I cento colori del blu di Amy Harmon

I cento colori del blu è uno di quei libri che nonostante il genere (il mio preferito) non mi aveva mai colpito, la trama mi sembrava simile a quella di un libro che avevo già letto, e mi aveva fatto antipatia, non so perché, come quelle cose a pelle. A volte però il nostro istinto sbaglia, soprattutto quando si tratta di libri, perché come dice il detto non bisogna mai giudicare un libro dalla sua copertina (e se anche voi avete visto pagemaster da piccoli sapete di cosa parlo ). Mi sono ricreduta, alla fine dei conti è un libro che ti trascina fin da subito, il prologo poco chiaro riesce ad essere compreso fino in fondo solo nelle ultime pagine dove c'è il classico colpo di scena degno delle miglior soap sud americane.
Non è il miglior romance che ho letto, anzi lo metterei in quel libro a metà tra il bello e il ohmioDioquestono! ci sono dei momenti dove mi sono emozionata molto, e immedesimata tantissimi, altri invece che non ho compreso, come certi personaggi e le loro storie che sono rimaste poco chiare.
Il libro ha una grande forza i temi trattati che sono tanti, la solitudine, l'abbandono, l'incertezza di non sapere chi si è né come appariamo agli altri, le scelte che si fanno nella vita, quelle stesse scelte da cui spesso non si può più tornare indietro. Purtroppo i punti di forza sono anche quelli deboli di questo testo che spesso si perde e non riesce ad analizzarne approfonditamente nemmeno uno, forse solo quello dell'adozione, che mi ha fatto riflettere da diversi punti di vista.
Mi sono piaciute moltissimo le leggende indiane, peccato che però quest'ultimi rimangono solo molto marginali perché mi sarebbe piaciuto sapere un po' di più di queste tribù essendo popoli così diversi e lontani da noi.
Questo libro lo consiglio a chi è stufo degli erotic romance pieni di frustini e soloDiosacosa e ha voglia di passare un pomeriggio a letto sotto al piumone a leggere una storia fatta di quelle carezze e baci in fronte che spesso vogliono dire più di mille parole.