Ragazza con i capelli verdi

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    Ragazza con i capelli verdi

    Il titolo doveva essere provvisorio ma alla fine è rimasto quello. Questo è un piccolo testo autoconclusivo che ho creato per partecipare ad un contest di scrittura, dove il tema era "una storia horror". È la mia prima storia horror ed è la prima che scrivo dopo tanti anni di pausa. Ah, i personaggi sono di mia invenzione, sono nomi che ho dato ad alcuni miei disegni. XD Tanto per dirlo, questa è la ragazza con i capelli verdi. >////<

    ~~~~~~~~~~~~~~~~~


    « Kato-senpai, aiutami! » grugnì la ragazza mentre strattonava per la cravatta della divisa scolastica il povero Kato Tsukino, studente del 3° anno all’istituto Rainan. Il giovane guardò con aria di sufficienza la compagna di scuola. Lui e Yuki Miyabi si conoscevano da molti anni ma non avevano mai avuto un rapporto di particolare amicizia, almeno fino a quando lei non aveva avuto bisogno di un “insegnante” di matematica.
    «Miyabi, se non ci arrivi dopo la mia spiegazione non ci sono speranze. Devi rassegnarti. » rispose decisamente indisposto sia dalla situazione (visto che si trovavano in casa di lui da soli), sia da tutta quella confidenza che lei si era presa improvvisamente.
    « Sei cattivo, Kato-senpai! » frignò Yuki lasciandolo andare e mettendo il broncio.
    « E ti ho ripetuto mille volte che puoi chiamarmi Yuki-chan! » continuò non dandosi per vinta. Kato sospirò. A quanto pareva, lei riusciva a vincerlo per sfinimento.
    « Propongo una pausa. Tanto può solo farti bene, visto il tuo scarso livello » interruppe lui il discorso, alzandosi in piedi e dirigendosi verso le scale per andare al piano di sotto. Una Yuki sbuffante e infastidita lo seguì trotterellandogli dietro. Arrivarono in cucina e Kato prese il pacchetto di sigarette da sopra il tavolo, accendendosene una.
    « Kato-senpai, non fa bene fumare! » esclamò lei rubandogli a tradimento la sigaretta e buttandola nel cestino dopo averla spenta. Kato dovette trattenere l’irrefrenabile impulso di ammazzarla all’istante.
    « Piuttosto prendi una bibita se sei nervoso » gli consigliò Yuki, aprendo il frigo. Kato stava prendendo un’altra sigaretta quando l’urlo agghiacciante che lei lanciò gli fece sfuggire di mano il pacchetto. Si voltò verso la ragazza la quale si era coperta gli occhi con le mani e si era accasciata al suolo, tremante e singhiozzante. Si precipitò verso di lei, non comprendendo il motivo di una tale reazione.
    « Ehi, Miyabi! Che hai, che succede? » le chiese agitato, cercando di farsi guardare in volto.
    « Il..frigo! » gridò lei, in preda ad un attacco isterico. Si premeva così forte le mani sugli occhi che quasi sembrava se li volesse strappare. A quell’affermazione il ragazzo si voltò verso il frigo che era rimasto aperto. Gli occhi gli si sgranarono quando capì finalmente cosa aveva visto la compagna. Nell’elettrodomestico non c’erano più i vari scaffali dove venivano riposti i cibi ma il corpo nudo ed esangue di una loro coetanea. Questa aveva degli innaturali capelli verdi, che spiccavano forse ancor più dei graffi sulle braccia che, vista la posizione raggomitolata, si era imposta da sola. Gli occhi della ragazza, aperti e vitrei, fissavano un punto imprecisato dinnanzi a lei, mentre la bocca disegnava una smorfia di dolore incredibilmente atroce. Nonostante la crudezza della scena e i conati di vomito che lo stavano colpendo, Kato rimase immobilizzato, quasi incantato da quella ragazza. Ancora prima di chiedersi cosa ci facesse un cadavere nel suo frigo, ancora prima di domandarsi chi lei fosse e che cosa andava fatto, si ritrovò ad allungare una mano per sfiorarla. L’aveva quasi toccata quando qualcosa gli fece immediatamente ritrarre la mano: la ragazza coi capelli verdi aveva voltato gli occhi verso di lui. In preda al panico che finalmente prendeva il sopravvento, lo studente prese di peso Yuki e corse verso la porta di casa. La trovò inspiegabilmente chiusa a chiave. Provò a forzarla con la mano libera ma non ci riuscì. Cercò con occhi disperati la chiave, senza riuscire a trovarla. Posò a terra Miyabi, provando nuovamente a forzare la porta con entrambe le mani. Interruppe il suo lavoro un rumore conosciuto eppure estremamente agghiacciante: lo sbattere dell’anta del frigo che veniva chiusa. Che fosse stato solo un caso? Improbabile, si era chiusa in modo troppo forte. Era stata chiusa da una mano. Senza riuscire a pensare in modo lucido, prese con forza la mano della compagna, che fortunatamente collaborò alzandosi in piedi, e corse su per le scale, dirigendosi in camera sua. Quando vi furono dentro lanciò con malagrazia Yuki sul letto e rapidamente chiuse la porta a chiave.
    « Cosa succede? » chiese agitata lei, la quale sembrava essersi ripresa dal suo torpore, sostituito dal panico.
    « Non lo so, non lo so! » rispose lui, cercando in qualche modo di pensare razionalmente. Uno scherzo di cattivo gusto? Impossibile. Però era altrettanto impossibile che quello appena visto fosse un fantasma risorto. I suoi pensieri furono interrotti da un lamento continuo, come un pianto disperato. Si voltò. Non era Yuki a piangere. Forse sua sorella o sua madre erano tornate a casa e si erano trovate davanti la ragazza con i capelli verdi? Terrorizzato da una tale ipotesi si lanciò sulla porta, aprendola.
    « Non andare! Sei impazzito?! » gridò Yuki stringendogli la vita, cercando di non lasciarlo uscire. Il ragazzo senza troppa difficoltà se la scrollò di dosso, lasciandola lì da sola. Scese le scale tre gradini alla volta, cercando di identificare il luogo di provenienza del pianto. Veniva dal salotto.
    « Mamma! Michiko! » chiamò preoccupato entrando spedito nella sala. Si immobilizzò all’istante quando si rese conto del proprio madornale errore. Davanti a lui, raggomitolata su se stessa, giaceva la ragazza con i capelli verdi, ancora esanime eppure viva. Al suo arrivo, lei sollevò il capo e i suoi occhi incontrarono quelli di Kato.
    « Aiutami… » disse con un filo di voce. Il ragazzo non sapeva cosa fare, cosa dire, neppure cosa credere. Si avvicinò lentamente alla fanciulla e d’istinto si tolse la giacca della divisa per appoggiarla sul corpo nudo di lei.
    « Erano mie compagne… eppure mi hanno costretta a tingermi i capelli di verde… » cominciò a raccontare lei accettando di buon grado la giacca.
    « Mi hanno tolto i vestiti e mi hanno rinchiusa in una cella frigorifera. Avevo freddo… tanto freddo… ». Rabbrividì al ricordo e cercò un po’ di consolazione nel petto di Kato. Il ragazzo non si ritirò da quel contatto, nonostante il corpo di lei fosse ghiacciato.
    « Le sentivo ridere… si divertivano a sentirmi supplicare. Avevo così freddo… cercai di scaldarmi frizionandomi le braccia ma finii solo per graffiarmi. »
    Quella situazione era sempre più assurda! Kato non sapeva cosa pensare. A quanto pareva era il fantasma di una ragazza morta in seguito alle angherie di alcune compagne. L’abbracciò, come per darle coraggio.
    « Come ti chiami? » le chiese quasi senza pensarci.
    « Ibiya. Kano Ibiya. » rispose lei guardandolo negli occhi. A Kato quel nome era familiare.
    « Ok, Ibiya. Cercheremo una soluzione. Ora vieni con me » disse in tono rassicurante, mentre l’aiutava ad alzarsi in piedi. La condusse vicino alle scale, con modi dolci.
    « Vai pure su, entra nella seconda porta a sinistra. Lì troverai una mia amica. Spiegale tutto, sono certo che capirà. Io arrivo subito » le disse mentre si avviava verso la cucina. Con la coda dell’occhio la vide salire le scale e dopo un profondo sospiro prese in mano il pacchetto di sigarette. Doveva assolutamente fumarne una. Prese l’accendino e l’accese, aspirando profondamente. Dopo ciò, prese a salire le scale un po’ nervoso, stupitosi del fatto che Miyabi non avesse prodotto il minimo rumore. Evidentemente Ibiya era stata convincente.
    « Eccomi… » disse entrando. Gli si fermò il cuore dinnanzi a quella scena: a terra c’era Yuki Miyabi, in mezzo a una pozza di sangue, con un'espressione di puro terrore in volto e una matita piantata nel cuore; di fianco a lei Kano Ibiya, con la mano bianca sporca di sangue rosso vivo.
    « Forse ho dimenticato di dirti che tra quelle che mi hanno uccisa c’era tua sorella Michiko » disse canzonatoria la ragazza con i capelli verdi, mentre la porta della camera si chiudeva alle spalle del ragazzo con un rumore sordo.
    « Non preoccuparti, non ho intenzione di ucciderti in modo doloroso. In fondo tu non hai colpe, se non quella di essere suo fratello. E presto, ci saranno altri familiari di quelle ragazze a farti compagnia» continuò avvicinandosi a piccoli passi a lui.
    « Capiranno cosa vuol dire sapere che si sta per morire. Perché dopo che avrò ucciso le famiglie, toccherà a loro. »
    In quegli ultimi istanti prima che il coltello impugnato da lei gli fosse piantato in gola, Kato ricordò: Kano Ibiya era una compagna di scuola di Michiko, scomparsa nel periodo in cui lui e i genitori, circa 9 mesi prima, erano andati in vacanza a Kyoto, mentre lei era rimasta a dormire a casa di un’amica, figlia di un macellaio, con una cella frigorifera in casa.
     
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  2. Lee-chan
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    O__O Ma è spaventosa...Mi ha fatto caccare addosso...Quindi, l'hai scritta davvero molto bene...*-*
    Woow...davvero bella comunque... .-.
    Ma c'è un continuo?? O meglio, ho letto che è una storia autoconclusiva...maaa...non hai mai pensato di scrivere anche un seguito?? ^^

    Nell'immagine la ragazza con i capelli verdi sembra tanto tenera...leggendo la storia però non si direbbe... O.o
     
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  3. Poeta
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    Un continuo? Tipo se la vendetta va a termine? Sinceramente non ci avevo mai pensato. XD Probabilmente non la continuerò perché non riesco a immaginare come andrebbe a finire. Grazie comunque per il complimento. ^^

    E la ragazza con i capelli verdi sembra dolce perché viene raffigurata prima che la uccidessero. =) Prima o poi la disegnerò assetata di sangue. XD
     
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  4. Lee-chan
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    Mmmm...capisco...peccato peccato...non sono amante del genere horror *mi scagazzo addosso facilmente* ma questa storiella era davvero carina...^^

    Detto questo, quando la disegnerai assetata di sangue, dovrai farmela vedere...xD
     
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  5. Aira42
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    Oddio, mi scacchetto addosso pure io ><
    Magari la ragazza dai capelli verdi assetata di sangue la farà in una cabina telefonica, in una pozza di sangue con la mano coperta di sangue(e lei che lo assaggia, commentando pure XD)
     
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  6. Poeta
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    Oddio, spero di no. XD
     
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  7. AmantaH.
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    Oddei, è bellissima! AdoVo come scrivi, poe-chan *ç*
    *in estatsi* e poi io AMO le storie horror *çç*
     
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  8. Poeta
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    Beh, meno male. °° Mi fa sinceramente piacere. >.<
     
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7 replies since 18/5/2009, 22:27   655 views
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