Pure Blooded

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  1. °the Miko°
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    me sempre più curiosaaa *W*
     
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  2. Lee-chan
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    Noooo...Piton è il migliore...*adoVa* presto metto anche il prossimo capitolo...^w^
    Intanto mi metto a scrivere il 7° capitolo...^-^

    CITAZIONE
    GRANDE DEMETRA!
    *Coff* anche Harry, cioè...*coff, coff*

    Pff...se fosse stato per me avrei fatto morsicare Harry dal serpente... *quel ragazzo mi sta antipatico...*A* * Però purtroppo non è possibile nella storia... *sbuffa sconsolata*
     
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  3. Twinlally_chan
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    Nooooooo Demetra è il mio idolo!!! Insieme a Ondine, logicamente! *me stare ancora facendo pubblicità occulta... coff coff*
    Harry non mi sta simpatico. No no. Non no no. *sì bè, sai, abbiamo capito il concetto* ...scusa...o.o
    Vogliamo il seguito, vogliamo il seguito!!!
    SPOILER (click to view)
    Faccio la ola da sola...
    *il mio senso dell'umorismo peggiora di post in post...*

    Forza Lee caVa... Aspettiamo con ansia *oddio, perchè ansia?* ehm... mi correggo... aspettiamo con voglia il prossimo capitolo!
    A Lee e Aira, le mie sostenitrici, un grande SMACK!
     
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  4. Aira42
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    E io smakko te e Lee ><
    Yahoooo!
    XD
    Idem, Harry non sta molto simpatico...ù_u
    Oddio, qui si fa troppa pubblicità occulta XD
    SPOILER (click to view)
    Quando ero piccola, sapete cosa pensavo per "pubblicità occulta"?
    Pubblicità di qualcuno fanatico dell'occulto...^^'''
     
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  5. Lee-chan
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    CITAZIONE
    SPOILER (click to view)
    Quando ero piccola, sapete cosa pensavo per "pubblicità occulta"?
    Pubblicità di qualcuno fanatico dell'occulto...^^'''

    AHAHAHAH...troppo ridere Aira... *rotola a terra dalle risate*
    Siiii...la triade...XD *sbaciucchia*

    Ed ecco un altro capitolo...*saltella felice*

    Capitolo 05

    Freedom



    Demetra si trovava su una delle torri del castello.
    Era sdraiata a pancia in giù ed aveva la testa appoggiata ad un braccio.
    I suoi capelli erano sparsi sul pavimento ed erano costantemente scompigliati dal vento che soffiava violento.
    Alla ragazza piaceva di tanto in tanto rintanarsi in luoghi solitari per stare lontana da tutto e da tutti. Era un modo come un altro per pensare e studiare attentamente le cose che le erano accadute in quell'ultimo periodo vissuto ad Hogwarts.
    Era riuscita a farsi degli amici, e quello era molto importante per lei. Inoltre, dopo quella mattina, conclusa l'ora di Difesa contro le Arti Oscure, la ragazza si era guadagnata la fiducia e forse l'amicizia di alcuni grifondoro. Il motivo? Aver protetto Harry Potter da accuse infondate.
    Con i serpeverde tutto procedeva normalmente, a nessuno dava fastidio che lei parlasse con ragazzi di altre case. Tutti, a parte Draco Malfoy e i due scagnozzi che si portava sempre appresso, ma la cosa non la infastidiva particolarmente, quindi non le dava molto peso. La cosa che odiava invece, era il fatto che i tre ragazzi prendevano perennemente in giro qualsiasi povero malcapitato che si trovavano davanti.
    A quello, prima o poi, avrebbe voluto trovare una soluzione, ma cosa fare di fronte a dei ragazzini arroganti privi di coscienza? Ancora non lo sapeva, ma sperava che presto la soluzione le si sarebbe presentata davanti più limpida che mai.
    Erano ormai due ore che la ragazza stava lì a terra immobile nella stessa posizione e, come spesso le accadeva quando si sentiva bene, prese sonno.



    Piccole gocce disturbarono il mio sonno. Aprii gli occhi mal volentieri e ci misi qualche minuto per capire che mi trovavo su una delle torri di Hogwarts. Avevo un braccio indolenzito, purtroppo avevo dormito in una posizione orrenda. Mi misi a sedere e poi osservai i miei capelli, erano completamente bagnati e in parte anche sporchi perchè erano rimasti appicicati al pavimento.
    A quel punto mi alzai in piedi mentre gocce di pioggia continuavano a scivolare incessantemente sulla mia pelle. Una forte folata di vento mi fece ondulare i capelli in aria. Mi voltai e spostai il mio sguardo verso la foresta proibita, grandi alberi si stagliavano all'orizzonte e quell'atmosfera cupa del cielo, che preavvisava una tempesta, rendeva quella zona ancora più buia, oscura e pericolosa. Mi voltai da un altra parte.
    Adoravo la pioggia, la sensazione della pelle bagnata mi faceva sentire a casa in qualunque posto mi trovassi e quel luogo non era certo un'eccezione.
    Mi ritrovai, senza rendermente conto a danzare sotto la pioggia. Le mie braccia e le mie gambe si muovevano da sole, trasportate da pura passione e puro istinto. Nei miei movimenti non c'era nulla di calcolato, di programmato, era completa irrazionalità. E non mi serviva la musica perchè era tutto dentro di me.
    Mentre gocce di pioggia bagnavano la mia pelle, il mio cuore pompava a un ritmo velocissimo in preda alla frenesia. Era come se in quegli istanti, tutto ciò che avevo attorno a me, si fosse cancellato dalla mia mente, per dare spazio al vortice di emozioni che mi albergava dentro ad ogni mio passo. Non so per quanto tempo danzai, ero così presa da quelle nuove sensazioni, che persi la cognizione del tempo.
    Quando mi stancai, scivolai a terra stremata e risi con quanto fiato avevo in gola. In quei momenti dove solo il mio istinto regnava sovrano, mi sentivo veramente libera, veramente viva.
    Mi scostai i capelli dal viso e guardai il cielo, era ancora scuro e nuvoloso, ma la tempesta era finita. Guardai l'orologio. Erano le 21.00.
    Sgranai gli occhi e fissai l'orologio.
    «Cazzo, quello mi uccide». Ero mezz'ora in ritardo, ancora non avevo dimenticato le parole del Professor Piton:
    «Alle 20.30 la voglio da me, nel mio ufficio. In orario.» Chiaro. Semplice. Coinciso.
    Perchè me l'ero dimenticato allora? Scesi le scale il più velocemente possibile rischiando più volte di rompermi una gamba.
    Tra le varie cose ero anche bagnata fradicia, speravo che al pavimento del suo ufficio non importasse molto.
    Finalmente arrivai davanti alla porta della sua stanza.
    «Sono morta, sono morta....su Demetra, pensa positivo, magari capisce e ti perdona» sperai.
    Una voce fredda e piatta, che avevo imparato a conoscere, mi fece sussultare.
    «Credevo fossi stato chiaro signorina Black. Avevo detto alle 20.30, oppure ha qualche problema all'udito di cui io non ero a conoscenza?»
    «Ok, sono morta»
    Aprii la porta lentamente. Davanti a me si stagliava la figura del professore di Pozioni. La sua espressione non prometteva nulla di buono.
    Entrai nella stanza e chiusi la porta alle mie spalle.


    Continua.....
     
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  6. Aira42
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    Buona fortuna, Demetra...O_O''
    seguito, sono impaziente di scoprire cosa le succederà XD
     
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  7. °the Miko°
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    *divora capitolo*
    me volere altro buuuu XD
     
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  8. Lee-chan
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    CITAZIONE (°the Miko° @ 30/6/2009, 15:34)
    *divora capitolo*
    me volere altro buuuu XD

    Che caVaaa...*-* Sono contenta ti sia piaciuto...sisisi... :mki:

    Piccola curiosità...ma avete capito con chi farà coppia la protagonista?? ^w^

    CITAZIONE
    seguito, sono impaziente di scoprire cosa le succederà XD

    Domani o sta sera lo scoprirai... :flowh:
     
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  9. Aira42
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    Demetra...Pergo per te...
    E incito Lee-chan a sfornare il prossimo capitolo u_U
     
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  10. Twinlally_chan
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    Io no... Sono così tarda???!!!
    Comuqnue bellissimo capitolo, mi è piaciuto uto uto...
    *In bocca al lupo Demetra!*
    Aspetto il seguito!
    CITAZIONE
    AHAHAHAH...troppo ridere Aira... *rotola a terra dalle risate*
    Siiii...la triade...XD *sbaciucchia*

    Quoto! Smack!
    Adesso scrivo anch'io...
     
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  11. Lee-chan
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    CITAZIONE (Twinlally_chan @ 30/6/2009, 19:28)
    Quoto! Smack!
    Adesso scrivo anch'io...

    BravaH...corri a scrivere... :mki:
    Bè...nel prossimo capitolo si capirà... :flowh: *va a scegliere i vestiti da mettersi per uscire con le amiche*
     
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  12. Lee-chan
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    Allor...*-* In questo capitolo si scoprirà la coppia della FF... :flowh:
    Dunque...posto il capitolo :mki:

    Capitolo 06

    Thought:



    Ero entrata tutta gocciolante nell'ufficio del professor Piton, non era certo buono come inizio. E meno buona era l'espressione che aveva l'insegnante stampata sul viso. Probabilmente il detto: «Uno sguardo che uccide» era stato inventato dopo aver visto quello dell'uomo che mi si trovava di fronte.
    Era in piedi davanti a me, i capelli neri gli coprivano una piccola parte del volto, così da conferifgli un'aria ancora più truce, gli occhi erano stretti a due fessure. Le mani incrociate dietro la schiena.
    Io dal canto mio cercavo di assumere un'espressione il più dolce e innocente possibile. Cosa che, ahimè, mi riusciva alquanto male.
    Stavo pensando a una scusa elaborata per spiegare il mio ritardo, ma non mi veniva in mente nulla. Dannazione.
    «Signorina Black, la causa del suo ritardo è?» e mentre parlava aveva alzato leggermente il sopracciglio.
    «Io...io...» una scusa Demetra, una qualunque scusa anche minimamente plausibile.
    «Lei cosa? Ha forse perso l'uso della parola? O forse si è dimenticata il motivo del perchè non si è presentata quì mezz'ora fa come le era stato riferito da me?»
    «No signore, ricordo benissimo l'orario. Solo che....stavo dormendo» Non era proprio la verità, ma in parte gli si avvicinava, dopotutto quel pomeriggio avevo dormito parecchio.
    «Eh bene signorina, devo dedurne quindi che è arrivata in ritardo di mezz'ora solo perchè stava dormendo?»
    Distolsi gli occhi dal professore, «Si» risposi.
    «Benissimo, credo allora che la sua punizione si potrà estendere anche a tutta questa settimana».
    «Si signore». Risposi senza controbattere, non volevo prolungare nuovamente la punizione.
    Notai il ghigno che gli illuminò il volto prima che mi voltasse le spalle per poi andare a sedersi sulla poltrona.
    «Passando ad altro, cosa pensava di fare con lo spettacolo che ha messo in scena sta mattina?» le sue parole erano scandite con una calma inimmaginabile
    «Non capisco di cosa stia parlando professore»
    «Parlo della scenetta col serpente di sta mattina, signorina Black» mi piaceva stare ad ascoltarlo, quella sua velocità con cui cambiava l'inflessione del tono della voce, quel suo sguardo perennemente arrabbiato e corrugato che aveva dipinto sul volto. Era qualcosa di strano, che aveva un che di affascinante, peccato pero' che il possessore avesse un carattere troppo scorbutico per risultare interessante.
    «Non capisco di cosa stia parlando signore, ho fatto solo quello... - ci pensai un attimo - quello che mi sembrava più naturale fare, tutto quì.»
    «E le sembra normale giocare così con un serpente?»
    Ero stanca di quelle domandine accusatorie che non significavano nulla, mi avvicinai di più alla scrivania.
    «Ha altre cose da dirmi a parte il fatto che il mio comportamento di sta mattina le sia risultato sconveniente?»
    Mi fissò per qualche istante, sembrava studiare ogni mio movimento.
    «A parte il fatto che lei è arrivata in ritardo, completamente bagnata e che mi sta rovinando il tappeto?» gurdai a terra, aveva ragione.
    «Bene, siccome abbiamo finito, può pure inizare a spolverare i mobili, faccia attenzione alle boccette e ai libri». Finito di parlare sventolò una mano per aria, come per dirmi che dovevo muovermi.
    Restai immobile dinanzi al professore, osservai il movimento lento dei suoi capelli che scendevano a sfiorare la superficie della scrivania mentre chinava il capo.
    «Professore?» domandai.
    Lui per tutta risposta sbuffò, e alzò il suo sguardo scocciato su di me.
    «Cosa c'è che non va signorina? Non ha capito ciò che le ho detto?»
    «No signore, ho capito benissimo, solo che...-indicai il mio corpo- non è che conosce un incantesimo per asciugarmi? Non vorrei continuare a bagnarle il tappeto»
    Con un gesto annoiato della bacchetta mi asiugò completamente da capo a piedi.
    «Fatto signorina, ora può iniziare il suo lavoro, o ha altre richieste?»
    «No signore, grazie signore». Gli sorrisi e mi avviai verso il mobile che dovevo iniziare a ripulire dalla polvere.


    Erano passati 30 minuti e già non vedevo l'ora di scappare da quella maledettissima stanza. Non che fosse poi così noioso spolverare i mobili del professore, ma il silenzio che c'era in quell'ufficio era insopportabile ed io non osavo proferire parola con Piton solo per paura che quella sua lingua biforcuta mi mandasse molto allegramente all'inferno.
    Avevo in mano una delle sue preziosissime ampolle quando una voce angosciante, fredda e incredibilmente spaventosa mi fece sussultare
    «Uccidere, uccidere, è tempo di uccidere»
    Feci crollare a terra la boccetta in vetro, che si frantumò in mille pezzettini.
    Mi voltai immediatamente verso il professore sperando non avesse sentito il rumore del vetro infranto contro il pavimento. Speranza vana. Se ne era accorto eccome, e mi stava fissando con occhi sgradevolmente omicidi.
    Con passi lenti si diresse verso di me. Mi guardò per un istante che mi parve interminabile, poi si inginocchiò a terra a raccogliere i resti della boccetta di vetro. Per quanto riguardava me, ero rimasta completamente immobile e mi aspettavo che da un momento all'altro mi schiantasse contro la parete. Non lo fece, buon per me.
    Mentre stava raccogliendo l'ultimo pezzo di vetro, si tagliò al dito medio.
    Era un taglietto piccolo, si sarebbe potuto sistemare subito con una tra le tante pozioni che erano lì in quella stanza.
    Ma il mio corpo si mosse da solo, mi inginocchiai vicino al professore e gli sussurrai:
    «Mi spiace professore, è tutta colpa mia».
    Gli presi la mano e la portai alle labbra. Se in quel momento avessi avuto anche un minimo di autocontrollo, questo avrebbe iniziato ad urlare: «Lasciagli la mano, lasciala, lasciala, lasciala», ma in quel momento, molto probabilmente, era andato a farsi una vacanza, quindi niente urla e io andai avanti a fare quello che stavo facendo.
    Leccai subito dove si era ferito e immediatamente sentii il sapore dolce del sangue. Con le labbra sfiorai il suo dito e lo baciai lentamente, poi con più passione, lasciando della saliva sulla sua ferita.
    Trasportata da qualcosa che aveva fin troppo a che fare con la passione, o con il sesso, inserii il dito completamente in bocca. La mia lingua si muoveva veloce sulla superficie della sua pelle, mentre il sangue scivolava lento giù nella gola.
    Finalmente quel piccolo barlume di coscienza di me stessa che avevo venne fuori e quando mi accorsi cosa stavo facendo e a CHI lo stavo facendo, mi voltai con gli occhi sgranati verso il professore di pozioni. Avevo ancora il suo dito in bocca.
    La sua espressione mi colpì come un pugno in faccia.
    Era completamente impietrito, perfettamente immobile, i suoi occhi neri e profondi erano spalancati e stupiti, le mandibole serrate e le labbra leggermente aperte.
    Lasciai immediatamente il suo dito, mi voltai dall'altra parte e avvampai.
    Riuscii a balbettare un misero:
    «M-mi scusi signore.....or-ora continuo a....spolverare..»
    Ripresi a togliere la polvere e mi accorsi che il professor Piton era tornato alla sua scrivania solo quando sentii il rumore dei suoi passi allontanarsi da me.
    Erano le 22.30 quando fui congedata dal professore con un semplice: «Ora puoi andare».


    Appena Demetra uscì dall'ufficio, Severus riuscì finalmente a rilassarsi. Il comportamento di quella ragazza era riuscito a sconvolgerlo quella sera.
    In parte era colpa sua che si era distratto un momento. Colpa degli occhi color verde smeraldo della ragazza, gli ricordavano troppo quelli di Lily, ma c'era anche dell'altro. L'atteggiamento così impulsivo della ragazza lo aveva colpito in maniera impressionante.
    Il professore guardò intensamente la mano dove Demetra aveva appoggiato le sue labbra. Provava un impulso irrefrenabile di baciare il suo dito. Voleva sentire se era rimasto il sapore della bocca della ragazzina.
    Subito scosse la testa sorpreso da quei pensieri, si alzò dalla sedia e si diresse verso la doccia. Si spogliò e fece scorrere l'acqua. Sperava che l'acqua avrebbe lavata via le sensazioni provate quella notte.


    Demetra percorse il corridoio correndo. Il suo cuore batteva all'impazzata, stava ansimando. Si stava ancora chiedendo com'era possibile che fosse andata così. Perchè non era riuscita a fermarsi prima? Le tornò in mente il sapore della pelle del professore. Arrossì vistosamente, per fortuna nessuno la stava osservando.
    I suoi pensieri furono interrotti dalla voce che aveva sentito nell'ufficio di Severus. «Uccidere, Uccidere è tempo di uccidere».
    La ragazza rabbrividì nuovamente. Quella voce la spaventava, ma al contempo l'affascinava. Spinta da una curiosità immane decise di seguire quel suono.
    Raggiunse finalmente il luogo da cui quella voce sembrava provenire. Lo spettacolo che le si presentò davanti, le fece pentire di essere arrivata fino a lì.



    Continua......
     
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  13. Twinlally_chan
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    Noooooo Piton nooooooooooo!!
    Ma Lalla! Cosa mi combini??
    *me piange, povera Demetra...*
    Bè, poi i gusti sono gusti, ma Piton non mi è mai piaciuto...
    *fa niente, continuo a fare il tifo per Demetra!*
    Seguito! Seguito!!
     
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  14. Lee-chan
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    *rotolarotola* Pffff...io quell'uomo lo adoro...U__U *adesso non so bene quando potrò aggiornare... .-.* Dovrò finire prima gli esami per poter postare il seguito...T_T
     
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  15. Twinlally_chan
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    Bene... Allora in bocca al lupo per l'orale!
    Anche la mia cuginetta ha da finire gli esami... La interrogano sabato-
    *io amo i gemelli Weasley... Vedi di farli comparire... XD*
    Hai visto che ho imparato a fare gli aggiornamenti più lunghi?? u.u
    *me essere brava*
     
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50 replies since 1/6/2009, 23:38   814 views
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