Occhi d’ebano ~ Lovestory?

yaoi story

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Poeta
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Premessa
    Allora, premetto che questa è una fanfic yaoi, ovvero uomoXuomo. I protagonisti sono due miei compagni di corso ed è infatti dedicata a loro (sperando che non mi squartino se mai dovessero leggerla XD). L'ho scritta in seguito alla domanda scema "Secondo te, che coppie gay starebbero bene assieme?". E loro sono risultati compatibili. u.u Così ci siamo messi a fantasticare su come si sarebbero mai potuti baciare due così e tra una battuta e l'altra è più o meno venuta fuori questa storia. Il rating (volendo seguire quello solito per le fanfiction) dovrebbe essere o giallo o arancione (quindi se siete accompagnati dai genitori potete leggerla =P).
    Non sono pratica di storie omosessuali, quindi ho cercato di fare il meno peggio possibile. Spero di non urtare nessuno con questa storia, fatta semplicemente per prendere in giro due persone che conosco.
    La storia è ambientata in Giappone solo perché non sapevo dove diavolo potevano 'sti due restare da soli (nella mia università è impossibile). I 3 nomi che trovate sono stati scelti perché ricordano (o per significato o per anagramma) quelli delle persone a cui mi sono ispirata.
    Comunque, ho bisogno di consigli, critiche e suggerimenti per migliorare questo testo (sia grammaticamente, sia lessicalmente) prima di mostrarlo ai ragazzi in corso. Potete darmi una mano?
    P.S. Per una lettura migliore consiglio di andare a leggere le note man mano che si trovano.



    Occhi d’ebano ~ Lovestory?

    Quegli occhi neri. Neri come l’ebano e profondi come il mare. Quanto detestava essere guardato da quegli occhi. Eppure si sentiva come tradito se quelli non lo guardavano.
    Aibo prese la mano di Umi e la trascinò via, lontano da quello sguardo così invitante.
    « Ehi, che ti prende? » chiese lei, aumentando il passo per stargli dietro. Camminavano spediti nel corridoio che dalla loro classe portava in cortile.
    « Nulla » rispose il ragazzo, cercando di mostrarsi normale e tranquillo. Lei tacque, forse perché non voleva forzarlo, forse perché non aveva notato il suo umore infastidito.
    Arrivati in cortile, si sedettero per terra, dietro un albero. La prese di peso per farla sedere sopra le sue gambe e la baciò in modo appassionato e violento.
    « Aibo… kun (1)… non respiro… » cercò di dire le poche volte che riuscì a prendere fiato. Finalmente lui parve calmarsi e, a malincuore, si separò da lei.
    « Che ti prende? Tra pochi minuti comincia la lezione. Non è da te allontanarti poco prima… »
    « Non è niente… Andiamo »
    Si alzarono e rapidamente rifecero la strada al contrario. Durante il tragitto lei provò a parlargli di cosa avrebbero potuto fare dopo, dell’ultima canzone del cantante del momento, di come la sua gatta era gonfia per via dei cuccioli. Tutte cose completamente inutili, insomma. Ogni tanto faceva dei cenni col capo o dei grugni per fingere che la stava seguendo.
    « Come sono andate le pulizie (2) con Yasha-kun? »
    Gli mancò un battito. Non che non ci stesse già pensando di suo, ma con una domanda così diretta, il ricordo era ancora più insopportabile.
    « Da quando lo chiami Yasha? Pensavo ti stesse simpatico (3) »
    « Trovo che Yasha sia più musicale di Yeshla » rispose Umi con un alzata di spalle. In quel momento arrivarono in classe e lei, dimenticandosi della domanda iniziale, raggiunse alcune sue compagne.
    « Buongiorno Aibo-san (4) » lo richiamò una voce alle sue spalle. Una voce che lo fece voltare di scatto e che lo fece pentire subito di averlo fatto. Davanti a sé c’era Yeshla “Yasha” Atuki, il nuovo arrivato, quello che pochi giorni prima…
    « Buongiorno Atuki (5) » rispose rapido per poi andare a prendere posto sul suo banco. Riuscì a fatica a distogliere lo sguardo da quegli occhi scuri.
    « Yasha-kun è davvero figo con quella pelle ambrata e i capelli mossi color ossidiana. In lui si distinguono ancora caratteri tipici degli africani » sentì dire a una voce femminile alle sue spalle e grugnì per il fastidio.
    « Ho sentito dire che suo nonno era africano. Dite che ha mantenuto anche quella caratteristica tipicamente africana? » continuò un’altra, con il tono di chi sta dicendo qualcosa di altamente malizioso. Le altre ragazze in ascolto risero e ad Aido, per definirle, venne solo il termine “galline”.
    In quel momento entrò il professore, deciso a insegnare ai suoi studenti tutti i trucchi della matematica. Come se qualcuno di loro in quell’aula fosse davvero interessato.

    « Finalmente sono finite le lezioni oggi! Torni a casa con me ora? » chiese Umi, abbracciata stretta al suo ragazzo.
    « Purtroppo devo discutere alcune cose con il consiglio studentesco. Stai attenta per strada »
    « Come sempre ».
    Si separarono con uno dei soliti baci appassionati, che avevano la caratteristica naturale di far girare tutti gli sguardi da un’altra parte.
    Appena Umi se ne fu andata, Aibo salì le scale fino a raggiungere il terzo piano dell’istituto. In giro non c’era nessuno, visto che solo chi aveva a che fare con l’amministrazione dell’istituto era autorizzato a stare nell’edificio a quell’ora tarda del pomeriggio.
    « Scusate il ritar… » cominciò a dire, per poi fermarsi notando che l’aula era vuota. Che la riunione fosse stata spostata? Un foglio attaccato alla porta rispose affermativamente a quella domanda. Cavolo, ma non poteva accorgersene prima? Sarebbe potuto tornare a casa con Umi. Decisamente di malumore, girò i tacchi e si volse verso le scale, scontrandosi con qualcuno.
    « Scusami… »
    « Tranquillo, Aibo-san » rispose Yeshla.
    E in un attimo tutto tornò in mente.

    Pochi giorni prima, ad anno già iniziato, era arrivato nella sua classe un nuovo studente, Yeshla Atuki. Si era subito fatto notare per i suoi caratteri africani misti a quelli giapponesi, oltre che per la timidezza e la simpatia che emanava. Il coordinatore di classe aveva chiesto ad Aibo se poteva aiutare il nuovo ragazzo ad ambientarsi e lui, ritenendolo un dovere di un rappresentate d’istituto, aveva accettato. Erano stati delle ore assieme e Aibo aveva trovato in Yeshla addirittura una compagnia piacevole. Finché il giorno che toccò a loro occuparsi delle pulizie Yeshla non lo aveva preso per i polsi, sbattuto sul muro e baciato. Nonostante la violenza del gesto, era stato un bacio a fior di labbra, delicato. Dopo il primo momento di smarrimento Aibo si era liberato della presa (in fondo non era tanto più basso e minuto di lui) ed era corso via, quasi scorticandosi via le labbra per cancellare quello che era successo. La mattina seguente, dopo aver combattuto e vinto contro l’impulso di bruciare, si era presentato in classe abbracciato stretto ad Umi, come a dimostrare che non aveva proprio niente da spartire con quel tipo. Invece, contro ogni previsione, Yeshla lo aveva salutato gentilmente, come al solito, e poi si era seduto al suo posto, con l’aria più innocente che un essere umano potesse avere. Da quella volta infatti, Yeshla si era comportato nei suoi confronti con educato distacco, come se l’esperienza del bacio (faticava a pensarci senza sentirsi mancare) gli avesse fatto capire che Aibo non era il suo tipo. “Sono io quello che dovrebbe tenersi a distanza, non tu” si ritrovò a pensare, indispettito da quel comportamento.

    « Devo andare… » cominciò a dire Aibo, cercando di passare oltre il ragazzo. Una mano svelta gli bloccò la strada, appoggiandosi al muro di fianco a loro.
    « Ma che… fammi passare! » sbraitò, cercando di scansare il ragazzo che, a sorpresa, era più pesante di quanto sembrava. Questi, con una calma impensabile in una tale situazione, prese un polso dell’altro e lo mise con le spalle al muro. Fu inutile tentare di ribellarsi perché venne definitivamente bloccato dal ragazzo con un bacio. Questo fu diverso dal primo. Fu più passionale, più violento, più intimo. Si sentì soffocare dall’irruenza della lingua di Yeshla e quasi provò pena per Umi quando le “toccava subire” lo stesso trattamento.
    « Lasciami! » gridò annaspando, quando finalmente il ragazzo gli lasciò la bocca libera per parlare.
    « Perché? » chiese calmo l’altro, quasi divertito, con gli occhi di qualcuno che ascolta pazientemente i capricci di un bambino.
    « Non sono un frocio! » rispose ormai isterico, fregandosene delle buone maniere e fregandosene di poter offendere qualcuno.
    « Non mi interessa… tu vuoi questo bacio quanto me… » concluse Yeshla, per poi tappargli nuovamente la bocca con un nuovo bacio, in qualche modo più dolce di quello precedente ma ugualmente passionale. Aibo, con occhi spalancati, si sentiva inerme. Lui non voleva quel bacio, non voleva quel contatto, non gli piacevano gli uomini! Eppure… eppure quegli occhi color ebano che durante questo bacio lo fissavano dolci… Quasi non se ne rese conto ma pian piano smise di dimenarsi cercando di liberarsi. E, ancora prima di potersi domandare cosa stava facendo, si era ritrovato ad attirare a sé Yeshla con la lingua. Non sentendo più resistenza da parte dell’altro, Yeshla aveva chiuso gli occhi e gli aveva lasciato i polsi, per stringergli la vita, per stringerlo a sé. Di tutta risposta Aido gli aveva cinto il collo con le braccia, continuando a baciarlo. Per qualche minuto rimasero lì, appoggiati al muro, a conoscere la lingua dell’altro, ad assaggiarla e a morderla. Aibo, in un raro momento di lucidità, notò che era diverso il modo di baciare del ragazzo rispetto a quello di Umi. Era più imbarazzato (ma non impacciato), più passionale, più dolce, meno scontato. Stupendosene, a Aibo non piacque la sensazione di mancanza quando Yeshla si separò da lui, tornando a guardarlo con quegli occhi ipnotizzatori. Questi, con una mano, gli accarezzò lievemente la guancia, come se avesse paura di fargli male.
    « Torna dalla tua Umi…»
    Per Aibo fu peggio di una doccia fredda. In un attimo arrivò tutta la consapevolezza di ciò che aveva appena fatto, di ciò che aveva permesso. Gli venne la nausea, più per lo stupore che per disgusto che, in fondo, non c’era. Rimase immobile, ancora appoggiato al muro, osservando il ragazzo che lentamente se ne andava, scomparendo giù per le scale. Le gambe gli cedettero e si ritrovò seduto per terra. Cosa era stato? Cos’era successo? In un impulso di rabbia diede un pugno al muro dietro di sé, facendosi parecchio male. Ma non se ne accorse. Stava male al pensiero di ciò che era accaduto. Perché ormai aveva capito che gli era piaciuto, che anche lui aveva desiderato quel bacio. Cosa doveva fare?
    Rimase quasi mezz’ora in quella posizione e fu solo perché fuori dall’istituto era ormai buio che si costrinse a tornare a casa. Quella notte faticò a dormire. Ogni volta che chiudeva gli occhi gli tornavano in mente quelli d’ebano di Yeshla. Perché? Perché aveva baciato un ragazzo? Lui non era gay, lo sapeva. Lo sapeva? Una nuova consapevolezza si fece strada tra i suoi pensieri, andando a intaccare una sua importante certezza. Morse il cuscino dalla rabbia e dall’impotenza che sentiva in quel momento. Non sapeva come gestire la situazione, come comportarsi. Cosa era stato per Yeshla quel bacio? Perché andandosene gli aveva detto di tornare da Umi? Che volesse solo divertirsi? No, assolutamente no! Non poteva essere così!
    La mattina dopo, visibilmente provato dalla mancanza di sonno, Aibo si era diretto a scuola, nel panico più profondo perché non sapeva cosa aspettarsi. Come si sarebbe comportato se Yeshla, vedendolo, avesse fatto riferimento al giorno prima o, peggio ancora, lo avesse baciato di nuovo, questa volta davanti a tutti? Aveva una reputazione da difendere, non poteva assolutamente permettere che una cosa del genere accadesse. Eppure non voleva neanche dimostrarsi avverso nei confronti del ragazzo. Non voleva che fraintendesse…
    All’entrata incrociò una frizzante Umi, ignara di ciò che tormentava il suo ragazzo. Lo prese per mano e insieme si diressero verso l’aula, passando per il giardino. Man mano che si avvicinava, l’ansia aumentava. Ora che c’era anche Umi, Yeshla si sarebbe trattenuto da fare commenti? Varcata la soglia incrociò immediatamente gli occhi color ebano che temeva e bramava.
    « Ciao Atuki-kun » salutò Umi per poi raggiungere il suo gruppetto di amiche.
    « Buongiorno Umi-san » rispose di rimando, tornado poi ad osservare Aibo.
    « Buongiorno Aibo-san » continuò poi, guardando il ragazzo con occhi gentili ed educati. Ma Aibo vide in essi una luce in più, qualcosa che solo lui riusciva a scorgere. E finalmente capì. Yeshla non pretendeva nulla. Se lui avesse voluto, Yeshla ci sarebbe stato per lui, per chissà quale motivo. E ormai non aveva più dubbi su cosa voleva.
    « Buongiorno… Yeshla ».


    ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


    Note:
    1. Il prefisso –kun dopo un nome o un cognome si usa per un ragazzo con cui si ha confidenza. A volte, se lo si aggiunge al cognome, viene usato per esprimere amicizia alla persona, senza però essere in confidenza o intimi.
    2. In Giappone non ci sono i bidelli. Le aule vengono pulite, a turno, dagli studenti.
    3. “Yasha” è traducibile con “spirito”, “demone”.
    4. Il prefisso –san è traducibile con “signor”. Si usa anche quando si vuole mostrare rispetto per una persona.
    5. In questo caso viene usato il cognome ma nessun titolo onorifico (come il –kun o il –san) perché non si ha confidenza con la persona e non le si vuole portare una forma particolare di rispetto. Se invece si usa il nome, anche senza forme onorifiche, si mostra comunque una certa confidenza.

    SPOILER (click to view)
    Se ho sbagliato qualcosa nelle note non esitate a dirmelo!



    Ringrazio la Somma e LP per avermi aiutata a delineare i personaggi e ad inventare la struttura generale della storia.
     
    .
  2. Lee-chan
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Una parola: Magnifica...*A*

    Mi è piaciuta davvero tanto...xD sia come hai descritto i vari momenti della storia. sia il comportamento dei due ragazzi...^^
    Complimenti Poe-chan...*ç* mi piace troppo come scrivi...xD
     
    .
  3. Poeta
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Oddio, grazie mille! *ç*
     
    .
  4. bokuragaita
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Bravissima!!! ^^
     
    .
  5. Poeta
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Grazie. ^^
     
    .
  6.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Sho level
    1000-2

    Group
    Member
    Posts
    1,950
    Regali
    +5

    Status
    Hasu
    bella storia e la descrizione dlle sceneeee.... a quando il seguito????
     
    .
  7. raffapucca
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Bella, si legge d'un fiato.
    Bravissima, merita di essere approfondita!
    Grazie per averla condivisa con noi.
     
    .
6 replies since 23/5/2009, 09:28   184 views
  Share  
.
Top
Top