†Sinners love.

MattXMello E se Matt e Mello fossero ancora vivi?

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    Traduzione titolo: Peccatori d'amore.
    Genere: Romantica, Erotica, Sentimentale.
    Paring Dominante: MattXMello
    Altri Paring: MelloXNear
    Rating:Rosso [NC/17]
    Note:Yaoi, What if?, Spoiler!


    E se?...Se Mello fosse ancora vivo? Non fosse stato ucciso? E se...Se Matt non fosse morto? Fosse ancora vivo? Cosa succederebbe? Se Tra loro c'era complicità amore, e pensavano di morire? Ora che erano vivi cosa avrebbero fatto? E Near? Near cosa avrebbe detto? Cosa arebbe fatto? ...pensate...pensate...meditate...io intanto scrivo .-.


    .Primo capitolo:~La fenice.




    La testa china su quel volante, tu mezzo morto, la croce che penzola fuori dalla tua maglia, i tuoi occhi che fissano quelle fiamme,

    così rosse,

    così calde...

    Chiudi gli occhi, pensi, pensi che questa è la fine, questa è la fine di tutto e Kira ha vinto. Fai una smorfia per quella poca forza che ti ritrovi, i vetri della macchina esplodono. Ti ferisci, ma non importa, tanto presto morirai e niente è più importante, poi pensi, pensi...



    Lui...



    I suoi occhi verdi, un verde che ti rende vita, che ti dà forza e ti rende dolce, dolce come la cioccolata. Ripensi alla notte prima, al letto, alle carezze, ai respiri pesanti, veloci, ai corpi sudati, caldi, avvolgenti...

    Pensi a quella piccola parola che uscì dalla sua bocca,sorridi, una lacrima si incastra tra le ciglia lunghe.

    Perché ti domandi. Perché? Perché tutto deve finire così?

    Eppure ci hai messo tutto te stesso, hai lottato, hai sperato, ma alla fine stai morendo e forse anche lui.



    Avevi promesso, avevi promesso Matt...Perché non ci sei?



    Ecco quello a cui pensavi. Ma come, ma perché? Tu eri tutto per lui eppure sta morendo. Stai li ad aspettare che arrivi quell'angelo,

    ma non arriva.





    Dormi Mello.

    Dormi.



    Per quanto tempo stai dormendo Mello? Un anno? Un mese? Un giorno?

    Perché non ti svegli Mello?






    La stanza bianca, grande, luminosa. Un letto. Occhi che bruciano, occhi che sperano...Sorrisi.

    Fuori piove Mello. Ma dentro di me c'è una pioggia più catastrofica, che sta scatenando una tempesta...

    Sussurri a te stesso. Stringi forte quella mano, così liscia, così perfetta, così calda.



    Dormi.





    E' notte e non piove più,

    è notte e la luna ti illumina il cuore,

    è notte e stringi forte,

    è notte e piangi piano,

    è notte e sorridi al cielo ora più bello che mai.





    Sono passati due mesi, tu sei li su quel letto e ti muovi, ti senti vivo, ti senti fresco. Apri piano gli occhi, intorno a te c'è buio, silenzio.

    Cerchi di girare la testa, ma ti fa troppo male, stai fermo. Fai una smorfia per il dolore. La sua mano è calda, il corpo è rigido. Ci pensi, ma non credi, i tuoi occhi si allungano verso il basso, intravedi una testa.

    Bruciano, gli occhi bruciano.

    Non pensi più a niente di logico ti alzi veloce con il busto, fa male, molto male, ma non importa. Ti fermi lo guardi, è li, e ti stringe la mano, ti dorme accanto come un angelo custode. Sorridi. Piangi, con l'altra mani ti tappi la bocca per non farti sentire. Non riesci a smettere. Il cuore batte forte, tanto forte. Ti fa male, ti fa male il petto, pensi che forse esploderà.

    Stringi la sua mano, per paura che sia un sogno e tutto svanisca.

    Ma lo senti, è li.

    Il tuo sguardo si rivolge verso il comodino, un pacchetto di sigarette, sorridi, lo prendi, lo apri. Ce ne sono due. Sorridi. Ne prendi una. Non ti piace fumare. La porti alla bocca, prendi l'accendino che stava li dentro. L'accendi. Sai che non si può. Sei in ospedale, con una flebo al braccio. Sorridi e aspiri l'aroma del tabacco. Ti ricorda lui.

    La sua testa si alza, la mano è sempre lì che stringe la tua. Pochi attimi, poco ci vuole molto poco per capire. Un attimo, ed è lì che ti abbraccia, ti stringe, ti avvolge. Sorride e anche tu sorridi. Ti fanno ancora più male gli occhi, continui a piangere non sai il perché ma lo fai. Ti distacchi, i tuoi occhi azzurri affogano nei suoi verdi, sicuri, dolci, perfetti. Ti accarezza i capelli, scende su viso, passa sulla tua cicatrice ormai vecchia, dove anche li tu sei rinato, rinato dalle ceneri, morto tra le fiamme, come una fenice.

    Sai che è stato lui, solo lui.

    Ti ha salvato un'altra volta e un'altra volta ancora. Sorridi. Anche lui.

    Con un dito ti prende una lacrima, che il tuo occhio, la tua iride, gli ha ceduto.

    E' una goccia. La porta alla bocca e la lecca. Lo guardi, vorresti abbracciarlo e stare sempre tra le sue braccia. Il suo calore ti piace, ti è sempre piaciuto. Ti guarda e ancora ti perdi nei suoi occhi verdi.

    "Come ti senti?" Chiede lui continuando ad accarezzarti.

    "Bruciato." Rispondi tu, accennando un sorriso.

    "Near ha vinto, Kira è morto." Le sue parole ti bruciano ancora di più, ma non ti importa se sei stato battutto da Near, se lui ha preso prima di te Kira, sei qui con lui e tutto ti sembra un sogno. Lo continui a fissare e lo accarezzi anche te.

    "Non mi importa." Dici afferrandolo dietro la nuca e spingendolo verso di te per baciarlo dolcemente. Le sue labbra sulle tue, la tua lingua che cerca di entrare e ci riesce, si unisce alla sua, affogate in quel bacio, così atteso, così voluto, cercato. Si stacca, ti guarda e ti strinse a se.

    Con una mano ti leva la sigaretta e la porta alla sua bocca. Aspira. Poi la spegne nel posa cenere li vicino.

    "Non si fuma in ospedale Mel." Ti dice riportando la sua mano sulla tua schiena nuda. Sorridi.

    "Anche tu hai fumato." Sorride anche lui. Come mai i sentimenti sono così forti rispetto alla mente, perché il cuore è così debole ma allo stesso tempo potente e spavaldo, eppure la gente continua a piangere per colpa sua. E tu piangi di gioia, gioia di poterlo rivedere, abbracciare, accarezzare, sentire il suo profumo entrarti dentro, il suo sapore...

    Poi le lacrime finisco e la notte continua, la voi rimanete li, e per un'altra volta tu sei li, con lui e pensi solo a quello e il resto può andarsene anche a puttane, l'importante è che lui sia li, vicino a te, per sempre.

    Ti distanzi piano ma è sempre li con te, davanti e vai giù portandolo con te. Sai cosa vuole, o meglio speri che sia quello, perché te ne hai estremo bisogno. Lo vuoi sentire davvero li vicino a te, vuoi che ti tenga, che ti guidi come ha sempre fatto.

    Ti guarda ha capito, si avvicina di più. Ti bacia, ti morde, ti lecca. La voglia di averlo sale. Il dolore svanisce, la mente sta prendendo il volo, il cielo notturno che fa cornice, e la luna, la luna che fa luce su quella scena d'amore.

    Poi ti accarezza il viso, scosta una ciocca che si trova davanti ai tuoi occhi così pieni, così belli. Sorride. Si avvicina e tu tremi. Ma lui ti scavalca il viso, e va sulla fronte e ne lascia un lieve bacio. Si alza dal letto, per avviarsi alla finestra aperta. Rimani li sul letto e fissi il soffitto bianco. Sbuffi ma sai che lo farete, non ora ma in futuro, ne sei certo, allora accenni un sorriso. Alzi il busto nuovamente e dal cassetto prelevi una barretta di cioccolato, sapevi che c'era, la tua droga, che da quando c'è stato lui è scesa al secondo posto di necessità. Ne scarti la carta e la stagnola che l'avvolgono, privandola così dei "vestiti" e adesso affondi i denti staccandone un pezzo.

    "Grazie..." La sua voce era strana, triste ma allo stesso tempo dolce. Lo guardi.

    "Di cosa?" Domandi, posano quella delizia sul comodino, aspettando si girasse o che rispondesse.

    "Di esserti svegliato. Di... essere rinato una seconda volta." Disse con un filo di voce. Si sentiva la sua voce. Il pianto. Piange nascosto nelle sue spalle, portando le mani al volto per coprirsi il viso, infilando le dita nei soffici capelli rossi. Continui a guardarlo, vorresti alzarti, abbracciarlo, stringerlo, coccolarlo, rassicurarlo. Uno scatto e lui è a terra, sorretto dalle gambe piegate, quasi si facesse piccolo e come un bambino cercasse di nascondersi.

    Il cuore, il tuo cuore si fermò solo per un secondo e tu in quel secondo trovasti la forza per muovere le gambe, saltare dal letto e camminare velocemente verso di lui, mentre il filo della flebo si allungava per seguirti. Stava li e non sentiva, non sentiva fino a quando tu non lo presi da dietro, avvolgendolo dolcemente e sussurrargli piano.

    "Matt, io voglio solo te. Se ti perdessi, se morissi, vorrei farlo solo se tu mi terrai la mano e insieme andremo all'inferno. Così che il nostro peccato arderà ancora vivo, con la stessa passione e ci unisse altre mille volte, mente i santi da la su ci malediranno per nostro amore proibito."







    More.




    Allora questo è il primo capitolo, mi scuso se ci dovessero essere errori (molto probabile ^^" vista la mia mancanza di voglia nel rileggerle ^^") spero comunque sia che vi piaccia e che mi date consigli perchè sono molto ostinata sul migliorare le mie "doti" *^* XD Detto questo al prossimo cpaitolo ^^
     
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  2. bubi90
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    apparte che adoro il pairing, apparte che la storia sembra interessante, e apparte che scrivi bene....ma che dico apparte cosa, è veramente bella!!!!!

    vabbè, come ho detto mi piace, solo ti consiglio maggiore attenzione sui verbi, sia nei tempi che nelle persone, unica pecca questa, nella storia che stai scrivendo con maestria!!!
    aspetto il seguito ;D ;D
     
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  3. •Mikuru•
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    Apparte che grazie*-*! XD Comunque si la grammatica non è il mio forte è_é io lei siamo davvero """amiche""" eh! XD
     
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  4. •Mikuru•
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    .Capitolo due: ~Bacio Rubato.





    Le sue labbra così aspre, secche, morbidi, buone. La tua pelle liscia, scagliata, bruciata, perfetta.



    Dove sei? Mello dove sei stato? Cos'è successo?



    Dove sei? Mello dove sei stato? Cos'è successo?



    Sguardi complici, gesti ricambiati, sentimenti che partono dalla stessa linea, storie diverse con stessi significati. Siete voi in quella stanza, che pensate l'uno per l'altro, che pensate ai sogni futuri, che ricorda i tempi passati e con gli occhi guardate dritto il presente, troppo bello, troppo triste, troppo atteso.

    Ti prende, sei li che lo guardi e sa cosa pensi, sa cosa vuoi, sa come lo vuoi. Lo abbracci, un abbraccio caldo, quasi come lo stessi ringraziando per essere li, ancora una volta, li ancora vicino a lui. I suoi occhi così caldi, così stanchi. Ti posa sul letto e te ti stacchi per qualche attimo da quell'unione che ti avvolgeva, ti rassicurava. Ti copre, fa freddo e si siede accanto a te fissandoti un po'. Ti accarezza, ti sogna, ti desidera, e tu pure, lo vuoi, lo sogni, lo hai sempre sognato...



    Dov'è?

    Dov'è Morfeo, in questa notte piena di stelle,

    ricca di baci, carezze e affetto...

    Dov'è Morfeo, in questa notte avvolgente,

    triste, stanca, confusa e vogliosa?

    Dov'è?



    La luce del sole, gli occhi azzurrini, la pelle chiara. Due mani, mani pulite, profumate, ringrinzite. Una siringa. Medicine, infermiere, dottori, luci, attrezzi. Ti svegli cercando di far notare che ci sei anche te e che delle siringhe non tene importa molto. Parlano, ma te non senti, non ascolti. La tua mente vaga per le orbita più fittizie e nulla ha senso li. Senti prenderti un braccio e infilartici un ago. Una piccola smorfia sul tuo volto stordito.

    "Che succede?" E solo allora ti accorgi che manca qualcosa, o meglio qualcuno. Quella testa rossa, quegli occhi verdacei, dove sono? Dov'è? Ti giri più volte, allunghi più volte la testa per vedere se fosse nella stanza, rintanato da tutta quella carcassa di gente che ti osservava, criticava e curava. Ma a te di quelle cure non importa niente, ti importa solo di lui, delle sue cure, delle sue critiche, sei suoi sguardi.

    Non ti domandi nemmeno perché non c'è, perché non è li. Sai che tornerà, ma non sai quando. Un brivido ti percorre la schiena al solo pensiero che non sai quando quegli occhi ti lasceranno varcare la mente, le barriere dell'amore, quanto? Quanto sono potenti?

    L'amore cos'è? Cos'è l'amore? Eppure tutti oggi diciamo di amare, di voler amare e si è amati. Ma cosa vuol dire? Perché si ama? L'amore fa soffrire, fa piangere, disperare, ti strazia, ti rovina, ti rende una piccola zecca che ti rende appiccicoso, fastidioso, ti fa male. Ma l'amore non fa solo male, l'amore fa ridere, fa battere il cuore, ti fa impazzire, ti fa regali che nemmeno un milioni di soldi potrebbero saziarti così tanto, eppure l'amore cos'è? Cosa vuol dire? Perché c'è? Perché si chiama amore? Perché noi siamo così attaccati a questo nome, a questa parola, che giorno dopo giorno si tramanda.



    Passano delle ore e tu sei sempre li su quel letto, da solo. Cerchi della cioccolata nel cassetto, vuoto, tutto vuoto. Ti domandi dove cazzo sia. Ma è inutile sclerare, tanto non appare, ma la rabbia cresce. Cerchi di rilassarti, non ci riesci. Senti dei passi, è lui? Non è lui? Chi è? Il tuo sguardo così fisso su quella porta, così impaziente. Il cuore batte forte, la maniglia si piega e la porta si apre. I tuoi occhi cambiano espressione, confusi, arrabbiati, tristi.

    "Buongiorno Mello." Quell'essere, che vuole? Perché è qui? Alzi un sopracciglio e sbuffi seccato di quella visita, i tuoi sogni infranti da un corpo piccolo, indifeso, bianco, insignificante batuffolo.

    "Che vuoi?" Chiedi acido continuando a fissarlo, si avvicina alla sedia e ti guarda. Espressione impassibile, muto, occhi profondi, neri, sapienti, eppure così antipatici.

    "Niente." Sbuffi nuovamente e volti lo sguardo altrove, ancora più furente di prima.

    "Se non vuoi nulla puoi anche andartene."

    "Bhe...volevo sapere come stavi..." La sua voce così distaccata, ma cosa gliene frega a lui se te muori, cosa gliene frega se vorresti della cioccolata, che vorresti fare l'amore con Matt, che gliene frega che lui proprio lui, ha infranto mille dei suoi sogni, uno di tanti essere entrato al posto di Matt da quella porta.

    "Ancora vivo, per tua disgrazia." Dici acido.

    "Sono contento che tu sia vivo Mello, perché io senza te non riuscirei davvero a sopravvivere." Il tuo sguardo torna velocemente su di lui, che non appena nota questo giramento della testa, incolla le sue piccole e umide labbra sulle tue. Ti fermi, il cuore si ferma, non respiri. Cosa succede? Cosa stai facendo? Cosa sta facendo? Un bacio così strano, così spudorato, quasi urlato, ma allo stesso tempo imposto come un segreto. Si stacca e te continui a non respirare, sei paralizzato. Quell'essere sulle tue labbra, con le sue labbra. Pensi nuovamente alla scena appena avvenuta e un brivido ti percorre la spina dorsale. Si avvicina alla porta.

    "Mello torniamo a Londra." Fine. Quelle ultime sue parole, così distanti, così fitte, non sanno di niente. Eppure sono le ultime che senti. La vista opaca, la forza svanisce e tu ti accasci sulle lenzuola fresche, chiudendo piano piano gli occhi.





    Dove sei Mello?



    Lacrime, parole al vento, sussurri, vuoto.



    Mello, dove sei?Mello dove sei? Perché non ci sei?



    Stringi, stringi Matt, più forte che puoi quel cuscino ormai solo, perché lui non c'è.







    More.

     
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    Terzo Capitolo: ~Mail Jeevas.


    Premetto che ci sono dei pezzi tradotti di alcune canzoni, se interessano sapere titoli, chiedere con una recensione. Ovviamente preferei che voi seguisse anche la fan fik e non soltanto avere delle sfuggenti informazioni su queste canzoni ^^"

    Buona Lettura!









    -Salve io sono Matt.-

    -Solo Matt?-

    -Si.-

    -Il tuo vero nome?-

    -Mail,Mail Jeevas.-

    -Quante volte hai cambiato il tuo nome?-

    -Tante volte.-

    -Perché?-

    -Sono un peccatore, un assassino, dovevo scappare.-

    -Da chi?-

    -Da tutti...-

    -Perché?-

    -Mi avrebbero ucciso.-

    -Qual'è il tuo più grande peccato?-

    -Amare.-

    -Amare?-

    -Si.-

    -E chi ami Matt?-

    -Lui.-

    -Lui chi?-

    -Mello.-





    Sono qui, impotente e lasciato qui come morto.



    Chiudi i tuoi occhi

    così passeranno tanti giorni,

    è facile scoprire cosa è sbagliato,

    è più difficile scoprire cosa è giusto.





    Mi chiamo Mail Jeevas, sono un semplice ragazzo come tanti altri, la mia vita è stata una totale schifezza, piena di sangue, urla, gemiti, grida. Non so nemmeno io quante cose sbagliate ho fatto nella mia vita, troppe per contarle, troppe per capirle. Sono nato in un piccolo paese vicino Londra, abbastanza lontana dalla città. Non so chi sia mio padre, ne tanto meno ricordo il volto di mia madre, morta dandomi alla luce. Sono vissuto con mia nonna materna, era una donna molto forte, lavorava l'orto e io l'aiutavo ogni qualvolta che melo chiedeva. All'età di 6 anni morì di infarto il giorno del mio compleanno, il primo febbraio. Allora non sapevo molto bene come andasse il mondo e come era fuori di casa, mia nonna diceva che era pericoloso, era falso, bugiardo, orribile. E aveva ragione, eccome se aveva ragione. Una donne che era venuta al funerale di mia nonna, mi regalò un gioco che aveva suo figlio, ma ormai questo non vi giocava più, lo riteneva stupido, così melo diede per tirarmi su di morale. Era un game-boy il gioco che vi era dentro era molto strano, ma era divertente, difatti ci cominciai a giocare sempre, e quando finivo lo ricominciavo da capo. Dopo qualche mese che vi era stato il lutto e le diverse udienze in tribunale per il mio affidamento, alla fine decisero di sbattermi in un orfanotrofio abbastanza malfamato. A nessuno importava di te, nessuno ti voleva fra i piedi, eri solo un bambino, un bambino inutile. Passai degli anni in quell'orfanotrofio, fino a quando non ebbi i 9 anni. Allora ero rimasto il bambino di prima, giocavo al game-boy, ma da allora avevo comprato molti più giochi ed erano anche molto più divertenti. Un giorno, non so il perché, mi portarono in un altro orfanotrofio, era più vicino Londra ed era leggermente migliore di quello precedente, ma questo si rivelò molto cruciale per la mia infanzia. All'età di 12 anni comprai la mia prima playstation, ci giocavo giorno e sera, non riuscivo a staccarmi mai dallo schermo enorme che mi stava davanti, facendo muovere con un joystick, lo trovavo molto divertente, ma qualche mese più tardi il direttore dell'istituto, venne nella mia stanza e stacco la presa della play, aveva una cicca alle labbra, quel sapore così aspro che mi entrava nelle narici, un odore schifoso, ma allo stesso tempo rilassante, non potevo descriverlo.

    -Adesso basta Matt! Basta giocare!-
    Stava per prendere e sbattere a terra quello che io definivo il mio più prezioso tesoro, senza esitare, senza pensare, gli saltai addosso tirandogli un pugno in pieno volto, che lo fece barcollare un po', velocemente ripresi la play e la deposi nuovamente sul tavolo, per poi girarmi verso di lui, che furiosamente mi stava per colpire un destro in pieno viso. Scansai il colpo, tirandogliene uno a mia volta, un calcio dritto nello stomaco, facendolo cadere a terra, molto rapidamente saltai sopra di lui, cominciando a racchiudere nelle mie mani il suo collo, facendolo dimenare sotto di me. Non stante i suoi tentativi, non riuscì a liberarsi della mia presa, soffocando in pochi attimi sotto di me. Ecco...ecco il mio primo omicidio. Quando cominciai a far luce su ciò che era avvenuto, cominciai a sudare freddo, mi avrebbero sbattuto in galera, mi avrebbero ucciso...comincia a pensare a ogni probabilità di quello che mi sarebbe successo una volta che mi avrebbero scoperto, e le mie ipotesi in fondo erano molto veritiere, tant'è che velocemente misi in una sacca tutto quello di cui avevo bisogno, compresa la play e il game-boy. Quando uscii dall'istituto senza farmi vedere, cominciai a correre velocemente per le vie sperdute della città, non sapevo dove fossi, non sapevo dove andare...ero perso. Mi fermai verso l'ora di cena affamato, davanti a un cancello dalle grate nere e alti. Probabile fosse una scuola, vista la grandezza della struttura. Mi sedetti a terra e poco dopo iniziò a diluviare. Non so per quanto tempo stetti li fuori, era tanto, probabilmente sarei morto congelato se un uomo verso la sessantina e passa d'anni, non mi avessi trovato e portato dentro quell'edificio che io definivo in principio una scuola. Ero stanco, gracile e molto molto debole. A mala pena riuscivo a tenere gli occhi aperti e connettere ciò che mi veniva detto, anche se mi entrava da un orecchio e usciva dall'altro. Avevo freddo. E avevo la febbre. Per un mese stetti in quella stanza così calda e tutti mi ricoprivano di attenzioni, persino i bambini che vi abitavano in quello strano istituto via via mi venivano a trovare. L'istituto era uno orfanotrofio particolare. Era stato fondando dal signor Wammy's all'inizio del 1979, e non era l'unico nel mondo, vi erano altri istituti con questo nome, tutti suoi. Era una “scuola” particolare, vi stavano i piccoli geni. Anche alcuni bambini che avevano madre e padre vi andavano ma pochi erano normali, e pochi riuscivano a superare il test di ammissione. Stranamente io lo superai e con ottimi voti per giunta, anche se la cosa non mi toccò molto. Quando mi fu detto che avrei cambiato nome per non farmi trovare da quell'uomo che io stesso uccisi, e che solo il signor Watari, l'uomo che mi portò dentro all'istituto salvandomi la vita, sapeva chi fossi e cosa avessi fatto. Da allora mi chiamavo Matt, Matt Jeevas.

    Venni portato in una stanza quando fui definitivamente rimesso dalla mia “malattia”, era una stanza accogliente e calda, vi era un letto, una libreria, una scrivania, un divano una tv, e un computer. In una porta della stanza, vicino a un grosso armadio, vi era il bagno, ovviamente privato. Mi trovai molto bene nella mia nuova dimora. Poco dopo che io ero li conobbi un ragazzo, entrato anche lui da poco nell'istituto, si chiamava Mello. I suoi occhi azzurri, la sua pelle chiara, i capelli tagliati a caschetto biondi con una frangia abbastanza femminile, ma molto adatta al suo viso d'angelo, lo rendeva sublime. Sarebbe stato davvero un angelo, se non fosse per quel suo comportamento da duro, testone, isterico ragazzino sempre e solo vestito di nero. Non capivo cosa potesse passargli per la testa e non mi interessava saperlo. So solo che non volevo conoscerlo. Una di quelle mattine mi alzai normalmente dal letto, intento per andare in bagno e farmi una bella doccia calda, come piace a me. I capelli rossicci mi ricadevano sopra i miei occhi di color verdastro. Scorreva sopra il mio corpo e il rumore delle gocce che cadevano nella vasca facevano tanto rumore, tanto da non farmi nemmeno accorgere che c'era qualcun altro nella mia stessa stanza e mi stava osservando con gusto, seduto sul wc, che era proprio davanti alla vasca. Non avendo chiuso le tende rimasi completamente scoperto all'occhio dell'estraneo e quando feci per girarmi dalla porte dove vi era il tipo, il sangue che circolava prima tranquillamente nel mio corpo, si fermò in un istante, facendomi rabbrividire al solo pensiero che questo mi stava osservando con gusto, mente portava alla bocca in modo al quanto arrapante, una barretta di cioccolato. Il mio primo istinto fu di coprire le parti intime, per poi girarmi e chiudere velocemente l'acqua. Mi girai nuovamente fissando il ragazzo in modo furente, cosa diavolo voleva quello, eppure non ci siamo mai parlati se non qualche volta, e quelle poche volte mi ero ben ribadito di non farci amicizia. Presi l'asciugamano che era appoggiato al lavandino,poco distante da me, melo legai in vita velocemente. Tornando a fissare quegli occhi di ghiaccio che stavano studiando il mio corpo in ogni singolo dettaglio, almeno così dava a vedere il ragazzo.

    -Cosa ci fai in camera mia?- Domandai furente. Allora non potevo sapere che i miei gusti sessuali erano più legati al sesso maschile che quello femminile, difatti il primo approccio con lui fu davvero irritante, almeno all'inizio.

    -Gita turistica.-Disse lui addentando nuovamente quella cioccolata.

    -Mi fa piacere che ti piaccia esplorare il mondo, ma questa è camera mia e quindi levati dai piedi!-Dissi uscendo dalla doccia avvicinandomi al ragazzo che continuava a fissarmi. Quando fui abbastanza vicino a lui, notai che i suoi occhi si posarono sui miei, il sangue si fermò nuovamente trasmettendo al mio corpo una sensazione strana.

    -Perché ti scaldi tanto...- disse lui mettendosi più comodo sulla tavoletta chiusa.-Infondo non sto rubando niente e non ti stavo disturbando mentre ti stavi lavando.-Continuò chiudendo gli occhi tranquillamente come se entrare in camera altrui senza permesso fosse una cosa da tutti i giorni, e spiare un altra persona mentre si sta lavando è la cosa più normale del mondo.
    Senti un po' ragazzino-Dissi afferrandogli il colletto della maglia e alzandolo verso di me. Com'erano vicini i nostri volti, com'erano vicine le nostre labbra...-Io non voglio rompi palle in camera mia, e non voglio che nessuno mi guardi fare la doccia sono stato chiaro?- Finii la frase continuandolo a fissare estremamente irritato. Questo invece di opporre resistenza, di andarsene, di rimanerci male, avvicinò tranquillamente le sue labbra alle mie, in un modo così naturale che mi fece lasciare la presa da quella maglia così calda e profumata che aveva addosso. Era una sensazione bellissima, lui era una sensazione bellissima, peccato che io rovinai tirandogli un pugno in pieno volto non appena questo si staccò. -Che cazzo fai!- Gridai allontanandomi da lui di qualche passo. Questo si alzò e a testa bassa uscì dalla stanza, sbattendo furiosamente la porta. Da allora io e lui ci odiavamo profondamente, un odio che nemmeno io mi sapevo spiegare...





    Ricordi quelle pareti che ho costruito?

    Beh amore stanno cadendo giú.

    E non hanno nemmeno incominciato una lotta.

    Non hanno nemmeno fatto rumore.

    Ho trovato un modo come portarti dentro.

    Mo non ho mai veramente avuto dei dubbi.

    Stando nella luce del tua aura.

    Adesso ho il mio angelo.





    -E così si chiama Mello il tuo peccato?-

    -Si.-

    -E dov'è lui ora?-

    -Mi sta aspettando.-

    -E che ci fai qui allora?-

    -Avevo bisogno di parlare, riflettere.-

    -Capisco, d'altronde, sappiamo entrambi che è grazie a me il motivo perché tu sei ancora vivo.-

    -Si lo so.-









    More.








     
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    Quarto Capitolo: ~Solo Sesso.




    Buio.

    Dove sono?

    Lentamente apri gli occhi. Una luce soffusa illumina la stanza. Davanti a te solo una persona, occhi neri come la pece, senti stringere. Corde.

    -Buon risveglio Mello.- La sua voce, la odi, l'hai sempre odiata, dove sei? Dov'è Matt?



    Cosa fai adesso ti arrendi Mello, cerchi l'aiuto di Matt, perché un moccioso di quindici anni ti sta seduto sulle gambe e ti ha legato, rapito e ora ti dice anche buon risveglio? Dov'è finito il tuo orgoglio Mello, nel cesso come tutte le altre volte? Come la tua stessa vita? Cosa fai Mello? Sono corde puoi romperle, perché non lo fai?

    Stai zitto!!!




    Ti guarda, sei nervoso si vede, cos'è che ti assilla? Lui ti sta distruggendo mentalmente e non puoi impedirglielo, perché lui è dentro di te, lui si nutre di te.

    -Dove diavolo sono?!- Domandi irritato più che mai, i tuoi lineamenti seri, la tua cicatrice che ti rende più cattivo, più adulto, più uomo. Eppure continui a sentire quella vocina dentro di te, è li, dentro la tua testa e tu non riesci a tirarla fuori...



    Hei Mello! Che fai, non riesci a muoverti? Cos'è, hai paura Mello? Lo perderai un'altra volta... e se fosse per sempre?

    STAI ZITTO!




    -In casa mia, a Londra.- I tuoi occhi si fanno larghi. Accenna un sorriso quasi di gusto. Near non è così, eppure lui si mostra a te come un ragazzo perverso, cattivo, astuto e beffardo. Si, si sta beffando di te. Sei preoccupato, quasi vorresti urlare, spaccare tutto quello che ti capita sotto mano. Stringi i pugni e spingi verso l'alto coi polsi, inutile, sei legato troppo bene e la corda è spessa, stretta, tagliente. Arrossiscono i polsi, ma non provi dolore, troppo poco rispetto all'odio che provi adesso. Lo guardi come uno che sta per uccidere, che ama uccidere. Lo guardi e lui sorride, sorride di te, di quanto sei sciocco, di quanto sei debole, sorride.



    Sei a Londra e lui in Giappone. Lui non verrà, troppo lontano, sei in casa del nemico. Cosa pensi di fare Mello? Hahaha...Chi ti salverà stavolta?



    Quella voce così fastidiosa, ma ha ragione, lui non sa dove sei. Ma tu sei li, a casa di un odioso ragazzino, sei li e non puoi fuggire.

    Si avvicina al tuo volto, lo prende con una mano, sfiorandoti le labbra con uno delle sue piccole dita, così morbide, così bianche. Fai per morderlo, ma lui si scansa prima che tu lo possa fare. Quasi ringhi contro di lui, mentre questo si diverte a tartassarti a ucciderti piano piano.

    -Slegami! Devo tornare in Giappone!- Sbraiti contro il ragazzo, mentre questo accenna un sorriso malizioso, nascondendo i suoi occhi neri sotto i candidi capelli. Il tuo sguardo più incazzato che mai, più irritato che mai. Sei in gabbia, sei legato al guinzaglio e non puoi fuggire. Si avvicina nuovamente, cominciando a leccarti la guancia ustionata. Ti irrigidisci, quasi non riesci a respirare, muoverti. Cosa succede? Perché succede? Domande, solo domande riesci a porti. Mentre silenziosamente quella vocina torna un ultima volta, sogghignando.



    GAME OVER! Mello...



    Non capisci, non vuoi capire, hai perso ancora, perché?

    Non fai niente a quelle carezze, quei dolci baci che il ragazzino rilascia sulle tue labbra, sul tuo viso, sul tuo corpo. Chiudi gli occhi cercando di non pensare, cercando di capire cosa poter fare, non vuoi finire nella merda ancora, non vuoi lasciare Matt ora che lo avevi ritrovato, ora che eravate salvi. Già come hai fatto a sopravvivere, come hai fatto a non morire in quell'inferno? E le domande aumentano, si accumulano. Mentre niente, nulla, riesce a darti una risposta chiara, una risposta precisa, niente di tutto quello che sai.



    Tremando, strisciando sulla mia pelle,

    sentendo i tuoi freddi occhi morti

    che rubano la mia vita.




    ***




    -Mello! Hei Mello!-

    -Che vuoi?!-

    -Stai piangendo?-

    -Non sono affari tuoi!-

    -Aspetta!-

    -Vattene via!-

    -Ma...ma io...-

    -Sei solo un bugiardo! Bugiardo!BUGIARDO!-

    -Non è vero! MELLO IO TI VOGLIO BENE!-

    -....-

    -....-

    -Anch'io te ne voglio, Matt.-



    Cade la neve sopra la terra,

    nasconde i pensieri della gente,

    i segreti gridati al vento.

    Nasconde la vergogna,

    e mentre stringi la mia mano,

    il mio cuore diventa tuo.



    Siamo bambini Matt, lo siamo sempre stati e continueremo ad esserlo, perché siamo noi e se cambiamo anche il nostro amore si muta, i sentimenti cambiano e le stagioni passano. E noi siamo qui a vivere in questo mondo, pieno di merda. L'unica cosa che ho sei tu, l'unico che riesce a capire chi sono, ad accettarmi per come sono, poi mi perdo nei tuoi occhi, quel verde, quel verde così intenso, profondo che dice tutto e allo stesso tempo nulla. Sono stregati i tuoi occhi, come un incantesimo che cela un tesoro, questo cela la tua anima. Non so perché ci siamo incontrati, non so perché ci siamo innamorati, so solo che adesso che ti ho trovato, non voglio perderti.


    ***







    Ti guarda, ti sfiora, ti accarezza, ti bacia. Cosa vuole da te? Apri nuovamente gli occhi e vedi che scende, ti guarda, e tu deglutisci, sai cosa vuole fare, ma non vuoi, non pensi di volerlo, però lo fa. Apre lentamente quella cerniera che racchiude la tua virilità, i pantaloni neri in pelle la risaltano maggiormente e lo sai che questo fa impazzire Matt, ogni volta che fate l'amore tu hai quei pantaloni. E tutto sta per essere macchiato, rovinato da quel moccioso. No! Non vuoi. Ti dimeni cercando di liberarti, ma la sedia è attaccata al pavimento, le tue caviglie legate ai gambi. Ti senti perso, ti senti debole, fragile, vulnerabile. Deglutisci nuovamente poi cerchi di sfilare le mani da sotto le corde, ma non riesci, troppo strette...

    -Near...Non toccarmi! Lasciami! Non toccarmi! CAZZO NON TOCCARMI!- E mentre tu urli, ti dimeni, implori, piangi. Lui sta accarezzando con la lingua la stoffa delle tue mutande. Non puoi trattenere quell'impulso che si scatena, non puoi fermare l'eccitazione, i pensieri ti offuscano, le lacrime ti annebbiano la vista, cerchi di ragionare, ma sta andando tutto a puttane, e il tuo istinto, la tua voglia, risale, rinasce, vince. Ti perdi in un turbine di sensazioni e lentamente ti abbandoni ad esse. Ti vede, lo sa cosa provi, sa che ormai sei caduto, hai perso Mello, hai perso ancora. Ti slega le caviglie per poterti sfilare meglio i pantaloni, calando la biancheria. Rimani scoperto, ora sei debole, e lui accarezza quella debolezza, che emerge, che cresce. Le tue mani voglio liberarsi, la tua bocca sussurra gemiti, il tuo corpo trema. -Basta...ti prego...basta...-Supplichi, cercando di trattenere tutto quel piacere che invece provi. Le lacrime finiscono e tu chiudi gli occhi e la tua mente non connette più. La sua bocca, ti racchiude, ti avvolge, ti stringe, lo senti, è calda, è piacevole. Poi si stacca, ti slega e tu a quel punto ti alzi. Lo prendi per i capelli e lo spingi in basso, violentemente, lo spingi contro il tuo membro. Continua a farti godere, a farti eccitare. Lo alzi, lo spingi al muro. I pantaloni si calano, e anche la sua biancheria. Non ti fai complimenti, non teli vuoi fare con lui. Lo penetri con foga, mentre questo urla, piange, e tu spingi. Non senti, non senti nulla. Senti solo un istinto, una voglia. E cominci a ansimare, sudare. E lui comincia a urlare di piacere. Non hai mai sentito Near godere, non lo stai sentendo, però sai che lo fa. La tua mano che afferra il suo membro. Questo è solo sesso, non è come con Matt, con Matt è tutto diverso, c'è amore.

    Cominci a sentire la stanchezza, ma agli ultimi colpi, cominci a sussurrare qualcosa, per poi gridarlo.

    -Matt...MATT...Ti...amo..- Poi vieni dentro di lui, e lui nella tua mano. Ti stacchi e cammini all'indietro per qualche passo, dove trovi la sedia. Ti ci butti di peso, esausto, sfinito, mentre lui si accascia al muro. Per terra c'è sangue, tutto è sporco. Respiri veloci, respiri pesanti. Apri gli occhi e vedi cosa è successo, quello che hai fatto...



    E' come un brutto sogno

    che sta diventando così reale,

    lasciandomi senza nient'altro da fare.

    Ora sono così senza speranze.








    More.

     
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  7. Alicedebs918
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    User deleted


    Che bello!!! È gia. Finito??? No vero??? Che brava che sei, ho pure pianto!!! :')
     
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6 replies since 18/2/2010, 19:39   86 views
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