Love&Chocolate

Esiste la ricetta della felicità?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. fabyoletta
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Love&Chocolate



    Copertina:

    SPOILER (click to view)



    Nda:
    questa ff mi è stasta ispirata da una foto *_* ebbene si...l'ho iniziata un paio di mesi fa ma ora è venuto il momento di riprenderla in mano e spero di poterla potare a termine per voi *_^

    Prologo:

    "Brava tesoro! Sono venuti perfetti!"
    Fissai i miei piccoli biscotti al cioccolato disposti sul piatto che la nonna aveva accuratamente spolverato di zucchero a velo, e mi sentii orgogliosa.
    "Nonna nonna voglio fare la cuoca! Mi piace tanto cucinare i biscotti con te"
    Lei mi accarezzò la testa con una delle sue grandi mani e mi riempi la testa di farina.
    "Kristen puoi fare quello che desideri...basta che tu lo faccia con amore! Solo allora sarai veramente felice."
    L'amore...amavo la nonna. Ne ero sicura. L'abbraccia forte e lei ricambiò avvicinandomi un biscotto alle labbra.
    "Ricorda tesoro: nulla nella vita è facile. Ma esiste una ricetta per ogni cosa. Devi solo cercarla tra le tante che il mondo ti offre."
    "La mia è quella dei biscotti al cioccolato!" esclamai mordicchiandone uno. Era delilzioso. La nonna rise in modo cristallino come sempre.
    "Chissà...magari è davvero questa..."

    ---------------------------------------------------------------


    Rannicchiato sull'orlo del mio baratro, fissavo il suo volto coperto da mille graffi e lividi. I capelli biondi, quasi bianchi, sciolti lungo la schiena pallida, nuda.
    "Cosa...cosa stai facendo...." balbettai con le lacrime agli occhi.
    "Vattene" sussurrò lei piano, stringendo il petto sulle sue esili gambe. Mi odiava. Mi odiava. Mi odiava. Ma era pur sempre un sentimento. Non le ero ancora del tutto indifferente. Volevo rigettare indietro la paura, il dispiacere, il dolore. Tentai di fare un passo in avanti ma i suoi occhi fecero capolino dalle lunghe ciocche bionde, fermandomi. Non avrei più rivisto quello sguardo. Ma il dolore, quello sarebbe rimasto per sempre.
    "Tu sei come me. Ricordalo sempre" rise infine piano. E dopo quel sorriso cristallino, e un forte sparo, percepii solo il silenzio.


    Cap 1. Economia domestica

    Alzai gli occhi dal lavandino, e mi accorsi che qualcosa non andava. Un ragazzo alto, vestito in maniera piuttosto strana, con un lunga sciarpa attorno al collo e un cappellino di lana da cui comparivano ciocche di capelli biondo cenere, mi fissava con la bocca leggermente aperta, come a voler dire qualcosa. Gli occhi erano vitrei, totalmente trasparenti e mi fissavano piuttosto intesamente. Pensai di avere qualcosa in faccia e abbassai subito lo sguardo sul lavandino lucido per controllare che non ci fossero resti di farina tra i capelli o sul naso. Una risata argentina mi colpi come un pugno. Di scatto mi voltai rovesciando a terra una ciotola, vuota fortunatamente. Mi chianii immediatamente cercando di colmare quell'imabarazzo da cui ero stata colpita, ma lui fu più veloce e me riconsegnò con un grosso sorriso stampato sul volto angelico.
    <perdonami io....di solito...non sono cosi maldestra....> balbettai riponendo la ciotola sul piano di lavoro.
    <colpa mia! Devo averti spaventata entrando cosi di soppiatto in aula. Il problema è che ho provato a bussare ma eri talmente assorta che non hai sentito sicuramente> rispose con una voce molto delicata ma profonda.
    <si ecco...mentre cucino di solito dimentico di essere a scuola! Dimmi pure...> mi scusai sistemando l'elastico che mi teneva fermi i capelli.
    <mi manda la preside Humphrey> si prensentò poggiando a terra una borsa piuttosto piena. Era a dir poco slanciato. Fisico non troppo muscoloso, ma nemmeno gracile. Una certa grazia nei movimenti. Sicuramente più aggraziato di me. Forse era gay...
    <la preside?> sobbalzai facendo nuovamente cadere nel lavandino la ciotola che stavo lavando.
    <si. Da oggi sono ufficialmente iscritto al corso di economia domestica.> sorrise in modo fozato, mettendosi a sedere sul piano da cucina.
    <ei ei ei....scendi immediatamente da li! Ci cucino sai? Non mi va di friggere anche il tuo fondoschiena!> urlai piuttosto infastidita a colui che stava invadendo il mio mondo.
    Lui si voltò con un espressione più sopresa che arrabbiata o contraddetta. Si fissò un attimo e poi scese senza proferire parola. Era comunque piuttosto dolice per essere un ragazzo. Come mai la preside Humphrey l'aveva mandato proprio qui da me?
    <posso sapere perchè saresti iscritto a questa attività?> bonfochiai cercando di mettere un pò d'ordine con uno straccetto trovato sul posto.
    <sono in punizione per tre mesi> sembrò tagliare corto rifilandomi un altro dei suoi sorrisi di cortesia. Che razza di punizione era mai questa? Far iscrivere un ragazzo al corso di economia domestica? Non era certo un tipo virile poi...capivo se fosse stato chiesto ad un giocatore di football.
    <giochi a football?> domandai poi stupidamente. Lui si voltò ancora una volta con aria allibita. Pochi secondi dopo però, scoppiò in una fragorosa risata.
    <ti sembro uno che fa football? Credo che sarei fiondato fuori dal campo in meno di un secondo! Certo che sei perspicace!>
    Arrossii violentemente e mi morsi i labbro inferiore come facevo sempre quando mi trovavo particolarmente in imbarazzo.
    <e' carino quando lo fai..> disse poi continuando a ridere leggermente.
    <fare cosa scusa? Intendi le domande stupide?> cercai di scherzare, pur avendo voluto scappare più lontano possibile.
    <no. Arrossiere in quel modo e mordicchiarti i labbro. L'ho notato anche a lezione quando sbagli qualcosa...> rispose, spiazzandomi.
    Mi conosceva? Facevamo qualche corso insieme? Come avevo fatto a non notare una persona cosi...stravagante? Sgraii gli occhi cercando di dire qualcosa, ma le parole mi si fermarono in gola.
    <ok, ok ho capito. Sei una di poche parole. Fa niente. Dunque...c'è qualcosa che dovrei sapere prima di rivederci domani?> tagliò corto venendo nuovamente verso il tavolo per recuperare la borsa poggiata a terra.
    <be... se davvero devi frequentare il corso, vorrei qualcosa di firmato ecco...> risposi mentre agitavo nervosamente le mani su e giù.
    <ecco qui...firmato dalla presidenza. Dovresti darla alla professoressa Stan e farle riempire le ore che farò qui al corso> mi spiegò porgendomi un foglio leggermente stropicciato. Nella mia mente intanto continuavano a porsi domande su domande.
    <perfetto be...allora ci vediamo domani dalle 16:00 alle 17:00 in quest'aula. Porta un grembiule...> risposi tenendo gli occhi fissi sul foglio.
    <va bene uno poco imabrazzante o...deve essere omologato al tuo?> rise indicando il grosso orsacchiotto che campeggiava sul mio grembiule. Arrossii ancora una volta raccogliendone la parte inferiore per coprire l'imbarazzante disegno.
    <ovvio che no...e poi di solito non uso questo...ma comunque non devo rendere certo conto a te di ciò che indosso...sparisci!> dissi velocemente gettandogli quasi addosso il foglietto datomi precedentemente.
    <ma questo lo devi dare all..>
    <vorrà dire che lo darai tu....ora vai!> insistetti indicando la porta con un dito tremante dall'imbrazzo e dalla rabbia. Lui mi fissò perplesso per poi sorridermi delicatamente.
    <pensavo che chi amasse cucinare fosse anche gentile e delicato...be ci si può sempre sbagliare. Comunque io mi chiamo Dan Dempsey. Piacere di averti conosciuto. Ci vediamo domani> concluse facendomi l'occhiolino, per poi indossare un paio di occhiali scuri molto grandi.
    <a domani> tagliai corto io, abbassando nuovamente gli occhi sul lavabo. Non riuscii più a far niente per tutto il pomeriggio....


    Edited by fabyoletta - 5/2/2010, 15:05
     
    .
  2. fabyoletta
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Cap. 2 Torta di Mele

    <kristen!> gridò Jenny afferrando un lato del mio cappotto <scappi cosi? senza nemmeno salutare la tua migliore amica?> mi rimproverò dandomi un buffetto sulla faccia.
    <perdonami Jen sono particolarmente in ritardo al corso...> tentai di divincolarmi dalla sua stretta "amica in cerca di affetto".
    <aaaa quel corsoo...senti ma....è vero che da oggi anche Dan Dempsey vi partecipa?> domando con una vocina da finta non interessata. Ora capivo che era una stretta da "amica in cerca di pettegolezzo".
    <si a quanto pare...perchè lo conosci?> chiesi, domandandomi se fosse particolarmente conosciuto. Non ero una ragazza mondana, al contrario di Jenny. Lei aspirava entrare nell'elite della scuola, mentre io speravo di diplomarmi al più presto e fare un corso di cucina. <ma certo che lo conosco. E' al nostro corso di letteratura inglese non ricordi? Ti era anche piaciuto un suo intervento una volta...> rispose dandomi numerose pacche sulla spalla. < No mi dispiace Jen ma non lo ricordo, se non per il disastro che mi ha combinato ieri in cucina. Ora vado che sono veramente di fretta> sbuffai liberandomi definitivamente dalla sua stretta. <senti Kris ce lo avete un posto libero al corso?> gridò poi mentre mi pietrificavo in mezzo al corridoio. Cosa vuole significare quella domanda? Aveva sempre odiato cucinare. Non sapeva fare nemmeno un uovo al tegamino. In più aveva gli allenamenti delle cheerleader.
    <no mi dispiace Jen. Poi non sarebbe il posto adatto per te...non ti piace cucinare>
    <be si...si può sempre inziare no?> balbettò in cerca di qualche altra scusa che non fosse corteggiare Dan Dempsey. La guardai fissa negli occhi e capii quanto ci tenesse. Cosi feci segno con la mano di seguirmi e lei, saltellando mi raggiunse continuando a sussurrarmi grazie fino alla porta dell'aula. Perchè il mio mondo stava diventando cosi affollato?
    L'aula era già piena quando arrivammo. La professoressa Stan sfogliava un grosso libro di cucina; Margaret ed Anne si stringevano reciprocamente i grembiuli mentre Nicole, la più giovane del gruppo, sistemava il piano di lavoro ordinando le ciotole in ordine di grandezza. Poi qualcuno mi poggiò una grossa mano in testa girandola verso destra. Ryan mi fissava con i suoi enormi occhi nocciola e il suo solito sorriso gentile.
    <da quando fai cosi tardi? Non è da te...> rise poi voltandosi anche verso Jen. <aaa avevi la zavorra con te!>
    Jen lo fulminò come solo lei sapeva fare, ore ed ore di allenamente dal tavolo delle cheerleader a fissare male gli altri avevano contribuito a renderla una specialista di occhiatacce. In più odiava profondamente Ryan, l'altro mio amico di vecchia data. C'eravamo conosciuti proprio all'inizio del primo anno, entrambi con la passione per la cucina ed i dolci in particolare. Lei continuava ad insistere che era innamorato di me, e forse aveva anche ragione. Ma da un certo momento in poi, la cosa non mi dette più cosi fastidio....
    <bella addormentata torna tra noi ti prego! Voglio la ricetta della tua deliziosa torta di mele oggi!> insistette lui togliendomi lo zaino dalle spalle mentre rispondevo con un sorriso. Poi qualcosa mi turbò. Sentii nuovamente alle mie spalle quel profumo dolciastro del giorno prima. Ryan si voltò insieme a me ed entrambi restammo scioccati, sicuramente per diversi motivi. Dan Dempsey oggi indossava una leggera camicia bianca , con un maglioncino azzurro sopra, la solita sciarpetta intorno al collo, i jeans molto attillati e gli occhiali da sole sulla testa tra i capelli disordinati e biondi, come quelli di un bambino. Era di una bellezza quasi sconvolgente per me, abituata ogni mattina ad indossare le solite cose senza molto garbo nè criterio. Mi sentii terribilmente in disordine e pregai che fosse gay, ancora una volta. Me ne sarei fatta una ragione.
    <sono particolarmente in ritardo capo?> mi sorrise poi gettando nuovamente a terra il solito zainetto. Ryan lo fulminò con lo sguardo mentre Jen per poco non crollava a terra senza fiato. Potevo benissimo cogliere dal suo sguardo quanto ne fosse affascinata. <non particolarmente ma...hai portato il grembiule?> lo rimproverai notando che non aveva nulla in mano. Lui sgranò gli occhi e si colpi leggermente la testa con una mano.
    <oh che sbadato...me ne sono proprio dimenticato....potrai mai perdonarmi?> si scusò piegandosi con le mani cungiunge verso di me.
    <non credo...ti toccheranno gli orsacchiotti> sogghignai tutta contenta di poter distruggere tanta bellezza, tramutandola in qualcosa di particolarmente buffo. Ryan rise con me.
    Fatte le presentazioni con il resto delle ragazze (ovviamente estasiate dalla presenza di Dan Dempsey) mi misi alla ricerca degli ingradienti per la torta di mele in programma oggi. La professoressa Stan si scusò di non poter restare oltre per un impegno dal consiglio di istituto e lasciò come sempre tutto in mano mia. <non si preoccupi> la tranquillizzai sorridendo orgogliosa. <ah Kristen ti dispiacerebbe segnare anche l'ora di oggi a Dempsey?> mi domandò poi sul ciglio della porta. Io mi voltai con la testa verso di lui, infagottato nel grembiule con gli orsetti, per niente imbarazzato quanto divertito. <certo...nessun problema...> sospirai.
    Il pomeriggio proseguì piuttosto tranquillamente. Tutti si impegnarono a fondo per preparare la torta, mentre Dan fu affidato al taglio delle mele. Mentre Ryan e Jen tentavano di far funzionare il robot da cucina, litigando su chi avesse fatto cosa, mi avvicinai a lui per vedere come se la cavava. Era assorto come se la cosa che stesse facendo fosse la più difficile di questo mondo. Sembrava piuttosto impacciato. Sbuffai un pò e presi una mela dalla ciotola. Lui si voltò sorpreso con la stessa espressione del giorno prima, con la bocca leggermente aperta come a voler dire qualcosa. Questa volta era molto più vicino e la perfezione delle sue labbra non potè non colpirmi. <ti faccio vedere...altrimenti non finirai mai> conclusi abbassondo subito lo sguardo. Iniziai a tagliare la mela prima lentamente cercando di fargli vedere come tenere il coltello, poi poi affettare sempre più velocemente. Me lo aveva insegnato la nonna. Il pensiero mi colpi cosi violentemente che non mi accorsi di non aver più mela tra le mani, finendo cosi per ferirmi. <accidenti...> mugugnai cercando qualcosa con cui tamponare il taglio. Anche questa volta però, Dan fu più veloce. Prese la mia mano, portandosi alla bocca il dito sanguinante. Il cuore mi sembrò scoppiare. Era una cosa stupida, banale, mi stava solo succhiando via il sangue. Perchè allora il mio volto iniziò a diventare paonazzo. Cercai con lo sguardo gli altri, sperando che fossero in altre faccende affaccendati. Come potessi prevedere, erano invece intenti tutti ad osservare la scena, Ryan con uno sguardo più acuto degli altri. <va bene cosi!> urlai quasi strattonando via la mano. Lui mi sorrise per niente spiazzato e tornò ad affettare le mele. Io nascosi il tito tra le piege del grembiule, anche se avrei voluto nascondere l'intera faccia in quel momento. Per i restandi 10 minuti, nè Ryan nè Jen mi rivolsero parola. Io mi concentrai tolmente sulla torta, che alla fine venne un pò bassa. Era come diceva sempre la nonna: se non si mette amore in ciò che si fa, non verrà mai perfetto. Oggi non avevo messo un minimo di impegno nel lavoro in cucina: qualcos'altro aveva deviato la mia attenzione. O meglio, qualcun'altro. <ti aspettiamo fuori Kris oppure hai ancora molto da fare?> mi domandò Ryan mentre le ragazze lasciavano l'aula salutandomi. <segno l'ora a Dempsey e mi fermo a rifare la torta> spiegai tagliando corto. Ero nervosa. Terribilmente scocciata da tutto ciò che era scuccesso. Quella torta mi era sempre venuta perfetta. E cosi doveva continuare ad essere. Ryan mi sorrise come sempre e mi diete un bacio sulla guancia. <non ti stancare troppo però ok? Ci sentiamo sta sera piccola> mi salutò poi uscendo dall'aula. Poi mi voltai verso Dan, seduto nuovamente sulla cucina. Fissava il suo cellulare abbastanza concetrato. <ehm...Dempsey vieni, il tuo foglietto, ecco l'ora> esclamai porgendogli il foglietto oltre il tavolo. Lui si voltò velocemente chiudendo lo sportellino del cellulare e scendendo dal tavolo. <thank you baby> esclamò con fare ammiccante. Arrossii nuovamente voltandomi verso la finestra. <sei un pò spinosa...ma sotto sotto...come la torta di mele> disse sfiorandomi la mano per prendere il foglietto.
    <fuori crosta...ma dentro dolce e morbida>
    <smettila e concetriti di più domani piuttosto di fare stupide affermazioni!> lo sgridai sempre più in imbarazzo.
    <lo prometto mamma> rispose sporgendosi sul tavolo e poggiando le sue morbide labba sulle mie. Cavolo...perchè non mi ero ritratta. Cavolo,cavolo....cavolo...
    <non ci riprovare mai più!> urlai poi con veemenza lanciandogli dietro un mestolo trovato sul momento, mentre Dan si dava alla fuga infondo all'aula.
    <wow che donna decisa che sei! Magari la prossima volta ti do un bacio serio ok?> rispose ridendo e strizzandomi l'occhio prima di rimettersi gli occhiali da sole.
    <certo come no! Sparisci dalla mia vista!> imprecai rovesciando dal nervoso tutto il carrello delle posate.

    Cap 3. Nessuna speranza

    Mescolavo velocemente i tuorli d'uovo, cercando di creare un composto più omogeneo possibile. Non mi era inoltre difficile riversare tutto il nervoso del giorno prima sulle fruste da cucina. Il rumore provocato da quel movimento continuo era alquanto assordente, tanto che, pochi minuti dopo, Eric comparve in cucina con le mani sulle orecchie e lo sguardo di ghiaccio.
    <kris stanto cielo...devi fare tutto questo casino per preparare due uova?> implorò piegandosi leggermente in segno di resa.
    <scusa...cercherò di fare meno rumore> risposi secca continuando a mescolare con meno veemenza.
    <sia ringraziato il cielo...qualcosa non va? Non è da te fare tutto questo chiasso in cucina> rise poi dandomi un colpetto dietro la testa.
    <sto bene, non sono nervosa, voglio solo che vengano a neve ferma> commentai, mentendo.
    <di questo passo diventeranno ferme sul serio...> continuò mettendosi a sedere davanti a me con le braccia conserte e la testa tra esse.
    <sei stanco? Potresti prenderti una pausa dalla tua scrittura. Ti vanno dei biscotti?> domandai notando le occhiaie profonde sotto gli occhi nocciola.
    <no grazie. Sono in alto mare e la consegna è dopodomani. Non capisco perchè arrivo sempre con l'acqua alla gola...> si gratto la testa tra i capelli ricci ed arruffati.
    <forse perchè preferisci passare il tuo tempo a cercare di riconquistare Kate> replicai freddamente. Erano mesi che si ostinava a scriverle poesie e a struggersi davanti alle loro vecchie foto. Kate era stata la sua ragazza per 5 anni, ma da ben 6 mesi aveva deciso di prendersi una pausa di riflessione, adducendo scuse sul fatto che lui la mettesse dietro al suo lavoro.
    <cavolo Kris cosa dovrei fare? Io la amo capisci? E' la donna della mia vita non posso farmela scappare cosi...> piagnucolò nascondendo nuovamente la testa tra le braccia. Mio zio era sempre stato troppo sensibile. Infondo scriveva libri per bambini; questo doveva pure significare qualcosa.
    <ma se continui cosi perderai anche il lavoro e ci troveremo nei guai! Lasciala respirare un pò...quando sentirà la tua mancanza allora capirà se è giusto tornare insieme o no> sbuffai, non potendone più di ripetere le stesse cose da mesi.
    <non perderò il lavoro piccola te lo prometto. Finirai il liceo e andrai in quella scuola di cucina che desideri frequentare!> disse poi con tono fermo e deciso rialzando la testa. Gli sorrisi dolcemente per poi constatere che le uova erano pronte. <non devi preoccuparti per quello. Con le torte di questa settimana ho guadagnato 70 dollari che vanno a sommarsi a tutto il resto delle vendite dell'anno scorso. Ho un bel gruzzoletto. Posso farcela> lo tranquillizzai andando verso il lavandino.
    <odio non avere la possibilità di aiutarti di più. Sei davvero in gamba Kris. Ti manca solo un bel ragazzo per cui perdere la testa...quel Ryan non si è fatto ancora avanti?> domandò ridendo.
    <smettila! E smettila soprattutto di metterlo in imbarazzo quando viene qui. Non è bello sentirsi gridare dietro, "Avete finito o vi manca ancora molto" con risatine al seguito> lo sgridai con occhiate fugaci.
    <su Kris mi diverto un pò! In più una donna senza amore non sboccerà mai!>. Era proprio uno scrittore da strapazzo.
    <hai mai considerato di darti agli Armony?>
    <no ancora no, ma ti prometto che se mi licenziano lo farò> si congedò dandomi un bacio sulla guancia e ritirandosi nel suo studio per finire il lavoro da consegnare.
    Il resto della serata lo passai davanti alla tv a mangiare torta e a pormi domande sul perchè Dan Dempsey dovesse contare quella stupida punizione. Non riuscivo a togliermi dalla testa che dovevo scoprirlo al più presto...come non riuscivo a dimenticare la morbida sensazione delle sue labbra sulle mie. Al pensiero arrossii e mi morsi il labbro, forse troppo veementemente, tanto da far uscire del sangue.
    Quando poi il mattino seguente mi guardai allo specchio notai una piccola crosta li dove ci avevo dato dentro coi denti. Ero veramente un mostro. Ricordai il volto perfetto di Dan e poi i suoi capelli che, anche se spettinati, riuscivano a sembrare in ordine, un ordine tutto particolare ma perfetto allo stesso tempo. Avrei voluto rompere lo specchio in cui vedevo i miei lisci e lunghi capelli castani ricadere a piombo intorno al volto bianco e pallido. Innervosita sopra ogni cosa, decisi di recarmi a scuola prima del solito, con lo stupore di zio che si trascinava ancora per casa in pigiama. In pochi minuti di bici fuoi davanti al parcheggio dell'istituto, convinta a recarmi in biblioteca per ripassare un pò scienze, della quale mi ero dimenticata di studiare diversi capitoli. Mentre incappucciata, correvo lungo il vialetto principale, qualcosa catturò la mia attenzione. Una giovane donna sulla trentina, con dei capelli biondissimi e lunghi, labbra rosse e vestito a righe nero. Si guardava attorno circospetta, come se cercasse qualcosa. Non sembrava un'insegnante, anche perchè conoscevo tutto il corpo docenti, nonchè segretarie e personale scolastico, da quando avevo avuto l'autorizzazione ad aprire il corso di economia domestica. Aguzzai lo sguardo ancora un pò finchè una macchina non parcheggiò poco distante da lei. Avrei riconosciuto il ragazzo al volante tra mille ormai: era Dan Dempsey. Corsi quindi a sulle scale che conducevano all'ingresso, sperando non mi avesse ancora visto. Non avevo proprio voglia di vederlo dopo quello che era successo, anche se sapevo che l'ora di letteratura inglese sarebbe stata a metà giornata. Mentre decidevo di intrufolarmi in biblioteca, sentii un paio di tacchi muoversi rapidamente alla mia destra, li dove prima avevo inquadrato la bella biondina. Incuriosita mi voltai e ciò che vidi mi colpi come un pugno. Le teneva le sue braccia intorno al collo di Dan, mentre le mani erano incastrate tra i suoi biondi capelli arruffti. Si baciavano. O meglio, lei baciava lui con una veemenza tipica dei film d'amore. La cosa mi colpi come un pugno allo stomaco. Non aveva alcun senso. Ma faceva male lo stesso. Mi voltai per non vedere oltre e mi incamminai a passi lunghi e svelti lungo il corridoio, convinta sempre più che a questo punto non poteva essere certo gay. Per di più amava le donne come dire...mature. Per un attimo la mia mente formulò qualcosa come "nessuna speranza", prima che la parte più forte e razionale mi ricordasse che avevo 3 capitoli da ripassare...


    Edited by fabyoletta - 20/9/2009, 14:40
     
    .
  3. fabyoletta
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Cap 4. Farina

    <che hai fatto al labbro?> domandò preoccupato Ryan poggiando delicatamente un dito sulla ferita.
    <niente, mi sono morsa> lo tranquillizzai con un sorriso.
    <il tuo vizziaccio...perderai entrambe le labbra, e sarà un problema per il tuo ragazzo> rise poco dopo dandomi un buffetto sulla guancia.
    <mi preoccuperei più del fatto di non poter assaggiare ciò che faccio> lo contraddissi cambiando discorso. Non era il momento adatto per far riferimento a baci, ragazzi e quant'altro. Il suo sguardo si rabbuiò e si voltò verso la finestra della piccola aula di cucina. Aveva un profilo stupendo. Un naso dritto e squadrato, le labbra sottili e larghe e la fronte pulita, alta e fiera. Ryan era cosi come lo si poteva immaginare: orgoglioso, avvolte spavaldo, ma buono come il pane. Tranquillo e mai rissoso; riflessivo al punto giusto. Non avevo mai conosciuto qualcuno cosi equilibrato. Probabilmente non pensavo esistessero persone come lui. Era fantastico avere le sue attenzioni; avrei anche potuto....ma non ce l'avrei mai fatta. Era troppo importante per me la sua presenza. Mi ci avvicinai piano piano, lasciando sul tavolo le verdure e la mezzaluna.
    <perchè hai smesso?> domandò lui voltandosi di scatto. Prima che potesse dire altro lo abbraccia. Potevo respirare il suo profumo aspro e forte, diverso da quello dolce e raffinato di Dan. Lui ricambiò tenedomi stretta la vita.
    <cos'è, carenza d'affetto?> rise poi dandomi un bacio sulla guancia.
    <può darsi...però credo di non averti mai ringraziato abbastanza per quello che fai> risposi spostando lo sguardo più in la.
    <non faccio nulla di che scema...> Si stava imbarazzando. Lo capivo dalla lieve incertezza nel tono della voce. Improvvisamente la porta alle nostre spalle si aprì, e il dolce profumo di Dan mi investi in pieno. Ryan ancora abbracciato a me, si spostò con la testa per fargli un accenno di saluto col capo. Io non avevo il coraggio di guardalo in faccia e continuai a fissare l'infito oltre la finestra.
    <ho interrotto qualcosa?> ridacchiò con la sua voce cristallina, muovendosi verso di noi. Potevo sentire la sua lenta camminata alle mie spalle.
    <no, no. Sei solo in largo anticipo> rispose pacato Ryan. Io mi staccai da lui lentamente e mi voltai per replicare, ma ancora una volta mi persi nell'osservarlo attentamente. Indossava una felpa nera con uno strano disegno al centro bianco, un paio di jeasn più larghi del solito e un cappellino nero di lana come quello di un paio di giorni prima, quando ci eravmo conosciuti. Gli occhi erano leggermente cerchiati e lo sguardo meno vivace del solito. A quanto pare le donne a lui, facevano l'effetto contrario.
    <si sono un pò in anticipo ma ho pensato che sarebbe stato meglio non arrivare in ritardo per ricevere dietro altri mestoli> rispose lui lanciandomi un occhiata fugace. Per un attimo temetti il peggio.
    <be allora già che ci sei mettiti a pelare patate!> replicai seccai lanciandogli una ciotola di latta. Lui la colse al volo e si mise una mano sulla fronte, facendo il gesto militare di "si signore".
    Come faceva a rendermi cosi irritabile? Scossi la testa sbuffando e raccogliendo tutto l'autocontrollo di cui ero in possesso. La lezione si concentrò sul pasticcio di verdure. Tutti furono piuttosto entusiasti, tranne ovviamente Dan, che non riusci a tagliare più di tre patate in un ora. Non era di certo portato per la manualità.
    <dai l'ultima non è venuta male!> commentò mostrandomi una patata ancora mezza coperta di buccia. Feci finta di battere la testa contro il muro, cosa che le altre trovarono divertente. Jen stranamente non era venuta. Forse non aveva potuto saltare gli allenamenti. Peccato. Avevo pensato che almeno avrebbe potuto aiutare "l'imiastro" nel suo sporco lavoro.
    <per oggi basta cosi ragazze. Finisco io di sistemare qui. Potete andare> le congedai poco dopo.
    <sicura di non voler aiuto?> mi domandò Ryan <potremmo tornare a casa insieme>
    <no grazie Ryan. Passo anche a riportare il libro in biblioteca e poi non posso lasciare qui la bici> replicai con un sorriso.
    <come vuoi. Ah, ho visto che hanno messo un film carino al cinema...si potrebbe andare con Eric se gli va. Cosi lo togliamo dal suo studio> propose poi con un occhiolino.
    <gli piacerebbe! Ma deve finire il lavoro prima che lo lincenzino. E' in ritardo come sempre > sbuffai, mentre alle mie spalle Dan era chinato a raccogliere le bucce di patata sfuggite al cestino.
    <allora magari...andiamo noi due. Ti va?> insistette. A quanto pare non era contemplato un rifiuto. Mi preparai a cedere quando un rumore assordante e un ondata di farina mi colpirano alle spalle. Iniziai a tossiere e sentii Ryan gridare qualcosa. In pochi sencodi tutto fu ricoperto di farina. Il piano di lavoro, il pavimento circostante, il mio volto, i miei capelli. Sentii la rabbia salire su in modo quasi surreale. Ero sempre stata una persona particolarmente tranquilla. Ma si stavano superando tutti i limiti.
    <che diavolo hai fatto?> urlai voltandomi verso l'unico possibile autore del disastro. Come volessi dimostrare, Dempsey era completamente ricoperto di farina. Si tolse velocemente il capellino di lana e un'altra piccola nube di farina si levò nell'aria.
    <non avevo visto il sacco proprio qui sopra...mi sono alzato ho battuto la testa e....ah ah .... un bel disastro vero?> rise, cadendo a sedere all'indietro.
    <non ci trovo nulla da ridere! E' un disastro mi toccherà ripuliere tutto maledetto!> urlai in preda alla furia, raggiungendolo sul pavimento e afferrandolo per una parte della felpa, in prossimità del collo.
    <sei un impiastro! Sparisci immediatamente da qui!>
    <dai non fare cosi! Prendila sul ridere...ti aiuto io> rise ancora una volta da sotto la coltre di farina.
    <guarda che disastro! Se fosse per me ti farei raccogliere tutto da solo> continuò Ryan raggiungendoci.
    <posso farlo tranquillamente sai?> rispose questa volta secco Dan. Io lo lascia andare, rialzandomi a cercare la scopa nascosta da qualche parte.
    <lascia fare! Faccio io!> cercò di fermarmi lui prendendomi per un braccio, ma Ryan si mise in mezzo sollevandolo da terra. C'era veramente una grossa differenza di proporzioni tra i due. Messo davanti a Ryan, Dan appariva piccolo e indifeso.
    <ryan dai...tranquillo. Sistemo da sola non ho bisogno di nessuno. Andate su, o non finirò mai> li esortai ad uscire indicando la porta.
    <ma Kris non finirai mai! Fatti aiutare da me almeno> si propose Ryan.
    <no no. Non voglio nessuno qui mentre sistemo. Ora andate è un ordine!> insistetti scandendo bene le parole. Entrambi restarno ammutoliti per qualche secondo. Poi Ryan sospirò e lasciò andare il colletto della felpa di Dan.
    <come vuoi. Ci sentiamo più tardi però!> disse forte raccogliendo da terra lo zaino.
    <anche tu impiastro! Seguilo!> urlai a Dan ancora fermo davanti a me. Lui mi fissò con sguardo sconcertato per poi seguire Ryan verso la porta, che si chiuse alle loro spalle. Ero finalmente sola. Inizia a raccogliere tutta la farina sparsa ormai ovunque. Il lavoro iniziò alle cinque circa e, dopo un'ora, mi sembrava di essere ancora al punto di partenza. Mi asciugai la fronte sforzandomi di non pensare. Forse avrei dovuto farmi aiutare. Non era stata poi una cosi brillante idea cercare di fare la superdonna del momento. Sconfortata scivolai lentamente a terra lungo il muro del piano cottura. Poggiai la testa sulle ginocchia e mi lascia andare per qualche minuto. Volevo svuotare un pò la mente. Poi però, la porta dell'aula si aprì. Sollevai bruscamene la testa pensando fosse qualche professore. Invece c'era Dan. Era ancora mezzo sporco di farina con una scopa tra le mani. Lo fissai con gli occhi sgranati sorridermi e, poco dopo, iniziare a spazzare per terra senza proferire parola. Ancora scioccata, rimasi a terra seduta muovendo solo gli occhi seguendo i movimenti della scopa.
    <cos...che diavolo ci fai qui?> balbettai poi in preda alla confusione <mi pareva di averti detto di andartene!>
    <a me pare invece che tu abbia bisogno di aiuto. E molto. Dai permettimi di darti una mano. Ho fatto io questo casino, impedendoti anche di andare al cinema con il tuo amichetto> mi supplicò con falsa compassione.
    <uno: non chiamare Ryan amichetto! Due: ce la faccio anche da sola; Tre: non avrai pensato di passarla liscia. Non ti avrei segnato l'ora oggi!> lo minaccia rialzondomi, intenzionata a non stare un solo momento in più in quella stanza con lui.
    <scherzavo Honey! Voglio davvero aiutarti. E non me lo impedirai> ridacchiò allontanandosi mentre io cercavo di prendergli la scopa dalle mani.
    <provocheresti qualche altro cataclisma!> continuai mentre lui si spostava velocemente per impedire che lo prendessi.
    <non sei molto veloce!> rise saltando oltre il tavolo.
    <e se tu fossi cosi agile anche in cucina diventeresti un grande cuoco!> replicai lanciandogli uno straccio che avevo precedentemente usato per pulire.
    <dovremmo fare meno la guerra e più l'amore noi due> rise poi malizioso da sotto il piano. Arrossii violentemente e corsi verso di lui, convinta ancora di più a cacciarlo fuori. Mentre mi chinavo per capire dove si fosse nascosto però, un mano mi afferrò il braccio trascinandomi col sedere a terra.
    <aiaaa> gridai sollevando un pò di farina. Poi le braccia di Dan mi circondarono la vita e mi trascinò verso di lui. Tentai di divincolarmi, ma nonostante le braccia non troppo muscolose, era piuttosto forte.
    <sai mi da molto fastidio il tuo atteggiamento di superiorità> disse poi lui calmo come sempre.
    <se non mi lascio ti denuncio per molestie!> urlai sempre più in collera.
    <e' questo che intendo. Non ti sai divertire. Forse perchè non hai ancora provato i veri piaceri della vita oltre le torte al ciccolato> rise lui, piegandomi leggermente il collo per poi baciarlo. Un brivido mi percorse la schiena, e non fuoi più capace di muovermi. La testa iniziò a girarmi, ma con le poche forze che mi rimanevano, diedi una gomitata riusciendo finalmente a liberarmi approfittandomi del momento di debolezza. Lui mi lasciò rialzare sorridendo.
    <vattene immediamente o chiamo qualcuno!> impazzi avviandomi con passi svelti verso la porta. Lui si alzò e mi segui impedendomi di uscire a pochi centrimentri dalla porta, prendendomi per le braccia e girandomi verso di lui.
    <calmati scema! Guarda che non sono uno violento io>
    <ah no? E quello di prima come me lo chiami? Ora capisco perchè ti hanno messo in punizione! Sei un maniaco!> gridai con il sangue che mi saliva al cervello <ti ho visto questa mattina! Cosa cred....>
    Prima che finissi la frase, mi ritrovai nuovamente a contatto con le sue calde e morbide labbra. Questa volta però, fu un bacio vero. Di quelli che non avevo mai dato, nè ricevuto. Piano piano, sentii le forze mancarmi, come il fiato in gola. Le braccia si abbandonarono lungo i fianchi e la testa iniziò a girare forte...finchè non percepii più nulla....svenuta.


    Edited by fabyoletta - 20/9/2009, 14:41
     
    .
  4. Desyree
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Molto bella. Mi piace ti prego cotinua!!!!!!! Me molto curiosa XDXD!!!!!!!
     
    .
  5. phedre
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    ma che carina!!! brava! scrivi molto bene!!
    la continuerai vero?
     
    .
  6. singingrock
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    wooow è bellisshima!!! sei davvero brava, complimentoni!! sono qui col fiato sospeso e una curiosità pazzesca per la continuazioneeeee
     
    .
  7. fabyoletta
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Cap 5: Host

    Quando riaprii gli occhi ero in infermeria: ancora ricoperta di farina e con i due grandi occhi di Dan che mi fissavano preoccupati.
    <spostati dalla mia vista ii...iii..> provai a dire mentre la testa continuava a girarmi.
    <idiota?> suggeri lui sorridendo e accarezzandomi la fronte con la mano calda e soffice. Tentati di spostarmi ma ero ancora molto debole. Ad un tratto vedere nuovamente le sue labbra mi ricordò il perchè mi trovavo in infermeria sdragliata su un lettino mezza coperta di farina. Strinzi i pugni e tentai di mettermi seduta mentre l'infermiera entrava con una tazza piena di un liquido fumante.
    <signorina si sente meglio ora? Il suo compagno mi ha detto che è svenuta mentre pulivate la cucina> A dirla tutta non era il "pulire" che mi aveva letteralmente lasciata senza fiato.
    <s..si diciamo ci di si > mentii cercando non picchiarlo mentre coprendosi la bocca con la mano lui rideva sotto i baffi.
    <sarà stato il fatto che hai mangiato poco a pranzo. Bevi questo caffè caldo e fatti accompagnare a casa da lui oggi. So che sei in bici. Non è il caso che uscita da qui tu sbandi da qualche parte> mi consigliò passandomi la tazza rovente.
    <no no...preferisco tornare a casa da sola> replicai sgranando gli occhi. In macchina? Con quel maniaco? Neanche morta!
    <non fare la schizzignosa guido bene sai? E la dottoressa ha ragione. Ti accompagno io poche storie> rispose serio lui pogginadomi una mano sulla spalla che spostai appena l'infermiera si girò per prendere la cartella medica.
    <non posso lasciarla andare finchè non mi promette che tornerà a casa con questo giovanotto> sorrise lei mostrandomi il foglio d'uscita. Mi voltai verso Dan con uno sguardo non malvagio...di più, poi sbuffare e fare cenno di assenso con la testa <va bene va bene....ora mi dia quel foglio> mentre Dan si alzava con lo sguardo di colui che ha vinto la sua partita.
    In pochi minuti mi ripulii nel bagno delle ragazze e seguii Dan avvolto nel suo cappottino nero, fino alla sua bellissima macchina, ovviame non usata. Gli interni profumavano ancora di nuovo e sul sedile posteriore notai un piccolo cuscino con qualcosa scritto sopra. Somigliava più all'auto di una donna.
    <hai una bella macchina...un pò "delicata" per un maniaco come te> sorrisi lanciando la prima di tante frecciatine che mi erano venute in mente mentre mi allacciavo la cintura.
    <pensavi di trovare borchie e frustini? Spiacente saranno i tuoi gusti non i miei > replicò lui dolcemente mettendo la macchina in moto.
    <vedi di farmi arrivare a casa sana e salva o ti soffoco con quell'orrendo cuscino rosa che hai li dietro>
    <sempre dolce e delicata. Io sarò un maniaco ma tu sei proprio rozza. Non ho mai conosciuto una ragazza cosi poco...aggraziata> replicò con con uno sguardo poco carino.
    <se sono rozza è grazie a ragazzi come te! aggredire cosi una povera ragazza indifisa!> piagniucolai spostando il mio sguardo fuori dal finistrino <gira a destra scemo>
    <per favoreeee> replicò voltando bruscamente nel vialetto di modo che la mia testa sbattesse contro il vetro freddo.
    <cretino non sai guidare!> urlai <sta volta vai dittro e cerca di non prendere un albero!>
    <hai sempre parole gentili in bocca...siamo sicuri che io abbia baciato una donna?> rise accellerando e poi frenando facendomi sobbalzare sul sedile.
    <smettila SUBITO! non è divertente per niente potrei vomitare il caffè su questo tuo bellissimo tappetino!> sentivo il sangue ribollirmi in corpo. Non avevo mai provato dei sentimenti simili per qualcuno. Non sapevo come facesse ma...era fatto per farsi odiare da me!
    <la smetto se tu la smetti di chiamarmi cretino> rise accellerando ancora un pò <ora destra o sinistra?>
    <sinistra cre....sinistra> mi frenai cercando di calmarmi.
    continuò voltandosi verso di me
    <si sempre dittro il numero 9 è il mio > sbuffai mordicchiandomi labbro inferiore come non mai. Era una situazione terribile. Non sopportavo più la sua presenza. Ero disgustata dall'odore di quella macchina e soprattutto dal suo cosi dolce e penetrante. Odiavo il suo modo di fare, i sorrisi e i suoi sguardi ammiccanti. In poco tempo si era aggiudicato tutto il mio astio. Finalmente raggiungemmo la mia piaccola villetta dal giardino spoglio visto che nè io nè zio Eric potevamo definirci dei "pollici verdi". Frenò dolcemente e spense la macchina, mentre io tentavo velocemente di togliermi la cintura di sicurezza e scappare da lui il più lontano possibile.
    <bene direi che i mei compiti per oggi sono stati assolti> rise Dan spettinandosi i capelli.
    <si...bene...acc...queste cose non si riescono a sfilare....grazie comunque e a mai più> balbettai mentre finalmente la cintura di sicurezza tornava alla sua posizione di partenza.
    <sono 70 dollari> replicò lui afferrandomi un braccio. Mi voltai lentamente per guardarlo bene in faccia e fulminarlo con gli occhi. Lui non sembrava affatto preoccupato ma tutt'altro: divertito.
    <sei un taxi molto caro direi!> sorrisi nervosamente.
    <ma i 70 dollari non erano per il viaggio...ma per il bacio> continuò lui tranquillo avvicinandomi a lui sempre tenendomi stretta per il braccio.
    <non farmi ridere...non sei spiritoso! Fammi scendere> ringhiai cercando con l'altra mano di aprire la portiera che, purtroppo, era chiusa con la sicura.
    <ah ah ... io non sono spiritoso ma sono molto serio. Ho pensato che avessi dovuto renderti felice almeno un attimo...e ti ho baciata. Sei addirittura svenuta!> continuò con la sua risata cristallina.
    <tu...tu vuoi...vuoi dire che...lo fai spesso? Vai...vai in giro a dare baci e a fari PAGARE? Cosa sei un...un gigolò? Ah ah > replicai mentre non riuscivo a leggere nei suoi occhi la fine dello scherzo.
    <uhm...diciamo un Host si> ondeggiò con la testa mentre i nostri sguardi si incrociavano: il mio stupito e il suo più serio che mai.
    <no...non ci posso cre...non ci posso credere! Tu fai l'host??? Ecco chi era la donna all'ingresso l'altro giorno! Oh mio dio tu non stai mentendo...è la verità! E il preside ti ha punito per quello? Cos'è ti sei fatto qualche segretaria per caso? Fammi scendere immediatamente mi fa schifo...> Vomitai tutto mentre la mia bocca si storceva con disprezzo. Era bello, era simpatico, era gentile...ma era tutto finto. E per un microsecondo c'ero cascata anche io. In realtà Den Dempsey era un cinico. Non sapeva amare, mi rifiutavo di pensare che una persona cosi potesse cogliere il significato dell'amore.
    <non mi importa di farti schifo...e nemmeno che tu non condivida il mio stile di vita. Voglio solo che mi paghi ora e subito> replicò con un tono di voce che non avevo ancora sentito prima. I suoi occhi chiari diventarano impenetrabili e il suo sorriso si spense. Era molto serio. E' la cosa mi fece male al cuore più di tutto. Mi piegai in basso verso lo zaiono e in tutta fretta tirai fuori il portafoglio. C'erano i 70 dollari guadagnati poco tempo fa...con tutta la forza che avevo li sfilai e glieli gettai letteralmente addosso.
    <mi dispiace tanto per te...> sussurrai alla fine mentre le lacrime si fermavano agli angoli degli occhi come gemme preziosi troppo rare da cogliere. I suoi grandi occhi per un attimo persero la luce che avevano acquistato precedentemente.
    <vai...scendi> concluse freddo lasciando finalmente la sicura. Presa dalla furisa finalmente usci e sbattei forte la portiera correndo verso il vialetto di casa mentre alle mie spalle la sfavillante macchina nera se ne andava lasciando solo tanta amarezza nel cuore.


    Edited by fabyoletta - 20/9/2009, 14:41
     
    .
  8.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Natsu level
    5000-2

    Group
    Member
    Posts
    7,079
    Regali
    +25

    Status
    Ajisai
    e chi sapeva che tu scrivessi anche....
    letto tutto in poco tempo e devo dire che non sei affatto male a scrivere^^...aspetterò il prossimo capitolo!
     
    .
  9. fabyoletta
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    eh eh XD mi diletto a fare un pò tutto io anche se magari in questo riesco meno hi hi
     
    .
  10.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Natsu level
    5000-2

    Group
    Member
    Posts
    7,079
    Regali
    +25

    Status
    Ajisai
    beh,quello che non riesci nello scrivere,lo compensi con la grafica....cmq a me piace questa fic
     
    .
  11. bokuragaita
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    COMPLIMENTIIIIIIIIIIII!!!^^ A qnd il prox capitolo? Sei Bravissima!!!
     
    .
  12. fabyoletta
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Cap 6. Sopresa

    La sveglia iniziò a suonare come al solito alle 7:00 in punto. Con la mano destra mi feci forza tirando giù le coperte per frenare quel suono tanto fastidioso. Avevo la testa in fiamme. Non ero riuscita a chiudere occhio. Mi ero girata e rigirata nel letto senza sosta. Nonostante la doccia fatta subito dopo il ritorno da scuola, sentivo ancora il profumo di Dan, e della sua maledettissima macchina. Come non avevo potuto dimenticare le sue parole e il suo sguardo prima di gridargli tutto il mio disprezzo. Per un attimo sentii una fitta allo stomaco, come una nausea. Cosi mi alzai strisciando fino alla cucina dove zio Eric, con la testa fra le mani, leggeva il giornale.
    <buongiorno> biascicai mettendomi a sedere acquistando la sua stessa posizione.
    <non si direbbe…nottataccia?> rispose lui alzando la testa per regalarmi uno dei suoi sorrisi.
    <si…diciamo di si> replicai suffando.
    <ha telefonata la scuola. Hanno detto che ieri sei stata male. Non hai la febbre vero?> mi domandò allungando una mano per toccarmi la fronte.
    <no no …tranquillo sono svenuta per…per il caldo del…forno> menti schivando le sue cure. Eric era terrorizzato dal fatto che mi potessi ammalare. Ero con lui da due anni e tutte le volte, anche per semplici starnuti, mi ritrovavo nelle file del pronto soccorso. Fin troppo apprensivo.
    <se vuoi passiamo dal pronto soccorso prima di andare a scuola…forse non dovresti andarci anzi..> continuò lui alzandosi per cercare il numero del dottore.
    <intendi al pronto soccorso o a scuola? Perché nel primo caso di appoggio…e forse anche nel secondo> risposi sorridendo.
    <non scherzare baby…non voglio che dicano che non mi prendo cura di te> replicò secco sfogliando la sua agenda superdisordinata. Ci risiamo: complesso da parente poco premuroso.
    <erico tu ti prendi abbastanza cura di me! Ora smettila per favore sto bene! E’ stato un calo di pressione niente di che! Ma se vuoi resto a casa, cosi ti tranquillizzi> infondo l’idea non era male. Avrei evitato sguardi imbarazzanti alla lezione di cucina.
    <uhm…si penso sia la cosa migliore da fare. Resta a casa Kris starei molto più tranquillo. Io devo andare in centro a consegnare dei manoscritti. Faccio presto però, credo di riuscire a tornare per l’ora di pranzo. Ah non osare cucinare! Porto qualcosa dal Mac> disse velocemente.
    <be se mi vuoi ammazzare con quella roba fai pure> sbuffai alzandomi dal tavolo per raggiungere la caffettiera.
    <suvvia per una volta non ti succederà nulla. Ora scappo a cambiarmi e volo in centro. A dopo piccola> rispose sorridendo e baciandomi leggermente la fronte. Quando faceva cosi mi ricordava tanto la mamma. Lo stomaco si strinse nuovamente e per una buona volta mi decisi a non bere il caffè e ad optare per una buona tisana.
    Passai il resto della mattinata a studiare e a guardare la tv. Mi annoiavo terribilmente a stare a casa, ma almeno avevo potuto metabolizzare l’accaduto del giorno prima. Verso le 4 il cellulare iniziò a vibrare. Sul monitor comparve la faccia allegra e ras sicuramente di Ryan.
    <pronto Ryan>
    <ei Kris come stai? Perchè devo sapere da altri che non sei venuta a scuola perchè ieri sei svenuta in cucina?> mi sgridò con una voce di un tono sotto al furibondo.
    <perdonami Rei ma…è stata una giornata pesante…forse avevo mangiato poco. Comunque ora è tutto apposto. Sto bene. Sono rimasta a casa solo per fare felice Eric> risposi cercando di addolcirlo.
    <mm….sarà…mi hanno detto che c’era Dempsey con te. Ha combinato qualcosa quel perfetto cretino?> Zac…perché Ryan riusciva sempre a scovare il problema? Doveva assolutamente fare lo psicologo.
    <nn..noo no figurati…stavamo solo raccogliendo la farina. E’ tornato indietro dopo che te ne sei andato>
    Silenzio. Ancora Silenzio. Potevo vedere la faccia di Ryan contorcersi in una smorfia a dire “perché io non ci ho pensato?”
    <hei…sei ancora vivo li dietro?> risi cercando ancora una volta di cambiare discorso.
    <si si scusa ero sovrappensiero. Passo a trovarti finita la lezione> rispose poi velocemente.
    <ma no sta tranquillo sto davvero bene>
    < non era una proposta…a più tardi> tagliò corto chiudendo la telefonata. Gettai il telefono sul divano sbuffando. Come sempre doveva fare di testa sua. Non mi ascoltava mai. Il sapermi svenuta tra le braccia di Dan non doveva avergli fatto passare un’ottima giornata. Se solo avesse saputo che ero stata addirittura costretta a pagare…forse la mia storia si sarebbe trasformata in una puntata dei soprano. Ryan non doveva assolutamente sapere nulla di quel pomeriggio. Ero concentrata con tutta me stessa quando poche ore dopo il campanello di casa suonò. Incurante del fatto ti trovarmi addosso una felpa enorme di Eric, dei pantaloncini da pigiama e i capelli in completo disordine aprii la porte ad un amico non molto felice.
    <non ha il bell’aspetto che mi hai descritto al telefono> si sforzò di sorridere dandomi un pizzico sulla guancia.
    <e’ solo per via del mio solito aspetto trasandato> risi prendendolo per mano e trascinandolo dentro. Lo portai fino alla cucina e mi misi a sedere.
    <come è andata oggi a lezione? Mi hai portato almeno gli appunti?> continuai a scherzare mentre serio si sedeva accanto a me.
    <si si …. Be la lezioni sempre le stesse. Jenny ti manda i suoi saluti e tutti quelli del corso di cucina> rispose tirando fuori dei quaderni dallo zaino.
    <che carini…uff… è stato noioso stare a casa…> continuai, anche se nella mia mente balzava una sola domanda. Dan era o no andato a lezione?
    <immagino per te che non stai ferma un attimo. Dovresti avere più cura di te scema, e pensare meno agli altri > mi sgrido dandomi una pacca in testa.
    <e’ più forte di me, devo tenere la mente occupata>
    <hai paura di fermarla?>
    <avvolte si…penso che se mi fermo a riflettere troppo perderò il lume della ragione. Non puoi biasimarmi per questo> abbassai gli occhi.
    <kris…io….> balbettò stringendomi forte la mano poggiata sul tavolo.
    <dai non ti preoccupare…davvero>
    <non è di questo che …volevo parlanti. Era solo che… io voglio davvero…>
    Prima che Ryan potesse finire il campanello suonò nuovamente. Lui girò gli occhi ed io ne approfittai per sciogliere le nostre mani e correre verso la porta.
    <deve essere Eric, mi ha minacciato di portare a casa qualcosa del Mec> risi mentre alle mie spalle non proveniva nessuna battuta d’aggancio. Il discorso stava diventando serio e per un attimo ho davvero temuto. Temuto cosa? Ero proprio una scema. Ryan aveva ragione. Noncurante aprii la porta <ti aspettavo un po’ prima a dire il vero> esclamai per poi rendermi conto di aver commesso un terribile e tragico errore. Il suo dolce odore mi colpi nuovamente e i miei occhi fissarono a lungo quel volto squadrato e perfetto….


    Edited by fabyoletta - 20/9/2009, 14:42
     
    .
  13.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Natsu level
    5000-2

    Group
    Member
    Posts
    7,079
    Regali
    +25

    Status
    Ajisai
    letto anche questo capitolo...sono curiosa di vedre che succederà^^
     
    .
  14.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Maria level
    60-2

    Group
    Member
    Posts
    60
    Regali
    0

    Status
    Ajisai
    wow..ho letto i capitoli tutti d'un fiato...sempre più avvincente!!! Sei veramente brava...mi inchino a te! >_< aspetto il prossimo cappy
     
    .
  15. Elaysa
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Uh uh, lui è un Host eh? beh, davvero interessante la cosa
    e poi immagino che la situazione diventerà presto complicata *ha un presentimento* tra i due ragazzi e lei uù
    Non vedo l'ora di leggere il seguito *-*
     
    .
137 replies since 2/3/2009, 17:26   3279 views
  Share  
.
Top
Top