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Fan fiction a capitoli - manga Skip Beat

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    Ed eccomi qui con il terzo capitolo della storia! Capitolo ancora più lungo del precedente, temo XP E' stata una parte difficile questa da scrivere, si tratta di un momento di passaggio e la narrazione si svolge in più momenti della giornata; inoltre fa una piccola comparsa un personaggio visto negli ultimi capitoli del manga che non conosciamo molto bene e quindi sono andata a sentimento cercando di caratterizzare il tutto nel migliore modo possibile. Va bene, ora vi lascio alla lettura e spero che vi piaccia!

    CAPITOLO 3
    Ricoperta di bolle di sapone e con solo la testa e le ginocchia che affioravano dall’acqua, Kyoko era ancora immersa nella vasca da bagno, totalmente assorta nei suoi pensieri. Frastornata dalla piega che quella giornata aveva preso, ripensava a quanto accaduto. La sua mente, piena di ricordi, si era soffermata in quel momento sulla reazione che Ren aveva avuto alla scoperta del fatto che Bo fosse proprio lei. Il ragazzo, dopo un primo momento di grande imbarazzo e confusione, si era dimostrato davvero molto maturo. Ovviamente l’aveva ‘punita’ a modo suo e non aveva mancato di sottoporla ad un terzo grado molto accurato per testare e comprendere ogni singola cosa, ma alla fine di tutto aveva accettato la situazione, arrivando persino a ringraziarla per l’aiuto che inconsapevolmente gli aveva dato senza pretendere o rinfacciargli mai nulla. Kyoko era rimasta a bocca aperta, come sempre Ren l’aveva sorpresa, temeva che si sarebbe davvero arrabbiato o si potesse sentire preso in giro ma niente di tutto questo era accaduto e lei, lo ammirava per la sua maturità. Era ancora avvolta e cullata dall’acqua calda, senza la minima intenzione di uscire da quel rifugio così confortevole, quando si rese conto che stava facendo un bagno a casa di Ren; razionalmente ne era consapevole ma era come se ne avesse preso coscienza solo in quel momento e questo la fece arrossire all’improvviso. Non era la prima volta che si lavava a casa del ragazzo ma ora la situazione era diversa; dopo tutto quello che era successo tra loro quella sera, il fatto di lavarsi tranquillamente in quella casa le metteva un po' di ansia, come se fosse qualcosa di più intimo e personale, inconsapevole del fatto che come sempre, stesse trasformando la situazione in una cosa più grande di quello che effettivamente era. Data l’ora tarda che si era fatta, Ren le aveva gentilmente proposto di fermarsi da lui per la notte e lei aveva accettato senza esitazione considerata la stanchezza e le emozioni che quella giornata le avevano portato, ma ora si sentiva in tremendo imbarazzo. Kyoko sentiva ancora le labbra morbide di Ren poggiate sulle sue, ricordava l’incursione della lingua del ragazzo nella sua bocca in un bacio adulto che lei mai aveva dato a qualcuno prima ma che aveva comunque cercato di ricambiare nel miglior modo possibile. Amava Ren, ormai era inutile negarlo a sé stessa o al diretto interessato, avrebbe fatto di tutto per lui ma non era ancora psicologicamente del tutto pronta a quel contatto ravvicinato e da quello che ne poteva conseguire; tuttavia era sicura che avrebbe conservato quel ricordo nel suo cuore come uno dei momenti più beli della sua vita. Cuore… senza che potesse fermarla, la sua mente tornò ad un altro dei momenti che più l’avevano destabilizzata e senza volerlo abbassò lo sguardo su quel segno scuro inciso sulla sua pelle. Lo sfiorò appena e subito, prepotentemente, il ricordo di Ren che succhiava con forza la sua pelle con sempre più desiderio, si fece strada nella sua testa facendole ribollire il sangue nelle vene con un misto di imbarazzo ed eccitazione. Sprofondò nell’acqua, immergendosi completamente e quando riemerse le sue guance erano ancora di un rosso acceso. Nonostante l’imbarazzo crescente, non poté negare a sé stessa di aver davvero desiderato, per un momento, tutto di quel ragazzo e sorrise imbarazzata. Si sentiva però scossa perché Ren sembrava tranquillo, per nulla agitato, mentre lei nonostante fosse all’apparenza calma, dentro aveva un insieme di emozioni fortissime che le avevano fatto battere all’impazzata il cuore e che ancora continuavano a farlo. Com’era possibile che Ren fosse così calmo? In quel momento invidiava davvero quella caratteristica del ragazzo. Era ancora immersa nei suoi pensieri e ricordi, quando sentì bussare delicatamente alla porta.

    *********

    Quello che Kyoko non poteva assolutamente sapere era che Ren era in uno stato di agitazione tale da rendergli impossibile ragionare con lucidità. Il ragazzo era tornato a sedersi in salotto, agitato come non mai e allo stesso tempo al settimo cielo. Continuava a fissare quel divano, cercando di imprimere dentro la sua memoria ogni singolo momento vissuto con Kyoko quella sera. Le parole che la ragazza le aveva detto si erano incise nel suo cuore e lo avevano davvero risollevato. Quei baci che si erano scambiati, quella pelle candida a cui lei gli aveva dato accesso, tutto risuonava nella sua testa ed ancora si chiedeva come fosse possibile che una ragazza come lei fosse riuscita a comprenderlo così tanto e avesse potuto innamorarsi di lui. Lo shock di aver scoperto che Kyoko l’avesse anche incoraggiato, supportato e consigliato nei panni di quel pollo impertinente senza pretendere nulla, lo avevano davvero destabilizzato. Kyoko era arrivata persino a dirgli di confessarsi alla ragazza che amava quando era convinta che lui fosse innamorato di Morizumi dimostrando ancora una volta quanto avesse messo la sua felicità davanti alla propria. Era davvero unica e speciale e Ren era terrorizzato dal fatto di poterla ferire nuovamente o peggio ancora, perderla. Un lungo sospiro uscì dalla sua bocca ed il ragazzo si chiese mentalmente come si sarebbe dovuto comportare una volta che Kyoko fosse uscita dal bagno. Si rese poi conto che era ormai passato parecchio tempo da quando la ragazza si era chiusa dentro e iniziava a preoccuparsi; senza che lo ordinasse davvero, il suo corpo si mosse e in un momento si trovò a bussare alla porta del bagno per accertarsi che la ragazza stesse bene.

    **********

    “Mogami-san?”

    Il bussare improvviso e la voce di Ren scossero Kyoko dai suoi pensieri, in una frazione di secondo cercò di scacciare ogni possibile ricordo pericoloso e cercò di darsi un minimo di contegno, non riuscendo però a controllare del tutto la sua voce che uscì più imbarazzata del previsto.

    “Sì, Tsuruga-san? C’è… qualche problema?” chiese Kyoko incapace di fermare il tremolio della sua voce.
    “Oh, no tranquilla… mi chiedevo solo se stessi bene; è da parecchio tempo che sei chiusa dentro e…”
    “Oh mi dispiace immensamente Tsuruga-san, hai bisogno del bagno? Esco subito, perdonami se ci ho messo tanto! Dammi giusto cinque minuti per asciugarmi” rispose Kyoko in estrema agitazione per il possibile fastidio che stava causando e, alzandosi immediatamente, uscì dalla vasca.

    Ren al sentire quelle parole unite al movimento dell’acqua, realizzò all’istante che Kyoko fosse dietro quella porta completamente nuda e si sentì tremendamente agitato “No, no, non preoccuparti non ho bisogno del bagno… ecco io… ero, ero solo preoccupato. Fai con calma! Scusa se ti ho disturbato” disse tutto d’un fiato Ren, poi appoggiò la fronte contro la porta del bagno, delicatamente, cercando di non far rumore e chiuse gli occhi. Espirava ed inspirava lentamente, ad occhi chiusi, cercando di calmare il battito del suo cuore ed i suoi istinti. Si stava domandando se fosse stata davvero una buona idea quella di proporre a Kyoko di fermarsi per la notte, voleva davvero solo prendersi cura di lei ed evitarle altre fatiche dopo una giornata impegnativa, non aveva secondi fini in mente, ma doveva ammettere che la cosa cominciava a rivelarsi molto difficile. Dopo il loro chiarimento avevano cenato tranquillamente insieme ed avevano chiacchierato come se nulla fosse. Aveva visto la ragazza cucinare, sparecchiare e sistemare tutto con tranquillità; sapeva come muoversi e dove trovare le cose senza dover chiedere. Certo, non era la prima volta che Kyoko usava la sua cucina, quindi era normale che sapesse come muoversi, ma lui aveva percepito che la ragazza era assolutamente a suo agio, come se fosse a casa propria e questo lo aveva riempito di gioia; gli sembrava davvero come se fossero una semplice coppia di innamorati che viveva insieme. Istintivamente le aveva chiesto di fermarsi lì quella sera, precisando subito che le avrebbe preparato la stanza degli ospiti ed alla risposta affermativa di lei, era rimasto positivamente sorpreso; era palese che fosse stanca ma non immaginava una sua risposta così decisa ed immediata. Il rumore dell’asciugacapelli riscosse Ren dai suoi pensieri; rendendosi conto di essere ancora appoggiato alla porta e temendo di passare per un maniaco spione, si allontanò di botto e si diresse verso la sua camera da letto. Dopo neanche cinque minuti sentì la porta del bagno aprirsi e percepì i passi di Kyoko dirigersi verso il salotto, probabilmente la ragazza si aspettava di trovarlo lì. Poco dopo infatti si sentì chiamare:

    “Tsuruga-san? Tsuruga-san, dove sei? Il bagno è libero”
    “Ah, hai finito Mogami-san?” rispose ad alta voce, fingendosi sorpreso “sono nella mia stanza, arrivo!” Ren si alzò dal letto e si diresse verso il salotto “non ti avevo sentito uscire dal bagno, scu…” le parole gli morirono in gola alla vista di Kyoko. La ragazza ovviamente non aveva portato nessun cambio con sé, non prevedendo di dormire fuori, pertanto Ren si era gentilmente offerto di prestarle una sua maglia per la notte; data la differenza tra le loro due corporature e la temperatura non fredda era sicuro che una sua maglia fosse più che sufficiente, ma era comunque impreparato a quella vista. Kyoko dal canto suo, era un po' imbarazzata dalla situazione; indossava solo le calze ed una maglia di Ren, che per quanto grande e lunga le arrivava comunque sopra al ginocchio. Sentì lo sguardo del ragazzo addosso, come se stesse scrutando ogni centimetro del suo corpo e vide che la stava guardando con una strana espressione. Non riusciva a decifrare del tutto i sentimenti che i suoi occhi trasmettevano, ma quello sguardo fisso e maturo su di lei, la fece arrossire violentemente ed istintivamente tirò il fondo della maglia cercando di coprirsi il più possibile, ma con scarsi risultati.

    “Va tutto bene, Tsuruga-san? C’è qualche problema?” riuscì alla fine ad articolare la ragazza “Gr... Grazie infinite per la tua ospitalità e per avermi gentilmente prestato una tua maglietta. Sarà mia cura lavartela e restituirtela il…” Kyoko non riuscì a finire la frase, bloccata da quello sguardo magnetico. Ren lentamente le si avvicinò e Kyoko, senza sapere perché si ritrovò ad indietreggiare come per allontanarsi da lui. Non poté andare molto lontano però, perché si trovò spalle al muro ed un secondo dopo le braccia di Ren si appoggiarono alla parete, imprigionandola lì. Ren le sfiorò i capelli e, come spinto da una forza invisibile, si chinò su di lei ed iniziò a baciarle il collo. Kyoko rabbrividì a quel contatto e cominciò a sudare freddo non sapendo cosa fare. Sentì il ragazzo posarle piccoli baci sul collo per poi scendere piano verso la spalla; con una grande sforzo e con l’ultimo briciolo di razionalità rimastole prima di cedere ai suoi istinti, bloccò con una mano la sua discesa.
    “Tsuruga-san?”
    Ren come svegliatosi da un incantesimo, riprese lucidità e si allontanò di scatto da lei. Si coprì di colpo la bocca con la mano e la fissò imbarazzato; vide che Kyoko aveva il fiato corto ed era arrossita ma non sembrava impaurita e questo lo tranquillizzò un minimo. Vide che la ragazza continuava a fissarlo, ancora bloccata al muro in attesa di una qualche sua spiegazione. C’era ben poco da spiegare ed era convinto che
    anche Kyoko ne fosse consapevole, perciò le si avvicinò piano e chinandosi le diede un leggero bacio sulla guancia.

    “Penso che andrò a fare una doccia e sarà meglio che me la faccia ghiacciata” disse sospirando e lentamente si allontanò da lei. Vide Kyoko fissarlo smarrita per poi diventare completamente paonazza appena capì il senso della frase appena pronunciata dal ragazzo.
    “Buonanotte Mogami-san” le disse alla fine Ren e con un’ultima carezza si congedò da lei e si diresse verso il bagno.

    Kyoko ancora frastornata ed incapace di muoversi, cadde sulle ginocchia e solo dopo aver sentito la porta del bagno chiudersi, riuscì a riprendere a respirare e a sussurrare “Notte Tsuruga-san”

    **********

    Il mattino era arrivato senza ulteriori problemi e difficoltà ed entrambi avevano fatto colazione come se nulla fosse successo. Ren era impegnato al telefono e Kyoko ne aveva approfittato per iniziare a sistemare le ultime cose prima di andare al lavoro.

    “Mogami-san, ho appena finito di parlare con Yashiro, passa a prenderci a breve per andare agli studi. Non preoccuparti, non c’è bisogno che tu pulisca, preparati pure con calma.”
    “Oh tranquillo non è un problema, ho quasi finito e sono praticamente pronta! Tsuruga-san sei stato davvero gentile ad ospitarmi questa notte e questo è il minimo che io possa fare! Se hai finito, prendo anche la tua ciotola” Kyoko si allungò e prese l’ultima ciotola rimasta ancora da lavare per poi dirigersi al lavandino, notando però che Ren sembrava turbato e combattuto per qualcosa.
    “Sono io che dovrei ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me… Kyoko” disse infine Ren.

    Un rumore sordo arrivò alle orecchie del ragazzo e si rese conto che Kyoko aveva fatto cadere la ciotola che aveva tra le mani e che ora giaceva rotta sul pavimento.

    “AHHHHHH Mi.. mi.. dispiace, sono mortificata… sono davvero maldestra, mi è scivolata dalle mani, raccolgo subito… sono desolata” la ragazza era come impazzita, continuava a balbettare e a scusarsi, mentre inginocchiata sul pavimento si era lanciata a raccogliere i cocci rotti. Raccolse gli ultimi pezzi con fretta e foga, non prestando molta attenzione a quello che stava facendo, finendo così per tagliarsi un dito.
    “Ahi!” Kyoko fece cadere nuovamente gli ultimi pezzi raccolti, maledicendosi mentalmente per la sua stupidità, quando all’improvviso si senti afferrare la mano.
    “Ti sei tagliata? Fammi vedere!” Ren le aveva preso la mano e fissava il suo dito sanguinante preoccupato “per fortuna non è nulla di grave, è solo un taglietto. Mi spiace… è colpa mia”
    “No, non è assolutamente vero… mi sono distratta, non è colpa tua Tsur” non riuscì però a pronunciare il suo nome, come se fosse un peso enorme pronunciare quella singola parola.
    “Lo vedi che è colpa mia?” continuò il ragazzo; Kyoko alzo di scatto la testa verso di lui e lo vide sorridere. Era però un sorriso dolce e triste allo stesso tempo “Perdonami, non volevo metterti in imbarazzo o mandarti in confusione…” continuò il ragazzo “ho sempre desiderato poterti chiamare per nome almeno una volta e… e dopo quello che è successo ieri ho pensato di provare ma non immaginavo una reazione del genere. Perdonami… In realtà avrei dovuto prevederlo, sono successe già tante cose tra di noi, probabilmente è troppo. Davvero scusami, ti sei anche ferita…”

    Quelle parole gentili e quel sorriso triste agitarono ancora di più la ragazza, le spiaceva che Ren si sentisse così perché non era assolutamente colpa sua, era lei ad avere un problema.

    “No, sono io che dovrei scusarmi in realtà… mi hai preso alla sprovvista ecco tutto… Non è assolutamente colpa tua R... Re…” kyoko provò con tutto il cuore a dire quella semplice parola, voleva davvero chiamarlo per nome e rassicurarlo ma per quanti sforzi facesse, non ci riusciva; si sentiva troppo in imbarazzo. “AHHHHHHHHHHHH non ci riesco, scusami Tsuruga-san” iniziò a piagnucolare Kyoko sentendosi davvero in colpa.

    Ren si sentì sciogliere davanti a quella dolce ragazza e delicatamente le mise un dito sulle labbra “Non preoccuparti, non ti ho chiamato per nome perché volevo che anche tu ti sentissi obbligata a farlo, ho seguito solo il mio istinto ed il mio cuore. Capisco però che sia un altro cambiamento importante e non voglio forzarti. Entrambi abbiamo degli obiettivi e la nostra relazione è cambiata già parecchio, non voglio metterti pressione o essere un impedimento o un problema, specie con il lavoro. Non voglio che tu impazzisca ogni volta che mi vedi, quindi stai tranquilla. Mi basta poterti stare accanto, sai cosa provo per te e sapere che anche tu provi lo stesso e che di fatto nel nostro cuore ci consideriamo fidanzati, è già tantissimo.” Kyoko arrossì a quelle parole ma si sentì comunque in colpa, abbassò lo sguardo e mormorò sottovoce un’ultima scusa.

    “Oh stai ancora sanguinando, perdonami” disse Ren all’improvviso
    “N... non ti preoccupare, vado a pulirmi subito” la ragazza però non fece neanche in tempo a pensare di alzarsi che vide Ren portare la sua mano verso le labbra e succhiargli il sangue dal dito. Kyoko si sentì avvampare per la milionesima volta da quando aveva messo piede in quella casa. Anche questa volta Ren aveva seguito l’istinto e se ne rese conto solo dopo, una volta allontanato il dito dalla bocca e vedendo l’imbarazzo di Kyoko.
    “Gomen… temo di essere un caso disperato” Ren si alzò e accarezzandogli dolcemente la testa l’aiutò a rimettersi in piedi “vai a pulirti la ferita come si deve e a metterti un cerotto; trovi tutto nel mobiletto in bagno. Finisco di sistemare io qui, stai tranquilla… …Mogami-san
    Kyoko si sentì rincuorata, la gentilezza di Ren era infinita; era sempre più consapevole del fatto che quel ragazzo avrebbe fatto di tutto per rispettarla e per non forzarla in niente, anche a costo di lottare contro sé stesso ed i suoi istinti; inoltre capiva sempre di più quanto dolore dovesse provare Ren nei momenti in cui non riusciva a controllarsi e involontariamente la feriva. Kyoko si sentiva quasi come se si stesse approfittando di lui, ma allo stesso tempo gli era infinitamente grata.
    “Grazie di cuore, Tsuruga-san”.

    Un quarto d’ora dopo Yashiro passò a prenderli e nel vederli arrivare così tranquilli e sorridenti non resistette alla tentazione di divertirsi un pochino con quei due giovani, forse non più inconsapevoli, innamorati.

    “Buongiorno Ren, Kyoko-chan”
    “Oh buongiorno Yashiro-san, grazie per essere venuto a prenderci e mi scuso per il cambio di programma che le abbiamo comunicato solo ieri sera tardi. Ero particolarmente stanca e si era fatto molto tardi così Tsuruga-san si è gentilmente offerto di ospitarmi” si giustificò Kyoko in tutta fretta, prodigandosi in un grande inchino.
    “Oh tranquilla nessun problema Kyoko-chan, anzi per me è stato sicuramente più comodo passare a prendere entrambi nello stesso luogo. Comunque Ren…” Yashiro abbassò di colpo la voce ed in tono canzonatorio provocò un po' il ragazzo “spero che ti sia comportato adeguatamente la notte scorsa ed abbia mantenuto la situazione appropriata Ah Ah Ah.” Kyoko si impietrì e nella sua mente tornarono prepotentemente moltissime immagini compromettenti, mentre Ren con il sorriso più falso e splendente che si fosse mai visto dipinto sul suo volto, si avvicinò e gelò il manager sul posto:
    “Yashiro-san non capisco proprio a cosa tu stia alludendo e forse sarebbe meglio muoverci o faremo tardi, non trovi?” con un brivido che gli percorse la schiena, il manager riuscì a trovare il coraggio di rispondere solamente
    “Ah, sì certamente… Scusami Ren”

    Il tragitto verso gli studi fu tranquillo, delle tre persone chiuse in quell’auto quella più agitata e confusa era Yashiro. Il manager era sicuro di trovare Ren e Kyoko riappacificati dopo la discussione della sera precedente ma non si aspettava una simile confidenza e tranquillità tra quei due. Come era possibile un simile cambiamento in una sola notte? Da quello che sapeva ed aveva intuito la sera prima, entrambi i ragazzi erano già consapevoli dei sentimenti che provavano l’uno per l’altra eppure, nonostante ciò, la loro relazione era rimasta molto professionale non solo in presenza di terzi ma anche in sua presenza. L’ulteriore confessione di Kyoko della sera prima e relativa riappacificazione non avrebbe dovuto quindi creare un clima così rilassato tra quei due davanti a lui. Il manager si continuava ad arrovellare il cervello per capire cosa potesse essere successo di così eclatante la notte prima quando, improvvisamente, un terribile presentimento lo colpì. Possibile che Ren avesse davvero fatto qualcosa a Kyoko? Yashiro li stava solo provocando poco prima, non pensava che qualcosa potesse essere davvero successo tra loro. Possibile che quel ragazzo non avesse resistito alla tentazione e avesse ceduto alla sua libido e i suoi desideri? Tutti questi pensieri affollavano la mente del manager che senza volerlo si trovava a spiare continuamente dallo specchietto retrovisore i due passeggeri che conversavano e si sorridevano tranquilli, ignari della sua frustrazione. Yashiro non ebbe più dubbi sul fatto che qualcosa di importante fosse accaduto tra quei due ma si convinse che Ren fosse riuscito a tenere tutte le mani al loro posto, non poteva essere altrimenti. Moriva però dalla voglia di sapere cosa fosse successo, ma per quel giorno non avrebbe chiesto ulteriori spiegazioni, ci teneva alla sua vita!

    “Eccoci, siamo arrivati. Ren ho delle commissioni da fare per il tuo prossimo appuntamento, vi spiace se vi lascio all’ingresso senza entrare nel parcheggio sotterraneo?”
    “Nessun problema, grazie mille Yashiro-san ci vediamo più tardi allora. Vieni Mogami-san”

    La macchina ripartì e Ren si diresse verso l’ingresso seguito da Kyoko, quando vide che la ragazza si era fermata e lo stava fissando; sembrava preoccupata.

    “Mogami-san, tutto bene? C’è qualcosa che non va?”
    “N... No ecco, vorrei chiederti una cosa, ma mi sento un po’ in imbarazzo e temo che all’interno sia ancora peggio. Non vorrei che qualcuno sentisse e fraintendesse ecco…” Kyoko sembrava davvero agitata ed il ragazzo iniziò a preoccuparsi.
    “Mogami-san, se hai qualcosa da dirmi possiamo trovare tranquillamente un angolo appartato all’interno della LME stai tranquilla.”
    “No, non posso lasciartelo fare! Non puoi perdere altro tempo con me, devi andare a lavorare. È tutto a posto, non preoccuparti!” disse la ragazza, agitando le mani e realmente preoccupata di un suo possibile ritardo.
    “Mogami-san, ho ancora del tempo a disposizione tranquilla. Andiamo”
    Kyoko cedette e seguì Ren verso l’interno degli studi; nessuno dei due si accorse però, che una donna poco lontano aveva assistito a tutta la scena e si apprestava a seguirli nuovamente.

    Seduta sul divanetto di fianco a Ren, Kyoko si continuava a guardare intorno sospettosa, in cerca di orecchie indiscrete che potessero ascoltare la loro conversazione. Il ragazzo la osservava sempre più confuso e alla fine la richiamò all’ordine, convinto che altrimenti Kyoko non le avrebbe detto niente.

    “Mogami-san, siamo soli stai tranquilla! Cosa devi dirmi di così riservato?” la incoraggiò Ren
    “Eh? Ah sì, hai ragione scusa Tsuruga-san! Il fatto è che sono davvero contenta di aver chiarito con te ieri e ti sono grata della tua ospitalità e gentilezza perciò vorrei davvero sdebitarmi, se possibile. Ho una pausa piuttosto lunga dopo il lavoro di stamattina e... beh avevo pensato di poter preparare qualcosa per pranzo e magari mangiare insieme nel tuo camerino. Sarei più tranquilla e mi assicurerei anche del fatto che tu faccia un pasto decente! Senza Yashiro-san non so quanto tu riesca a prenderti realmente cura di te… Quindi volevo chiederti se avessi tempo per pranzare insieme o se avessi tutta la giornata piena.”
    “Quindi vuoi pranzare con me solo per sdebitarti?” chiese un po' deluso Ren
    “NO!” il ragazzo strabuzzo gli occhi “No, ecco in realtà avrei davvero voglia di pranzare insieme ma non vorrei sembrare invadente… ho pensato quindi anche ad un motivo diverso dalla sola mia voglia di trascorrere tempo insieme…” ammise imbarazzata Kyoko “ma quello che ti ho detto prima è vero! Tengo davvero alla tua salute”
    Ren sorrise dolcemente “Pranzerò volentieri insieme a te Mogami-san, dovrei avere tempo per una pausa, anche se mi offende il fatto che nessuno pensi che io sia autosufficiente!” Ren mise su un finto broncio, che fece sorridere la ragazza, poi però continuò serio “Come mai non me lo hai semplicemente chiesto una volta scesi dalla macchina e mentre ci dirigevamo agli studi?”
    “Beh tu sei il famoso Tsuruga Ren!” Il ragazzo la guardò senza capire “Avevo timore che qualcuno ci sentisse e potesse fraintendere e non mi riferisco solo ad eventuali scoop giornalistici ma anche a persone all’interno della LME, senza considerare che c’è ancora la questione della tua frequentazione con Kana-san in ballo.”
    Ren sospirò “E’ anche a questo che mi riferivo stamattina Mogami-san; devi stare tranquilla ed essere te stessa quando siamo insieme, come hai sempre fatto. Siamo alla LME, qui il presidente sa sempre tutto! Stai tranquilla che niente di strano potrebbe uscire senza il suo consenso. Per quanto riguarda il personale o le celebrità che girano all’agenzia, sanno perfettamente che il nostro è sempre stato un rapporto come dire… particolare, quindi non penso che si sorprendano per un tuo invito a pranzo.”
    “Eh?!?! In che senso ‘rapporto particolare’, scusa?”
    “Beh” Ren accavallò le gambe e si mise una mano sotto il mento “per prima cosa non ti sei mai fatta intimidire dalla mia fama e mi hai sempre spiattellato tutto in faccia” Kyoko arrossì e abbassò lo sguardo sentendosi colpevole “mi hai sempre rimproverato per quello che mangiassi o se saltassi qualche pasto, sgridandomi anche sul set tra una ripresa e l’altra, non badando a chi ci fosse con noi. Mi hai fatto da manager per un periodo, abbiamo già pranzato insieme e più di una volta è capitato che avessimo una conversazione personale e adesso abbiamo addirittura Yashiro-san che segue entrambi. Non è strano vederci arrivare insieme o essere più in confidenza e molte delle persone che sono qui, questo lo sanno. Ti è capitato più di una volta che qualcuno ti dicesse che invidiava la tua sfacciataggine o libertà nei miei confronti, giusto?” Kyoko tornò a guardarlo e dovette riconoscere che quello che Ren gli aveva detto, era assolutamente vero. Annuì piano confermando silenziosamente ogni singola parola.
    “Non voglio davvero che la nostra relazione cambi più di tanto, Mogami-san. Mi piace il nostro rapporto e sapendo tutto quello che so ora” sottolineò le ultime parole per essere sicuro che la ragazza capisse a cosa si riferisse “non pretendo molto di più quando siamo in pubblico, sono tranquillo lo sai. Tuttavia…” Ren allungò una mano e le sfiorò i capelli “mi riservo il diritto di mostrarti un po' più di attenzioni nella sfera privata”. Kyoko arrossì nuovamente e agitata si guardò intorno per l’ennesima volta per vedere se qualcuno avesse notato quel contatto più personale. Ren sorrise e si scusò “Perdonami, Mogami-san, a quanto pare sembra che dovrò iniziare ad usare più autocontrollo di prima nei momenti in cui siamo soli, specie in pubblico. Mi impegnerò in questo e sei autorizzata a sgridarmi quanto ti pare in caso dovessi esagerare” concluse Ren facendole l’occhiolino. Kyoko si tranquillizzò e regalo un sorriso colmo d’amore e gratitudine al ragazzo.
    “Ora devo proprio andare Mogami-san, ci vediamo più tardi allora. Per una volta, aspetterò con gioia il momento del pranzo!” I due ragazzi si salutarono e ognuno si diresse velocemente al proprio lavoro.

    Nascosta alla loro vista, la donna che li aveva seguiti dalla strada tirò fuori il cellulare e fece una chiamata

    “Sono io. È proprio come ci è stato riferito… Sì ne sono sicura, conosco bene quel ragazzo, può raggirare e provare a nascondere i suoi sentimenti agli altri ma non può farlo con me o con te, lo sai bene. Contatto Lory affinché ci aiuti ad organizzare la cosa… Eh? Kyoko? Capisco bene perché ti abbia colpito così tanto, fin dal primo momento che l’ho incontrata, ho capito che era quella giusta. Spero solo che tutto vada come previsto e che la cosa non ci si ritorca contro ma ho piena fiducia, in entrambi… Perfetto, a più tardi allora caro, ti aggiorno.” La donna chiuse la conversazione e subito compose un altro numero “Lory, sono io. Confermiamo la cosa, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Ti chiedo scusa già da ora per possibili problemi… Certo, ti raggiungo subito”.
    Con ancora il telefono stretto tra le mani, la donna si diresse verso l’ufficio del presidente, non riuscendo tuttavia a nascondere un grosso sorriso.

    *********

    “Pronto, Yashiro-san? Scusa il presidente mi ha fissato un incontro all’ultimo minuto, proprio alla fine della giornata. Non ha avuto modo di contattarti prima, mi spiace. Mi ha detto che sarà una cosa breve e non ho potuto dirgli di no. Non ci metterò molto, ti dispiace aspettarmi nel parcheggio? Grazie!”.

    Ren chiuse la chiamata, si rimise il telefono in tasca e si diresse svogliatamente verso la sala riunioni indicatagli dal presidente. Si sentiva leggermente inquieto, quando il presidente lo convocava così all’improvviso senza dargli molte spiegazioni, c’era sempre qualcosa sotto. In più non lo aveva voluto vedere nel suo ufficio e la cosa lo turbava moltissimo. Sospirò, sperando che per una volta il suo sesto senso si sbagliasse ma aveva davvero un brutto presentimento e non riusciva a capire come mai. Arrivato a destinazione, bussò e senza attendere risposta entrò nella stanza.

    “Eccomi boss, sono parecchio stanco, vorrei fare una cosa veloce se possibile. Boss?” si guardò intorno ma non vide nessuno “Boss?” ripeté nuovamente senza ottenere risposta; la cosa gli piaceva sempre meno. Improvvisamente sentì bussare alla porta e incerto invitò l’ospite ad entrare.
    “Con permesso” Ren riconobbe all’istante il proprietario di quella voce e come si aspettava vide entrare Kyoko nella stanza “chiedo scusa per il ritardo, ho avuto… Eh? Tsuruga-san? Come mai sei qui?”
    “Ho un appuntamento con il presidente, immagino che abbia convocato anche te a questo punto” rispose a voce bassa il ragazzo.
    “Sì esatto, sai come mai? È successo qualcosa? Non è ancora…” Kyoko fu interrotta dal rumore della porta che si apriva, voltandosi vide entrare il presidente seguito da una donna con un grosso cappello a coprirle quasi del tutto il viso e che camminava il più possibile dietro a Lory, quasi come se si stesse nascondendo.

    “Ah bene, siete arrivati entrambi. Mi dispiace avervi convocato così all’ultimo ma è una questione urgente. Qualcuno ha bisogno di parlarvi; prima di cominciare però avrei una cosa da dirvi.” Lory si sedette al tavolo e pregò i due ragazzi di fare altrettanto. Appoggiò i gomiti sul piano e incrociò le mani davanti al viso. “Ren… ti chiedo di capire fin da ora che tutto quello che sta per succedere non è per farti soffrire ma per il tuo bene. Personalmente forse avrei scelto un metodo diverso, ma non dipende solo da me” Ren si rabbuiò di colpo, iniziando a prevedere guai grossi senza realmente capirne il motivo. “Mogami-san” riprese cupo il presidente “sento di dovermi scusare anche con te, ma sappi che tutti noi abbiamo completa fiducia nelle tue capacità”. Kyoko non riusciva proprio a capire cosa stesse succedendo ed istintivamente non poté non voltarsi a guardare la donna misteriosa che ora volgeva ad entrambi le spalle, come in attesa di un segnale. “Bene, dopo queste dovute premesse, lascio la parola alla mia ospite, una persona che comunque entrambi già conoscete.”

    La donna, rimasta fino a quel momento in disparte, si avvicinò al tavolo e con un movimento fluido si levò il cappello; una folta chioma ondulata le si riversò sulle spalle e con un sorriso smagliante, saluto entrambi.

    “SARA? Sara, sei proprio tu? Che ci fai qui? E cos’è tutto questo mistero? Sono confusa…”
    “Ciao Kyoko! Ti trovo bene, grazie ancora per quel giorno al parco divertimenti.” Disse sinceramente la donna, poi all’improvviso si fece seria e si voltò a guardare Ren.
    “Ciao Ren, è da molto che non ci vediamo, anche se dal tuo sguardo non sembri molto felice di vedermi”
    Kyoko si voltò verso il ragazzo e quello che vide la turbò; Ren aveva uno sguardo duro e spaventato allo stesso tempo e fissava Sara con occhi quasi sbarrati, ma fu la voce con la quale rispose, la cosa che più la colpì.
    “No, sono felice di vederti, lo sono sempre lo sai… ma non pensavo di vederti qui oggi…” disse con voce tagliente “sapevo che qualche giorno fa fossi in città e non ne capivo il perché, ma non ho avuto modo di parlarne con il boss; temo tuttavia di aver sbagliato e sottovalutato la cosa” concluse freddo.
    “Oh quindi sapevi che fossi in Giappone! Ah già, la foto… Immagino che Kyoko abbia mandato a te le foto che ci siamo fatte quel giorno, sbaglio Kyoko?” Sara si rivolse nuovamente alla ragazza, che arrossita vistosamente, non poté fare a meno di annuire.
    “Lasciala stare per favore e dimmi invece cosa ci fai qui. E soprattutto cosa significa tutto questo.”
    “Non pensi sia giunto il momento di far un po' di luce nel tuo cuore, mio caro? Sei innamorato di questa ragazza vero?” Ren e Kyoko sbiancarono all’istante “Non pensi sia giusto aprirti con lei e rivelarle qualcosa in più su di te e sul tuo passato? Non pensi abbia il diritto di conoscere almeno il tuo vero nome? Non…”

    “NO!” un colpo secco sul tavolo fece sobbalzare Kyoko che vide il ragazzo livido di rabbia e spaventato come non mai “Non puoi farmi questo, non puoi! Non puoi piombare qui all’improvviso e sconvolgermi così, non ne hai il diritto neanche se sei mia…” Ren si tappò la bocca e si morse la lingua “Mi spiace, non so bene dove vogliate arrivare ma non starò qui un minuto di più” sibilò Ren velenoso. Il ragazzo si alzò di scatto e si diresse verso la porta spalancandola come una furia, ma non poté andare da nessuna parte perché la sua fuga fu bloccata da una persona, un uomo che non doveva trovarsi assolutamente lì: Kuu Hizuri.

    “Dove pensi di andare, Ren?” chiese Kuu bloccandogli il passaggio.

    Il ragazzo indietreggiò di colpo, si sentiva in trappola e si maledisse per non aver seguito il suo sesto senso.

    “MERDA! Si può sapere che intenzioni avete? Perché siete entrambi qui?” Ren stava cercando di controllarsi, ma invano. Non voleva agire così, non voleva tirare fuori quella parte davanti a Kyoko ma si sentiva come un condannato sul patibolo, aveva paura… Paura di quello che quei due, anzi tre pazzi volevano fare; paura di perdere tutto e questo lo stava mandando fuori di testa. Si voltò ed incrociò gli occhi di Kyoko che lo guardava smarrita ed incapace di proferir parola. La ragazza non capiva cosa stesse succedendo, come Ren conoscesse Sara e come mai fosse così spaventato alla vista di Kuu. Avrebbe dovuto conoscerlo appena, eppure tutto faceva capire che le cose non erano esattamente così.

    “Ren… è così che ti fai chiamare ora giusto?” continuò Sara “Non puoi scappare per sempre, devi affrontare questa cosa. Ti osserviamo da tempo, direttamente o indirettamente tramite gli occhi di Lory. Non è un comportamento leale, lo ammetto ma non potevamo resistere tanto tempo lontani da te, lasciandoti solo e allo sbaraglio. Lo sai anche tu questo…”
    “SILENZIO, non voglio ascoltare… non qui, non davanti a lei… per favore…” Ren quasi supplicava. Kuu fece un lungo sospiro e poi prese la parola.
    “Ren, è proprio perché si tratta di lei che siamo qui. Non lo capisci? Tu la ami e lei ama te e non solo perché sei il famoso Ren Tsuruga questo lo avrai capito anche tu, sei un uomo intelligente. Ha già dimostrato di essere degna di fiducia, perché allora sei così spaventato? Non ti stiamo chiedendo di raccontargli ogni cosa, ma non credi che meriti di sapere qualcosa in più? Ne ha diritto Ren… E la cosa più importante è che servirà a te, sei felice con lei, perché temi di poterlo essere ancora di più? Non siamo qui per farti del male, lo sai che sei tutto per noi e ti vogliamo bene. Lo sai vero Ku…”

    NON DIRLO!!! Non pronunciare quel nome, non te lo permetto…” Ren ormai ringhiava, i pugni serrati, lo sguardo furioso “MI VOLETE BENE? DAVVERO? PERCHE’ DIAVOLO MI STATE FACENDO QUESTO ALLORA? PERCHE’? Mi sembra solo un comportamento egoista, non capisco e non voglio capire. Voglio solo andarmene da qui! SUBITO!”

    Ren spostò di peso Kuu e si diresse nuovamente verso la porta, quando qualcuno lo afferrò per un braccio. Ren si girò completamente livido di rabbia e si accorse che a bloccarlo era stata Kyoko.

    “Mogami-san lasciami!” disse a denti stretti, cercando di controllare la rabbia.
    Kyoko si era mossa per istinto, non poteva permettere di far andare via Ren con quello stato d’animo. “Tsuruga-san ti prego aspetta, non puoi andare via ora… Io… davvero non capisco cosa stia succedendo ma so che non posso lasciarti andare via così. Prova a calmarti ti prego, se vuoi andare via di qui va bene ma permettimi di aiutarti…” Quelle parole lo turbarono ancora di più. Il suo lato oscuro, la parte di Kuon che cercava di sopprimere stava uscendo prepotentemente allo scoperto ed il fatto che lei lo stessa vedendo così, gli fece perdere completamente la ragione.

    “Ho detto di LASCIARMI” e con uno strattone violento si liberò della sua presa. Non si rese conto però della forza utilizzata ed il colpo fu così forte da far perdere l’equilibrio alla ragazza e farla cadere per terra. Ren sbiancò, impietrito biascicò qualcosa, lanciò un ultimo sguardo a Kyoko che ancora lo fissava da terra e poi indietreggiando, uscì dalla stanza. L’ultima cosa che Kyoko vide fu lo sguardo vuoto, freddo e smarrito dipinto negli occhi di Ren, quello sguardo che aveva già visto durante le riprese dei fratelli Hell.

    “Kyoko?” Sara le si avvicinò e l’aiutò a rialzarsi “Kyoko? Stai bene?”
    “Eh?” chiese smarrita la ragazza
    “Ti ho chiesto se stai bene” le rispose gentilmente Sara
    “Non lo so” riuscì solo a dire “penso… penso di no… non capisco cosa stia succedendo, non capisco perché vi siate comportati così. Non so quali siano i vostri rapporti o le vostre intenzioni, ma non avevate il diritto di ferirlo in quella maniera” continuò di getto Kyoko, ogni parola le usciva sempre con più foga e la rabbia sopita fino ad allora prese il sopravvento “PERCHE’? Perché lo avete trattato così? Vi ha chiesto di smetterla, vi ha supplicato eppure siete andati avanti a provocarlo. Con che diritto gli fate questo? Era spaventato, era arrabbiato ma non vi è importato niente! Non posso assolutamente accettare questo vostro comportamento! Con quale diritto osate dire di volergli bene? Non so in che rapporti siate e non mi interessa, so solo che lo avete spinto nuovamente nel baratro e nell’oscurità che lui teme e contro cui sta cercando di combattere ed io non ho potuto fare niente per aiutarlo. I suoi occhi… dicevano tutto… È TUTTA COLPA VOSTRA!” concluse urlando la ragazza.

    “Tu… tu hai già visto quello sguardo prima?” gli chiese Kuu stupito e gli bastò guardare Kyoko negli occhi per averne la certezza. “E non sei spaventata?” gli chiese serio. Kyoko si irrigidì di colpo ma poi con sguardo fiero rispose senza indugio
    “No! Lo sono stata in passato, ma solo perché mi ha spiazzato e mi sono trovata davanti una persona che non riconoscevo. Ho visto quell’oscurità che aveva inghiottito anche me una volta e non sapevo come aiutarlo. Io non ho paura di lui… ho paura di non poterlo aiutare, soprattutto ora”

    Kuu le si avvicinò e le prese le mani “Lo sapevo, sapevo che eri quella giusta” Kyoko lo guardò confusa ma ancora arrabbiata ed istintivamente ritrasse le mani; vide che anche Sara si era avvicinata e aveva preso a braccetto l’uomo.
    “Ti prego” iniziò Sara “ti prego, aiutalo… solo tu puoi farlo ora. Lui si starà odiando in questo momento e probabilmente odierà anche noi… so che quello che abbiamo fatto può sembrare crudele ma lo abbiamo davvero fatto per lui… per voi… è stato brutale lo ammetto, ma era necessario. Lory era contrario ad una cosa così drastica, voleva andarci più cauto ma noi sapevamo che solo questo lo avrebbe potuto smuovere… ti prego aiutalo, solo tu puoi farlo ora” Kyoko guardò confusa Sara, la donna sembrava davvero distrutta.
    “Kyoko” Kuu le riprese le mani e questa volta la ragazza non riuscì a sottrarsi alla sua presa “ti prego anche io dal profondo del cuore. Aiutalo! Salva… …il nostro ragazzo” Kyoko sgranò gli occhi ancora più confusa di prima, ma in un attimo decise. Avrebbe salvato Ren a tutti i costi. Tirò fuori il cellulare e più in fretta che poté compose un numero.

    “Yashiro-san, sono Kyoko. Tsuruga-san è già lì con te? Cosa? Ti... Ti ha chiamato? Yashiro-san devo chiederti un favore: quando arriverà Tsuruga-san trattienilo, non andate via prima del mio arrivo. Due minuti e sono lì, sto scendendo! Yashiro-san, lui sarà distrutto e arrabbiato e probabilmente se la prenderà con te, ma ti prego trattienilo, arrivo subito!” Kyoko chiuse la chiamata e scappò di corsa dalla stanza.

    “Siete soddisfatti?” chiese Lory alla coppia una volta che Kyoko fu uscita.
    “Abbiamo fatto quello che doveva essere fatto, il resto spetta a loro” concluse Kuu.

    Kyoko correva per le scale come una disperata, cercando di fare il prima possibile; temeva che Yashiro non riuscisse a trattenere Ren per molto, quel testone sarebbe stato capace di mettersi al volante e mollare il manager sul posto. Finalmente vide l’ingresso del parcheggio e correndo a più non posso vi si fiondò dentro. Le sue aspettative non erano sbagliate, Yashiro stava cercando di trattenere a forza Ren dal salire in macchina ma il ragazzo stava ormai perdendo la pazienza e Kyoko temeva che potesse colpire il povero manager da un momento all’altro.

    “TSU.. TSURUGA-SAN!” gridò Kyoko ansimando per la corsa fatta; vide Ren bloccarsi all’istante e guardarla scioccato “Tsuruga-san fermati” continuò Kyoko avvicinandosi lentamente.
    “Fermati lì, non ti avvicinare… non ho voglia di parlare o dare spiegazioni a nessuno. Ho bisogno di stare da solo”
    “Non posso lasciarti solo Tsuruga-san, non nello stato in cui ti trovi” Kyoko continuò imperterrita ad avvicinarsi.
    “STAMMI LONTANO, non ti voglio tra i piedi, non ho bisogno della pietà di nessuno. Vattene!” sputò rabbioso Ren.

    Kyoko si immobilizzò sul posto, pietrificata da quelle parole. Yashiro era sbiancato per la situazione creatasi e che non riusciva a comprendere. Che diavolo era successo con il presidente da sconvolgere così Ren? “Yashiro-san, se non vuoi accompagnarmi a casa allora togliti di mezzo per favore, tornerò da solo” disse tagliente Ren. Il manager incapace di ribattere lo lascio andare e lentamente si spostò lasciando libero il passaggio verso la macchina. Il ragazzo stava avvicinandosi alla vettura quando qualcosa lo colpì sulla testa e delle parole pronunciate da Kyoko lo gelarono sul posto.

    “TI HO DETTO DI FERMARTI, REN!” urlò a squarciagola Kyoko dopo avergli lanciato contro il suo portamonete.
    Il ragazzo si voltò a guardarla completamente scioccato “Come… come mi hai chiamato?” balbettò incerto.
    “Ti ho chiamato Ren, è questo il tuo nome o sbaglio?” continuò Kyoko, livida di rabbia con le mani sui fianchi ed uno sguardo che non presagiva nulla di buono, era come se la sua aura fosse diventata nera tutta di colpo. “Come osi parlarmi così? Chi ti credi di essere eh? Io non provo nessuna pietà. Sono solo preoccupata per te, stupido imbecille! Chi credi che io sia? Conosco quello sguardo e so cosa comporta, non voglio né spiegazioni, né scuse… non pretendo nulla di tutto questo, voglio solo aiutarti e starti vicino e non sarai certo tu ad impedirmelo, sono stata chiara?” Kyoko allungò la mano verso di lui “E adesso gentilmente riportami il mio portamonete per favore, dalla rabbia mi è scivolato di mano e temo di averti colpito per sbaglio” Ren, completamente sconvolto non poté far altro che obbedire, si chinò a raccogliere l’oggetto e come un automa si avvicinò a Kyoko e glielo appoggiò in mano.

    La mandibola di Yashiro toccò terra, ancora sconvolto dal coraggio di Kyoko e dall’ubbidienza di Ren; si trovò a pensare che, questa volta, quello che doveva pregare per uscire vivo dalla situazione fosse proprio quel ragazzo problematico.

    “Allora, Ren… vogliamo andare ora?” continuò Kyoko impassibile. Il ragazzo non resistette, prese la sua mano e la tirò a sé, stringendola in un abbraccio disperato.
    Yashiro tornò lucido in un istante e d’istinto corse verso di loro, li coprì con il suo corpo ed allargando le braccia si mise in posizione di protezione. “Non qui, mi dispiace. Avete già dato abbastanza spettacolo e rischiato di attirare fin troppo l’attenzione. Salite in macchina, subito!” A malincuore e con un notevole sforzo, il manager strappo Kyoko dalle braccia di Ren e fece salire entrambi sulla vettura, poi velocemente mise in moto e uscì dal parcheggio sperando con tutto il cuore che nessun spettatore indesiderato avesse assistito a quanto appena accaduto in quel maledetto parcheggio.


    Edited by *_Risa_* - 22/8/2021, 11:46
     
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37 replies since 4/5/2021, 17:12   881 views
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