Non potevo permetterlo

cortissimo thriller psicologico by moi

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  1. silvia5190
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    Vedendo le vostre bellissime fan fic (ho passato tutto il pomeriggio in stato di trans...) sono stata colta da una vena creativa...
    che ne dite? I complimenti sono ben accetti, e ancora di più le critiche spietate!!

    Non potevo permetterlo


    Io sono una persona tranquilla, equilibrata.
    Ricordo che da piccola giocavo alla mamma con le mie amiche, ci divertivamo tantissimo e passavamo ore senza stancarci mai. Ero felice allora. Poi conobbi lui, l'uomo della mia vita, l'uomo che avrei sposato che mi avrebbe resa felice. I primi anni del matrimonio passarono in un sogno,
    ma come tutti i sogni, arrivò il momento del brusco risveglio: un demonio si annidò in me e partorii mia figlia.

    Accoglievo gli amici e i parenti dietro una maschera di gelida felicità. Loro continuavano a dirmelo, ogni volta. Un figlio ti cambia la vita. Sei fortunata ad avere una così bella bambina. Questo è un dono dal cielo. Più che un dono a me sembrava una piaga, una punizione inflittami senza un perché. Mio marito, il mio unico amore, non vedeva che lei. Lei. Lei. Quella serpe me lo stava portando via, me lo stava rubando. Io ero l'unica a vederla per quello che era veramente: un sudicio insetto da schiacciare il più presto possibile.

    Una notte quel tormento non la smetteva di piangere. Ero sfinita, aveva prosciugato tutte le mie forze, aspettava solo di succhiarmi via la vita stessa. Mi avvicinai alla culla e, preso un cuscino, lo schiacciai sulla sua faccia. Il silenzio si espanse avvolgendo tutta la stanza, solo il mio cuore continuava a pulsare frenetico nella testa. Ogni tonfo mi regalava sollievo e pace. Mi accasciai su una sedia, soddisfatta.
    Fu un'attimo. La porta della camera si spalancò ed entrò mio marito. Corse subito alla culla e si piegò sulla creatura. Ce l'aveva fatta, quella vipera! Era ancora in vita!

    "Lei è il padre? Sua figlia ormai è fuori pericolo, la terremo solo qualche giorno in ossevazione. Siete stati fortunati ad accorgervi in tempo che si era aggrovigliata nelle coperte! Bisogna stare molto attenti, ha rischiato di soffocare!" "Sì...".

    Le sue mani strigevano le mie. Non riusciva a guardarmi negli occhi. Era turbato. Non riuscivo a capire... "...Lo capisci anche tu, vero? Non posso rischiare, devo pensare al suo bene... Ma stai tranquilla, non voglio che tu soffra, starai bene... Mi dispiace, ma non avevo altra scelta." Un bacio rapido, poi si era alzato ed era uscito dalla stanza.

    Aveva ottenuto il divorzio e la tutela della bambina. Fui costretta ad allontanarmi dalla nostra casa ma, grazie ad alcune conoscenze, mio marito aveva fatto in modo che non venissi rinchiusa.
    Andai a vivere fuori città. Cambiai lavoro e amicizie. Volevo ardentemente una nuova vita, ma dovunque andassi mi seguiva come l'ombra di un rimorso il pensiero di lui, incatenato a quel mostro. Quel mostro che aveva posseduto la mia bambina fin da prima della nascita. Dovevo assolutamente fare qualcosa. Dovevo salvarlo. E dovevo liberare lei, dovevo liberare la sua anima annientando il demonio che la imprigionava.

    Era giovedì. Da quasi dieci minuti stavo suonando il campanello di casa, ma nessuno veniva ad aprirmi. Frugai nella borsa e trovai la copia di chiavi che non avevo avuto la forza di buttare. Entrai. Seguii gli strilletti di gioia di mia figlia e le risate di mio marito fino alla porta del bagno. Non potevo sprecare un momento così perfetto. Afferrai l'orrendo soprammobile che ci aveva regalato mia madre e aprii la porta.
    Colpii subito il mio amore, forte, sulla nuca, lui non avrebbe mai capito quello che dovevo fare. Lo tramortii o forse lo uccisi, non avevo il tempo per verificarlo. Lei era lì, sul fasciatoio a fiori, avvolta in un asciugamano candido. Sorrideva, ingenua. La presi tra le braccia con delicatezza e sussurrai una canzoncina fra i capelli scuri.
    "Non aver paura, la mamma è quì e ti libererà. Ora è tutto finito. Faremo sparire quel brutto mostro." La guardai un'ultima volta. Era bellissima. Non potevo permettere che un demionio si annidasse ancora nella mia creatura. La affogai nella vasca ancora piena.
     
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  2. Benio
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    Silvia, ehm. Mi hai fatto gelare il sangue. Non so se volevi rendere bene la follia ma lo hai fatto. Solo che il soggetto per me è terrificante. Io non ho bimbi ma è la cosa che vorrei più al mondo e non posso pensare a queste cose.
     
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  3. silvia5190
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    Anch'io amo i bimbi, ho una sorellina piccola piccola! ma mi piace scrivere storie diverse dalle solite in cui tutto si sistema, o con il protagonista buono, o questo genere di cose... (mi sto spiegando o sto solo blaterando?).
    Poi mi intrigano i personaggi ambigui e l'introspezione...

    Comunque non sono psicopatica!! Solo mi piace questo stle narrativo
    Questa trama l'avevo buttata giù in prima superiore e l'ho risistemata quando l'ho postata.
    Il mio prof era sconvolto!:D
     
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  4. fla_1973
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    ... il tuo modo di scrivere è coinvolgente e tiene viva l'attenzione.
    Per quanto riguarda la storia...mi ha lasciata con l'amaro in bocca e non è un genere di mio gradimento, però apprezzo la tua creatività e immaginazione.
    Sono curiosa Silvia, dimmi, ti ha ispirata qualcosa in particolare?
    Cmq brava :)
     
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  5. silvia5190
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    Le infinite conversazioni con mia mamma dopo i casi di cronaca (tempo fa se ne erano sentiti un sacco) di mamme che avevano ucciso i propri figli piccoli. Lei riteneva che non ci fosse nessuna scusante, io (anche se ero d'accordo che i fatti fossero atroci e inscusabili) analizzavo di più ogni aspetto psicologico e sociale...
    Insomma, mi sono sempre interessata a questo tipo di psicosi (se tali si possono definire) e la cronaca mi ha dato lo spunto finale.

    Comunque grazie dei complimenti per lo stile, a scuola era la cosa a cui tenevo di più (oltre alla filosofia)... così hai fomentato la mia megalomania!! :D :D :D
     
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4 replies since 10/12/2010, 18:34   34 views
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