si intrufola in una villa privata>>. Marta tutta rossa in viso non seppe cosa ribattere ma era arrivato il momento di divincolarsi da questa situazione diventata sempre più fastidiosa e pericolosa per il suo futuro, come giovane studentessa di archeologia non voleva ritrovarsi dietro alle sbarre per una violazione di domicilio, o per lo meno così pensava.
    La madre del ragazzo si avvicinava sempre più velocemente col volto furente di rabbia, urlando e gridando come mai non ci fosse nessun domestico nei momenti del bisogno e di come abbia fatto una semplice ragazzina ad entrare in una dimora come la loro.
    Alla vista di quel demonio Marta pensò che forse le parole del ragazzo fossero più veritiere di quanto potesse immaginare, ma non indugiando oltre su quei pensieri che le mettevano i brividi cercò una soluzione per potersi divincolare da quella stretta vigorosa. All'improvviso le venne un lampo di genio e anche se non era di suo comportamento abituale la situazione lo richiedeva, <<mi dispiace non sono una ragazza rude ma non mi lasci alternative>> gli disse con uno sguardo misto fra il furbetto e il malizioso, il ragazzo sorpreso da quell'espressione inaspettata non seppe cosa dire e rimase affascinato da quegli occhi che lo guardavano intensamente. Quando ad un tratto sentì un forte dolore nel punto debole di ogni uomo <<dannata, altro che rude sei un demonio>> disse con voce esile in preda alla sofferenza di un forte calcio nei gioielli di famiglia.
    Marta gli inviò una scherzosa linguaccia e finalmente libera corse a più non posso verso l’ingresso, ma non appena uscì sentì dei rumori, probabilmente erano i domestici che udendo le urla della padrona stavano venendo a vedere cosa stesse succedendo. Velocemente si nascose in un folto cespuglio, poi pian piano muovendosi furtivamente verso il giardino si allontanò dalla villa passando attraverso un piccolo buco nelle mura della recinzione nascosto da piante rampicanti che aveva scovato quella mattina e da cui era entrata.
    <<eric stai bene? Cosa ti ha fatto quella sciagurata! Figliolo mio come sei pallido! Alfred, Ambrogio, Edgar dove siete finiti tutti??>> disse la donna in preda all'agitazione.
    I tre servitori insieme a tutti gli altri domestici si avvicinarono alla signora <<milady cos'è successo? Eravamo nei nostri alloggi vista l’ora tarda>> disse Alfred.
    <<È inutile che ti giustifichi ormai è scappata! Siete un pugno di incompetenti, moscerini che non riescono ad essere d’aiuto neanche nel momento del bisogno. Inetti!>>, disse la donna tutta trafelata in preda a spasmi di ira e rabbia.
    <<mia signora cos'è successo, chi è scappato?>> domandò Ambrogio cercando di farla calmare.
    Nel frattempo Eric si era ripreso e toccando per terra sentì qualcosa di duro che prima non aveva visto, era un vecchio manoscritto molto antico con una serratura raffigurante lo stesso stemma della sua casata, ovvero un leone. Capì subito che quel libro era ciò che la ragazza aveva rubato dallo studio della sua famiglia e alzandosi lo prese in mano.
    La madre notò il gesto del figlio e chiese con aria sospetta <<cos'hai in mano?>>, lui le rispose con nonchalance sfoggiando un sorriso degno dei migliori film hollywoodiani <<niente è un libro che mi era scivolato prima quando sono corso a vedere cosa stava succedendo, cara madre>>, la madre lo guardò dubbiosa ma il suo adorato figlio non le aveva mai mentito in vita sua e di sicuro non lo avrebbe mai fatto in una simile circostanza così gli credette e lo lasciò andare a riposare mentre lei rimaneva a spiegare la situazione ai domestici.

    Eric esausto si buttò sul letto della sua stanza con ancora il manoscritto in mano, era passata da poco la mezzanotte e sebbene sapesse di dover riposare non riusciva a fare altro che pensare a quella ragazza agile, minuta dai corti capelli rossi con uno sguardo così penetrante da fargli dubitare persino delle leggi fondamentali dell’universo che lui studente di fisica tanto ammirava.
    <<chissà perché a quella ragazza interessava così tanto questo manoscritto>> disse Eric scrutando il libro che aveva in mano, guardò attentamente la serratura raffigurante il leone e si ricordò di un anello che gli diede tanto tempo fa suo nonno quando era ancora bambino. Quando lo ebbe in regalo non gli diede molta importanza, era solo un bambino e ricevere in dono un anello con un leone non era certo il regalo dei suoi sogni avrebbe preferito di gran lunga un carro dei pompieri o un elicottero telecomandato. Però ripensandoci attentamente ricordò le sue parole <<eric questo anello è un bene molto prezioso per la nostra famiglia, è stato tramandato da generazione in generazione insieme ad un altro oggetto altrettanto raro, ma di quello te ne parlerò quando sarai più grande, sei ancora piccolo ma questo ti appartiene per diritto di nascita, forse non dovrei dire queste parole non sarebbe rispettoso nei confronti di una persona a me molto cara ma essendo tu il mio unico nipote sento in cuor mio di volertelo lasciare, abbine cura conservalo con riguardo e non dimenticartene mai>>. Sentendo la serietà con cui il nonno pronunciò quelle parole l’Eric bambino lo custodì insieme ai suoi tesori più cari.
    Alzandosi dal letto appoggiò il libro sulla scrivania e si diresse verso una piccola grata posizionata nel muro in fondo alla stanza, era la grata del condotto di areazione che in apparenza guardandola a distanza sarebbe sembrata una comunissima grata in realtà avvicinandosi era possibile notare che da un lato la sua cornice era leggermente scostata dal muro e le viti in quegli angoli erano assenti.
    Allontanò la grata dal muro ed estrasse una piccola scatolina, l’aprì e con un sorriso malinconico vide tutti i suoi vecchi ricordi: la figurina del suo calciatore preferito, una macchinina, una fisarmonica, uno yo-yo, una roccia che pensava fosse di un meteorite ma in realtà era una semplice pietra del giardino ad infine l’anello con lo stemma di famiglia regalatogli dal nonno.
    Prese l’anello del nonno e lo guardò attentamente mentre riponeva la scatola nel suo vecchio nascondiglio, non lo vedeva da tanti anni era un po’ impolverato ma ancora in ottimo stato, giocherellando con l’anello si diresse verso la sedia della scrivania.
    Era una situazione molto curiosa, una ragazza che scappava, un antico manoscritto, un anello altrettanto antico, si chiedeva cosa avrebbero mai avuto tutti questi elementi in comune soprattutto cosa avevano a che fare con quella strana ragazza comparsa così all'improvviso nella villa di famiglia e che non aveva mai visto.

    Nel frattempo Marta corse a più non posso sperando di non essere inseguita, quando fu abbastanza lontana dalla villa cercò di calmarsi e di ricordare dove aveva nascosto il motorino prima di intrufolarsi furtivamente in quella sfavillante dimora.
    Ripreso finalmente fiato e dopo essersi tranquillizzata a dovere, salì sul motorino per dirigersi verso casa, davanti il vialetto della sua abitazione ripensò a quella enorme villa che non era minimamente paragonabile alla sua modesta dimora abitabile solo da una famiglia di ceto medio come la sua. Però anche se questo avrebbe fatto rattristire molte persone invece la fece sorridere perché nessuno sfarzoso edificio sarebbe mai stato paragonabile al grande amore della sua famiglia. Una famiglia cresciuta tra le avversità, tante persone in una piccola casa ma che si amavano e non avevano nulla da invidiare a certa gente ricca. Inoltre anche lei aveva i suoi fidati “servitori” come Bob la sua devota guardia del corpo che abbaiava non appena arrivava qualcuno nel viale come in quel momento svegliando tutto il vicinato tuttavia appena si avvicinava alla sua padrona scodinzolava la folta coda dorata di golden retriever, ed Emily la sua dama di compagnia nonché tata fin dall’infanzia e che usciva di corsa preoccupata dalla porta di casa andandole incontro.
    <<dove sei stata a quest’ora Marta?! Hai fatto stare tutti in pensiero, tua madre è furibonda, per non parlare dei nonni quando non ti hanno vista più nel letto gli stava venendo un colpo al cuore! Te l’ho detto mille volte di non sgattaiolare fuori di nascosto di notte è così pericoloso!>> disse Emily una donna cinquantenne in preda alla più totale agitazione.
    Cercando di calmare Bob dal non fare altro rumore entrarono insieme in casa, l’ingresso fungeva anche da salotto ed erano tutti lì riuniti, normalmente entrando si sarebbe percepita un’atmosfera accogliente ma quella volta la situazione era differente, <<signorina dove sei stata tutto questo tempo? Lo sai che è proibito uscire di casa di notte fonda senza avvertire, ne approfitti perché non c’è tuo padre, ma appena lo sento gli racconterò di tutte le tue bravate notturne e poi vedrai cosa dirà!>> disse Anna la madre di Marta, una giovane donna quarantenne tutta infuriata.
    <<mamma vado all'università perché non mi è permesso uscire di notte? Stavo solo facendo un’innocua passeggiata col motorino>> disse Marta fischiettando.
    <<pensi di darla a bere a tua madre signorina? So benissimo cosa avevi intenzione di fare altro che passeggiata da quando il nonno ti ha raccontato quella storia sembri quasi impazzita non fai altro che girare per la casa parlando di quel fantomatico manoscritto, altro che diario miracoloso ricordati che io non credo per nulla a quella storia>> disse la madre furibonda <<papà perché hai raccontato quella storia a tua nipote? Te lo dico da anni che non è possibile è un semplice libro nulla di più, lo so che tu ci credi, che l’hai vissuto, ma è la vecchiaia che ti fa pensare questo non devi coinvolgere Marta nelle tue sciocche fantasie>>.
    Il nonno di Marta mortificato abbassò lo sguardo sotto le parole della figlia e non riuscì a ribattere, ormai aveva rinunciato a convincerla che le sue storie non erano invenzioni ma pura realtà.
    Marta era scioccata dell’accaduto, andava bene prendersela con lei ma non sopportava che suo nonno venisse ferito a causa sua, così anche se voleva urlare contro la madre di chiedere scusa al nonno sapeva che in questo modo non avrebbe risolto nulla e visto che in buona parte quello che era accaduto era colpa sua fece un profondo respiro e con calma disse <<scusa mamma hai ragione dovevo avvertire se volevo uscire, è stato infantile da parte mia scappare dalla finestra e prendere il motorino di nascosto>>.
    Ci fu un attimo di silenzio e la ragazza guardò il volto della madre divenire paonazzo e con voce incerta dire <<sei scappata dalla finestra?>>, Marta guardandosi attorno e vedendo Emily pregare che non si abbattesse un nubifragio dentro quella casa capì di aver sbagliato approccio e detto più del dovuto. La madre ancora sbigottita però tentando di trattenere la rabbia visto che la figlia si era scusata anche se in malo modo le disse <<tesoro lo sai che è pericoloso saltare dalla finestra? Per non parlare che siamo in piena notte e non si vede quasi nulla!>>, Marta con un sorriso innocente le rispose <<certo che lo so infatti sono saltata verso l’albero di fronte mica verso terra, dal secondo piano sarebbe stato difficile>>, la madre si sentì svenire e sbalordita dalla spontaneità della figlia fece un sospiro rassegnato pensando che era tutta colpa degli insegnamenti spericolati dati dal padre quand'era piccola, l’abbracciò calorosamente rincuorata che fortunatamente stava bene e non si era fatta nulla di male.
    Quando la situazione si fu calmata tutti tornarono nelle proprie stanze, sfinita ma ancora non del tutto esausta Marta era eccitata di quello che sarebbe potuto succedere di lì a poco, se le parole del nonno erano vere, cosa a cui lei credeva ciecamente, il giorno dopo la madre si sarebbe dovuta ricredere. Aprì la borsa e cercò il manoscritto ma con suo grande sgomento non lo trovò, ripensò a ritroso che stava per mettere il libro in borsa quando apparve quel mostro di donna, successivamente dovette scappare con ancora il libro in mano e di sicuro le sarà caduto quando le venne addosso quell'odioso ragazzo. Disperata si mise le mani fra i capelli e a stento soffocò un urlo di angoscia, dopo tutta la fatica che aveva fatto non poteva assolutamente finire in quel modo.
    Si accasciò sul letto con un senso di sconfitta e ripensò a tutti gli avvenimenti che l’avevano portata fino a quel momento, tutto ebbe inizio qualche giorno prima.


    Quella mattina Marta era euforica e in parte molto triste, a breve suo padre avrebbe fatto il compleanno e voleva trovare un modo per renderlo davvero speciale, ma questo non era un compito facile in quanto suo padre era un militare di stanza all'estero e non era possibile vederlo facilmente. Girando per casa in cerca di una soluzione vide sua nonna sulla veranda intenta nel cucito e si sedette accanto a lei con un’espressione afflitta, sua nonna la guardò da sopra gli occhiali e le chiese dolcemente <<cosa c’è che non va tesoro mio?>>, Marta sempre più triste disse alla nonna che ancora non aveva trovato un regalo di compleanno davvero speciale per il padre e per questo motivo era giù di morale perché se non avesse trovato qualcosa al più presto non l’avrebbe potuto spedire in tempo. La nonna sorrise teneramente alla nipote e le disse <<se cerchi un regalo speciale una volta tuo nonno mi raccontò di un vecchio manoscritto che gli fu regalato, non so cosa ci fosse scritto ma mi ripeteva sempre che fu il regalo più bello che ricevette in tutta la sua vita. Probabilmente ormai sarà un pezzo di antiquariato però forse potrà rivelarsi qualcosa di interessante, non so dove l’abbia messo ma puoi cercarlo in soffitta fra le sue vecchie cose>>.
    Marta sentendo quelle parole riacquistò un po’ di entusiasmo, lei aveva preso la passione per la storia antica da suo padre e probabilmente un vecchio manoscritto molto apprezzato dal nonno, che aveva ottimo gusto in fatto di libri, sarebbe stata la scelta migliore. In ogni caso tentare non le costava nulla e visto che non aveva ancora trovato altre idee decise di provare a cercare questo libro.
    Quando arrivò in soffitta era piena di polvere e di vecchi oggetti del nonno, si pentì amaramente di non aver parlato prima col nonno per avere una descrizione più accurata del manoscritto, così dovette seguire la fortuna e il suo istinto pensando <<può essere che fra questi oggetti trovo qualcos'altro di interessante chi può saperlo>>. Iniziò la sua ricerca disperata del manoscritto o di un altro possibile regalo, ma fra ragnatele, strati di polvere e mobili rotti la ricerca stava risultando alquanto infruttuosa, quando stava per arrendersi vide qualcosa luccicare, all'inizio pensò che fosse solo la sua immaginazione dovuta alla stanchezza e alla calura estiva ma notò che i raggi di luce che entravano dalla piccola finestrella sul tetto illuminavano un oggetto nascosto fra quel cumulo di antiquariato. Incuriosita si avvicinò per controllare e vide un vecchio baule sicuramente appartenuto al nonno, lo aprì e finalmente trovò il manoscritto che tanto cercava. La copertina era ben rifinita e lavorata, incuriosita tentò di aprirlo ma non ci riuscì, guardandolo attentamente si accorse che aveva una serratura raffigurante un leone, le sembrò molto sospetto un manoscritto con qualcosa del genere così decise di chiedere maggiori informazioni al nonno.
    Nello stesso momento Emily chiamò tutti a tavola per il pranzo, vista la bella giornata aveva apparecchiato in veranda e Bob colse l’occasione per scodinzolare in cerca di cibo da elemosinare, <<bob tu hai la tua ciotola non impietosirai nessuno>> disse Emily con quel suo fare altezzoso, quasi fosse veramente una dama di compagnia, però teneramente prese la ciotola piena di cibo e la mise vicino al tavolo dei commensali perché anche lui faceva parte di quella calorosa famiglia. Quando furono tutti seduti servì a tavola e Anna gentilmente disse <<emily sono ormai anni che te lo dico, non voglio che ci servi, tu fai parte della famiglia e devi sedere a tavola insieme a noi>>, titubante posò le pietanze che aveva in mano e si sedette insieme al resto della famiglia, sebbene ciò la turbasse le si notava un leggero sorriso.
    Marta non si stancava mai di queste scenette fra Emily e sua madre, stranamente capitavano di continuo fin da quando era piccola e non succedeva solo per i pasti ma in generale per tutte le faccende che riguardavano la casa, la tata si comportava come se fosse la domestica di una ricca famiglia ma questo non era il loro caso.
    In questa dolce atmosfera familiare la giovane ragazza dimenticò momentaneamente il manoscritto fino a quando la madre pronunciò il nome del padre ricordando quello che doveva chiedere al nonno, <<nonno la nonna mi ha parlato di un manoscritto che ti fu regalato e ho pensato che sarebbe l’ideale come regalo di compleanno per papà, però trovandolo in soffitta mi sono accorta che ha una serratura particolare>>.
    Il nonno sorpreso da quel discorso inaspettato guardò la sua famiglia e sospirando disse <<forse è giunto il momento di parlarti di qualcosa di importante>>, così iniziò a raccontare.


    Tanti anni fa ai tempi della guerra era un semplice soldato ancora inesperto, in quel periodo scoppiavano facilmente scontri lungo le strade della città tanti erano i nemici invasori. Un pomeriggio durante una battaglia vide una giovane fanciulla che tentava di mettersi al sicuro così proteggendola dal fuoco nemico la mise in salvo. Quando furono al riparo guardò la sua esile figura che a differenza di altre ragazze tremanti in una situazione del genere era calma e seria, rimanendo scioccato dall'espressione sul viso di quella ragazza ventenne non seppe cosa dire.
    <<non mi aspettavo che la rabbia umana potesse arrivare fino a questo punto>> furono le parole che all'improvviso ella pronunciò. Sbigottito da quella situazione inusuale ammirava la sua compostezza ma in parte lo spaventava, non aveva mai incontrato una ragazza come lei.
    <<la rabbia umana è grande ma è ancora più grande l’amore dell’uomo>> disse lui guardandola intensamente negli occhi. Lei distolse lo sguardo e disse sorridendo <<a quanto vedo mi ha salvata un soldato romantico, io sono Catherine lieta di conoscerla>> ed egli rispose <<il mio nome è Riccardo piacere mio>>.
    Continuarono a parlare a lungo, a volte divergendo nel modo di pensare, ma scoprendo un’intesa profonda che li legava, Riccardo apprese che Catherine abitava in una zona sicura lontana dalla battaglia e che si era avvicinata alla cittadina per futili motivi che non gli volle rivelare.
    Quando si fece sera egli insistette per riaccompagnarla a casa pensando di non volersi separare da lei, Catherine lo fece fermare in un punto poco distante dall'abitazione ma al riparo da occhi indiscreti, all'inizio Riccardo ne fu sorpreso ma vedendo dove abitava capì che appartenevano a due mondi totalmente differenti, lei di famiglia nobiliare e lui un semplice soldato. Catherine notando lo sguardo abbattuto sul suo volto gli disse teneramente <<non ti preoccupare ci rivedremo presto>>, egli pensò che con la guerra erano solo parole disperse nel vento e sempre più triste si girò per andarsene quando ad un tratto ella lo fermò dicendo <<aspetta ho qualcosa che potrà farti scomparire quell'espressione sul viso>> disse lei sorridendo <<mi allontano solo per pochi minuti ma tornerò al più presto>>.
    Catherine si diresse verso la casa e una volta dentro senza farsi notare andò verso lo studio, l’abitazione era piena di domestici ma lei riusciva sempre a muoversi in modo furtivo impedendo agli altri di accorgersi della sua presenza, eccezione fatta per Margareth la sua domestica personale la cui famiglia servì per generazioni quella della fanciulla. <<signorina cosa sta facendo dentro lo studio?>> disse la domestica, a quella domanda Catherine saltò in aria cercando di nascondere degli oggetti che aveva fra le mani, <<non può essere, non può farlo suo padre ne sarà furibondo>> esclamò Margareth, Catherine guardò la donna divenuta dopo tanti anni una sua cara amica e con un dolce sorriso le rispose <<non ho dubbi è quello giusto>> sgattaiolando fuori dalla porta ed uscendo dall'abitazione.
    Quando ritornò aveva in mano un libro e un anello, inizialmente Riccardo non capì a cosa potessero servire in una situazione del genere ma non appena Catherine parlò tutto fu chiaro <<questo non è un semplice libro ma un diario particolare dove poter scrivere per comunicare con la propria anima gemella tramite un altro diario uguale ad esso. Ci siamo appena conosciuti e non so se saremmo destinati a stare insieme ma quando parlo con te sento che il mio cuore risuona come mai prima d’ora e anche se a volte la pensiamo diversamente sento una sintonia profonda che ci unisce che non riesco a spiegare. Grazie a questi diari è possibile comunicare solo con la propria anima gemella, se questo sentimento che sta nascendo è vero riusciremo a tenerci in contatto anche a distanza. Ti prego di accettare questo mio dono, non so se funzionerà, ma in cuor mio spero che si avveri>>disse emozionata <<il diario ha una serratura di sicurezza e può essere aperto solo tramite questo anello raffigurante un leone che è lo stemma della mia famiglia>>.
    Riccardo prese in mano il diario e l’anello salutandola si allontanò non riuscendo ancora a credere alle sue parole, però sperando in cuor suo che si potessero avverare. Infatti così avvenne, quella sera iniziarono a parlare tramite quel diario particolare e ogni sera si scrivevano in modo da potersi sentire più vicini, di giorno in giorno i loro sentimenti aumentavano ma la guerra non dava segni di finire, anzi per molti giorni si dovette allontanare dalla cittadina e fu mandato sul fronte della battaglia. In quel periodo non potendolo sentire Catherine era molto in ansia per la sua sorte, fino a quando lui le scrisse che stava bene e avrebbe fatto presto ritorno alla cittadina in cui si erano incontrati, così si diedero un appuntamento segreto notturno per rivedersi dopo innumerevoli mesi di distanza.
    Catherine era preoccupata perché non era uscita mai di nascosto di notte fuori dall’abitazione però grazie all’aiuto di Margareth riuscì a non farsi scoprire. Quando i due innamorati si furono ritrovati erano certi dei loro sentimenti e passarono tutta la notte coronando il loro sogno d’amore.
    Ormai Riccardo era di stanza fissa nella loro cittadina e quando la situazione era un po’ più tranquilla si incontravano di nascosto.
    Nei giorni a seguire Margareth notò dei cambiamenti in Catherine, piccoli sbalzi d’umore, frequenti soste al bagno, la ragazza riusciva a mantenere sempre una certa compostezza soprattutto in presenza di domestici e parenti non facendo notare nulla a nessuno ma niente sfuggiva all'occhio esperto della domestica. Un giorno Margareth approfittò di un momento in cui poter parlare in disparte senza essere ascoltate da nessuno e le chiese cosa stesse succedendo, Catherine titubante disse all'amica che temeva di essere rimasta incinta però non ne aveva la certezza perché ancora non aveva sentito il parere di un medico. Margareth scioccata da quella notizia e vedendo l’agitazione sul volto dell’amica l’abbracciò dicendole che avrebbe chiamato il medico che la fece partorire essendo egli una persona fidata. Si incontrarono col medico in un luogo appartato lontano da occhi indiscreti ed ebbero la conferma dei loro sospetti.
    Pochi giorni dopo i due innamorati si incontrarono, lei gli disse di essere incinta e spaventata nel dirlo ai suoi genitori essendo loro molto severi, lui le disse che l’avrebbe accompagnata per dirlo insieme e presentarsi alla famiglia.
    Quel che avvenne dopo non se lo sarebbero mai potuti immaginare neanche nei loro peggiori incubi, i genitori diseredarono la figlia e la cacciarono via di casa nel bel mezzo della guerra dissero che era un disonore per la loro famiglia avere un nipote illegittimo all'infuori del matrimonio per non parlare del padre del nascituro che non aveva nessun titolo nobiliare ma era un semplice soldato, e se proprio voleva tenere quel bambino l’avrebbero dovuto crescere da soli.
    Catherine si sentì mortificata nel profondo, ma con tutto l’orgoglio che aveva trattenne le lacrime e se ne andò insieme al suo amato dicendo addio alla sua vecchia famiglia per crearne una nuova. Mentre si allontanavano li raggiunse Margareth che aveva ascoltato tutto e disse che sarebbe andata via con loro portando sua figlia, non potendo lasciare la sua cara amica in una situazione simile.
    Quando furono lontani Catherine scoppiò in un pianto dirotto e Riccardo cercò di consolarla come meglio poteva, <<non ti preoccupare tesoro in qualche modo faremo, cresceremo questo figlio con amore e supereremo questa guerra insieme. Conosco un’infermiera che lavora in un accampamento medico dove vengono raccolti i feriti di guerra più gravi, sono sicuro che lei ci potrà aiutare>>.
    L’infermiera era una vecchia amica di Riccardo e si chiamava Monica, di carattere sempre molto gentile e cordiale li accolse calorosamente, non appena egli spiegò la situazione le venne subito un’idea <<non preoccuparti può rimanere qui all'accampamento insieme a Margareth e alla bambina ci prenderemo noi cura di lei fino al giorno del parto e tu potrai venire a trovarla quando vorrai>>.
    I due innamorati a quella notizia si sentirono in parte più sereni, Catherine come ringraziamento per l’ospitalità dette una mano durante la cura dei malati fin quando le fosse stato possibile.
    Col passare dei mesi gli scontri aumentarono soprattutto in prossimità dell’accampamento, arrivò il giorno del travaglio Riccardo e Margareth stettero il più vicino possibile a Catherine, erano preoccupati vedevano il suo corpicino esile sempre più pallido lui cercò di infonderle coraggio stringendole la mano ascoltando le sue urla di angoscia. Dopo innumerevoli ore che sembravano infinite Monica li guardò dicendo che Catherine era molto debole e potevano esserci delle complicazioni durante la fase finale del parto, lui preoccupato le disse di fare l’impossibile per salvarli entrambi ma lei lo guardò con un’espressione così afflitta che lo fece disperare. Sempre più in ansia Riccardo sperava di poter stare con la sua famiglia e poter vivere in futuro insieme felici lontani dalla guerra, pensando ciò vide una piccola testa spuntare e poco dopo Monica teneva un piccolo fagottino in mano che porgeva tra le braccia di Catherine, lei esausta ma felice gli chiese di avvicinarsi e con deboli parole gli disse <<sono felice di aver dato al mondo tua figlia avevi ragione nel dire che è ancora più grande l’amore dell’uomo>> porgendogli tra le mani la bimba esalò il suo ultimo respiro. Riccardo disperato scoppiò in un pianto profondo la sua anima era divisa in una tempesta di emozioni fra la felicità della nascita e la tristezza della morte, Margareth con gli occhi colmi di lacrime non seppe cosa dire per confortarlo.
    Nei giorni successivi Monica e Margareth si presero cura della neonata quando lui era in servizio, quelle furono le giornate più dure per Riccardo, si sentiva trascinare in un vortice di disperazione e solo il dolce viso della sua piccola riusciva a rasserenarlo, la sua instabilità si accentuava durante gli scontri dove i campi di battaglia erano pieni di vittime e i loro volti gli facevano tornare in mente la morte della sua cara Catherine. Il momento peggiore avvenne durante una battaglia, una delle sue distrazioni gli fu quasi fatale fino a portarlo nell'accampamento dei feriti gravi. Lì fu curato da Monica e la loro amicizia crebbe ogni giorno di più fin quando la guerra non finì e decisero di sposarsi crescendo la piccola Anna insieme. Margareth con sua figlia Emily andarono a vivere con loro, passarono gli anni e la madre morì serenamente, la figlia crebbe insieme ad Anna quasi fossero sorelle e seguendo le tradizioni di famiglia volle diventare la sua domestica personale ma l’amica non glielo permise ma le concesse di essere la tata della sua futura figlia.

    <<così si conclude la mia storia>> disse il nonno, Marta allibita guardò prima lui e poi il resto della sua famiglia notando come tutti evitassero il suo sguardo, <<mamma tu sapevi tutto? Perché non mi hai mai detto nulla prima?>> chiese alla madre, <<non volevo rattristarti con questa storia, quand'eri piccola è stato difficile dirti che tuo padre ti trovò in guerra e ti adottammo, all'inizio non la prendesti bene però sei riuscita a vivere sempre una vita allegra non volevo portarti pena con altre cose del passato>> le rispose Anna con uno sguardo malinconico.
    La ragazza capì il pensiero della madre e non volle insistere sull'argomento, guardando il nonno domandò <<che fine ha fatto l’altro diario?>>, lui sospirando le rispose <<quando i genitori di Catherine seppero di noi scoprirono anche che ella aveva trafugato i diari di famiglia e il diario che lei teneva in stanza non glielo vollero mai tornare>>, Marta animatamente disse <<questo non è giusto era il simbolo del vostro amore un ricordo prezioso per voi>> mettendo il broncio disse borbottando <<inoltre se la mamma avesse avuto quel diario avrebbe potuto parlare più spesso con papà che è così distante>>.
    La madre fece un’espressione risentita e con rimprovero disse al nonno <<papà vada anche bene il fatto che hai raccontato della mamma a Marta senza prima chiedermi se ne fossi d’accordo, visto che non le avevo mai detto nulla, ma vogliamo parlare della storia di quel fantomatico diario? Mi hai illusa una volta con le tue fantasticherie non illuderai anche mia figlia>>.
    Marta guardò la madre allibita e la riempì di domande <<perché parli così? Tu già ne eri a conoscenza? Perché non credi alle parole del nonno?>>, la madre calmandola le rispose <<quando il nonno mi disse di mia madre raccontò anche la storia dei diari come ha fatto pochi minuti fa, io ero ancora una ragazzina e come te gli credetti senza esitazioni, volevo sapere di più su mia madre e avere qualcosa che le fosse appartenuto, così decisi di andare alla ricerca del ramo disperso della famiglia per avere maggiori informazioni su di lei e sul diario che le era appartenuto intriso della sua anima e dei suoi sentimenti verso il nonno>>. Riprese fiato e continuò <<trovai l’abitazione di quella che si potrebbe definire mia cugina e lei mi disse di ignorare l’esistenza di questo diario inoltre non appena mio nonno materno mi vide si mise ad urlare cacciandomi via dalla loro proprietà dicendo che non mi avrebbe mai riconosciuta come parte della famiglia e di non sapere nulla di questo fantomatico diario>>. Agitata disse <<quando me ne andai mi sentii così umiliata e imbarazzata che non ne volli più sapere di quella assurda storia, e mi ripromisi che la mia famiglia non avrebbe più avuto nulla a che fare con loro>> battendo un pugno sul tavolo.
    Il nonno guardò l’afflizione sul volto di Anna e disse <<mi dispiace di averti causato tanto dolore figlia mia, non volevo rivangare ferite del passato, però ogni volta che guardo i tuoi occhi rivedo tua madre che sembrava esile ed indifesa ma in realtà in cuor suo aveva l’animo di un leone, caratteristica che osservo sempre più spesso in mia nipote>> sorridendo si girò verso Marta.
    La ragazza vedendo la situazione che si era creata non volle insistere sull'argomento anche se continuava a pensare che la madre fosse nel torto riguardo la storia del diario.
    Intorno alla tavola c’era un’atmosfera pesante che venne rotta dall'abbaiare lamentoso di Bob in cerca di qualche prelibatezza culinaria da parte dei commensali, grazie al suo aiuto capace di spezzare quella situazione tesa la famiglia riuscì a sorridere e mangiare col cuore più sereno.
    Nei giorni a seguire Marta ripensò spesso alla storia dei due diari gemelli e ricordando l’espressione del nonno durante il suo racconto non poteva far altro che credergli, così decise di andare alla ricerca del diario di sua nonna sperando di avere più successo rispetto a sua madre.
    La prima cosa che le venne in mente era di chiedere alla madre l’indirizzo dell’abitazione ma non volendo lei avere nulla a che fare con quel ramo della famiglia vedeva l’impresa molto ardua se non addirittura impossibile. Scervellandosi per intere giornate aveva l’aria sempre più tormentata ed Emily non aveva cuore di vederla così, fin quando un giorno la tata le chiese <<marta pensi ancora alla storia del nonno?>>, la ragazza sorpresa dalla domanda le disse che non aveva mai smesso di pensarci e che era intenzionata a trovare il diario della nonna, detto ciò Emily si allontanò guardandola con aria malinconica. Quella stessa sera la tata chiamò Marta in una stanza appartata e dandole un foglietto le disse <<quando tua mamma era alla ricerca del diario di sua madre io l’aiutai, so che non dovrei dirtelo e che lei non ne sarà contenta ma non posso vederti così amareggiata a causa di questa storia>> riprendendo fiato continuò <<in questo biglietto c’è l’indirizzo dell’abitazione, non so quanto ti potrà essere utile e se avrai più fortuna di tua madre, in ogni caso sono sicura che troverai le risposte che cerchi>>.
    La ragazza sorpresa non riuscì a trattenere l’emozione e abbracciò Emily così calorosamente da farle venire le lacrime agli occhi.
    L’indomani mattina la ragazza prese il suo motorino e si recò all'indirizzo riportato sul foglietto, con suo grande stupore l’abitazione si rivelò essere un enorme villa, quando bussò alla porta le aprì un maggiordomo e non riuscì a trattenere un’espressione sorpresa era la prima volta che si trovava di fronte alla residenza di una famiglia di alto ceto sociale.
    Il maggiordomo era stupito alla vista inusuale di una ragazza di ceto medio che bussava alla loro porta, ma con gentilezza le chiese <<cosa desidera signorina?>>.
    Marta imbarazzata e ancora un po’ disorientata da quella strana situazione rispose <<vorrei parlare con i padroni di casa se possibile>>.
    Cortesemente il maggiordomo le domandò <<chi devo annunciare?>>.
    La ragazza ripensò a come venne cacciata la madre e anche se titubante non poteva mentire sulla sua identità rischiando di non riuscire ad ottenere il diario della nonna, così facendo un profondo respiro rispose <<sono una lontana parente dei proprietari della villa ed ho una questione urgente da discutere con loro>> disse in tono serio.
    Il maggiordomo la guardò titubante e le chiese di aspettare, chiuse un attimo la porta e si allontanò all’interno dell’abitazione.
    Passarono i minuti e Marta pensò preoccupata che forse aveva fatto male a non spiegare tutta la situazione al maggiordomo, ma quello non era un discorso di cui si poteva parlare con chiunque doveva parlarne per forza con i proprietari della casa, mentre si scervellava in quel groviglio di pensieri la porta si aprì.
    Dalla porta di ingresso uscì una donna sulla cinquantina, che poi avrebbe rivisto quella sera stessa nello studio, la padrona di casa guardò la ragazza con uno sguardo di sdegno <<il maggiordomo mi ha fatta chiamare dicendo che una strana ragazza che si professava essere una mia lontana parente aveva delle questioni urgenti con me, ma vedendoti credo proprio si tratti di uno scherzo, ragazzina tu forse potrai avere tempo da perdere ma questo non è il mio caso>> disse tentando di chiudere la porta, ma con un rapido gesto Marta la blocca dicendo tutto d’un fiato <<sono la nipote di Catherine, mi è stato detto che tanti anni fa abitava in questa casa insieme alla sua famiglia, per favore non mi cacci via ho delle domande da farle>>.
    La donna guardò sospettosamente la ragazza dicendo <<molti anni fa venne una ragazzina a chiedere di Catherine per caso era tua madre?>>.
    Marta trattenendo a stento la gioia le disse gridando <<sì era mia madre si chiama Anna, si ricorda di lei?>>.
    A quella domanda la donna scoppiò in una tonante risata <<non potrò mai dimenticare la rabbia e la collera di mio nonno nel parlare con quella ragazza quel giorno>> riprese fiato e continuò <<né io né mio padre che era suo figlio lo avevamo mai visto in quello stato neppure lui riuscì a calmarlo, origliando una loro conversazione scoprii che Catherine era mia zia ma che fu ripudiata da mio nonno molti anni addietro>>.
    La ragazza cercò di rimanere calma e non farsi influenzare dal suo atteggiamento così le chiese <<come mia madre venne tanti anni fa anch'io sono qui per chiedere la stessa cosa, cerco un diario appartenente a mia nonna, per lei potrà essere una banalità ma per me è molto importante riaverlo indietro>>.
    La donna guardandola con sdegno le disse <<io non so niente di questo diario ma anche se ne fossi a conoscenza se mio nonno ha diseredato questa Catherine io non ho motivo di reputarla parte della famiglia e darti qualcosa che sia dentro questa proprietà>> detto ciò le sbatté la porta in faccia e la fece cacciare via dalla servitù.
    Le emozioni dentro Marta erano un misto di rabbia e odio verso quella sgradevole donna e dirigendosi verso il motorino il suo animo era così infervorato che prese la decisione di escogitare un piano per intrufolarsi in questa casa quella notte stessa.

    Mentre Marta ripensava a tutti questi avvenimenti un sentimento di collera verso quella donna si accese dentro di lei quando all'improvviso sentì bussare alla sua porta.

    <<tesoro sono il nonno posso entrare?>>, cercò di calmarsi come meglio poteva, <<avanti>>.

    Riccardo entrò nella stanza della nipote e si sedette sul letto accanto a lei.

    <<mi spiace di averti causato tanti problemi con tua madre>> disse con voce afflitta e uno sguardo triste.
    La ragazza guardandolo non poté fare a meno di sorridere dolcemente <<nonno tu non hai nessuna colpa sono io che sono uscita di nascosto senza il permesso della mamma tu non centri niente>> e l’abbracciò calorosamente.
    Il nonno rimase in quell'abbraccio per qualche minuto e poi allontanò gentilmente Marta <<nipotina mia sono venuto da te in quest’ora tarda perché ho visto il tuo interesse sincero alla mia storia e ho deciso di darti una cosa per me molto importante>>, detto ciò prese dalla tasca l’anello raffigurante il leone che permetteva di aprire il diario in suo possesso <<sicuramente l’avrai già capito questo è ciò che serve per aprire il diario, io lo conservai in soffitta perché per me era troppo doloroso rileggere le parole d’amore che mi scambiai con tua nonna però tenni l’anello sempre insieme a me come suo ricordo>> guardò l’anello in modo nostalgico e prendendo la mano di Marta lo mise sul suo palmo <<voglio che lo tenga tu in modo da avere un ricordo della tua defunta nonna che ha tanto amato tua madre mentre era nel suo grembo e di sicuro avrebbe amato anche te come ti amo io se avesse avuto la possibilità di conoscerti>>, nonno e nipote piansero silenziosamente stringendosi in un forte abbraccio finché le lacrime non furono cessate.
    Riccardo prima di andarsene diede un tenero bacio sulla fronte a Marta dandole la buona notte con gli occhi ancora rossi dalle lacrime appena passate.
    La ragazza scossa da questi avvenimenti si sentì sempre più stanca e abbattuta, guardò l’anello sulla sua mano e pensò a come potesse sentirsi il nonno in quel momento, non si capacitava del modo in cui gli eventi si erano evoluti e cercando di riprendersi dal pianto da poco cessato pensò che non potendo avere il libro della nonna almeno avrebbe potuto leggere quello del nonno.

    Marta si sedette alla scrivania e usò l'anello sulla serratura del manoscritto, nello stesso momento anche Eric inserì il suo anello nella serratura e contemporaneamente i due manoscritti si aprirono come per magia.
    Uguali nelle fattezze i due diari portavano una dicitura nella prima pagina: “Questo diario può essere usato solo da due anime gemelle che si amano di un amore intenso o che sono predestinate ad amarsi. Colui che scriverà in questo diario avrà la possibilità di comunicare con la propria anima gemella a qualsiasi distanza essi siano, le scritte su un diario arriveranno all'altro diario e gli innamorati avranno anche la possibilità di passarsi piccoli oggetti chiudendoli tra le pagine del diario. Ma un avvertimento è importante che tu sappia, ricorda sempre che il diario non può essere ingannato se l’amore di colui che scrive non è vero le due anime non potranno mai comunicare, analogamente se le anime non sono legate dal filo rosso del destino non avranno modo di comunicare”.
    I due ragazzi sfogliarono i diari e videro che le pagine erano ricche di centinaia d' anni di storie d’amore, si soffermarono sull'ultima quella riguardante Riccardo e Catherine, il loro amore era così puro e intenso che faceva battere il cuore solamente leggendolo.
    Quando finirono di leggere trattennero a stento le lacrime e furono invasi da un profondo calore quasi fosse il diario stesso ad infonderlo in loro, trascinati da questa forte emozione decisero di scrivere sul diario e videro come oltre alle proprie parole ne comparivano delle altre quasi fosse il diario stesso a parlare, non capendo ancora che la primavera del loro amore stava sbocciando con l'inizio di una bella storia d'amore.

    The End?

    N.d.A.: Sono contenta che hai letto la mia oneshot fino alla fine, se ti è piaciuta e sei stato/a abbastanza attento/a avrai notato che nella storia ci sono delle Easter Egg. Se non te ne sei accorto/a non ti preoccupare sono piccole e ben nascoste, se vuoi scoprirle non ti resta che cliccare...

    1. I tre servitori Alfred, Ambrogio ed Edgar hanno lo stesso nome di famosi domestici. Rispettivamente Alfred come il maggiordomo di Bruce Wayne, Ambrogio come l'autista della "signora in giallo" della pubblicità dei Ferrero Rocher ed Edgar come il maggiordomo degli Aristogatti.

    2. Il nome Anna significa Grazia divina, tipicamente nell'antichità quando gli sposi disperavano di aver figli ma poi avevano la gioia della maternità davano questo nome perché era "una grazia concessa da Dio". Visto il difficile parto subito da Catherine che metteva a rischio la vita della bimba, alla sua nascita Riccardo decise di chiamarla Anna.

    Anche se sono delle Easter Egg un po' banali spero lo stesso che ti siano piaciute ^_^ le ho inserite simpaticamente mentre scrivevo la storia.


    Edited by Valuzza - 9/5/2017, 13:12
     
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    Valuzza, ma non puoi lasciarmi così!! Qui ci vuole assolutamente il seguito!! Devo sapere come andranno le cose tra Marta e Eric!! Ti sei aperta la strada non a una oneshot, bensì a un vero e proprio racconto e secondo me dovresti approfondire :) L'idea del diaro capace di comunicare con la persona predestinata è bellissima e mi è piaciuta la storia del nonno di Marta, della guerra e del suo amore, morto dando la vita alla figlia Anna. Io amo le storia di amore e guerra, sono i miei libri preferiti. Non sapevo che Anna significasse "grazia divina", per cui la tua Easter Egg mi è stata utile :D Inoltre, casca a pennello con la vita di Anna, per cui ottima scelta. Simbatica anche l'idea di dare i nomi ai servitori dei maggiordomi che più conosciamo xD
    Ti consiglio solo di controllare un pochino di più la punteggiatura, perché a volte alcune frasi necessivatano di virgole o punti per rendere più scorrevole la lettura. Per il resto sei stata brava :D Nel frattempo aspetto il seguito e magari una bella storia d'amore folle e anche un po' tribolante tra Eric e Anna *-*
     
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    Grazie mille è la prima storia che scrivo e sono contenta ti sia piaciuta! ^_^ anch'io pensavo di continuarla, forse per il prossimo contest di scrittura, chi lo sa! Sicuramente non mancheranno altri colpi di scena e una storia passionale ;) Grazie per i consigli di stesura li terrò a mente per il continuo.
     
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    Buon giorno Valluzza, dopo varie peripezie sono riuscita a terminare la lettura del tuo racconto ... l 'espediente del diario mi ha ricordato un film che vidi diversi anni fa dove più o meno la stessa magia avveniva grazie ad uno scrittoio che faceva da " messaggere" tra un uomo e una donna che vivevano in tempi diversi ... Concordo con Shion hai racchiuso in questa storia una scaletta di almeno un libro. La scrittura è entusiasta e spontanea , concordo anche sul fatto che serva una maggiore attenzione alla punteggiatura, per dare un ritmo alle sequenze di immagini che altrimenti si accavallano. Forse il neo è che appunto c'è tutta una storia intera messa già sulla brace ... quando la storia invece necessita di più spazio e tempo per svilupparsi . L'idea invece del passato che torna nel presente con uno sfondo di magia è una bella sfida. Ovviamente gli animi romantici non possono che essere attratti dal mistero e dalle premesse/ promesse che l'intreccio nascosto e suggellato da anelli e diari sussurrano .
    P.S ; ma ragazze siete tutte maghe grafica? Le vostre copertine sono bellissime. Io ho sudato sedici camicie per mettere insieme due foto e una scritta e poi ovviamente ha voluto nemmeno infilarsi in pole position!*_* Bravissime anche per la scelta stilistica della grafica!
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    Grazie mille Akira ^_^ sinceramente non conosco il film di cui parli ma sarei curiosa di vederlo, per la grafica è la prima volta che realizzo una copertina anche se mi sono sempre dilettata ad un livello amatoriale molto base con i programmi grafici.
     
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    Buongiorno Valuzza, per trovare il film con il famoso scrittoio ho dovuto vangare a fondo nei meandri della mia memoria ... Dovrebbe essere
    " Lettere dal passato in una cassettiera" ( credo sia vecchietto) ... un altro che vale la pena guardare ,anche se non è facilissimo da seguire fin da subito per la connotazione multidimensionale legata al tempo è
    La Casa sul Lago del Tempo con Sandra Bullock e Keanu Reeves del 2006 dove galeotta è una cassetta delle lettere ... credo che lo riguarderò anche io!
    spero di esserti stata utile e che ti piacciano e magari siano fonte di ispirazione ... comunque complimenti per la grafica ,sarà anche amatoriale e semplice ma mi piace molto! *_* buona domenica. :qBnMbad:

    Edited by Akira-kun - 15/5/2017, 18:01
     
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    Li guarderò sicuramente ;) anche se differiscono con la mia storia in cui i protagonisti comunicano nello stesso periodo temporale
     
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    Aaaargh finale aperto! :im9.gif:
    Concordo con Shion, non me lo puoi finire così :zxdt.gif:
    A parte questo, bella storia davvero. Mi è piaciuta la storia tra Riccardo e Catherine (ma alla prossima contest mi approfondisci anche quella tra Marta e Eric, vero? VERO??? :wr5.gif: :wr5.gif: :wr5.gif: )
     
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    Certamente CarryB! :jPtvWnS: Già ho in mente qualche idea per il continuo!
     
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    Grazie ^_^
     
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